Tornare come prima

Il respiro ansimante rendeva le sue emozioni ancora più reali. Comprendeva, in qualche modo complicato, l'essenza di quell'agitazioni incontrollabile. Non riusciva a tenere a bada ciò che provava. In quel periodo il suo animo era eccessivamente appesantito da sensazioni. Non ne aveva mai sfiorato l'idea, per questo si ritrovava impreparata.
Scolpiva sul suo pallido viso, l'importanza di ogni suo singolo ricordo. Era certa che non l'avrebbero riconosciuta.

Si voltò lentamente. Il respiro diventava più corto ad ogni suo movimento. Non poteva ricadere in quella trappola, non avrebbe mai permesso di tornare alle difficoltà passate, ma le sembrava inevitabile, in quel momento. Così rimaneva immobile davanti alla vetrata di quel ristorante.
Non riusciva a calmarsi. Stava per voltarsi, quando i suoi occhi si incontrarono a quelli della signora Owens. Quello sguardo magnetico, imprevedibile. Le iridi marroni erano talmente simili a quelle di Jason, che quasi non le distingueva. Doveva interrompere quella situazione, altrimenti sarebbe ricaduta nel bel mezzo del suo problema psicologico, ormai passato, ma di nuovo ricordato.

Jenna la osservava di rado, costretta a lavorare. Soffriva nel vedere l'amica in quelle condizioni e la situzione peggiorava essendo cosciente del fatto che non poteva aiutarla. Si convinceva che un po' di spazio le avrebbe fatto del bene, solo per non risalire a sensi di colpa devastanti. Si sentiva in dovere di aiutarla. Sapeva che il passato di Cora non fu spensierato come altri, ma di dolore ne provava anche lei. Reprimeva questo suo modo di essere per non semprare egocentrica. Aveva paura di esporre ciò che sentiva. Quindi preferiva ascoltare. Passò tutti questi anni a consolare l'amica, ma mai una volta ebbe l'occasione di fare lo stesso. Si sentiva la seconda, una persona che contava meno di un'altra. In realtà provava questi sentimenti per costrizione, pensava. Aveva ipotizzato che fosse tutto dovuto al subconsio privo di attenzioni. Forse voleva essere lei la vittima, per una volta. Non aveva mai avuto un motivo per lamentarsi della sua vita e vedere Cora in un continuo stato di tristezza, l'aveva convinta a pensare che l'unica via di fuga sarebbe stata quella di provare lo stesso.
Più di una volta, la sua mente, aveva suggerito di tornare alla vecchia vita...più per puro orgoglio, che per nostalgia. Questi suoi sentimenti repressi, avevano condannato la sua personalità a un irriconoscimento di se stessa.

<<Jenna!>> salutò Kylie non appena vide la cameriera.

<<Ciao, come stai? Come procede...con l'organizzazione?>> chiese indicando gli anelli all'anulare di lei e di lui.

<<Meglio di così non può andare!>> inziò a dire stringendo il braccio del futuro marito. Aggiunse subito dopo:<<Sono contenta che tu me l'abbia chiesto...che ti sia interessata!>> e il sorriso di entrambe si allargò.

Jenna si voltò d'istinto verso la vetrata del ristorante. Sapeva che si sarebbe pentita, ma si trovava bene con Kylie. Si sono sempre sostenute, fu un colpo per loro due troncare i rapporti. Tutto ovviamente dovuto da ciò che successe tempo fa e che provocò questo odio profondo di Cora nei confronti di Kylie.

Gli occhi neri della coinquilina la mettevano in soggezione. Il suo sguardo era attento a ciò che Jenna faceva. Aveva paura che si allontanasse da lei, come aveva dovuto fare con la futura sposa.

La cameriera, però, decise di distogliere lo sguardo. Mostrò nuovamente un sorriso caldo e chiese le ordinazioni.

<<Bene! Volete ordinare?>>

<<Si, per me...>> rispose Kylie, ma Jenna non riuscì a prestare attenzione, non appena si accorse che l'amica, in preda alle sue emozioni e con rischio di attacchi di panico, aveva appena lasciato il locale. Non la biasimava, dopo averle voltato le spalle, ma per una volta voleva provare a non sentirsi vincolata.

<<Jenna, hai sentito?>>

<<Cosa?>>

<<La mia ordinazione...ho chiesto un hamburger con patatine...>> ripetè la ragazza.

<<Oh, sì! Scusami...mi sono un attimo distratta.>> rispose sciogliendo il sorriso che cercava di mantentenere.

<<Tutto bene, signorina?>> domandò il signor Owens.

<<Certo...continuiamo con le ordinazioni?>> provò a distrarsi .

I clienti comunicavano ciò che volevano mangiare, lei segnava sul blocchetto, ma la sua mente era costantemente concentrata a un senso di colpa tormentante.
Da tempo voleva tornare a parlare con Kylie e provava continuamente ad affrontare il discorso con Cora, ma l'imbarazzo che aveva provato in quel momento era inestimabile. Ancor più forte, fu la fitta al cuore nel vedere l'amica andarsene.

Rimaneva indecisa nel suo stesso sentimento. Sapeva che avrebbe fatto meglio a scegliere Cora, ma spesso la domanda che la tormentava era anche il perchè avrebbe dovuto scegliere per forza, non poteva farlo; l'avrebbe distrutta pensare di perdere un'altra persona, e tanto meno non poter cogliere l'opportunità di poterne abbracciare una ancora. Non voleva sembrare egoista, ma a quel punto, il suo ego altruista, la stava letteralmente schiacciando. Perchè no? Perchè non poteva vivere la sua vita? Questo era ciò che si chiedeva. Una risposta concreta non l'aveva ancora trovata, ma di una cosa era certa: avrebbe fatto di tutto per tornare come prima.

spazio autore🙃
Ciao! Ecco un aggiornamento a sorpresa...spero vi abbia fatto piacere😎
In ogni caso...questo capitolo è molto importante. Parla di Jenna. Cosa ne pensate di lei? E dei suoi sentimenti?
Lasciate un commento o una semplice stellina se il capitolo vi è piaciuto❤️

PROSSIMO AGGIORNAMENTO: mercoledì

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