Q&A: Answers ((CHIUSO))

*butta fuori Martina dal suo studio*
«Ora è il mio turno delle interviste, sorry Mogliet-Tina mia.»

*si schiarisce la gola*
«Benvenuti al "Question & Answer" ai personaggi, ora passeremo alle loro risposte! E per quest'introduzione Sardonyx può accompagnare solo.» gonfio il petto. «Ma andiamo con ordine! Il primo è il nostro modello preferito: Adrien Agreste

Partono applausi e le fangirl svengono mentre il ragazzo prende posto sulla poltrona davanti a me.

«Allora Adrien, immagino sarai felice di sapere che sei circondato da tue fangirl che aspettano solo che esci il tuo Chat Jr, vero?» ammicco, puntando con la penna verso il suo cavallo.
«Cosa?!»
«Lascia stare. Iniziamo con le domande.» mi schiarisco la gola e inizio a leggere, ma mi blocco subito, guardandolo incuriosita. «Ma perché tutte le tue domande sono riguardanti al sesso?»
«Perché è difficile resistere al mio sex appeal.» sorride sistemandosi i capelli con fare vanitoso, facendo urlare tutte le ragazze nello studio.
«Certo, certo. Tutte conosciamo il tuo famosissimo sex appeal da pinguino.» mormoro con noncuranza, sfogliando casualmente il fascicolo dell'intervista.
«Ehi, non scambiarmi per Simon Lewis. Anche se è un personaggio alquanto...»
«Smettila di parlare a vanvera e iniziamo.» lo interrompo, prendendo il suo foglio.
«Peccato solo che vanvera non mi risponda...»
Lo guardo male e mi levo la scarpa. «Alla prossima battuta te la lancio.» mi schiarisco la gola prima che potesse ribattere. «Riuscirai a persuadere Marinette, secondo te?»
«Io ci sto provando! Sto tentando in tutti i modi per farla cadere ai miei piedi ma nulla!» esclama esasperato, ma si calma subito. «Però non posso costringerla a nulla se non vuole.»
Annuisco, selezionando la prossima domanda. «Pensi di potermi battere in battute squallide? Tsk, io penso di no, sono la regina delle battute squallide."
Ridacchia, guardandomi. «Chi è questa dolce ragazza?»
«É una ragazza, AsunaSAO17.»
«Cara Asuna, potrei spararti una delle mie fantasmagoriche battute, ma l'autrice qua mi minaccia con una scarpa... Scusa, ma ci tengo alle mie nove vite. Sarà per un'altra volta.»
«Quand'è che scoprirai che tua madre in realtà (probabilmente) è Null?»
«Chi è Null?»

Ridacchio sotto i baffi e Adrien se ne accorge, guardandomi storto.

«Andiamo avanti. Ma tu lo sai che sei un gran figo della Madonna?!?»
«Certo che lo so, anche se me la tiro solo con la mia Mari: deve rendersi conto cosa si sta perdendo!»
«La stessa ragazza va avanti: ok no, passiamo alle cose serie... Hai qualche passione? Sappiamo che fai scherma, cinese, pianoforte, ecc... ma lo fai perché sei "costretto" dal padre, ma c'è qualcosa che ti piace?»
Ci pensa su un attimo: «Beh, inizialmente ero costretto, poiché mio padre voleva mantenere alto il nome degli Agreste sia come casa di moda che come persone, ma poi ho preso gusto in ognuna di queste attività: guardando il lato positivo in ognuna ho trovato qualcosa che mi piaceva e le svolgevo volentieri. Certo, richiedono molto impegno e molto tempo, ma mio padre ha diminuito le ore di lezione per ognuna di esse per via della vita da supereroe e l'università che inizierò tra poco.» annuisce convinto.
«Bello oziare, neh biondino?»
«Mica ozio! Hai saputo dei mutanti?»

Alzo un sopracciglio.

«Ah già...»
«Comunque, sempre la stessa ragazza di prima scrive: "un'ultima domanda... Adrien, mi vuoi sposare? Lascia stare Mari, io sono meglio".»
Ridacchia. «Mi dispiace deluderti, ma non lascerò mai la mia Lady. Il mio cuore -ed il mio corpo se lei lo vuole- appartiene solo a lei.»

Lo guardo con gli occhi a cuoricino, trattenendo urletti da fangirl, mentre dal publico si leva un sospiro di tenerezza, oltre che di delusione.

Adrien arrossisce. «Ci sono altre domande?»
«Ancora due.» rispondo girando il foglio. «Come fai a fidarti di Lila? Come mai non controlli quello che fa?»
«Perché mi fido di Marinette: se lei ha detto che ci si può fidare di Lila allora è vero. Marinette ha un grande intuito su queste cose e in tutto il tempo che la conosco non ha mai sbagliato.»
«Guarda, non dico la mia sennò distruggo la tua convinzione e faccio spoiler.» dico con un ghigno, notando subito la sua espressione sbigottita. «Va bene, ora l'ultima, anche se non è una domanda.» mi schiarisco la gola. «Io vorrei più STRILLARE Adrien, perché qui sinceramente è un po' troppo infantile. Marinette sta diventando pazza e non credo di essere l'unico ad averlo notato. Caro amico mio, so che per quasi tutta la vita sei stato segregato in casa, però evita di far impazzire Marinette. È la tua Bugaboo e tutto, però almeno, cerca di non farla finire in un manicomio
«Il nome di questa persona?» mi chiede sistemandosi sulla poltrona.
«EternalLoveFan02. Ed è un ragazzo.»
«Oh un fanboy.» esclama sorpreso. «Comunque, per prima cosa devo correggerti su un piccolo dettaglio: sono stato segregato in casa tutto il periodo che va dalla sparizione di mia madre a quando non sono andato a scuola, quindi circa un anno. E sul mio comportamento, se ti riferisci alla mia assurda reazione di quando ho preso a pugni la rampa dello skate ti tranquillizzo subito dicendoti che sono stato uno stupido ed ho agito di impulso.» spiega scuro in viso. «È solo che... c'è in mezzo mia madre in questa situazione, anzi, tutto riguarda lei: gli attacchi dei mutanti, Catherine e tutto il resto. Anche se per poco tempo, ho sempre creduto che mia madre era morta in un incidente; poi è uscito fuori che anche lei era una portatrice e che in realtà è viva... Non so tu come avresti reagito, ma io sono sempre stato un ragazzo impulsivo e mi pento di aver reagito in quel modo, soprattutto perché non ho pensato a chi mi sta vicino: ho fatto preoccupare mio padre e Plagg ed ho fatto piangere Marinette. Non mi perdonerò mai per questo.»

Lo guardo con le lacrime agli occhi, tirando su con il naso.

Adrien mi fissa e si gira verso il pubblico, notando che molte stavano piangendo.

«Ma che–»
Mi alzo di scatto e lo abbraccio, piangendo. «Oh il mio povero bambino! Così indifeso! Così... così...»
«Ok... Che qualcuno mi aiuti...»

Arriva il Gorilla che mi stacca da lui, risistemandomi sulla mia poltrona e mi porge dei fazzoletti.

«E comunque, guarda che tra un mese ho diciotto anni, quindi non sono un bambino.»
«Ed io tra meno di venti giorni faccio i diciannove. Sei comunque più piccolo di me.» agito il fazzoletto per sorvolare sull'argomento. «E sei il bambino prezioso di tutto il fandom.»
«Ma–»
«Rassegnati biondino. Tutto è stato deciso da quando sei sbucato in TV. Ed ora sparisco dal mio studio, che siamo in ritardo.» gli faccio cenno di filare, alzandomi.

Adrien si alza stringendomi la mano e si dirige verso l'uscita accompagnato dalle urla delle fangirl.

All'improvviso, si ferma appena prima di uscire. «E comunque, cara AsunaSAO17, le mie non sono battute squalide, ma micidiali.» ammicca.

Afferro la scarpa che avevo preparato prima e gliela lancio in testa, colpendolo in pieno.

Lo guardo uscire impaurito, salutando un'altra volta tutti i presenti.

«Giuro che lo farò soffrire quel ragazzo.» sussurro, per poi tornare a sorridere verso il pubblico. «Ed ora passiamo al secondo ospite: Marinette Dupain-Cheng

Il pubblico applaude mentre la vede entrare rossa in viso, agitando la mano in segno di saluto e con un sorriso imbarazzato che le ornava il viso.

«Vieni pure Mari, siediti sulla poltrona.»

La ragazza mi ringrazia e si siede, ancora agitata.

«Mari, tranquilla, mica ti mangio.» rido, facendola sorridere.
«È che siete in tanti...»
«E non siamo tutti.» alzo i pollici, facendola avvampare. «Ma ora iniziamo. Allora, cara Marinette, iniziamo con la classica domanda che molti dei lettori si fanno: quando soddisferai Adrien?»

Marinette diventa rossa come un peperone ed inizia a balbettare.

«Voglio dire, se magari ti "concedessi a lui" potrebbe -e sottolineo "potrebbe"- diventare più calmo.»
«O potrebbe volerne ancora.» puntualizza ancora imbarazzata.
«Ma credimi: anche tu ne vorrai ancora.»
«FRANCESCA!» sbotta coprendosi il volto e sprofondando nella poltrona.
«Ok, abbiamo capito che dovrà passare ancora un po' di tempo.» mi schiarisco la gola. «Una fan chiede: "da grande vuoi fare la stilista. Come pensi di chiamare la tua linea di moda?".»
La ragazza ci pensa su. «Ora come ora non saprei. Dipende come vanno le cose con monsieur Gabriel, se si stanca di me o trova qualcuno di meglio.»
«Credimi ragazza, Gabriel non troverà mai qualcuno di meglio e tu finirai per mandare avanti la sua casa di moda.»
La corvina mi guarda con un sorriso imbarazzato. «Grazie...»
«Io dico soltanto la verità.» gonfio il petto. «Ed ora andiamo avanti. Come fai a fidarti di Lila?»
«Beh, perché—»

Le spengo il microfono.

«E siccome la tua risposta contiene spoiler, io direi di non farti parlare.»

Marinette mi guarda interrogativa ed io le riaccendo il microfono.

«E allora perché me l'hai fatta?»
«Volevo dare false aspettative ai lettori.» rispondo con un'alzata di spalle.
La corvina mi guarda con una smorfia. «Sei una persona crudele.»
«Grazie.» le sorrido. «Ultima domanda. Quando ti devi trasformare ma sei a scuola, che scuse usi per giustificarti? Chiedi sempre di andare in bagno?»
Marinette inizia a ridere di gusto, asciugandosi una lacrima all'occhio prima di rispondere. «Quelli sì che erano bei tempi. Sì, usavo quasi ed unicamente quella scusa, soprattutto se l'akuma non attaccava a scuola o nelle vicinanze e quindi dovevo percorrere chilometri per arrivare alla zona dell'attacco. Ma la cosa difficile stava nel spiegare come mai io ed Adrien, dopo che c'eravamo messi insieme, andavamo sempre in bagno nello stesso tempo!»
«Non oso immaginare.» rido anch'io, immaginando una possibile scena dove i due venivano invasi di domande.
«Il problema sarà sé questa situazione non si risolve il prima possibile: alla Marangoni non potrò salare molte ore.»
«Vedrai che si sistemerà tutto, tranquilla.» Marinette mi guarda con occhi speranzosi. «Tralasciando tutto quello che capiterà in mezzo, ovviamente.»

Subito la sua espressione lascia trasparire il terrore e la sorpresa.

«Sei...»
«Sono crudele, lo so.» annuisco sistemandomi i capelli. «E le tue domande sono finite.»

La faccio alzare, salutandola con un paio di baci sulle guance e le induco l'uscita, mentre il pubblico applaude nel vederla sparire dietro le tende.

«Tikki, Plagg, è il visto turno!» urlo seduta sulla poltrona, sorridendo nel vederli entrare.
«Mi è stato promesso del Camembert. Dov'è?!» mormora Plagg, incrociando le braccia al petto.
«Sei un ingordo!» lo riprende Tikki, dandogli un leggero pugni sulla spalla.
«Plagg, il Camembert lo avrai dopo, ma ora dovreste rispondere ad un paio di domande.»
«Solo un paio?! Ed io sono venuto con qui per solo un paio di domande?!» esclama arrabbiato il felino.
«Scusa, ma quasi tutte sono su un solo argomento.»
«Quale?»
«Che tipo di relazione avete voi due?»
«Siamo compagni di battaglia oltre che amici millenari, nulla di più.» risponde Tikki con un dolce sorriso gentile.
Subito Plagg prende parola: «Noi kwami siamo in grado di percepire, provare ed esprimere i sentimenti che provate voi umani. Sappiamo che Adrien e Mari si amano, e che il mio portatore vorrebbe infilare il suo "Chat Jr" -come avrà fatto a dare un nome al suo coso?!- dentro a quella povera donna, ma né io né Tikki predisponiamo di organi riproduttivi come voi umani, quindi non si può fare. Mi dispiace per voi fan della "Plakki".»

Sbarro gli occhi, scioccata della sua risposta, per poi applaudirgli.

«Cosa?!»
«Plagg, ti adoro.» esclamò fingendo di asciugarmi le lacrime agli occhi. «Ma per la questione dei sentimenti, invece?»
«Amici di lunga data. Parecchio lunga.» dice il felino nero con un'alzata di spalle.
«Quanto vorrei menarlo...» sospira Tikki, portandosi la zampetta alla fronte.
«Ultima domanda: dov'è il kwami dell'ape?»
«È nel suo Miraculous. Soltanto quando il Grande Guardiano decide chi è degno di divenire portatore allora il kwami può mostrarsi.» spiega sapientemente la coccinella, annuendo.
«Finito? Bene. Voglio il mio Camembert.» sbuffa Plagg librandosi in volo.
«È stato un piacere rispondere alle domande.» sorride ancora Tikki, seguendo il suo compagno.

Io li ringrazio e li saluto, guardandoli discutere mentre escono.

«Ed ecco il novellino. Christian Rizzini

Il ragazzo entra, sfoggiando un bellissimo sorriso che fa urlare tutte le ragazze tra il pubblico.

A stento mi trattengo anch'io.

«Benvenuto ragazzo.» gli dico facendolo accomodare.
«Grazie, è fantastico essere qua.» risponde felicemente.
«Mi fa piacere. Anche perché appena seduto te ne devi andare.» rispondo girando il figlio, recuperando il suo nome.
«Perché?!»
«Perché ti hanno fatto solo una domanda: cosa ne pensi di Lila e perché non ti fidanzi con lei?»
Il corvino sbatte le palpebre. «È un'amica. L'ho conosciuta da poco e malgrado fosse italiana come me e mi piace parlare con lei non mi ci potrei mai fidanzare, per ora.» risponde. «E poi il mare è pieno di pesci!»
«E sappiamo che a te va bene tutto.» rispondo agitando le sopracciglia e lui fa lo stesso. «Bene, dopo questa puoi andartene, fila via.»

Christian ride e si alza, saluta il pubblico ringraziando ed esce dallo studio.

«Ed ora passiamo alla nostra italiana preferita: Lila Rossi

La mora entra nella stanza, salutando il pubblico con un sorriso smagliante, per poi sedersi sulla poltrona davanti a me.

«Ciao Lila, benvenuta a quest'intervista.» le sorrido.
«Grazie a te per l'invito.»
«Allora, iniziamo. E sai le regole.» la ammonisco.
«Ehi, sono o non sono conosciuta come "la bugiarda"?» ammicca.
«Perfetto.» ghigno subito dopo. «Iniziamo. Stai fingendo di essere amica di Adrien e Mari o stai facendo finta di essere alleata con il nemico?»
«Hai sentito l'autrice? Niente spoiler.» alza le spalle con nonchalance.
«Brava ragazza. Cosa intendi fare con Catherine e Mark? Dobbiamo preoccuparci per i fatto che hai ancora contatti con loro?»
«Forse. Probabile. Vedrai, insomma.»
Alzo entrambi i pollici alla sua risposta. «Stessa domanda di Christian
«E sarebbe?» mi chiede alzando un sopracciglio.
«Credo "che cosa pensi di lui?".»
Lila ridacchia prima di rispondere. «Basta modelli. Ho già dato con Adrien e, sinceramente, credo rimarrò lontana dai ragazzi per un po'; a meno che non si facciano avanti loro, ovvio.» prende fiato. «Io e Christian siamo compagni di battaglia quando siamo trasformati e amici nella vita privata. Tutto qua.»
«Perfetto, abbiamo finito.» le dico vedendola alzarsi. «E Lila, acqua in bocca.» ammicco.

Lei mi restituisce il gesto, salutando il pubblico ed uscendo dallo studio.

«Dai che mancano ancora tante persone! Ma ora direi di far entrare la persona che ha cambiato la vita dei nostri due eroi: Maestro Shi– ehm. Master Fu

L'anziano entra accompagnato dall'applauso del pubblico, sedendosi sulla poltrona e facendomi quasi venir da ridere per la sua stazza.

«Mi stavi per chiamare come fa Adrien.» mi rimprovera.
«Chi? Io? Ma no!»

Fu alza un sopracciglio, guardandomi seria.

«Andiamo avanti.» tossisco per cambiare argomento. «Allora, Master Fu, alcune lettrici si chiedono se lei ha ancora il Miraculous della tartaruga e che poteri ha
«Sì, sono ancora il padrone di Wayzz, e per quanto riguarda i suoi poteri... non posso rivelarveli.» dice subito dopo, notando il mio dito sfiorare il pulsante per spegnere il microfono.
«Come ha fatto a dare i Miraculous a Marinette ed Adrien? Voglio dire, erano sulla loro scrivania!»
L'anziano sorride. «La vera impresa sta nel scegliere i possessori, poi ci pensa Wayzz ed un po' dei miei poteri.»
«Quindi... Wayzz fa il piccione viaggiatore?»
«Chiamarlo così lo sminuisci.»
Alzo le spalle e giro il foglio. «Dov'è il kwami dell'ape?»
«Nel suo Miraculous. Non è ancora tempo di scegliere un nuovo portatore.»
«O portatrice.» puntualizzo.
«O portatrice.» conferma annuendo.
«Cederà a qualcuno il Miraculous della tartaruga?»
«Stessa risposta del Miraculous dell'ape, tranne per il fatto che Wayzz ha un portatore.»
«Dove ha imparato a stalkerare così bene?»
Fu sorride. «Li stavo soltanto tenendo d'occhio. Ed alcune volte mi trovavo nei paraggi per puro caso.» risponde con un'alzata di spalle.
Batto le mani. «Bene, abbiamo terminato qua. Ora può tornare ad allenare i Cinque Cicloni.»
L'anziano mi guarda male. «Tu ed Adrien andate d'accordo per caso?»
«Probabile.» gli sorrido, per poi salutarlo con una stretta di mano e indicargli l'uscita.

«Siamo quasi giunti alla fine della nostra intervista.» controllo il programma e sbarro gli occhi. «MA QUANTE DOMANDE DEVO FARE ANCORA?!» urlò al mio assistente, che alza le spalle. «Non indugiamo e facciamo entrare il Dr Mark Julien Kaizen

La tenda che divide le quinte dallo studio si apre, ma al posto del dottore esce sua moglie con un tablet.

«Catherine?! Perché sei uscita tu? Non è ancora il tuo turno.»
«Lo so, ma mio marito non è riuscito a venire per... lavoro... quindi ho portato un tablet in videochiamata con lui.» risponde indicando l'apparecchio elettronico con lo schermo nero.
«Questa situazione mi ricorda qualcuno...» mormorò a bassa voce.
«Cosa?»
«Nulla. Siediti, che dopo rispondi anche alla tua domanda.»

La donna fa come le ho detto, sistemando lo schermo del tablet in modo tale che sia rivolto verso di me.

«Perfetto, iniziamo.»

Catherine accende il tablet, rivelando il volto serio del dottore.

Ammetto che fa i brividi.

«Allora, è una domanda, quindi non le porto via troppo tempo.» dico un po' per protezione.
«Lo spero. Ho tanto lavoro da fare e non voglio sprecare tempo prezioso.» risponde serio.

Ed a me continua a sembrare una persona.

«Una fan vorrebbe sapere il perché lei vuole avere i poteri di Tikki e Plagg per conquistare il mondo. Gabriel Agreste, aka Papillon, voleva i Miraculous per riportare indietro la moglie, ma lei? C'è una ragione precisa?»
«Io voglio ottenere il potere assoluto. Ho passato anni a cercare l'energia necessaria per permettermi di raggiungere una grande potenza e quando ho scoperto l'esistenza dei Miraculous della creazione e della distruzione mi sono ripromesso di trovarli e usufruire del loro potere.» risponde in tono fermo. «Papillon, o meglio Gabriel Agreste, è stato debole, preferendo risparmiare due vite piuttosto che raggiungere il suo obiettivo, ma io non mi faccio scrupoli.»

Catherine abbassa lo sguardo sul tablet, forzando leggermente la presa.

Nello studio cala il silenzio e persino io rimango senza parole.

«Visto che era solo una domanda posso tornare al mio lavoro.» esclama il dottore interrompendo la comunicazione.

Nello studio si sentono dei mormorii ed io rivolgo la mia attenzione su Catherine, che aveva riposto il tablet nell'apposita custodia.

«Veniamo a te.» interrompo il brusio, schiarendomi la gola. «Sei soddisfatta del tuo lavoro?»
La donna sorride. «Sì, sono parecchio soddisfatta. Mi sono impegnata parecchio per divenire ciò che sono ora: una grande scienziata.»
«Sei, invece, soddisfatta di tuo marito?»
La sua espressione felice non cambia. «Sì, anche lui si è impegnato parecchio per diventare uno degli scienziati più conosciuti al mondo nel campo medico e della ricerca, e sono felice per il suo traguardo raggiunto.»
«Quel giorno in cui ha salvato Adrien, rientrava nei piani o l'hai fatto perché in realtà non sei cattiva?»
Catherine abbassò lo sguardo. «L'ho fatto perché avevo fatto una promessa.»

Il mormorio ricomincia e Catherine si guarda intorno in imbarazzo.

«Abbiamo terminato, puoi tornare di là.» le dico notando il suo stato d'animo.

Lei mi ringrazia e con un debole sorriso cammina verso l'uscita, sparendo dietro le tende.

«Beh. Cose alquanto strane.» sdrammatizzo girando il foglio. «E di cose strane non sono finite, perché ora è il turno di Null

Una creatura dalle fattezze demoniache entra nello studio; la lunga coda striscia a terra e le ali nere hanno un fremito non appena il suo occhio scoperto si scontra con la luce dei fari.

Scostando i capelli biondi si siede sulla poltrona, guardandomi con un ghigno di sfida.

Nella stanza regna il silenzio, ma io sorrido alla nostra ospite.

«Ora, io dirò che sei donna perché hai le fattezze femminili, ma svelerò più avanti i dettagli.» puntualizzo vedendola annuire. «Partiamo diretti: cosa sei in realtà?»

Null fa per rispondere, ma io le spengo il microfono, evitando di rabbrividire al suo sguardo glaciale ed al colore dell'occhio sinistro.

«Sei la madre di Adrien, non è vero?» riprendo.

Null apre bocca per rispondere, ma il suo audio è ancora spento.

«Che c'è? Non devi fare spoiler!» esclamò come se fosse la cosa più normale del mondo. «Sei il kwami dell'ape?»

Il demone –chiamiamola così– scoppiò in una sonora risata, portandosi la mano al ventre per cercare di trattenere le risa.

Io la guardo nervosa, sorridendo a mia volta.

«Io non sono il kwami dell'ape, signorina.» ghigna con voce distorta.

Mi sembrava che stessero parlando due persone: una donna ed una non umana.

«Non confondermi con dei kwami minori.» puntualizza seria, facendomi rabbrividire.

«Che cosa sei?»
«Posso dirvi solo che sono un essere dotato di grandi poteri. Non voglio che questa donna mi spenga il microfono un'altra volta.» sbuffa guardandomi male, mentre io alzo le spalle.
«No spoiler, Null.»

Il demone fa un suono di disapprovazione, guardando il pubblico, che si raggelò immediatamente.

«Ti ricordo di un certo Adrien Agreste e di un certo Gabriel Agreste?»
«So solo che il più giovane ha ciò che voglio: il Miraculous della distruzione. Dell'altro non mi importa.» risponde secca.
«Prima eri umana?»
«Dipende, a chi stai parlando?» ghigna divertita, mostrandomi i denti affilati.
«Se sì, sei stata geneticamente modificata da Mark?»
Null ridacchiò. «Hanno privato a studiarmi, ma sono un essere superiore, immune a tutte le vostre strane cose da umani. Quindi no, l'umano che intendi nella domanda non c'entra nulla.»

Giro il foglio, controllando che non ci sia nessun'altra domanda.

«Abbiamo finito. Devo dire che tu sei colei che ha ricevuto più domande.»
«Mi piace rispondere.» dice alzando le spalle. «Ma se qualcuno non mi fa parlare...»
«Ripeto: no spoiler.» rispondo sottolineando le ultime due parole. «Ora puoi andare. Dai che mi manca l'ultimo ospite.»

Null non dice niente: si alza e cammina verso l'uscita, sparendo dietro le tende.

Nello studio nessuno osa dire una parola.

«Beh, io direi di far entrare Dagon... a questo punto.» mormoro ancora leggermente sconvolta da poco fa.

Il ragazzo coperto da un mantello nero entra nello studio e, senza dire una parola, si siede sulla poltrona.

«Ecco qua il nuovo arrivato. Come ci si sente ad essere nella mia storia da solo un capitolo –due con il prossimo–?»

Dagon mi guarda con sguardo spento e non risponde.

Io ridacchio nervosa, prendendo le sue domande.

«Allora... Come hanno fatto a farti? È come hai fatto in due anni a crescere così velocemente?»

Il ragazzo fa ancora scena muta, non staccando i suoi occhi da me.

«Okay... Sei umano?»
«Più o meno.» risponde quasi immediatamente.
«Oh! Una frase! Stiamo compiendo dei passi da gigante!» esclamo entusiasta, notando il suo sguardo perplesso. «Come hai fatto a crescere in un laboratorio?»
«Come hai fatto tu a crescere in una casa?» ribatte con monotonia, lasciandomi spiazzata.
«Misterioso il tipo.» commento per sdrammatizzare la situazione, ma non funziona. «Hai i genitori?»

Dagon alza le spalle, rimandando in silenzio.

«Bravo, hai capito che non devi dire nulla.» ripongo la cartellina con le domande sulle gambe e subito il ragazzo si alza, avviandosi silenziosamente verso l'uscita.

Io mi giro verso il pubblico, sorpresa e mi alzo con un sorriso a trentadue denti.

«Bene gente, abbiamo finito l'intervista ai personaggi di "The masked serie"! Le domande sono state un po' e malgrado nessuno abbia domandato nulla a Gabriel ce la siamo cavata.»

Dal pubblico parte l'applauso non appena mi inchino.

«Ci vediamo mercoledì -cioè domani- con il capitolo 27 e non temete, le domande a cui non avete avuto risposta la troveranno nei capitoli successivi.» ammicco. «Restare connessi per gli aggiornamenti! Buona notte a tutti, e Stay Miraculous

Le luci si affievoliscono piano piano ed io continuo a salutare.

Quando le luci sono spente iniziò a camminare verso l'uscita, ma cado a terra dopo essermi inciampata in un cavo.

«Guarda Mari, abbiamo trovato qualcuno più imbracati di te.» senti dire ad Adrien, seguito da un "ahia".
«Ti sta bene, Gattaccio dei miei stivali!» urlo dopo avergli lanciato la scarpa, pensano di non riuscire a prenderlo poiché non vedo nulla.
«Il peccato di non essere trasformato in Chat Noir è di non aver visto la caduta.»
«Attento a non metterti contro la tua ragazza e l'autrice, Adrien.» lo ammonisce Lila.

Credo che per stanotte sia troppo...

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