Per il tè


La donna sembrava piuttosto soddisfatta della ritrovata accettazione da parte del ragazzo, tanto che lo portò a chiedersi se quella signora non centrasse qualcosa con l'incendio al casinò. Tuttavia tenne per sé i suoi i dubbi per sé, non voleva ricevere una tirata d'orecchie da quella vecchietta.
In quell'orribile salotto finto settecento, la signora lo aveva fatto accomodare su un tavolo rotondo, dove c'erano due tazze da te appena fatte e un sacco di documenti.
"So che è tardi, ma...Vuole un biscotto?"chiese la donna, porgendogli un cescino con dentro dei biscotti.
"Si grazie" disse Alessio, prendendone due e trattenendo la voglia di prenderli tutti, anche se continuava a getterà due occhiate a quel cestino.
"Vedo che ha fatto bene i compiti. Lei è una poliziotta per caso?"chiese, mentre prendeva un fascicolo e iniziava a sfogliarlo
"Quasi. Pulisco le scene del crimine e anche la centrale di polizia" ammise la donna, facendo alzare un sopracciglio ad Alessio.
In realtà col senno di poi era abbastanza plausibile, quei documenti contenevano solo i referti medici delle vittime- tutte rigorosamente trovate in posizioni strane e con le ossa rotte- e altri dettagli dei ritrovamenti- zone frequentate da molta gente o anche malfamate.
Non c'era nulla che collegava le vittime, apparte la stranezza delle morti.
"Strano..."disse Alessio in modo cupo, fingendo di averci capito qualcosa.
Di solito i casi di cui si occupava avevano tutti uno schema delineato-tiziæ incontrava l'amante, il coniuge iniziava a sospettare e veniva da lui, lui seguiva la coppia e portava il tutto al cornutæ- ma qui c'era una trama più intricata.
L'unica cosa chiara è che sarebbe dovuto andare nei quartieri pericolosi. Senza armi e con l'abilità in combattimento di un panda.
"Potrei...."
"No" taglio subito la vecchia, capendo al volo cosa intendesse chiedere.
"È perché ho l'affitto e ho bisogno..." tentò di dire, prima che gli si accendesse una lampadina.
"Ho bisogno di?" Incalzò la donna, schioccandogli le dita davanti alla faccia.
"Ho bisogno di una copertura. Sa, in quei posti meglio non metterci mai la faccia" disse velocemente, prima di potertene pentire ancora di più.
Uscì da quella casa drenato fisicamente, ubriaco di te e con la voglia di scappare in Messico per non ritornare mai più. Ma adesso doveva al più presto trovare la copertura che cercava. Togliendo anche le parole "investigatore privato" dal suo
Curriculum.

Enrico stava osservando dall'alto della sua posizione la periferia, con un sorriso sfrontato. Lo stesso che aveva quando aveva ucciso quel poliziotto guastafeste.
Il suo sguardo si spostò sulla scuola del suo quartiere, un edificio talmente decadente che per ottenere i soldi il preside era stato costretto ad ospitare famiglie sotto affitto pur di ottenere qualche fondo.
Ad onor del vero c'era stato qualche timido tentativo di risollevare la zona, ma non erano mai andati oltre qualche parola e promessa fatta per accalappiarti un po' di voti e i soldi destinati per qualche motivo sparivano.
Enrico avrebbe fatto così se mai avesse deciso di provare la via politica e pazienza se non era esattamente un boy scuot, alla gente piaceva in quel periodo adulare i criminali.
Restò lì per qualche minuto ancora, prima che si stancasse di quella vista.
Si alzò in piedi, piegò le gambe in direzione della sua casa famiglia e si diede la spinta, venendo sparato nel cielo e atterrando sul tetto.
L'appartamento, nonostante ci vivessero insieme a lui altre cinque persone, era silenzioso e con quel dannato ordine che tutti in quella casa dovevano rispettare, poiché andava mantenuta la reputazione della coppia pulita.
In punta di piedi, andò nella sua stanza, ma qualcuno era già lì ad attenderlo,"si può sapere dove sei stato?"chiese la voce nasale del suo compagno di stanza.
Il ragazzino si voltò, facendo un sorriso storto,"Fuori con gli amici, niente che ti riguarda".
"Solo perché i nostri custodi non ti dicono niente non significa tu possa fare il cazzo che ti pare" continuo l'altro, in tono severo.
Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, mentre si metteva il pigiama davanti a lui e trattenendo una risata vedendolo tutto rosso e con gli occhi coperti dalle mani.
Improvvisamente però, si sentì improvvisamente stanco e debole. Cadde a terra con la testa che gli girava tutta, annaspando per l'aria.
"Stai bene?"chiese allarmato il suo interlocutore (come si chiamava, Enrico non lo ricordava. Non aveva mai avuto una gran memoria per i nomi).
"Si, si, solo stanco"si affrettò a dire, mentre si buttava sul letto. Aveva dosi solo per domani. Era indispensabile procurarsene altre.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top