CAPITOLO 35: BLANKET KICK


CAPITOLO 35: BLANKET KICK

27 APRILE 2014

Era domenica pomeriggio, Isabel si trovava in camera propria con i libri dell'università davanti a sé, la voglia di studiare pari a zero. Come ogni volta che si trovava a casa aveva mangiato da sola e la giornata la stava passando in solitudine come sempre. In quella giornata primaverile, il tempo sembrava scorrere più lento del solito e il appartamento gigante immerso nel lusso sembrava volesse soffocarla. La solitudine in quella giornata si stava facendo sentire sempre di più, senza una ragione effettiva.

Sbadigliò sonoramente, no per stanchezza ma per noia. Si stava annoiando a leggere e rileggere strategie di marketing, si voltò verso il letto alle sue spalle, Nabi sonnecchiava beatamente a pancia all'aria forse sfinita per via della passeggiata mattutina e l'allenamento dei vari percorsi ad ostacoli dove Isabel la porta per esercitarsi ogni weekend.

Tornò con lo sguardo sui libri e incominciò a sfogliarli in maniera distratta, mentre tratteneva a stento un altro sbadiglio e contava il panorama d'immensi grattacieli grigi di fronte se. Le mancava un anno alla laurea, a gennaio aveva iniziato con molta riluttanza, lo stage nella grande azienda di famiglia, avrebbe preferito fare il suo stage nell'azienda dello Zio che trattava di musica e spettacolo, ma suo padre dall'alto del suo piedistallo aveva dichiarato un no secco, anche perché negli ultimi anni i rapporti con il fratello erano pari al nulla dopo la grande litigata avuta nel passato. Non sapeva neanche lei come mai gli aveva proposto una cosa del genere, ma probabilmente l'aveva fatto solo per infastidire suo padre, sapeva benissimo di non doverlo provocare, dopo essere stata spedita per tutta l'Asia, ma a volte proprio non riusciva a resistere, la vista della vena sul collo del padre che fuoriusciva quando lei lo provocava, la faceva sentire soddisfatta.

Erano comunque mesi che la situazione stranamente era fin troppo tranquilla, lei e Yoongi avevano trovato finalmente la serenità e ciò era dovuto al fatto che finalmente entrambi fossero nella stessa città. Anche le insicurezze e le paranoie da parte di Yoongi erano diminuite, molto probabilmente perché il ragazzo si presentava da lei ogni volta che ne aveva voglia e Isabel puntualmente gli faceva notare come tutto tra di loro andasse perfettamente.

Prese il suo galaxy note e si fermò a guardare la foto sul desktop lei con la linguaccia e lui con la solita aria scocciata, ma con un accenno di sorriso che solo lei riusciva a percepire, sapeva che per quanto lui facesse il duro e dicesse che odiasse le foto, adora invece averne con lei.

Presa dall'istinto e dalla noia, decise improvvisamente di chiamarlo, di solito non lo faceva mai dato gli impegni di lui, e poi era sempre lui ad andare da lei.

"Pronto?" rispose subito lui

"Ehi ciao!" disse lei felice

"Come mai mi chiami? Non lo fai mai" disse lui con la solita voce di sufficienza ma con un tentennamento alla fine frase per la preoccupazione, lei conoscendolo capì subito che fosse già preoccupato.

"Oh, tranquillo va tutto bene, lo so che non chiamo mai, mi è venuto spontaneo" rise lei

"Ah, ok tutto nella norma allora"

"Si tutto normale, che fai di bello? Puoi parlare?" chiese lei velocemente

"Si, oggi riposo, mi sono svegliato da poco" disse tramite uno sbadiglio

"Ah ma sono le tre del pomeriggio" lo prese in giro lei ridacchiando

"Lo so ma abbiamo provato le coreografie fino alle cinque del mattino" disse lui sbuffando, come se dare quella spiegazione era una cosa che lo infastidiva a morte

"Lo so scherzavo dai!!" rise lei un po' a disagio pensando di averlo infastidito, sembrava di cattivo umore, ma era possibile che si stesse facendo un idea sbagliata, da quando era tornata lui era tornato ad odiare le chiamate.

"Mmh sei libera?" chiese lui

"Ci possiamo vedere? " trillò lei per lasciare la scrivania e incominciare a camminare avanti e dietro nervosa

"Al dire il vero volevo produrre un po'" disse lui tenendola sulle spine

"Ah e allora perché mi chiedi se sono libera? Sei una persona crudele Min Yoongi" sbuffò Isabel lasciandosi cadere sul letto svegliando Nabi che si accoccolò vicino a lei.

"Vieni da me?" chiese lui trattenendo una risata

"Come scusa?" si mise a sedere lei sul letto, pensando di aver appena avuto un'allucinazione uditiva.

"Qui non c'è nessuno, sono usciti tutti, puoi venire" disse lui con tono di finto annoiato.

"Aigoo il grande Idol che mi propone di andare nel suo dormitorio uhuhu" incominciò a prenderlo in giro lei, da quando aveva debuttato Isabel non era più andata in dormitorio, erano di solito i ragazzi andavano a trovarla.

"Grande Idol?" ripete in modo ironico facendo ridere la ragazza "Vieni o no?" disse stanco delle sue risate.

"Mi stai per proporre qualcosa di sconcio Min Yoongi, Suga Idol dei bts rapper super famoso, swang?" disse lei con voce suadente.

"Se non la smetti di fare in questo modo, ritiro l'invito" sbuffò lui in imbarazzo ringraziando che in quel momento lei non fosse lì con lui, era convintissimo di avere le guance rosse dall'imbarazzo. Era abituato alle battutine di lei e anche a ben altro ma ogni tanto si imbarazzava.

"No! No no no no no!" incominciò a dire lei in preda a un finto panico

"Allora smettila di prendermi in giro, e muoviti a venire voglio farti sentire del materia" disse lui

"Agli ordini sergente Min Yoongi! Ma sei sicuro che possa venire in dormitorio? Non l'ho mai fatto da quando sei diventato famoso!" disse lei

"Si, lo so, infatti non farti beccare e muoviti prima che io cambi idea, odio stare al telefono lo sai, e non ce n'è più bisogno da quando stai in Corea"

"Ok mi muovo, quarantacinque minuti e sono da te! E nessuno mi beccherà sarò un super ninja" rise lei felice

"Ok, sto chiudendo" disse lui chiudendo la chiamata

"Quanto odio quando fa così!" disse Isabel ad alta voce guardando il telefono.

Isabel arrivò velocemente al dormitorio, felice come non mai di vederlo, erano un paio di settimane che per via dei vari impegni non erano riusciti a incontrarsi.

"Dai! Veloce fammi entrare" disse lei a bassa voce spostandolo e entrando in casa

"Come cavolo sei vestita? Quasi non ti riconoscevo" sbuffò lui

"Chiudi, chiudi!" incominciò a dire lei con fare cospiratorio e lui chiuse la porta scuotendo la testa guardandola male.

"Sono vestita da ninja!" esclamò lei a gran voce dopo che lui ebbe chiuso la porta, per poi togliersi gli occhiali neri e la mascherina per tornare a respirare.

"Sei vestita da maschio. Quella non è la mia felpa?" disse lui con ovvietà come a negare al tempo stesso che non fosse un ninja e fissando la felpa colpevole, mentre lei annuiva felice.

"I tuoi capelli?" chiese lui guardandola stranito e lei si tolse il cappello liberando la cascata di capelli turchesi

"Aish! Da quando gli hai così? Ci siamo visti settimana scorsa erano grigi" disse lui socchiudendo gli occhi "Cavolo fanno male agli occhi" disse continuando a strizzare gli occhi

"Pabo! Sono bellissimi! Sta parlando quello con i capelli Rossicci" disse lei alzando il sopracciglio e lanciando le scarpe all'aria, lui si chinò a prenderle e le posizionò ad un angolo, per poi prendere delle ciabatte e passarle a Isabel.

"Di chi sono?" chiese lei con allegria.

"Ha importanza?" chiese lui sbuffando di nuovo.

"Se mi metto quelle di Oppa Jin, lui si arrabbia!" disse lei con un'alzata di spalle

"Mmmh mi sa che sono le sue" disse osservandole con occhio critico.

"Perfetto! Adoro fargli i dispetti!" ghignò lei.

"Vieni andiamo nello studio" disse facendo segno con la testa di seguirlo.

"Aspetta!" disse bloccandolo e lui la guardò sospirando lei sorrise maleficamente e gli si fiondò addosso abbracciandolo e lui dovette prenderla al volo.

"Aigoo, quanto sei pesante! Non riesco a portarti in braccio fino allo studio" finse di lamentarsi lui, soffocando nei capelli di lei ma nascondendo un sorrisetto da gatto.

"Daii a me piace quando lo fai, quindi quando sei con me, te lo fai piacere." si scostò lei dalla stretta per guardarlo in faccia facendogli la linguaccia, e rischiando di cadere.

"Perché ti sopporto proprio non lo so....dai scendi, prima di cadere, anzi peggio prima di far cadere me per terra" borbottò lui.

"Perché ogni volta che mi vedi, illuminò la tua vita, con felicità, allegria ed energia. Poi ti piaccio" disse lei ghignando

"Di piacermi mi piaci, e comunque tu non illumini niente, dai solo fastidio sei come una pulce" la prese in giro lui

"Saltello anche come le pulci!" rise lei liberandolo posando i piedi a terra e cominciando a saltellare e aggrappandosi a lui alzandosi sulle punte dei piedi e stropicciandogli i capelli, e lui se la tirò addosso baciandola.

"Quando crescerai? Abbiamo ventun anni ormai" sbuffò lui staccandosi da lei ma continuando quel loro solito siparietto comico.

"Disse il ragazzo che fa giochi strani in tv con penitenze deliranti e che si è vestito da cameriera" rise lei.

"Smettila di prendermi in giro per quel programma!" urlò lui isterico

"Tasto dolente Min Yoongi o dovrei chiamarti Suga?" lo continuò a prendere in giro lei.

"è lavoro quello, lo sai" per poi strizzare gli occhi di nuovo "I tuoi capelli sono veramente dannosi per la mia vista"

Isabel sbuffò infastidita, alzando gli occhi al cielo a quella frase, e poi incominciò a scuotere i capelli per dargli fastidio.

Lui arricciò il naso per via dei capelli che gli arrivarono in faccia, poi la bloccò.

"Stai buona e smettila!" disse con finto torno di irritazione, poi la voltò di spalle.

"Che fai?" chiese lei stranita

"Ti lego i capelli, così non rischio di essere accecato da tutto questo colore" disse lui sbuffando sfilandosi l'elastico dal polso, e passando la mano sui capelli di lei per potergli raccogliere.

"Mi fai la treccia?" chiese lei saltellando leggermente sul posto

"Non dovevo imparare a farla" sbuffò lui per poi incominciarsi a mettersi all'opera e sistemarle i capelli mentre lei canticchiava Boy in luv sottovoce e lui tratteneva una risata.

"Ho finito" disse lasciandola andare

"Wow ne hai fatte due! Mi piacciono!" disse toccandosi la treccia e voltandosi sorridente per poi dargli un leggero bacio a fior di labbra

"Perfetto, ora possiamo andare nello studio così ti faccio sentire a cosa sto lavorando" disse lui prendendola per mano e tirandola verso il corridoio.

"Dai fammi sentire a cosa stai lavorando" disse sorridendo allegra dopo che si fosse seduta sulla sedia vicino a lui

"Ok, allora da poco abbiamo finito di registrare questa canzone, anche se va perfezionata, stiamo preparando un album per ora abbiamo solo cinque canzoni complete, ma presto arriveranno le altre." Incominciò ad aggiornarla lui.

"Vai fammi sentire questa! Come si intitola?" chiese super elettrizzata

"Blanket Kick" sorrise lui e dopo aver armeggiato con il computer azionò la musica.

"Ok, rimettila ancora una volta voglio concentrarmi sul tuo rap" disse lei facendolo ridere, e così sentirono la canzone un altro paio di volte.

I miei occhi seguono i tuoi occhi, naso, labbra
Ma ti prego, non mi fraintendere
Non posso trattenermi quando ti vedo, sarebbe una sofferenza
Deglutisco e dico "un brindisi al posto dell'acqua"
Non sono neanche ubriaco ma continuo a fare cupi pensieri riguardanti te
Hai notato i miei pensieri cupi?
Tento di nasconderli ma non ci riesco, sono solo sforzi inutili
Il tempo scorre, tick tock, e quando sono di fronte a casa tua
Tento di creare un'atmosfera
Questa volta fingerò davvero di essere pazzo
E ti bacerò profondamente così da afferrare le tue spalle
Ma poi suona il telefono

E' tuo padre che ti chiedere quando tornerai a casa
Oh mio Dio, l'atmosfera era così bella
Prima di addormentarmi, mi arrabbio nuovamente con le mie coperte
Oh, era così bello*

"Waoo, chi è questa tizia a cui segui le labbra, il naso e gli occhi che vorresti prendere per le spalle e baciare con tanta enfasi pieno di pensieri oscuri nella tua testa?" lo prese in giro lei avvicinandosi al viso di lui con uno sguardo da gatta.

"Smettila Isabel! Come ti sembra?" disse lui a disagio cercando di spingerla via.

"La canzone mi piace! Ma voglio capire chi sia questa tizia!" esclamò lei contrita.

"E perché mai?" chiese lui sbuffando ma stando comunque al gioco.

"Io non sono, mio padre non mi chiama mai! E un'altra io la troverò e la ucciderò!" disse lei fulminandolo con lo sguardo, pronta a combattere.

"Pabo non c'è nessun'altra, la fine è inventata" sbuffò lui scuotendo la testa.

"Quindi il fatto che vorresti baciarmi facendo il pazzo è vera?" chiese lei avvicinandosi al suo viso ammiccando

"Ti odio quando fai così! Smettila poi lo sai che non resisto!"

"Permaloso! Comunque abbiamo fatto bene e chiudere il patto, dato che lo trasgredivi sempre" sbuffò lei

"Oh, povera piccola ragazza indifesa" la prese in giro lui e lei si avvicinò ancora di più al suo viso

"Io non sono indifesa" ammiccò

"Finivo per trasgredire, perché tu mi hai sempre provocato come stai facendo ora" soffiò lui avvicinandosi alle labbra di lei

"Ah si?" ridacchiò lei

"Zitta" disse baciandola tappandole la bocca.

Passarono il pomeriggio a parlare di brani e del lavoro di lei in azienda. Si sentivano entrambi molto tranquilli e a proprio agio dopo tanto tempo, sembrasse come se tutto stesse andando magnificamente.

"Si è fatto tardi è quasi ora di cena dovrei andare" sorrise lei alzandosi

"Possiamo cucinare qualcosa e mangiare qui" propose lui.

"A breve arriveranno gli altri o sbaglio? Lo sai che se ci sono io fanno il delirio" ridacchiò lei.

"Si lo so ma vorrei che rimanessi un altro po', non so quando sarà il prossimo giorno libero" disse lui rosso in viso

"Mmh, va bene!" esclamò lei dandogli un leggero bacio sulla guancia e lui la tirò a se arruffandole i capelli abbracciandola.

Angolo dell'autrice:

Capitolo Easy e molto caruccio, per un giorno niente drammi! Ci stava un po' di calma!

Ci si legge giovedì un bacione!!!

Blanket Kick* song

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