CAPITOLO 3 BECAME FRIENDS
CAPITOLO 3 BECAME FRIENDS
FEBBRAIO 2011
Era quasi metà febbraio e mancava poco alle vacanze di fine semestre, la scuola procedeva in modo tranquillo, le ore passavano lente, e le materie si facevano più complicate.
Isabel aveva da poco concluso il suo primo mese, cercava di non attirare troppo l'attenzione su di lei, e passava la maggior parte del tempo a studiare e a seguire, le ragazze della classe aveva di nuovo provato a fare amicizia con lei e capitava che ci scambiava alcune chiacchiera durante le pause o le lezioni di ginnastica quando la classe si divideva tra ragazzi e ragazze. Avevano provato molte volte a invitarla a pranzo ma lei aveva rifiutato educatamente dicendo che preferiva passare il pranzo con il suo compagno di banco.
Le piaceva Yoongi, era per la maggior parte grugniti e sbadigli e molte volte passava il tempo con la testa nascosta a dormire. Ma a lei andava bene così lo incuriosiva molto il suo modo di fare così distante e tranquillo, il completo opposto del suo modo di comportarsi, lei che era chiassosa, saltellante e squillante come una tromba, erano come il giorno e la notte, è a lei il fatto che potessero essere molto distanti caratterialmente faceva si che non riuscisse a staccarsi da lui. Poi c'era la musica ad unirli, piaceva Eminem ad entrambi e poi potevano scambiarsi molte informazioni a riguardo.
Yoongi non capiva il perché lei si fosse attaccata a lui in quella maniera, ma alla fine il pranzo con quella strana ragazza gli piacque parecchio. Dopo quella prima volta, il loro pranzo insieme, in un angolo remoto della mensa dove nessuno poteva darli fastidio era diventato una tappa fissa della giornata.
Isabel non era il genere di persona con cui sarebbe andato d'accordo, lei parlava sempre come una macchinetta, sentivano la musica e lei canticchiava sempre o si muoveva a ritmo mentre mangiava felice, sorrideva spesso e si prendeva fin troppo confidenza per i suoi gusti, ma alla fine aveva trovato qualcuno di esterno all'agenzia con dei gusti simili a lui. Alla fin dei conti andava più che bene passare quella pausa pranzo con lei e forse poteva addirittura incominciare a vederla come un'amica.
Yoongi un po' per via del suo carattere riservato, e anche perché a novembre si fosse trasferito anche lui in quella scuola dopo aver superato l'audizione alla Big Hit e non era riuscito a fare amicizia con nessuno. Aveva pochi amici intimi specie a Seul e la ragione era principalmente per via del suo carattere diffidente, ma anche perché trovava tutti essenzialmente un po' idioti. Le uniche persone che gli andavano a genio erano i due trainer dell'agenzia e con cui avrebbe formato un trio Hip Hop da progetto, e i suoi amici storici di Daegu con cui però non era molto in contatto. Ora in quella lista di persona poteva, forse, inserirci anche lei anche se tra tutte le persone che aveva conosciuto in vita sua, Isabel era sicuramente la più strana.
Per quanto lei fosse così diversa da lui, sembrasse come se fosse capace di migliorare il tutto, in quel primo mese insieme si era reso conto di sorridere di più in presenza della ragazza, e si ritrovò anche a parlare di musica con lei con gli occhi che gli brillavano e pieno di sentimento, senza dover essere costretto a nascondere la sua passione, spesso criticata dalla gente.
Pian piano incominciavano anche a conoscersi un po' di più e a parlare anche delle proprie vite. Lui le raccontava del suo lavoro in agenzia. Lei invece gli raccontava della sua adolescenza in America, la ragazza difatti era nata in Corea ma all'età di otto anni si era trasferita nell'altro continente per via del lavoro di suo padre.
Era ultimo giorno di lezione prima delle vacanze inverali di metà febbraio, la campanella era suonata da un po' per la conclusione delle lezioni, e i ragazzi della scuola come sempre erano rimasti una mezz'ora in più per portare a termine i propri compiti di pulizia.
Isabel era stata la più veloce di tutti, aveva pulito le finestre della classe in un battibaleno, dopo aver aiutato anche le sue compagne, aveva preso lo zaino e si era diretta fuori dalla classe.
Camminava per il cortile, diretta al cancello quando Yoongi si affiancò a lei come un ombra senza dire una parola, lei però percepì subito che fosse lui, si voltò verso di lui sempre con il sorriso appiccicato alle labbra.
"Pronto per un po' di riposo?" chiese saltellante
"Diciamo, di riposo ne avrò ben poco, ho parecchio lavoro da sbrigare, sai l'agenzia" disse in uno sbuffo sapeva che si sarebbe potuto comunque riposare poco e niente, anche se il suo corpo voleva remargli contro costringendolo a sprofondare sul letto per un minimo di otto ore filate, cosa che lui non faceva da una vita.
"Sei impegnato ora?" chiese lei bloccandolo per il braccio prima di varcare il cancello
"Ehm... dovrei andare in agenzia" disse lui guardandolo a disagio
"Hai un orario? O puoi andarci anche più tardi?" chiese lei sorridente saltellando da un piede all'altro per poi aggiustarsi il berretto grigio meglio in testa un po' nervosa.
"Non ho un orario" disse lui confuso da quel tipo di domanda aggiustandosi la sciarpa sentendosi improvviso anche lui nervoso.
"Allora andiamo!" trillò lei attaccandosi di più al suo braccio
"Dove?" chiese lui guardando prima il suo braccio imprigionato e poi la ragazza
"A fare un giro in città, ti offro un caffè!" disse allegra
"Aish... non ho voglia di fare un giro in città fa freddo" sbuffò lui e lei rise di gusto guardandolo in faccia.
"Allora andiamo qui vicino, c'è una caffetteria, e ci sediamo dentro così non senti freddo!" esclamò agguerrita pronta a far di tutto pur di convincerlo
"Ehm.. io non lo so" disse indeciso, sarebbe dovuto andare in agenzia ma comunque poteva prendersi qualche ora, tanto avrebbe lavorato duramente in quel periodo di pausa. Si sentiva veramente indeciso andare in giro era una perdita di tempo, in fin dei conti lui si trovava a Seul per fare musica no amicizia, ma più la guardava sorridente di fronte a lui più sentiva di dover dire si a quella proposta.
"Dai! Un caffè piccolo piccolo, non stiamo molto!" sorrise lei tirandoli di nuovo il braccio
"Io... sono venuto a Seul per fare musica" disse lui incerto, lei in quel momento gonfio le guance e lui si incantò per un attimo a guardarla, pensando che fosse veramente carina e buffa.
"Non mi sembra un no questo!" esclamò con convinzione annuendo "Dai io non conosco nessuno, e studio soltanto da quando sono qui" disse lei mettendo su uno dei suoi bronci, lui scosse la testa confuso, come poteva dirle di no se faceva delle facce così tenere, e poi aveva detto che era sola con quelle parole.
"Se ti chiamo Oppa mi dici di si? Mi hanno spiegato che ai ragazzi piace, ho visto una nostra compagna chiamare oppa un tizio e lui si è gonfiato come un pavone, dopo di che ha preso lo zaino di lei e le l'ha portato! Oppa sembra sia come una parola magica che fa fare ai ragazzi quello che vuoi" disse lei sbattendo le ciglia e stampandosi un sorriso malefico sul viso.
"Omo... Oppa si chiama il fidanzato o il fratello maggiore, no i ragazzi per fargli diventare schiavetti" disse lui con una smorfia di disgusto
"Ah... mi sa che questo Oppa funziona solo con gli idioti. Tu sei intelligente non fa effetto" disse lei arricciando le labbra
"Aigoo... va bene un caffè ma piccolo, non ci stiamo molto che non ho molto tempo, lascia il braccio però" disse lui sbuffando indicando con la mano libera l'altro braccio tenuto in ostaggio da quella ragazza tanto esuberante e pazza.
"Okay! Andiamooo! Mi segui vero? Non è che scappi via se lo lascio?" chiese lei con un tono finto preoccupato mentre scuoteva ancora il braccio di Yoongi
"Non scappo, lo prometto!" rispose con un tono petulante "Ora lascialo, non dovresti toccare le cose che non ti appartengono" sbuffò lui
"Il tuo braccio non è una cosa!" disse lei per poi fare la linguaccia e lasciare il braccio
"Si ma è mio no tu!" fece il verso lui
"Mmmh... prima poi sarà mio!" disse lei con decisione
"Non credo proprio, cammina voglio un caffè!" disse spingendola leggermente, lei lo guardò sorridendo e fece strada.
Anche nella camminata erano completamente gli opposti, lei saltellante e scattante, lui in vece calmo disinvolto con le mani perennemente delle tasche del giubbotto.
Durante quel breve percorso lei si voltava ogni tanto a guardalo sorridente nel trovarlo ancora lì, ormai stava imparando a conoscerlo meglio, incominciava a intuire che il modo di fare di lui, di quando si lamentava sempre e diceva che lo annoiava tutto e che amava solo dormire, fosse tutta scena e che non poteva dirle di no. Se lui non avesse voluto le avrebbe detto direttamente un No secco e se ne sarebbe andato, senza neanche guardarla.
Lui fingeva di non accorgersi dello sguardo di lei e continuava a camminare guardando dritto davanti a sé, e ogni tanto nascondeva un sorrisetto nella sciarpa, senza bene capire a cosa fosse dovuto, ma sentendosi leggermente felice a poterla conoscere meglio al di fuori della scuola.
Arrivarono alla caffetteria, un posticino piccolo e tranquillo, si sedettero a un tavolino vicino alla finestra, lei poi si alzò e andò ad ordinare qualcosa, tornò a sedersi con un vassoio con due caramel coffe e un piattino con una fetta di torta e due forchettine.
"Cosa hai preso?" chiese lui guardando il bicchiere di carta da cui sporgeva della panna con il caramello colante e la cannuccia colorata in bella mostra
"Caramel coffe e una pezzo di torta, se non la vuoi la mangio io" disse lei sorridente mentre avvicinava la cannuccia alla bocca per poter bere
"Aigoo, quanto zucchero" disse guardando sia il bicchiere che la torta
"Da energie! A te servono se devi andare a lavorare" esclamò con disinvoltura lei mentre prendeva una forchettina e prendeva un pezzo di torta felice
"Mmh.. se lo dici lui" disse poco convinto avvicinando la cannuccia alla bocca per poi bere e fare una faccia strana per il troppo dolciume arrivato alle papille gustative.
"Comunque ho sentito le canzoni del tuo ex ragazzo mi piacciono sai" disse lui dopo un po' di tempo che era passato mentre entrambi mangiavano il dolce in silenzio. Si sentiva leggermente a disagio, in fin dei conti si trovava solo con una ragazza a dividere una fetta di torta, cose così si facevano con la propria fidanzata, no con una ragazza conosciuta da un mese e qualcosa di più. La conversazione tra l'altro era anche diminuita e lei stranamente non la stava portando avanti. Tra i due l'unico nervoso sembrava lui, lei sembrava essere a suo agio e rilassata anche in silenzio.
"Le ha pubblicate l'anno scorso, hai visto sono un duo si chiamano The Classmates, però non so da come parla lui ogni tanto sembrano avere problemi di produzione, lui sicuramente diventerà un grande! Si sentirà parlare di Travis Scott! Beh potrei dire lo stesso di te, se solo ti degnassi di farmi sentire qualcosa!" esclamò lei rimproverandolo puntandoli la forchettina che aveva tra le mani vicino alla faccia.
"Giuro che ti farò sentire qualcosa non mi stressare, ma quindi ti parli ancora con lui?" disse lui continuando a bere, non riuscendo a trattenere una faccia schifata per il troppo dolciume che continuava a ingerire.
"Si, ci sentiamo ogni tanto e mi racconta come va la sua vita, ma ci siamo lasciati molto prima che io venissi qui" sorrise lei senza perdere l'allegria
"Sei stata male?" chiese lui confuso da quell'atteggiamento, di solito quando qualcuno si lasciava non parlava così dei propri ex mostrando allegria.
"Quando ci siamo lasciati? No, era la cosa giusta, poi siamo rimasti amici" sorrise lei sempre di più
"Mmmh capito" sospirò lui, pur non avendo capito molto, era strano il modo di lei di rapportarsi alle persone, molto differente dal quello coreano.
"Tu?" chiese lei incuriosita
"Io cosa?" chiese lui confuso battendo gli occhi
"Hai mai avuto una ragazza?" chiese sempre allegra
"Mmmh si, ma ci siamo lasciati, eravamo migliori amici poi mi sono dichiarato ma poi era tutto un po' imbarazzante e quindi ci siamo lasciati prima che venissi a Seul" disse lui grattandosi il collo in imbarazzo
"Capito, beh forse non era quella giusta, poi devi pensare a diventare famoso non ti servono distrazioni come le ragazze!" disse con convinzione lei
"Mhh, si giusto" disse lui osservandola più attentamente per poi fare spallucce e tornare a bere
"Perché mi hai comprato questa cosa è dolcissima" disse poi facendo una faccia un po' schifata facendola ridere.
"Stai sempre a lamentarti!" esclamò lei con finto rimprovero
"E tu non prendi mai niente sul serio, sei sempre così allegra" sbuffò lui
"Io faccio finta di non prendere le cose sul serio" fece la linguaccia lei "E tu fai finta di lamentarti, ma a me va bene così, non mi da fastidio"
"Sei troppo esuberante" la rimproverò lui
"Si ma ti stai abituando e continui a pranzare con me ed a chiacchierare! So it's okayyyy!" disse con la solita voce squillante
"Si, troppo esuberante, come ci sono finito amico a te non lo so!" disse scuotendo la testa
"Omo! Sono tua amica quindi!" disse battendo le mani e sorridendo sempre di più
"mmmh mmmh" disse lui a disagio guardando in basso
"Si non devi rispondere, dai dato che siamo amici, andiamo alla sala giochi ce n'è una qui vicino! Butta quel coso se non ti piace" disse sempre allegra scuotendo la testa alzandosi
"Va bene andiamo alla sala giochi" disse lui, ma non buttando il bicchiere e continuando a bere e lei lo prese a braccetto felice
"Ci prenderanno per fidanzati" sbuffò lui per via di quel contatto.
"Che t'importa di cosa dice la gente! Nemmeno la conosci, la gente parla a prescindere non importa cosa fai o meno, ti criticano a prescindere, alcune persone sanno essere veramente crudeli. Ma la maggior parte lo sono perché sono idiote!"
"Mi sento di dire che sono d'accordo con te" disse lui accennando un sorriso "Com'è possibile che io sia sempre d'accordo con una pazza euforica come te?" chiese lui confuso poi
"Perché io sono intelligente nella mia pazzia!" disse allegra per poi fermarsi un attimo appena varcarono la porta del locale per uscire.
"Ti da fastidio se camminiamo a braccetto?" chiese diventando seria
"Ehm per un attimo mi ero dimenticato che fossimo ancora così" disse lui guardandola a disagio
"Se ti dimentichi, allora vuol dire che potrebbe diventare un'azione naturale, ma se non vuoi mi stacco" disse lei
"No, va bene, è una cosa che facevi con i tuoi amici in America?" chiese lui facendole segno di camminare
"Si, e se mi stai per chiedere se il mio fidanzato fosse geloso la risposta è no, anzi ogni tanto era felice se mi sopportavano gli altri, so essere parecchio disturbante" sorrise allegra lei
"L'ho notato" disse scuotendo la testa non riuscendo a trattenere una risatina che trasformo in uno sbuffò.
"Si, ma ancora non sei scappato, quindi va bene!" saltello lei stringendosi di più al suo braccio.
Giocarono tutto il pomeriggio, in sala giochi ridendo e divertendosi, Yoongi perdeva sempre e lei incominciava a prenderlo in giro mentre lui faceva la solita faccia infastidita.
Alla fine riuscì a vincere un peluche al gioco delle macchinette esultando cosa che la fece ridere vederlo così trionfo e spontaneo nel comunicare le emozioni.
Si era fatto buio e decisero entrambi di andare alla fermata dove avrebbero preso due direzioni diverse, prima di arrivare alla fermata passarono da un parchetto dove c'era un campo da basket e una palla lasciata nel mezzo incustodita. Lui si avvicinò, la prese incominciando a fare qualche palleggio.
"Sai giocare?" chiese lui guardandola
"Si me l'hanno insegnato in America? Tu?" chiese incuriosita
"Giocavo a Daegu a scuola nel club facevo parte della squadra" sorrise facendo girare la palla con il dito indice
"Waoo, sono pochi quello che lo sanno fare" ammiccò lei avvicinandosi per poi rubarli la palla "Giochiamo?" chiese
"Si, fino a 5 canestri poi andiamo che è tardi!" disse lui per poi rubarle la palla di nuovo e cominciarono a giocare uno contro uno, finendo parecchie volte uno contro l'altro per farsi il muro. Stranamente lui a quel continuo contatto non si imbarazzò mentre lei invece rideva, e lui incominciava sempre più a lasciarsi andare con quella esuberante ragazza.
Angolo dell'autrice:
*Travis scott è un rapper americano famoso.
I due incominciano a fare amicizia, sono molto i due opposti, lui sulle sue e lei molto esuberante e spontanea. Lei già incomincia a inquadrarlo e lui si fa andare bene quella situazione con lei, spinto dalla musica e dal fatto che lei ne capisca qualcosa, poi è una ventata di aria fresca per lui.
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