12. Sinfonia
Phil mi stava scortando lungo il corridoio dell'ala ovest del piano terra: una zona del carcere che non avevo ancora esplorato, perché si tenevano le lezioni dei corsi avanzati.
"Sai Elise, siamo davvero soddisfatti di te, stai facendo un ottimo lavoro".
Lo guardai in tralice per essere sicura che non mi prendesse per i fondelli: dopotutto avevo distrutto un'aula in due minuti di orologio e poi avevo fatto sparire un'intera classe del primo anno. Grandi successi. Ma Phil sorrideva benevolo. "Per non avere avuto la benché minima istruzione è impressionante".
"Sì, Phil, ti ringrazio. Saresti un ottimo motivatore".
Ridacchiò al mio tono piatto e indicò l'ultima porta sulla sinistra. "Griffen ti aspetta nell'aula di musica". Mi sorrise e se ne andò.
Aula di musica? Niente mi stupiva ormai e già mi vedevo in una sessione di piano bar con il Griff.
Esitai un attimo prima di entrare. L'idea di stare in una stanza sola con lui mi inquietava non poco. Un conto era essere circondata dagli altri ragazzi, o saperlo fuori dalla porta quando con me c'era la rassicurante presenza di Luc; ben altra cosa era questa.
Quando varcai la soglia mi ritrovai in in una stanza ricoperta di pesanti tendaggi, in penombra. Al centro un maestoso pianoforte a coda e tutt'intorno le postazioni con gli altri strumenti. Griffen mi dava le spalle mentre sfogliava uno spartito preso dallo scaffale ad angolo. Non si voltò.
"Bene, sei arrivata".
"Ti avviso che sono stonata come una campana".
"Le campane non sono stonate".
Una conversazione produttiva. Mi guardai nervosamente attorno, al che si voltò e si accomodò al piano, con un elegante movimento del suo lungo cappotto.
Oddio. Forse voleva cantare lui... Tipo una di quelle performance private. Mi sentii incomprensibilmente in imbarazzo e feci un passo indietro, la smodata necessità di darmela a gambe.
Ma Griffen premette un tasto e poi un altro ancora e parlò senza voltarsi. "La musica è un ottimo metodo per aiutare a plasmare la materia, perché tutto è frequenza".
Le sue mani si mossero veloci sui tasti e notai che sulle tende comparvero come delle increspature, onde che si rincorrevano al ritmo delle note. Girai su me stessa a bocca aperta, per ammirare l'effetto.
"Ognuno di noi possiede una frequenza particolare che si può paragonare a una sinfonia. Unica, irripetibile".
Non riuscii a trattenermi. "La mia com'è?".
Ruotò appena il capo nella mia direzione. "La tua?". Sorrise. "E' pianoforte: apparentemente delicato, lieve, che quando meno te lo aspetti viene intervallato dalle percussioni e la sinfonia diventa improvvisamente irrequieta, incalzante".
Incasinata.
Le sue mani iniziarono a muoversi più veloci sui tasti e io mi chiesi se quella incredibile musica che stava suonando esistesse già o fosse una sua invenzione del momento. I movimenti sulle tende divennero come il mare in tempesta, come il vento che turbina tra gli alberi in autunno.
Si voltò ruotando sullo sgabello, i suoi occhi emanavano gli ormai conosciuti bagliori rossi, segno che stava agendo sulla materia e il piano continuò a suonare come provvisto di volontà propria.
Griffen si alzò dallo sgabello e si avvicinò. Rimasi immobile, incapace di distogliere lo sguardo, incapace persino di respirare. Rendendo ben evidente la sua intenzione allungò una mano e sfiorò la mia delicatamente – solo con la punta dei polpastrelli- e dal soffitto iniziarono a scendere una grande quantità di foglie autunnali di tutte le possibili sfumature del verde e dell'arancio.
Sollevammo entrambi gli occhi verso l'alto e non potei fare a meno di sorridere.
Griffen sorrise a sua volta, una strana luce malinconica nel suo sguardo, dopodiché terminò il contatto tra le nostre mani e la sinfonia si esaurì con le ultime note delicate. Ci guardammo per alcuni istanti così, per sottrarmi al suo sguardo, mi avvicinai alla chitarra, sedendomi su uno sgabello.
"Sai, io sono più tipa da falò e chitarra", accennai alcuni accordi. "Un paio di birre, qualche amico...".
"Come hai fatto a far sparire i tuoi compagni?". Così, a bruciapelo.
Sollevai lo sguardo. "Non lo so. Volevo semplicemente sottrarli al tuo gentilissimo trattamento".
Scosse la testa. "E non hai pensato che sarebbe stato molto più semplice far sparire solamente me?".
Sbattei le palpebre, presa in contropiede. Mi misi sulla difensiva. "A parte il fatto che presupporrebbe una volontà da parte mia. Tu , poi, ti saresti fatto spedire così semplicemente in mensa?".
Si appoggiò al piano, osservandomi. "Hai bisogno di imparare. Di controllo e di agire sulla materia al posto di disgregarla".
Annuii. "Sì, è sulla mia agenda". Feci una pausa. "Qual è lo scopo? Perché dobbiamo agire sulla materia?".
"Per evitare che chi ha cattive intenzioni faccia troppi danni".
"E sarebbe mio padre ad avere cattive intenzioni?".
Griffen non distolse lo sguardo. "Sì".
"Puoi farmi un discorso articolato in cui mi dai una panoramica della vicenda? Sai, così facciamo prima".
Il suo sguardo divenne solenne, antico. "Tuo padre ti cerca dallo stesso tempo in cui ti cerco io. Ho seguito le tue tracce per anni e l'obiettivo era trovarti prima di lui per impedire che facesse di te un'arma".
"Un'arma per ottenere cosa?".
Sospirò piano. "Hai idea con le tue capacità cosa potrebbe ottenere una persona priva di scrupoli? Per essere riduttivi: una frana, un terremoto in una zona ben precisa potrebbero arrecare un qual certo vantaggio".
Dunque si parlava di soldi? La solita vecchia storia. Ma non aveva senso. "Ma hai detto che lui è un Signore della Materia, perché avrebbe bisogno di me per il suo piano malvagio? Potrebbe riempirsi un deposito di grana come Paperone solo volendolo".
Scosse la testa, affranto. "Elise... agire sulla materia per molti di noi implica un'enorme necessità di energia e concentrazione. Tu..." Si interruppe, probabilmente davanti ai miei occhi sbarrati. Proseguì addolcendo il tono. "Tu potresti scatenare una violenza distruttrice tale da cancellare questo pianeta dall'universo".
La gola mi diventò improvvisamente secca e mi tornarono alla mente quei video che guardavo una vita prima su youtube, tipo: "Cosa accadrebbe se la terra smettesse di ruotare per cinque minuti?". Sì, mi ero resa conto di essere in grado di provocare catastrofi.
La mia espressione scioccata forse lo impietosì perché fece un passo verso di me, ma io arretrai e sbattei contro i piatti della batteria provocando un frastuono poco consono alla situazione drammatica. Mi voltai cercando di bloccare la cacofonia in atto con scarso successo.
"Elise".
Lo guardai controvoglia, in attesa di altre rivelazioni devastanti.
Il suo sguardo era deciso. "Dammi la possibilità di prepararti, permettimi di darti gli strumenti per difenderti e per fare ciò che è giusto".
La crociata di cui parlava Luc. Elise, è il momento di sganciarsi, di rendersi neutrali, ne hai tutto il diritto. Prendi tempo! La voce mi uscì come uno squittio spaventato e dissi ciò che realmente pensavo. "Lui ha sempre saputo dove fossi, è da che ho memoria che scappo, che mi sento braccata e che gli avvertimenti mi tormentano! Se è così malvagio come dici tu, perché non mi ha catturato prima?".
Griffen annuì. "Crediamo che ti abbia quasi raggiunta diverse volte, non ho la più pallida idea di come tuo zio ti abbia tenuto in vita così a lungo, ma è evidente che a modo suo ha fatto un buon lavoro".
Mio zio... Mio padre, l'unico, il solo che abbia mai conosciuto. Ricacciai indietro le lacrime. "Quindi non volete che io sia una sua arma, bensì la vostra".
Era pietà quella che leggevo nel suo sguardo?
Scosse la testa, sembrava dispiaciuto. "In circostanze normali la tua consapevolezza - la tua presa di coscienza - durerebbe decine di anni, centinaia se necessario". Si bloccò per studiare la mia reazione, ma io lo ascoltavo immobile cercando di dare senso alla più assoluta follia.
La mia espressione divenne testarda. "E se fossi come lui? Tu non mi conosci: se scegliessi lui per dominare insieme il mondo?".
Mi sorrise in maniera triste. "Non potresti mai scegliere l'uomo che ha ucciso tua madre".
Colpita e affondata.
Oggi strano aggiornamento di domenica, lo so... :D
Elise pian piano inizia a mettere insieme i pezzi.
Cosa ne pensate di Griffen? Elise si potrà fidare?
Alla settimana prossima (probabilmente di lunedì)
B.
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