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Con passo svelto il professor Piton la raggiunse e si mise ad osservarla nella speranza di trovarla ancora intera. Eliz lo guardò a lungo senza dire una parola, ancora troppo presa dal superare ciò che era appena successo per preoccuparsi del professore davanti a lei. Severus allungò la mano verso la ragazza e con una grande delicatezza, cosa che non ci si immagina da uno come lui, le afferra il braccio e la trascina con se verso le innumerevoli scale, fino al raggiungimento dell'aula di pozioni.
Una volta raggiunta l'aula vi entrarono chiudendo la porta e il professore indicò alla ragazza di sedersi.
Eliz era cosi confusa, piu dal gesto del professore che da quello che era successo con suo cugino. -Professore...non capisco... .
Non venne ascoltata, dato che era preso dal continuare a cercare nelle sue scorte. -Non parlare Calahan, risparmiati il fiato.
Eliz sentì un lungo bruciore che iniziò ad attraversarle prima il collo e diffondersi lentamente verso il petto. Quasi impanicata si rivolse verso Severus: -P...professore... .
Piton si girò di scatto e vide che ciò che lo stava preoccupando cosi tanto da mettere in disordine l'aula stava peggiorando. Aveva notato sin da subito una maledizione che stava tirando quel ragazzo nei confronti di elizabeth che era troppo impegnata per accorgersi delle malintenzioni del mangiamorte. Accorse verso di lei e le fece bere il più velocemente possibile una pozione molto acida e del tutto schifosa.
Eliz ebbe un conato di vomito che venne contrastato da Piton che le tirò all'indietro la nuca poggiando la mano sulla sua fronte.
Per qualche istante i due si osservarono negli occhi e per Eliz quel momento durò una vita, il suo cuore batteva più veloce del solito e non sapeva se fosse per via della pozione o per lui.
Severus d'altro canto era in piedi davanti a lei col viso di pietra, senza mostrare nessun sentimento, ma in realtà dentro di lui vi era molta preoccupazione.
-Fa effetto la pozione?. Chiese cercando di capire la situazione.
Eliz rispose qualche istante dopo annuendo leggermente. La pozione aveva davvero fatto effetto, il bruciore le passava gradualmente e smise di espandersi lungo il suo corpo e tutto ciò che voleva in quel momento era ringraziarlo, ma le parole non le uscivano.
La mano di Piton si staccò dalla fronte della giovane e si appoggiò sulla boccetta per chiuderla e riporgerla in un contenitore di boccette già usate. -Torni nel suo dormitorio e si metta a riposo, veda di non mettersi nei guai come al suo solito. Non sono il titolare della sua casa, ma posso farle comunque un permesso per saltare solo le lezioni di oggi, non se ne approfitti.
La voce scorbutica di Severus sembrava essere sparita per qualche istante, lasciando conoscere alla giovane quella più clemente. Elizabeth raccolse il foglio che le diede Piton e si congedò con lui per raggiungere il proprio dormitorio.
Raggiunse il quadro del dormitorio e pronunciò la parola segreta, noncurante se qualcuno la stesse ascoltando e tenendo il foglio a se si incamminò sulle scale che conducevano al dormitorio, sotto lo sguardo attento dei suoi compagni che non capivano perché stesse tornando indietro mentre loro erano obbligati a fare lezione.
Una volta raggiunto il proprio dormitorio si sedette sul letto e i suoi occhi cadettero sul foglio scritto dal professore, accorgendosi che non era un permesso, ma una specie di guida.

Si procuri una pomata con essenza di menta e si ricordo di spalmarla almeno una volta al giorno sul collo, altrimenti le rimarrà per sempre la cicatrice della maledizioni. Non venga poi a lamentarsi da me se non ha fatto effetto perché il suo piccolo cervello non se l'è ricordato.

Una leggera risatina fuoriuscì da Elizabeth che trovò il sarcasmo finale nella scrittura di Piton divertente o forse semplicemente era lo stress che teneva dentro che inizia a fuoriuscire sottoforma di risatine isteriche.

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