Angolo autrice

Colgo l'occasione di spiegare alcune scelte di questa storia delicata.

La scelta del tema:

Perchè l'immagine mi ha portata a questa storia?

Perchè le gocce richiamano in me sempre un po' immagini tristi, melanconiche. Ma le gocce possono avere valenze molto diverse, possono rappresentare un'acqua che purifica e dà nuova vita, come rappresentare una fatica, il sudore di una salita.

Le mani invece rappresentano un contatto. Le mani parlano in modi infiniti. In questa immagine ho visto nella mano, una richiesta di aiuto e nelle gocce: lacrime.

Ho inserito tante mani nella storia, che si alternano nella stessa visione, quelle della mamma, del bambino, del nonno materno e del papà del bambino. Mani che si cercano, che chiedono aiuto, che danno aiuto e sullo sfondo gioca un ruolo anche la mano del destino, che una volta tanto è clemente o forse la mano di un intervento che proviene dall'alto; ma non importa cosa volete credere, quel che conta è che ci sono momenti in cui bisogna
darsi una mano...

Ecco qui, la scelta non casuale dei nomi:

Eva , la prima donna, la prima madre dell'umanità.
Davide, colui che sconfisse il gigante Golia. Un vincente contro cause apparentemente impossibili.
Carlo come Carlo Magno che costruì un grande Impero. In questo caso forse un grande impero economico, oppure un Sacro Impero, come una famiglia solida. Sarà sua la scelta.

Il titolo della storia è Mater Redemptoris, Madre del redentore. Togliendosi dal puro significato cattolico, redentore è colui che salva dalla schiavitù. Ho voluto intitolare così questa storia come una preghiera e un invito di liberazione dalle afflizioni emotive e fisiche, e vicinanza alle donne colpite da depressione post-partum, perché siano maggiormente ascoltate.

Il piccolo neonato acquisisce una identità propria nella storia divenendo Davide, solo dopo il risveglio di questa madre dal suo torpore fisico e mentale. Questo risveglio ha un significato simbolico ed è il mio personale augurio per tutte le neomamme, perché possano superare i momenti difficili e tutti i dubbi e le paure intrinsiche, affidandosi e anche pretendendo oltre sè stesse, tutto l'aiuto di cui hanno bisogno.

"Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio", recita un antico proverbio africano.




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