CAPITOLO 3

Dopo mezz'ora di cammino nella neve, il gruppo arrivò davanti ad un villaggio con all'ingresso un cartello che diceva "Benvenuti a Picco Glaciale, abitanti: 342". Grace si girò verso gli altri, sorrise e annunciò: "Benvenuti al mio villaggio. Vi porto nella mia dimora: li potrò medicare la ferita di Leena e prepararvi una bella cioccolata calda." "Con panna?" Chiese Spike leccandosi i baffi deliziato. "Certo. È la nostra specialità." "Ottimo, grazie Grace." Grace fece un cenno al porcospino, e si avviò verso la sua dimora, gli altri la seguirono.

"Alla vostra destra potete ammirare il caseificio di Picco Glaciale, nostra miniera d'oro: qui viene consegnato il latte delle nostre mucche per farci panna, burro, formaggi e l'estate anche il gelato." I ragazzi annuirono. "Alla vostra sinistra il palazzo comunale adibita anche a municipio. E d'avanti a noi la piazza del tendone dove a ogni celebrazione viene montato il tendone per matrimoni, battesimi, lauree, sagre e per la festa di Natale e di Capodanno." "Grandina." Commentò Leena tenendosi una pezza sulla fronte. "Eeeeee... siamo arrivati." La comitiva si fermò davanti ad uno chalet posto accanto ad una stalla per vacche. Grace si avvicinò alla porta, bussò, e dopo un po' venne ad aprire un leone sulla cinquantina in sovrappeso, con una tuta da lavoro, i capelli grigi stempiati e un folto paio di baffi. "Grace, caramellina, sei tornata." Disse l'uomo sorridendo e abbracciando la ragazza, la quale rispose: "Sì papà." "Vedo che hai portato degli amici." Rispose il leone mollando la presa, poi si rivolse agli altri, sgranò gli occhi, e aggiunse: "Ma voi... voi siete re Max. Qual buon vento vi porta nel nostro villaggio?" "Una semplice vacanza. Poi mi dia pure del tu." Rispose Max sorridendo. Il leone più anziano annuì, e disse: "E tu ed i tuoi amici potete chiamarmi Richard. Venite dentro ora: faccio la cioccolata." I ragazzi annuirono, ed entrarono uno alla volta.

Una volta dentro, Grace fece accomodare i ragazzi sul divano in pelle sintetica, e con l'aiuto di suo padre recuperò la valigetta del pronto soccorso per medicare Leena. "Come hai fatto a a ferirti la fronte ragazza?" Chiese Richard passando il betadine e un pezzo di cotone alla figlia, la quale rispose imbarazzata: "Colpa mia. Le ho centrato la fronte con un sasso lanciato con la mia fionda." Leena rispose sorridendo: "Non è colpa tua: la nebbia era così fitta lì che non si riusciva nemmeno a riconoscere il proprio naso." Richard si avviò in cucina per preparare la cioccolata, poi Max chiese: "Perché poi tu ti trovavi nel bosco?" Grace sospirò tristemente, mise un cerotto sulla ferita disinfettata di Leena e rispose sedendosi sul divano: "Do la caccia agli affaristi che vogliono abbattere il bosco di Picco Glaciale, tutto per costruirci uno stupido parcheggio." Leena rispose: "Non sarebbe una cattiva idea." Grace la guardò leggermente storto, e rispose: "Ti piacerebbe perdere la tua navicella per via di una frana? Quegli alberi sono importanti per tenere ben saldo il terreno, e se dovessero venire abbattuti sarebbe un susseguirsi di disastri naturali. E il villaggio verrebbe distrutto." Grace tirò un altro triste sospiro, ed aggiunse: "Ho già perso mia madre, non posso perdere anche il mio villaggio." "Tua madre?" Chiese Spike stupito. "Sì Spike. Da quando ero una neonata, eravamo solo io e mio padre, e ogni tanto la mia nonna paterna." "Cos'è successo a tua madre?" Chiese Twitch. Grace rispose: "È morta nel darmi alla luce: ha avuto una forte emorragia." Leena si intristí, le mise una mano sulla spalla e disse: "Anch'io ho perso mia madre quando ero solo una neonata: è andata a combattere contro Shadow Master durante l'invasione al regno dei leoni, io avevo solo 15 giorni di vita, e da allora non abbiamo più avuto sue notizie." Grace guardò verso Leena, sorrise e risentí le farfalle nello stomaco. In quel momento arrivò Richard tenendo tra le zampe un vassoio con su una brocca di cioccolata calda, sei tazze, una ciotola con della panna montata e un cucchiaio e un piatto di biscotti al cioccolato e zenzero. Il leone poggiò il vassoio sul tavolino, mentre Grace versò la cioccolata nelle tazze. "Qualcuno vuole della panna?" Spike e Twitch alzarono la mano Leena e Max dissero "Anch'io." "Idem". Richard si sedette su uno sgabello, mentre Grace mise la panna sulle cioccolate col cucchiaio. Poi la merenda iniziò.

"Ci dispiace per ta moglie Richard." Disse Leena immergendo un biscotto nella sua cioccolata. Richard si intristí: "Eh sì, fu un dolore immenso." Poi però sorrise, e mise una mano sulla spalla di Grace, la quale aveva appena staccato le labbra dal bordo della sua tazza: "Ma almeno ho Grace, una brava figliola ed anche un'ottima fattorina." Grace annuì sorridendo, ed aggiunse: "Noi ci guadagnamo da vivere vendendo il latte delle nostre vacche al caseificio locale o consegnandolo agli altri abitanti del villaggio." "Sembra bello." Commentò Spike per poi addentare il suo terzo biscotto. Grace continuò: "Lo è: durante l'inverno posso consegnare i bidoni di latte ai nostri compaesani a bordo di un bellissimo Quad azzurro." "E io porto il latte al caseificio col mio furgone." Aggiunse Richard prendendo un altro biscotto. Grace inghiottí il boccone, e aggiunse: "Prima aiutavo nella stalla a mungere le mucche. La mia prima mungitura l'ho fatta quando avevo 6 anni." Suo padre ridacchiò, e aggiunse: "Sì, e facevi un bel macello di latte." "Non è colpa mia se il secchio era pesante." Ribatté la giovane un po' stizzita. Il padre rise di nuovo, e rispose: "Ora che sei cresciuta però non sono più così pesanti." "Già, e non faccio più macelli." "Brava figliola." Anche gli altri 4 risero di cuore, poi, continuarono a conversare.

A merenda finita, Richard si accinse a riportare le stoviglie in cucina, mentre Grace portò i suoi nuovi amici di sopra per mostrargli la camera e preparare i loro letti. Dopo un quarto d'ora, si ritrovarono tutti e sei giù, e Grace chiese: "Possono venire con me a fare le consegne domani? Sarà un'occasione per far conoscere loro anche i nostri compaesani." "Se loro vogliono, a me va bene." Rispose suo padre. Max rispose: "A me va bene" "Anche a me." "Perché no?" "Mi piacerebbe." Grace sorrise e disse: "Ottimo. Domani puntuali si parte alle nove. Fino ad allora, giochiamo." La leonessa aprì un cassetto, e tirò fuori "il gioco dell'oca", e i cinque ragazzi si sitemarono sul tappeto del salotto mentre Richard si avviò in cucina a preparare la cena per quella sera.

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