Capitolo XVI

«Scusate se mi intrometto, ma il tempo passa e stare qui a rimuginarci su non porterà a nulla, che ne dite se ci mettiamo subito al lavoro? Mano a mano che escludiamo i vari volumi li mettiamo lì in fondo, così non rischiamo di ritrovarceli nuovamente tra le mani» Propose Lemon facendo scivolare il grosso tomo che teneva in mano dal lato opposto del lungo tavolo.

«Sotto tutti quei bei boccoli biondi si nasconde una futura dittatrice, allora!» Bisbigliai ironica a Bren, mantenendo un tono di voce relativamente alto, cosicché anche la diretta interessata mi sentisse.

Il lupetto sghignazzò, alla biondina, invece, si colorarono le guance di un tenue porpora, mentre un timido sorriso prendeva forma sul suo volto fragolino, scatenando in me la stessa reazione.

«Esatto, quindi subito al lavoro!» Disse fingendosi altezzosa.

L'ammasso di libri pian piano si sfoltì e, con tre o quattro volumi già selezionati, procedemmo allo smistamento dell'ultima decina di tomi oramai esausti; sbadigli e sonnolenza accompagnavano insistenti la nostra ricerca.

Stavo per appisolarmi sul tavolo, quando un delizioso aroma invase le mie narici, seguito dal rumore di passi pesanti e ritmicamente strusciati che, lesti, si avvicinavano alla nostra postazione.

Proprio mentre il mio stomaco brontolava per la fame, richiamata a galla dal profumo invitante, intravidi l'anziano bibliotecario farsi largo tra tavoli e divanetti con un bel cestino di vimini intrecciato tra le mani e, solo quando si fece più vicino, mi accorsi del silenzioso e piccolo compagno squamoso che, discreto, lo seguiva. Aveva tre piccoli corni sparsi tra capo e muso e si mimetizzava perfettamente all'intreccio del cesto sul quale era posato, immobile ed al contempo vigile, un grazioso camaleonte dalla coda arricciata.

«Salve ragazzi!» Salutò gioviale l'anziano con la grossa coda di lunghi dread che oscillava giocosa sulle spalle, «Il pranzo è passato da un paio d'ore e, non avendovi visto nella grande sala, ho pensato che sicuramente non avreste rifiutato un paio di toast al formaggio!» Dichiarò strizzandoci l'occhio mentre con il solito sorrisetto bonario poggiava il grosso cesto nell'unico spazietto libero sul tavolo, proprio a due palmi da dov'ero seduta.

«Davvero?» Chiese Bren stupefatto, «È già passata l'ora di pranzo?» Aggiunse passandosi una mano tra i capelli scompigliati e guardandosi attorno in cerca di un sospiro del tempo.

«Sì, ma non voglio che pensiate che in futuro potrete ricevere ancora lo stesso trattamento – Ci ammonì calando ancora una volta gli occhiali usurati sul naso - Anche perché non sarebbe permesso mangiare nella biblioteca, ma, dato che oggi è particolarmente vuota, per questa volta farò un'eccezione» Disse pulendosi spensierato le lenti sullo scialle ambrato che aveva poggiato sulle spalle.

«In più è l'ora del mio tè, ed oggi avevo voglia di un po' di compagnia» Aggiunse sorridendoci complice e posando la sua Ierofania su un cumolo di libri già scartati. Io gli sorrisi estremamente grata, ed iniziai a scansare i tomi per permettergli di apparecchiare al meglio almeno una porzione di tavolo, seguita da Bren e Lemon.

«Grazie mille!» Dissi afferrando avida un toast trasbordante di formaggio fuso, che emanava una fragranza che personalmente consideravo paradisiaca.

I due ragazzi fecero altrettanto ed il bibliotecario sghignazzò benevolo.

«Si può sapere cos'avete di così urgente da cercare da dover addirittura saltare il pranzo?» Chiese l'uomo con nonchalance, tirando fuori dal cesto una brocca in porcellana il cui contenuto appannò gli occhiali che il vecchio lupo aveva appena lucidato.

La domanda arrivò talmente inaspettata che il cibo mi andò di traverso e dovetti tossicchiare un bel po' prima di riprendermi. Bren iniziò a darmi piccole pacche sulle spalle ed il vecchio lupo mi passò lesto una tazza fumante di tè speziato allo zenzero; «Grazie mille!» Dissi asciugandomi le lacrime che erano scappate dai miei occhi lucidi.

L'anziano mi regalò uno dei suoi sorrisetti, ma non persi il lampo che passò nei suoi grandi occhi terricci.

«Ho saputo cos'è successo stamani con Makenna ragazzi, mi dispiace che il vostro soggiorno, soprattutto il tuo Lexie, abbia avuto un inizio così burrascoso» Riprese l'uomo sorseggiando una tazza di tè e prendendo in mano il tomo più vicino per studiarne il titolo.

Nessuno dei tre rispose e l'anziano continuò indisturbato: «Sono anche venuto a conoscenza dell'evento in corridoio, anche se nessuno sa cosa sia successo realmente» Pronunciò scoccandoci una rapida occhiata mentre sfogliava il volume senza prestargli particolare attenzione.

«In più, la dolce Miss Coleen mi ha confidato che la piccola Lexie ha avuto un sovraccarico di magia in seguito all'episodio appena citato, rinnovo il mio rammarico nei tuoi confronti, cara» Addentò adagio un biscotto alla cannella continuando ad osservarmi con i suoi occhi scuri e profondi, ed io gli rivolsi un sorriso impacciato, dondolandomi a disagio sulla poltroncina che iniziava a starmi stretta.

«Ora per me sarebbe estremamente facile dedurre cosa sia accaduto davanti a quegli specchi, questi libri possono darmene conferma, ma penso che ogni cosa che accade per volere della Maximea abbia uno scopo ben preciso, perciò terrò le mie strampalate considerazioni per me» Annunciò infine, intingendo beatamente un altro biscotto nella bevanda calda.

Tutte e tre questa volta tirammo un sospiro di sollievo e la mia fame, scomparsa all'improvviso solo un attimo prima, mi costrinse a servirmi di un altro tramezzino. Nel frattempo stavo valutando le rivelazioni dell'uomo silenziosamente, scoccando solo di tanto in tanto un'occhiata ai ragazzi per capire se loro si fidassero o meno.

«Per volere della Maximea?» Mi scappò di bocca ripensando alla considerazione dell'uomo, che mi sorrise furbo e attese qualche tempo prima di rispondere, sorseggiando adagio il liquido nella tazza.

«Esattamente» Soffiò studiandomi a lungo, mentre impaziente aspettavo qualche rivelazione in più. «Vi ho già detto che alla Maximea piace tenersi sempre in movimento, vero?» Chiese misterioso con sguardo furbo.

Non ne capii la connessione e sperai che chiarisse il concetto, cosa che – ovviamente – non avvenne, cominciavo ad abituarmi alle verità appena accennate dall'anziano lupo.

«Comunque, i vecchi studenti della Maximeanima Academy lo sanno bene, posso essere un buon confidente e consigliere, nel caso ce ne sia bisogno, ovviamente» Disse regalandoci un altro dei suoi particolari sorrisi.

Ricambiammo affabili, ma mi affrettai a scoccare discretamente uno sguardo ammonitrice ai ragazzi, non sapevo ancora se fidarmi del vecchio lupo, in più non avevo dimenticato l'acuta occhiata che mi aveva lanciato qualche ora prima all'ingresso, per non parlare della stramba affermazione sulla Maximeanima.

Il bibliotecario osservò attentamente i libri che ancora dovevamo decidere se tenere o scartare, ne selezionò un paio ed il resto lo accumulò in fondo al tavolo.

«Non preoccupatevi, i libri potete lasciarli anche lì, appartenendo a questa sezione la biblioteca li riassorbirà durante la nottata... Quanto a questi» Disse indicandoci i volumi che avevamo bisogno di consultare, «Potete portarli con voi, ma vi consiglio di non trascurarli, altrimenti potrebbero scomparire da un giorno all'altro e riapparire incastonati nel loro posto di appartenenza» Aggiunse carezzando la piccola Ierofania squamosa, «Ho una sola cosa su cui ragguagliarvi» Continuò accigliandosi, serio oltremisura, «È assolutamente vietato portare qualsiasi libro appartenente alla Maximea fuori dal suo stesso territorio, è una legge infrangibile, tra questi tomi risiedono i più antichi dei più longevi abitanti della comunità magica ed è impossibile riprodurli».

«Va bene signore, non lo faremo» Gli assicurò Bren.

«Oh giovanotto, basta chiamarmi signore! Io sono Fredrick, Fred il bibliotecario» Lo canzonò arzillo prendendo il silenzioso camaleonte in mano «E lui è Gall, la mia Ierofania. Sapete come si distingue il sesso di questa particolare razza?» Chiese spostando la conversazione su un argomento più leggero.

«Dalla coda?» Domandò Lemon curiosa ma, da come abbassò lo sguardo subito dopo, probabilmente avrebbe voluto tenere per sé quella considerazione.

«Dalle zampette?» Provai anch'io, per far sentire Lemon un po' più a suo agio, ma comunque incuriosita io stessa.

«Eh no belle signorine, avete sbagliato entrambe! I camaleonti di Jackson maschi hanno tre piccole corna distribuite su testa e fronte» Indicò allegro il punto in questione «Mentre le, più dolci, femmine ne possiedono uno solo» Rivelò infine avvicinando Gall ai nostri nasi ed invitandoci silenziosamente ad accarezzarlo.

In quel momento un sospiro del tempo passò sulle nostre teste e Fred il bibliotecario si affrettò a raccogliere le varie cianfrusaglie nel cestino in vimini, rimettendo al suo posto Gall il camaleonte.

«Io devo andare ragazzi, ma vi consiglio di avviarvi, stasera c'è la grande cena di apertura e Amandine terrà il discorso annuale che dedicherà in particolare a voi matricole, in più mi sembra che qui ci siano due personcine che devono ritirare un premio!» Aggiunse quasi urlando mentre spariva velocemente dalla nostra vista, inghiottito dalle innumerevoli postazioni.

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