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Nei giorni seguenti Eliz si riprese e tornò alla solita routine di lezioni e si rese conto di non aver ancora programmato le lezioni di pozioni che le erano state offerte. Si aspettava che il professor Piton prima o poi avrebbe fatto un passo in avanti per darle un'eventuale data, ma così non fu. Decise di prendere coraggio e nel tardo pomeriggio, prima della cena, bussò all'ufficio.
Era in piedi davanti alla grande porta di legno e sperava che venisse ad aprire. Qualche istante dopo la porta si aprì e vide davanti a se il professore, indossava una camicia bianca, non aveva il mantello e nemmeno i soliti vestiti neri, se non per i pantaloni e le scarpe. -Che cosa vuole?. Esordì in modo serio mentre Eliz lo guardava quasi senza parole e senza smettere di squadrarlo dalla testa ai piedi. -I...io...volevo chiederle...per le lezioni. . Stava balbettando come se non fosse più capace di parlare, le guance si tinsero di rosa e il suo cuore iniziò ad accelerare, tutto ciò sembrò assurdo per lei. -Domani alle 21, non faccia ritardo, non mi faccia perdere tempo, porti i libri e soprattutto la testa. . Severus richiuse la porta dopo averle accennato con la testa un saluto e la giovane rimase lì davanti alla porta, quasi pietrificata dalla situazione che ancora non riusciva a capire, ma infondo cosa c'era da capire? Che anche i docenti abbiano una vita privata al di fuori delle lezioni? .
Riprese a camminare e raggiunse Janess che stranamente si trovava nel cortile coperto a guardare l'acqua nella fontana. -Quest'acqua è proprio acqua eh.  Disse Eliz per scherzare mentre si affiancò a lei, Janess accennò un sorriso e una risatina tirata, la sua amica si rese subito conto che qualcosa non andava e le chiese di "sputare il rospo". -Ho appena scoperto che Johannesburg è fidanzato. . Eliz fece una smorfia come per dire se fosse triste semplicemente per questa cosa ma la sua amica continuò. -Non mi importa, mi da fastidio che fino a ieri mi veniva dietro, ci provava con me nonostante fosse già fidanzato, e io non lo sapevo, mi spiace per quella ragazza... . Eliz le poggiò una mano sulla spalla. -Non puoi fartene una colpa, almeno sai che non è fedele e ti sei anticipata il tutto.
-Perché non mi fai ridere? Parlami di com'è andata con Piton, ti ha fatta entrare nel suo ufficio personale?.
-In realtà no, mi ha detto che domani iniziamo la prima lezione. La cosa strana è che era solo in camicia.
Janess scoppiò a ridere immaginandosi la scena di Piton con solo una camicia e un pantalone, Eliz la guardò e poco dopo ridacchiò anche lei, percependo che lo stress si stava lentamente staccando da lei, e man mano che si staccava le risate delle due divennero più contagiose.
-Anche lui ha una vita normale, Janess.
-A quanto pare si!
Rimasero a parlare fino all'ora di cena ed Eliz notò che al tavolo dei professori ne  mancava uno, proprio il professor Piton.
Nessuno studente sembrava preoccuparsene o pensarci minimamente, così Eliz socchiuse gli occhi per qualche istante e iniziò a viaggiare con la mente, attraverso la legilimanzia e l'occlumanzia, per farsi un'idea di dove potesse essere.
Le immagini erano sfocate, buie e senza collegamenti, sembrava quasi come se fossero già guidate. Ad Elizabeth parve di vedere dei corridoi, diversi da Hogwarts e un tavolo, ma non riuscì a vedere altro perché venne respinta dai suoi stessi pensieri. Evidentemente Piton non era ad Hogwarts.

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