Capitolo 3

Ciao a tutti! 

Ecco il terzo capitolo! 

Come al solito non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, consigli, suggeriementi, idee e critiche. E' tutto ben accetto! 

Buona lettura 

Mel 


Capitolo 3 


POV HERMIONE

"Kelly! Kelly! Cosa è successo?" urlo disperata non appena scorgo in lontananza la figura esile della direttrice dell'orfanotrofio.

"Hermione! Finalmente sei qui. Edward ha perso i sensi e l'ho portato subito qui. Ancora non mi hanno detto niente" mi risponde agitata.

Ci sediamo vicine sulle poltroncine scomode del corridoio asettico del San Mungo, troppo preoccupate anche solo per scambiarci parole di conforto.

"Signora Bets?" chiede un medico appena uscito dalla sala visite.

"Si, sono io" risponde Kelly mentre si alza in piedi "Come sta Edward?"

"Il bambino ora sta meglio ma il problema non è risolto" spiega il medico con serietà.

"Se mi vuole seguire nel mio ufficio le posso spiegare meglio la situazione" aggiunge poi.

Faccio per alzarmi e seguirli nel corridoio quando uno sguardo del medico mi blocca sul posto.

"Solo i parenti o i tutori legali possono partecipare" chiarisce.

"Dottore, la faccia passare, l'autorizzo io. La signorina Granger ha iniziato le pratiche per l'adozione di Edward e mi sembra giusto che anche lei partecipi all'incontro" mi difende Kelly.

Il dottor Ross non replica alla spiegazione della direttrice e prosegue con passo fermo verso la fine del corridoio.

"Signore, la situazione è chiara. Edward soffre di una malformazione congenita al cuore che causa disfunzioni nella circolazione sanguigna e nella respirazione del bambino. Il nostro ospedale non è attrezzato per affrontare un'operazione e una riabilitazione di tale portata."

"L'unica soluzione sarebbe quella di portare il bambino a New York, dove c'è un ospedale magico privato specializzato in interventi di chirurgia pediatrica di questo tipo" conclude il medico.

Edward sta davvero male.

Un bambino così piccolo e dolce, che ha già sofferto per la mancanza di una famiglia amorevole, deve continuare a patire per motivi di salute.

Questo non è giusto.

"Dottore, io e l'orfanotrofio non possiamo né sostenere queste spese né intraprendere un viaggio così lungo. Non ci sono altre possibilità?" chiede Kelly preoccupata, interrompendo i miei tristi pensieri.

"Mi dispiace signora Bets ma nel nostro Paese nessun altro ospedale accetterebbe mai di occuparsi di un'operazione del genere. Non ci sono né i mezzi né le competenze adeguate." Risponde dispiaciuto il dottor Ross.

"Kelly, mi posso occupare io di Eddy. Posso accompagnarlo io in America e, ricorrendo ai miei risparmi e chiedendo un piccolo prestito, penso di riuscire anche a sostenere le spese sanitarie" gli rispondo sicura e determinata a lottare per quel piccolo bambino, con le armi e con i denti.

"Hermione, sei un vero tesoro! Allora dobbiamo accelerare le pratiche di adozione. Non dobbiamo perdere tempo prezioso. Ora vado subito al Ministero per vedere a che punto sono con le approvazioni." Risponde sicura la direttrice, sollevata e con una luce speranzosa negli occhi.

"Grazie" diciamo insieme io e Kelly in direzione del medico e, dopo avergli stretto la mano e preso in carico tutta la sua documentazione riguardante Edward, lasciamo il suo ufficio smaterializzandoci direttamente al ministero.



POV DRACO

"Teddy! Sta' buono! Non tirarmi i capelli! Non voglio diventare calvo alla mia giovane età" rimprovero scherzoso il mio nipotino.

Sono molto affezionato a questo bambino e lo considero davvero come un nipote.
Dopo la morte di Dora e Lupin, Teddy è stato affidato ad Andromeda poiché Potter, padrino del piccolo, era sempre in giro per il mondo a causa del suo lavoro come Cercatore in una squadra tedesca.

Mia madre, dopo la fine della Guerra, ha deciso di non voler perdere definitivamente anche l'unica parte della sua famiglia che era ancora in vita e ha cercato in ogni modo di farsi perdonare da Andromeda.

Mia zia, che ha davvero un cuore d'oro, si è ricongiunta volentieri con la sorella che ormai credeva perduta per sempre, viste le idee del suo consorte nei riguardi dei "traditori del proprio sangue".

Da quel giorno di novembre in cui le due donne si sono riviste dopo anni, sono ritornate ad essere inseparabili e non passano mai più di due settimane fra due delle loro visite.

Anche io partecipo spesso e volentieri ai loro incontri per avere la possibilità di conoscere Andromeda, la zia mai conosciuta ma ora tanto amata e stimata.

E come fare a non innamorarsi anche di Teddy?! Quel bambino, con tutti i suoi trucchetti con i capelli e le sue smorfie buffe, mi ha conquistato in un battibaleno e l'affetto sembra essere ricambiato anche da parte del piccolo.



POV PANSY

Oggi è davvero una giornata no.

E il mio outfit ne è una prova concreta.

Raramente indosso colori neutri.

Quasi mai il grigio. Il colore per me più triste dello specchio cromatico.

Quando lo faccio è perché il mio umore non è dei migliori e le mie amiche ormai hanno capito che mi devono lasciar perdere in questi momenti negativi.

Infatti, quando supero la soglia dell'ufficio e Daphne nota i colori che indosso, mi lancia uno sguardo preoccupato ma ritorna subito a rivolgere la sua attenzione alle carte che ha sulla scrivania.

Il clima di Londra oggi rispecchia il mio animo.

Freddo, umido e gocciolante.

Le parole di Theo mi hanno ferito nel profondo. Lo ammetto.

Ma quello che mi ha fatto più male è stato il suo tono. Glaciale.

Ricordo ancora con malinconia i momenti felici che abbiamo trascorso insieme i primi anni a Hogwarts.

Lui era un amico sincero, un ragazzo arguto, intelligente e galante.

Mi aiutava spesso con Trasfigurazione, materia in cui avevo delle piccole difficoltà, e il resto del tempo insieme lo passavamo a giocare a scacchi o a ridere sdraiati sul divano davanti allo scoppiettante fuoco della sala comune.

La sua voce calda e profonda riscaldava il mio cuore e faceva volare i miei pensieri verso orizzonti felici.

Eravamo praticamente inseparabili e molto affiatati.

Fino a quando non tornò il Signore Oscuro.

Suo padre fu uno dei più grandi sostenitori della causa e lui, da quel momento in poi, divenne schivo e freddo, proprio come richiesto dalla sua famiglia.

Non vidi più un sorriso sincero sulle sue labbra.

E anche sul mio per mesi se ne videro pochi.

Quando al rientro a Hogwarts dopo le vacanze natalizie scoprii che lui non sarebbe tornato più entrai in uno stato di semi depressione.

Mi sentivo sola, abbandonata.

Non avevo perso solo il mio migliore amico.

Avevo perso il mio primo amore.

Senza avere neanche l'opportunità per rivelargli i miei sentimenti.

Lo squillo del mio cellulare mi distoglie dai miei ricordi legati a lui.

Sullo schermo appare luminoso il nome di Hermione.

"Pansy! Ho bisogno del tuo aiuto. Sono al Ministero per la causa d'adozione. Mi hanno appena comunicato che, per chiudere il caso, vogliono che io e il "futuro padre" partecipiamo a un colloquio alla presenza del capo dell'ufficio adozioni."

"Riusciresti a contattarlo e a chiedergli questo favore?" mi chiede con una voce tesa.

"Cercherò di fare del mio meglio Herm, ma non ti prometto niente. Lui ora abita in America ed è un uomo molto impegnato. Non so se può recarsi qui." Le rispondo incerta.

"Grazie Pan. So che farai tutto ciò che è in tuo potere." Aggiunge chiudendo la chiamata.



POV THEO

"Signor Nott. Al telefono c'è una signorina che vuole parlare urgentemente con Draco. Passo a lei la chiamata?" mi chiede Ingrid tramite l'interfono.

"Va bene. Passala sulla mia linea personale" le rispondo annoiato.

"Theodore Nott" rispondo con voce ferma.

"Buongiorno Nott. Qui risponde il Diavolo. Purtroppo dovrai sorbirti ancora la mia voce stridula" dice la voce dall'altro capo della linea.

Pansy.

Ancora Pansy e il suo sarcasmo pungente.

E il respiro mi manca ancora per un attimo.

Come ogni volta.

Come la prima volta.

"Parla chiaro. Cosa hai ancora bisogno da noi? Non hai fatto abbastanza danni?" contrattacco duro. Non voglio soffrire ancora.

E come si suol dire la miglior difesa è l'attacco.

"Hermione, per completare le pratiche dell'adozione, ha bisogno che Draco si presenti a un colloquio con il capo dell'ufficio adozioni. Pensi sia possibile?" mi chiede con voce incerta.

"Non se ne parla proprio! Draco è in piena campagna elettorale. Lavoriamo venti ore al giorno e abbiamo a mala pena il tempo per dormire. Non ha sicuramente tempo per queste formalità" le rispondo scocciato.

"Chiediglielo, per favore. Ti prego." Mi risponde.

Pansy che si dimostra supplichevole.

Davvero inaspettato.

"Va bene. Ti farò sapere ma non fatevi illusioni." Dico freddo prima di chiudere la chiamata.



POV HERMIONE

"Hermione! Mi dispiace ma mi ha detto che è molto impegnato in questo periodo e che non può assolutamente lasciare il Paese." Mi dice Pansy con voce dispiaciuta alcune ore dopo averle fatto la richiesta.

"Grazie davvero Pansy. Troverò un'altra soluzione" le rispondo convinta.

La camera del San Mungo dove si trova Edward è scarsamente illuminata.

Il lettino che lo ospita sembra enorme in confronto al suo corpicino minuto.

Il suo visetto pallido è appoggiato ai grandi cuscini verdi.

I pugnetti chiusi intorno all'orsacchiotto che gli ho regalato la settimana dopo che è arrivato all'orfanotrofio.

Rimango per lunghi minuti a fissarlo, forse ore, pregando e sperando con tutte le forse di trovare una soluzione per tutte questa orribile situazione.

"Signorina Granger? Può venire fuori un attimo? Le devo parlare" mi chiede il dottor Ross affacciato alla porta della stanza.

"Ci sono dei problemi?" gli chiedo preoccupata una volta arrivata in corridoio.

"In effetti sì. Ho contattato l'ospedale americano come da lei richiesto. Mi hanno detto che c'è una lista d'attesa discretamente lunga quindi non possiamo effettuare il trasferimento del piccolo a breve." Dice il dottore.

"Fino a quel momento Edward rimarrà qui al San Mungo e attueremo delle cure palliative in modo da non peggiorare la sua situazione in attesa che si liberi un posto a New York" aggiunge dispiaciuto.

"Non c'è nessuna lista d'attesa prioritaria per le condizioni più gravi?" chiedo in ansia.

"Purtroppo no. L'ospedale di cui le ho parlato, a livello puramente medico, è il migliore in campo pediatrico ma quanto ad organizzazione e gestione lascia molto a desiderare. Le liste di attesa sono strutturate e create in modo differente da quanto facciamo qui. Non conosco precisamente i criteri ma penso che ci siano molte interferenze legate al potere e al denaro."

Sospiro dispiaciuta in risposta alle parole del medico.

Purtroppo l'unica nostra alternativa valida è quell'ospedale.

Non ci resta altro che aspettare.



POV DRACO

"Novità?" Chiedo a Theo mentre rientro in ufficio dopo l'incontro con mia zia e Teddy.

Passare delle ore in famiglia, rilassato e senza pensieri mi ha fatto davvero bene e ora mi sento molto più carico e pronto ad affrontare altre lunghe ore di lavoro.

Se non fosse stato per le stupide richieste di "mia moglie" tutto sarebbe stato perfetto!

Come osa chiedermi di lasciare il Paese solo per uno stupido colloquio con un impegatuccio del Ministero! Tutta stupida burocrazia che può smazzarsi da sola, soprattutto se si tratta di quell'orfanello che vuole adottare.

Forse ho un po' esagerato. Ma tra lo stress per la campagna elettorale e le queste assurde domande la tensione è davvero tanta in questi giorni.

"In effetto qualche novità ci sarebbe" risponde il mio amico con tono incerto. Male. Molto male.

"Cosa succede Theo? Sgancia subito la bomba." Gli dico teso.

"Come sai, il giorno prima delle votazioni, dovrai tenere un importante discorso nel party conclusivo della campagna elettorale" inizia a dire Theo.

"Si si, questo lo so. Vai al sodo e non tenermi sulle spine" lo aggredisco agitato.

"Ecco, a questo party è richiesta anche la presenza della tua consorte con figlio al seguito. Il vecchio Ministro e il Consiglio vogliono conoscere le famiglie dei candidati" aggiunge il mio amico dispiaciuto.

"Non ne posso più delle loro richieste!" urlo innervosito mentre stringo gli occhi dalla rabbia.

"Qui sono così tradizionalisti! È inconcepibile che, per diventare Ministro in America devi avere la famigliola perfetta da mostrare!"

"Sembra essere più importante quello che le idee che proponiamo!" aggiungo deluso.

"Probabilmente per loro è davvero così" conclude il mio avvocato.

"Così mi toccherà anche fare marcia indietro e supplicare la mia consorte per farla partecipare a questo evento" rifletto arrabbiato.

"Secondo me Draco dovresti andare all'incontro a cui ti ha chiesto di partecipare. La ammorbidiresti abbastanza da farle la tua richiesta. Inoltre sarebbe buona cosa che durante i restanti mesi di campagna elettorale lei e il figlio si trasferissero qui e partecipassero ad alcuni eventi mondani. Se per gli americani la famiglia tradizionale è così importante, farti vedere e fotografare con la tua potrebbe portarti dei notevoli vantaggi" mi suggerisce in modo sincero il mio amico.

Questa non è una brutta idea.

Potrebbe davvero aiutarmi a migliorare la mia immagine pubblica.

Dopotutto non devo per forza viverci insieme. Farò sapere che lei preferisce vivere nell'attico a New York o nella villa agli Hamptons, mentre io continuerò a stare nel mio appartamento qui a Washington per motivi pratici.

Però prima di tutto devo riuscire a convincerla.

"Falle sapere che la raggiungerò a questo incontro al più presto. Vado al ministero a chiedere l'attivazione di una passaporta e sarò a Londra."

"Cercherò di fare ritorno qui velocemente, con moglie e figlio al seguito" gli dico mentre sorrido sghembo sicuro di riuscire nella mia impresa. 

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