CAPITOLO 29: NO DEBT WORD
CAPITOLO 29: NO DEBT WORD
03SETTEMBRE 2013
Appena chiusa la chiamata lei poso il telefono sul tavolino e fece per avvicinarsi a lui.
Yoongi era seduto con le braccia incrociate al petto e la guardava in malo modo, quasi ad avere uno sguardo assassino.
Isabel si bloccò sul posto per osservarlo meglio, aggrottò la fronte aspettandosi una qualsiasi domanda da parte del ragazzo, che non tardò ad arrivare.
"Cosa domani sera?" gli chiese immediatamente Yoongi, al limite del fastidio.
"è il suo compleanno mi ha invitata a un Party" disse lei tranquilla, come se non fosse importante, provando a fare qualche passo verso di lui
"E tu ci vai?" chiese lui con tono secco stringendo di più le braccia al petto e mettendosi più dritto con la schiena.
"Si, penso di si" rispose guardandolo stranita, non capendo bene a cosa fosse dovuto il tono scontroso da parte del ragazzo.
"Non ci andare!" disse con voce decisa, come se le stesse impartendo un ordine
"Perché?" chiese lei rimanendo in piedi davanti a lui, trattenendo una risata nervosa che avrebbe voluto far uscire, ma evitò dato che non le sembrasse essere la cosa giusta da fare.
"Perché quel tipo non mi piace" disse Yoongi con tono tagliente
"Non lo conosci Yoongi, come fa a non piacerti?" disse lei con un'alzata di spalle, alzando gli occhi al cielo, trovando assurdo il comportamento del ragazzo.
"Beh tuo padre l'ha fatto venire in Giappone con te solo per spiarti!" esclamò lui irritato, odiava quel tipo anche senza averlo mai conosciuto, lo trovava già irritante.
"Non è proprio così, lui doveva andare in Giappone e mio padre mi ha mandata con lui" provò a spiegare lei, scuotendo leggermente il capo.
"Avevi detto che non ti stava simpatico." Puntualizzò lui
"Yoongi abbiamo convissuto per mesi, ed è il futuro cognato di mio fratello" disse lei prendendosi una ciocca di capelli tra le mani incominciando a sentirsi agitata dal tono di lui
"Come se a te importasse della tua famiglia" disse lui alzandosi e accusandola, puntandole il dito contro.
Lei si bloccò un momento davanti quell'accusa, distolse lo sguardo da lui e si incominciò a camminare verso la maglietta che era stata lanciata a terra qualche momento prima, per potersela rinfilare.
"è comunque la mia famiglia, non posso non andare al party mio padre si arrabbierebbe poi" disse con voce vuota, gli voltò le spalle e si rimise la maglia cercando di mascherare il disagio che le aveva causato la frase appena detta da lui
"Io non voglio che ci vai! E perché ti stai rivestendo?" disse con rabbia Yoongi
"Beh con il tuo non voglio non posso farci niente, io ci devo andare, ora smettila di fare il permaloso" disse lei voltandosi a guardarlo cercando di chiudere quella conversazione insensata, che avrebbe solo portato guai.
"è stato lui a regalarti il Koala gigante che hai in camera?" chiese poi accusandola di nuovo
"Cosa c'entra il Koala ora?" chiese lei sconvolta, guardandolo come se fosse impazzito del tutto e stesse facendo domande ridicole e insensate.
"Rispondi!" urlò lui
"Ma perché ti stai incazzando per questa cosa? Qual è il problema? Io non sto capendo" gli occhi di lei si spalancarono, si sentiva altamente confusa da quell'atteggiamento, dato che se la stesse prendendo con un peluche.
"Ti ha regalato un peluche, ti chiama alle undici di sera, avete vissuto insieme, chissà cosa è successo in quella casa tra voi due che eravate da soli! E sicuramente verrà in Cina con te!" l'aggredì lui sentendo la gelosia invaderlo, erano mesi che pensava quelle cose, erano mesi che era geloso per quel tizio anche senza averlo mai visto in vita sua.
"Non viene in Cina, ci vado sola. E poi cosa vuol dire cosa è successo tra me e lui da soli? Ma che stai dicendo?" disse guardandolo sbalordita incominciando ad irritarsi anche lei a sua volta
"Ah non è successo niente io non ci credo!"
"Sei impazzito all'improvviso? Questa litigata è insensata, mi stai accusando senza una ragione" disse lei velocemente, voleva solo chiudere quell'inizio di litigata, non voleva scoppiare a sua volta, ne era certa sarebbe scoppiata.
"Senza una ragione? Ho le miei ragioni!"
"E quali sarebbero? Spiega! Perché questo tuo comportamento è assurdo! Non ti fidi di me?" la voce le uscì squillante, e nervosa, lui la stava accusando di averlo tradito in Giappone, o almeno così le era sembrato di capire.
"Io mi fido!"
"Non sembra dato che mi stai accusando di essermi andata a divertire in casa con Ha-rin! Io non ci volevo andare in Giappone!" urlò lei in preda alla rabbia
"Lui ha una cotta per te!" esclamò lui
"Cosa? Come fai a dirlo senza conoscerlo, non ha una cotta. Yoongi stai facendo una litigata per nulla, eravamo tranquilli fino a due minuti fa!" disse urlando
"Lui non mi piace!"
"Aigo! Sei impazzito. Yoongi la situazione è quella che è. E tu lo sai, non ci possiamo fare niente, Ha-rin fa parte della mia vita che noi lo vogliamo o no. Quindi devo andare al party, smettila con queste gelosie insensate, perché tali sono." disse con tono secco
"Io non sono geloso! Tuo padre sta architettando qualcosa, ti avrà mandato in Giappone per farti fidanzare con lui, poiché è ricco e della tua stessa sfera sociale. E lui sicuramente è cotto di te. Mi lascerai per lui!" Lui ne era quasi del tutto certo lei prima o poi l'avrebbe lasciato per qualcuno di meglio
"Smettila! Sua sorella si sposerà con mio fratello, quindi l'unione con quella famiglia è già fatta, io non mi fidanzerò con lui non è nei piani di mio padre. Smettila di farti le paranoie per qualcosa che non esiste" disse lei continuando ad avere un tono secco guardandolo arrabbiata
"Questa situazione è insopportabile, io non ce la faccio!" disse lui sedendosi di nuovo sul divano e prendendosi la testa fra le mani
"A fare cosa? Cos'è insopportabile?" disse lei spalancando la bocca confusa
"Questa situazione, il fatto che lui comandi sulla tua vita, che fa di tutto per tenerci lontano, il non sapere quanto rimarrai e quanto starai via, il sapere che hai passato mesi in una casa con un altro ragazzo che non sono io, e chissà le cose che hai potuto fare con lui, cose che non potrai mai fare con me, come andare anche solo in giro per negozi! Il fatto che ti abbia fatto una torta del compleanno e fatto un regalo! Si sarà preso cura di te! Avrei dovuto farlo io! Dovrei farlo io! No lui! Dovrei essere io il tuo fidanzato, ma tu hai deciso che non stiamo insieme! È tutto così insopportabile!" esclamò lui tutto di un fiato freddandola sul posto.
"Andava bene fino a due minuti fa... e ora mi stai dicendo tutto questo arrabbiato... Da quanto stai così male?" chiese lei balbettando, con gli occhi lucidi.
Yoongi alzò lo sguardo su di lei, vide gli occhi prossimi al pianto e sbiancò all'improvviso. L'aveva vista raramente piangere. Vederla piangere lo terrorizzava a morte.
"Io, mi dispiace sono nervoso, io... no ti prego non piangere!" disse con voce spezzata, alzandosi di colpo e catapultandosi verso di lei
"No! Non mi toccare!" urlò lei sedendosi a terra e incominciando a singhiozzare
"Isabel... scusami ora mi calmo sono solo scoppiato, troppo stress" cercò di giustificarsi lui, guardandola seduta a terra piangere e rimanendo sotto shock, quasi nel panico, lei stava piangendo, lui l'aveva fatta piangere. Era colpa sua.
Rimasero così lei seduta a terra rannicchiata a piangere, era tutto fin troppo, lui l'avrebbe lasciata sola, lui non sopportava più quella situazione e anche lei non ce la faceva più. Era stata sola per mesi e lo sarebbe stata di nuovo in Cina.
Yoongi continuava a non distogliere gli occhi da lei, aspettando che si alzasse che dicesse qualcosa, non osava avvinarsi, aveva paura, tremenda paura che aveva solo combinato un grandissimo guaio con le sue accuse.
"Sai anche a me piacerebbe scoppiare, ma non posso farlo!" disse lei tra le lacrime, cercando di alzarsi in piedi ma mantenendo le distanze da lui
"Che cosa pensi che a me vada bene la situazione? Essere sbatacchiata da una parte all'altra del mondo? Non avere decisioni sulla mia vita? Pensi che io non sia gelosa, che non abbia paura che possa arrivare una qualunque fan a cui mandi cuori e dici ti amo a portarti via!" scoppiò lei continuando a piangere
"Cosa? Non arriverà nessuno, io ci tengo a te!" rispose lui guardandola con gli occhi spalancati
"Si, ma non mi dici Ti amo! Non me l'hai detto e sono partita per mesi e cosa ne so io di cosa hai fatto? Ma non mi sono lamentata, non te l'ho fatto pesare, ogni volta che mi veniva un pensiero mi dicevo: No, lui vuole stare con me mi ama anche se non riesce a dirlo. Mi dicevo: devi fidarti di Yoongi, non c'è motivo di stare in pensiero! Ma tu invece ti permetti di esplodere e farmi sentire in colpa! Tu non ti fidi di me!" disse lei tra le lacrime, il pensiero che lui non le aveva risposto al ti amo l'aveva attanagliata in Giappone, aveva provato a non pensarci, a giustificarlo a capirlo, ma quelle parole non dette facevano male.
"Io.... Non è vero che non mi fido, io ho paura! Tuo padre, tuo padre è il problema!" disse lui in preda al panico.
"E cosa cavolo vuoi che io faccia? Che me ne vada via da questa casa? Che io lasci tutto? Dove dovrei andare? Mi terrai tu in dormitorio con altre sei persone? Chi pagherebbe l'università? E cosa pensi che andandomene risolverei? Lui mi verrebbe a cercare! Ci siamo detti di resistere! Che abbiamo tempo! E tu mi accusi che un giorno ti lascerò per Ha-rin! Che ho fatto chissà cosa con lui!" strillò lei, aveva trattenuto per mesi, era stata sola per mesi in Giappone in una prigione fatta di lusso, si era presa un cane per sentirsi meno sola. Ma era sempre sola, e lui invece non lo era a differenza sua, lui aveva un gruppo di altre sei persone su cui contare a differenza sua.
"Io..."
"Tu cosa? Parla ora! O sei bravo solo ad accusarmi! Mi vuoi dire qual è il reale problema!" urlò all'improvviso lei
"Io... tu mi stai aggredendo!" balbetto urlando lui
"Forse perché ogni volta che ti chiedo qualcosa con gentilezza non parli, e io lascio correre, poi accade che ogni tanto dici qualcosa e scoppi e non parli più... Yoongi è stressante se non mi dici le cose, i problemi si accumulano, se non mi dici cosa provi io non posso sempre cercare di arrivarci da sola, non ci riesco!" era stanca, si sentiva stremata, a breve sarebbe partita di nuovo, e sarebbe stato sempre più difficile capirlo e stargli accanto, si sentiva insicura e lui non parlava, lui faceva sempre finta che tutto andasse bene.
"Si... ma se urli e piangi è peggio... io mi blocco non riesco a parlare" provò a dire il ragazzo
"Ah.... E cosa devo fare per farti parlare? Dimmelo! Che cosa devo fare perché ti faccia passare tutte queste paranoie? Paranoie che neanche so da dove arrivano siccome salti i pezzi quando parli!" disse lei sedendosi sul divano distrutta
"Io, mi dispiace" provò a scusarsi lui, capendo che era sua la colpa, lui non andava bene.
"Aigo! Così mi fai solo innervosire, ho bisogno di un attimo per calmarmi. Ti prego non seguirmi e cerca di pensare a qual è il reale problema e un modo per dirmelo."
"Dove vai?" chiese lui tentennando
"In cucina un attimo. Non seguirmi!"
"Aigo!" disse lui sedendosi sul divano e prendendosi la testa tra le mani in crisi.
Avrebbe tanto voluto dire quale fosse il reale problema, ma non riusciva proprio a parlarne, ad ammetterlo era troppo, ma così stava solo combinando casini lo sapeva, l'aveva fatta incazzare e capitava raramente, non l'aveva mai vista così furiosa con lui.
Isabel entrò in cucina come una furia, chiuse la porta e si appoggiò ad essa cercando di trovare il controllo di se stessa, era difficile farlo in quel momento, si sentiva impazzire erano due cretini si disse, si avvicinò al frigo per prendere qualcosa da bere e dopo neanche un attimo si ritrovò abbracciata da dietro da lui che alla fine l'aveva seguita.
"Il problema è che penso di non essere abbastanza per te, di non valere abbastanza, di non essere mai all'altezza per niente e per nessuno. Tu potresti stare con chiunque migliore di me, lui a differenza mia ha i soldi, è simile a te e tuo padre approverebbe. Mi dispiace. Ho paura in ogni momento di perderti, come ho paura di perdere tutto, di fallire in tutto. Mi dispiace se non sono capace di dirti quanto sei importante per me. Ma se dovessi ammettere quanto tengo a te o ad altro e io un giorno dovessi fallire in tutto, io non saprei se mai mi riuscirei a riprendermi" disse Yoongi all'orecchio di Isabel tenendola stretta e soffocando un singhiozzo
"Io non sono come Ha-rin, non sono come quelli della sua cerchia sociale, e non voglio essere così, tu dovresti saperlo. Dovresti sapere che non ti lascerei mai, anche se sei un idiota pieno di paranoie, perché queste tali sono, sei bravo in tante cose, ti impegni in tutto e sei intelligente, sei praticamente un genio, e lotti per il tuo sogno con tutte le tue forze. Hai scelto una strada difficile da intraprendere è normale che tu abbia dubbi e paura. Ma non fallirai, e anche se dovesse succedere che dovresti cadere ti rialzerai. Tu a volte dimentichi che non sei solo ci sono io, ci sono i ragazzi" disse lei rimanendo in quella posizione senza guardarlo per evitare di metterlo a disagio, stringendosi solamente in quell'abbraccio disperato.
"Ho paura" disse lui in un soffio
"Abbiamo tutti paura, ma se rimaniamo incollati ai pensieri negativi la paura non se ne andrà, Yoongi-ah anche io ho continua paura di perderti, e a volte penso che quando sarai veramente famoso potresti trovarti di meglio"
"Non succederà mai" disse lui stringendola e posando la testa nell'incavo del suo collo.
"E allora se vuoi che io ti creda, tu cerca di credere a me e a quando ti dico che lo stesso vale per me, nessuno potrà sostituirti, nessuno potrà mai prendere il tuo posto" disse lei con voce addolcita per poi staccarsi leggermente da lui e poterlo guardare finalmente in volto.
"Non devi dirmi ti amo, io so cosa provi, ma ti prego smettila di dubitare di me e di te stesso, perché la vita è già complicata e dobbiamo essere forti" disse prendendoli il viso tra le mani, doveva provare a capirlo, doveva essere paziente. Sarebbe stata paziente solo perché lo amava.
"Va bene, mi dispiace per la scenata"
"Se potessi scegliere di non andare non ci andrei, a me non va, preferirei stare con te" sussurrò lei sincera
"Lo so, e che ogni tanto mi vengono le paranoie, veramente io..."
"Lo so, ma se c'è un problema ne dobbiamo parlare ok?" chiese lei accarezzandogli il viso
"Si ok, io mi fido" disse lui abbracciandola, e lei si fece abbracciare sospirando stretta a lui, consapevole che quella litigata sarebbe dovuta arrivare prima o poi, e che non avevano risolto del tutto.
Il problema era molto più grande di quello che lui aveva detto, e lei ne era consapevole, ma non poteva far nulla per via della distanza e del fatto che non era presente. Sapeva anche senza che lui dicesse niente, che dentro di Yoongi c'era un mostro oscuro che ogni tanto lo buttava giù e gli faceva venire tutti quei pensieri negativi e depressivi, che lui non era capace di ammettere. Sapeva tutto questo anche senza parlarne. Prima di partire per il Giappone, Yoongi andava spesso a casa sua nel cuore della notte e piangeva. Lei era a conoscenza di tutto il dolore che lui provasse, anche gli incubi che aveva e lo facevano svegliare di notte erano causati dalla depressione che il ragazzo provava sempre a celare e a nascondere a tutti.
Dentro di sé sapeva tutto, ma pensava che con il debutto quei momenti fossero diminuiti. In quell'istante però si stava rendendo conto che così non fosse. Si sentiva morire dentro, lei non poteva far nulla per aiutarlo. Si sentiva così impotente e così inutile, ma non poteva farsi prendere anche lei da quella paranoia di non essere abbastanza per lui, non potevano farlo entrambi o sarebbero veramente scoppiati come una bolla di sapone.
Yoongi la strinse di più a sé, cercando di respirare e ripetendosi in mente le parole di incoraggiamento che lei gli aveva appena detto, e ripetendosi che lei ci sarebbe sempre stata e che lo amava. Aveva paura ma doveva provare a fidarsi di lei, doveva cacciare quel mostro che lo buttava giù, avrebbe voluto parlarne con lei, ma proprio non riusciva ad ammettere quanto fosse grave il tutto, non voleva farla preoccupare e aveva paura che se lei avesse saputo quanto lui fosse debole, l'avrebbe lasciato.
Lei si staccò da lui sorridendo "Andrà bene, è normale avere queste litigate, e sentirsi così ok?" lui la guardò e annuì provando a sorridere lei si alzò sulle punte e lo abbracciò di più baciandolo, cercando di comunicare solo tramite quel contatto fisico quanto lei realmente lo amasse.
Angolo dell'autrice:
Hanno entrambi delle situazioni in sospeso tra di loro, lui ha continui dubbi su se stesso e lei per quanto possa provare a fare la forza della situazione ogni tanto cade anche lei, ma questo è perché è costretta ad andare via e non può prendersi cura di lui.
Il fatto che lui andasse da lei la notte era già stato scritto in un capitolo il nono talk lui va da lei nel cuore della notte e stava piangendo, ed è successo altre volte! Come anche le sue paranoie sono state descritte anche nei capitoli dopo l'incidente, sono sempre le stesse e lei lo sa anche se lui parla poco e niente.
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