CAPITOLO 11: SNOW


CAPITOLO 11: SNOW

FEBBRAIO 2012

La neve aveva smesso di venir giù per quella giornata, il Parco Namsan, però ne era ricoperto tutto per via della burrasca avvenuta durante la nottata.

Yoongi al coerente di quanto piacesse la neve a Isabel, quel giorno poiché era un giorno in parte di riposo, aveva deciso di andare da lei. Si era incappucciato e ben coperto per la temperatura abbastanza bassa e le aveva proposto di andare a fare un giro. L'aveva portata al Parco Namsan e ora si trovava in piedi leggermente appoggiato a una staccionata, mentre facevano una pausa su per la lunga salita che portava alla torre.

Isabel era china vicino a un cumolo di neve mentre provava ad accumularla per creare un qualcosa, il naso leggermente rosso e gli occhi grandi erano gli unici tratti del viso evidenti siccome aveva coperto il resto del volto con una calda sciarpa di lana. Le sue mani erano avvolte da dei guanti super colorati, e continuava ad armeggiare con la neve felice come una bambina.

"Non ti piace la neve?" chiese lei senza voltarsi e continuando a lavorare.

"Non molto" disse sbuffando "Fa troppo freddo" rabbrividì lui

"Meglio del caldo, di quando abbiamo preso il diploma!" rise lei ricordando quel giorno afoso in cui avevano sudato dentro le divise tutto per un foglio di carta.

"Hai finito? Così andiamo alla torre" chiese lui avvicinandosi leggermente incuriosito dal lavoro della ragazza "Pensavo facessi un pupazzo di neve! Che cosa sono quei due cosi? Scoiattoli zoppi?" chiese storcendo il naso e continuando a guardare l'ammasso di neve strana ai piedi della ragazza che continuava a modificare.

"Sono due gatti!" esclamò lei indicandoli e guardandolo dal basso "Dici che non si capisce?" chiese scettica poiché a lei sembravano veramente due gatti, e non due scoiattoli zoppi.

"Non sei per niente brava!" esclamò basito, non capiva dove lei poteva vedere due gatti in quelle due palle di neve informi e irregolari. 

Lei prese della neve e la lanciò sul suo giubbotto, mentre la sciarpa scendeva leggermente lasciando posto a un ghignò.

"Non fare quella faccia, non risponderò al tuo attacco e non inizieremo una battaglia di neve, rischiamo di rimanere bagnati e raffreddarci o già il naso rosso" sbuffò lui dandole un colpetto.

"Ok, va bene, sei proprio un nonno!" esclamò lei porgendoli una mano per farsi aiutare ad alzarsi, lui l'afferrò e la tirò su tranquillamente.

"Andiamo alla torre così ti tieni in allenamento?" sorrise lei.

"Grazie per prenderti cura di me" disse lui ironico, alzando gli occhi al cielo.

"Prego!" sorrise prendendolo a braccetto.

"Ero sarcastico! Non mi tirare!" si lamentò lui come ogni volta che le faceva per tirarlo e lo trascinava ovunque lei volesse.

"Forza cammina! hana dul ses*!" incominciò a contare lei ridendo, e lui si ritrovò a sorridere grazie a lei.

"Waoo! Quanti lucchetti!" esclamò lei vedendo la quantità di lucchetti e incominciando a fare le foto ovunque con una piccola fotocamera che aveva appena tirato fuori dalla borsa.

"Non li avevi mai visti?" chiese lui stranito, mentre la guardava saltellare qua e là vicino i lucchetti estasiata.

"Certo che si! Ma mi sorprende sempre quando lì vedo!" sorrise "Mettiti lì, ti faccio una foto!" disse indicando un punto vicino ai lucchetti.

"Non ho voglia di farmi le foto!" si lamentò lui incrociando le braccia al petto.

"Dai pensa a quanto varranno un domani quando sarai famoso!" disse prendendolo in giro e spingendolo verso il punto che aveva indicato.

"Se mai sarò famoso" disse lui a bassa voce tra i denti senza farsi sentire.

"Che cosa succede? Che è quella faccia?" chiese voltandosi a guardarlo "Che cosa hai brontolato?" chiese dato che non aveva capito bene le parole.

"La mia solita faccia, e comunque non ho brontolato " disse lui con ovvietà.

"No, non è la solita faccia che succede? Che passa per la tua testolina?" disse lei osservandolo con fare indagatore.

"Non passa niente per la mia testolina, va tutto bene. Volevi farmi una foto o no?" disse lui provando a cambiare discorso, per evitare di parlare dei suoi dubbi riguardanti la carriera, lei annuì e scattò la foto.

"Non è vero, ma fa nulla, facciamo altre foto" disse lei sorridendo allegra comunque, sarebbe tornata dopo sull'argomento, non era il momento adatto per imputarsi.

"Aspetta dobbiamo fare una cosa, prima" disse lui incominciando a frugare nello zaino in cerca di qualcosa.

Si sentiva un po' a disagio, l'aveva comprato prima di proporle di andare lì, sapeva che le ragazze amavano quel genere di cose e lui aveva pensato fosse una buona idea inizialmente. In quel momento però mentre continuava a frugare nervoso, aveva dei dubbi a riguardo, forse lei avrebbe trovato strano o ridicolo quel tipo di gesto. 

Isabel lo osservava, incuriosita, sperando che lui avesse portato del cibo per rifocillarsi dopo la scalata, rimase immobile ad aspettare che tirasse fuori qualunque cosa lui stesse cercando.

"è un lucchetto?" chiese confusa appena lui le lo mostrò a disagio

"Si, dobbiamo metterlo insieme agli altri" disse lui cercando di non mostrare imbarazzo.

"Ma non lo fanno solo le coppie?" chiese di nuovo lei, mentre strabuzzava gli occhi per lo stupore del gesto. Non capiva, si incominciò a domandare se fossero diventati una coppia senza che lei se ne fosse accorta di quel cambiamento nel loro rapporto. Era convintissima che quell'uscita fosse una delle uscite normali che facevano d'amici, non avrebbe mai pensato che fosse un appuntamento. Lui non aveva mai detto niente a riguardo.

"Oh, siamo una coppia di amici, se non vuoi non lo mettiamo" disse scorbutico come autodifesa, mentre stringeva il lucchetto tra le mani, dandosi mentalmente dell'idiota.

"No no no!" disse incominciando ad attaccarsi al braccio, per impedirli di mettere via il lucchetto. Lui aveva detto che erano una coppia d'amici non c'era niente di strano a mettere quel lucchetto.

"Voglio farlo! Non dico più niente! Giuro" disse supplice guardandolo con gli occhioni.

"Va bene, ora lo mettiamo" disse staccandosi da lei, per poi andare a metterlo insieme agli altri. Lei lo seguì felice.

"Uuuh! Ci hai messo le nostre iniziali! So Sweet!" saltellò allegra, osservando meglio il lucchetto.

"Aish avevi detto che non dicevi più nulla, smettila di fare così, smettila di guardarmi così!" incominciò a dire con voce isterica.

"Non sto facendo nulla!" si lamentò lei emozionata dal gesto, anche se fosse un lucchetto dell'amicizia le andava più che bene.

"Si invece, mi guardi con occhi sognanti e meravigliati, sembri tutta esaltata, è solo un lucchetto" disse lui smorsando il significato di quel gesto con quella frase.

"Ho capito, è un lucchetto dell'amicizia, non c'è bisogno di essere tanto nervosi" sbuffò lei, non capendo realmente il motivo di quel nervosismo, sarebbe dovuto essere nervoso se quel gesto fosse stato fatto per dichiararsi, invece aveva puntualizzato già due volte il vero significato di tutto ciò.

 Yoongi alzò gli occhi al cielo, dandosi dell'idiota, non sapeva neanche lui quale fosse il vero significato di tuto ciò.

"Uff, dammi la chiave me la tengo io!" disse porgendoli la mano aperta davanti.

"Perché?" confuso.

"Perché la voglio!" sorrise lei.

"Sei assurda!" disse lui sbuffando dandole la chiave senza capire il ben che minimo motivo di quella richiesta. Sospirò stranito per via di quella situazione, non capendo neanche lui cosa lì fosse preso mentre decideva di comprare quel lucchetto, loro due erano amici e stop no una coppia.

"Comunque sei troppo strano, veramente che hai che non va? Dovresti parlarne con la tua migliore amica, vieni andiamo a prendere una cioccolata calda e poi mi racconti cosa passa per quella strana testolina" disse lei dopo aver riposto la chiave dentro la borsa con cura.

"E la vista? Non volevi goderti la vista?" chiese lui confuso indicando il panorama.

"Non si vede nulla è tutto scuro, sicuramente ricomincerà a nevicare, vedi quei nuvoloni!" disse indicandoli.

"Come vuoi, però facciamoci una foto insieme ok?" disse lui prendendo di nuovo l'iniziativa, mentre lei si voltava a guardarlo stranita.

"Lo so che la vuoi fare, ma stai cercando di non assillarmi" fece spallucce lui per poi avvicinarsi a un signore e chiedere se poteva scattare una foto con la fotocamera che gli stava porgendo, lei intanto sorrise redendosi conto che da quando lo conosceva, lui era veramente tanto cambiato, anche quel gesto del lucchetto era strano da parte sua.

Lui tornò da lei per mettersi in posa, mostrando con il solito sguardo scazzato e poi la tirò vicino a lui per fare la foto, mentre lei sorrideva raggiante, a quella sua dimostrazione d'affetto.


Dopo aver fatto la foto, si avviarono a prendere le cioccolate calde.

"Non ci pensare nemmeno, pago io" disse lei rimproverandolo.

"Odio uscire con te per questo motivo" sbuffò lui

"Gnà tu non ci fare caso e scrocca, tanto i soldi non sono miei non ti porre il problema" sorrise lei.

"Con te è inutile discutere"

"Ah no, e che non ti vuoi impegnare, penso che in una discussione seria vinceresti tu, solo che ti pesa discutere quindi blocchi tutto subito" sorrise lei.

"Se lo dici tu" disse alzando gli occhi al cielo.

Si sedettero all'interno dell'edificio e incominciarono a bere la cioccolata calda in silenzio, lei di solito quando mangiavano o bevevano evitava di parlare sapeva che lui non lo gradiva molto, e che gli piacevano quegli attimi silenziosi lo aiutavano a rilassarsi.


Finita la cioccolata calda si avviarono verso la strada per tornare a casa, quasi in completo silenzio.

"Mhh" incominciò a fare lei, a disagio, era da troppo tempo che stessero in silenzio e si domandava a cosa stesse pensando lui.

"Si?" chiese lui stringendosi di più nella sciarpa poiché la temperatura stava diminuendo sempre più.

"Mi dirai che succede?" chiese lei con voce seria.

"Nulla, non devi preoccuparti" disse lui tranquillo, lei si avvicinò più a lui mettendo una mano nella tasca del suo giubbotto per prendergli la mano, facendo si che il ragazzo la guardò stranito per poi sbuffare.

"Non voglio parlarne" disse.

"A me sembra che tu ne abbia bisogno" insistette lei.

"Non è nulla" disse lui con tono piatto.

"Non sembra, se ci stai pensando è qualcosa che ti fa male" ed eccola che andava dritto al punto, aveva fatto finta di niente per tutta la giornata, non sarebbe tornata a casa senza avere delle risposte.

"Non mi fa male, è solo che ogni tanto penso che dovrei mollare tutto" disse lui senza guardarla, a disagio solo per avere ammesso ad alta voce il suo pensiero.

"Mollare l'agenzia?" chiese lei aggrottando lo sguardo.

"Si, non sto facendo progressi, sono già due anni di trainer e mi sento fermo lì" incominciò a raccontare lui, pensando che forse parlarne realmente con lei l'avrebbe potuto aiutare con i suoi dubbi.

"Ci vuole del tempo, lo sai, ma sono appunto due anni non puoi mollare tutto" disse lei senza giri di parole.

"Mmh ogni tanto mi chiedo se valgo solo questo*?" chiese più a se stesso che alla ragazza

"Se vali solo questo, allora vali molto!" sorrise lei provando ad incoraggiarlo.

"Dici? Sono stanco, mi alleno molto, ho imparato anche a ballare cosa che odio. Da essere un gruppo hip hop, mi sono ritrovato a dover far parte di un gruppo di Idol e non mi piacciono gli idol" disse lui incominciando realmente a sfogarsi

"Questi sono solo dei sacrifici, ti servirà diventare un Idol, così da aver modo di farti conoscere, poi potrai essere quello che vuoi, almeno è un inizio. Non è come l'avevi progettato tu, ma è pur sempre un inizio" disse lei

"Non dovrei mollare?" chiese lui

"Per poi? Anni di sacrificio buttati all'aria? E che farai dopo?" chiese lei agguerrita mentre continuavano a camminare per la via

"Non lo so, io voglio fare musica" provò a dire lui

"Perfetto. Allora continua, continua a scrivere a comporre, continua a studiare. Verrai ripagato dei tuo sforzi. Io credo in te! è normale che a volte ti prendano questi tipi di momenti, prendono a tutti" disse lei appoggiandosi con la testa al suo braccio

"Dici che ce la farò?" chiese di nuovo poco convinto di tutto

"Tu puoi tutto Min Yoongi. Io lo so, devi convincerti anche tu di ciò." sorrise lei alzando lo sguardo su di lui. Yoongi si bloccò un attimo a guardarla, e si ritrovò a sorridere di riflesso, Isabel aveva quello strano potere di tranquillizzarlo subito, e di fargli vedere il mondo in modo positivo, avrebbe dovuto parlare più spesso di quello che lo affliggeva con lei, tolse la mano dalla tasca, lasciando quella di lei per un momento, solo per poter mettere il braccio intorno al suo fianco e poterla più stretta a lui.

"Grazie" sussurrò avvicinandosi col capo all'orecchio di lei che sorrise felice.

"Ogni volta che avrai bisogno io sarò qui, ad ascoltarti, e a incoraggiarti. Io credo in te" disse lei con amore tornando a guardarlo con affetto, pensando che non l'avrebbe mai lasciato solo.


Angolo dell'autrice:

* hana dul ses 1 2 3

*ogni tanto mi chiedo se valgo solo questo: frase presa da un'intervista, parla dei pensieri che si faceva quando era un trainer.

Sembrano proprio una coppia ^_^ voglio andare anche io alla torre! 

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