Cap. 7
Adrien tornò a casa al settimo cielo.
L'università era perfetta e voleva ringraziare il padre per avergli permesso di frequentare ciò che voleva.
Il ragazzo camminò fino all'ufficio, bussando prima di entrare ma notando che la stanza era vuota; decise allora di provare nella camera da letto, bussando nuovamente.
«Vieni.» esclamò la vocina di Nooroo, vedendolo seduto sul letto, troppo grande per lui. «È in bagno.» rispose il kwami prima che il biondo gli chiedesse qualcosa.
«Allora lo aspetto fuori.» disse Adrien, aprendo la porta.
«Non so quando uscirà. È da quasi un'ora che sta facendo la doccia.»
Il ragazzo iniziò a preoccuparsi. Se si fosse sentito male?
«Se è come il figlio allora puoi capirmi.» bofonchiò Plagg, sedendosi accanto al suo compagno.
Il ragazzo lanciò un'occhiataccia allo spiritello nero, per poi bussare alla porta del bagno e chiamare il padre.
«Perché? Che fa Adrien in bagno?» chiese Nooroo, ascoltando interessato ciò che Plagg gli stava spiegando nell'orecchio.
Il biondo bussò nuovamente: «Padre? Padre, tutto bene?»
La porta si aprì subito dopo, rivelando Gabriel in accappatoio, con i capelli bagnati e senza occhiali.
«No, nulla va bene.» mormorò.
«Wow, hai un aspetto orribile!» esclamò Adrien, vedendo subito quanto fosse a terra. «Cos'hai? Ti sentì male?»
«Mi sento uno schifo... per quello che ho fatto a te e a Marinette.» rispose con voce roca, chiudendo la porta del bagno dietro di sé.
Adrien lo guardò crucciato: «Padre, hai bevuto?»
«No, ma sto affogando nel se so di colpa. Mi dispiace figliolo.» rispose lo stilista, abbracciando senza alcun preavviso il figlio, che si irrigidì. «Scusami.»
«Padre, per quando mi piacciono gli abbracci, e per quanto questo mi ricorda vagamente quello di Jackady, vestiti prima! Sei nudo sotto l'accappatoio!» urlò il ragazzo, agitandosi per essere liberato.
I due kwami osservarono la scena disgustati.
«Non guarderò gli umani mai più come prima...» esclamò Nooroo.
«Tranquillo, ci farai l'abitudine.»
Catherine era a bordo del jet privato di suo marito verso Parigi, i capelli rosso fuoco sciolti, facendo sì che le onde date dai riccioli cadessero leggiadramente sulle spalle; indossava un paio di occhiali da sole con le lenti scure, che ora teneva sopra la testa, siccome il finestrino era coperto dalla tendina.
«Spiegami ancora una volta di chi ti occupi.» esclamò la donna, guardando gli occhi spenti di Nathalie.
«Mi occupo degli Agreste, una delle famiglie più ricche di Parigi.» iniziò meccanicamente Nathalie, in trance. «Gabriel Agreste è uno stilista di fama mondiale e suo figlio, Adrien, è uno studente che tra poco inizierà l'università, in più, lavora per il padre come modello; della signora Agreste, purtroppo, so solo che è deceduta in un incidente.»
«Adrien?» chiese Catherine, come se quel nome l'avesse risvegliata.
«Sì, signora.»
La rossa fissò nuovamente la segretaria, schioccando le dita e facendola cadere addormentata in un nano secondo.
Se realmente Adrien Agreste era un possessore di Miraculous, era arrivato il momento per lei di saldare un vecchio debito.
Marinette stava aspettando Adrien in camera sua.
Le aveva mandato un audio su Whatsapp dove le diceva –o meglio, le urlava– che sarebbe venuto da lei per levarsi un'immagine traumatizzante dalla testa.
La ragazza stava lavorando agli ultimi schizzi che aveva ideato il giorno precedente, con Tikki che sorrideva mentre la guardava concentrarsi; le due sentirono il campanello suonare e, con estrema velocità, il kwami si nascose tra i capelli sciolti della ragazza, che scese in salotto giusto in tempo per sentire la voce del biondo mentre si chiudeva la porta.
«Marinette ci ha detto che hai deciso l'università che frequenterai. Francamente, non ci capisco molto di fisica.» borbottò Tom, facendolo accomodare in salotto.
«A tua figlia piace fare spoiler allora.» rispose lui, ridacchiando quando la corvina gli fece una linguaccia da sopra le scale.
«Ciao Adrien, congratulazioni per la tua scelta universitaria.» sorrise Sabine, uscendo dalla camera.
«Grazie mille Sabine.»
I quattro si sedettero in salotto, iniziando a parlare del più e del meno, mormorando ogni qual volta che i due uomini facevano battute pessime.
«Adrien, perché non chiedi a tuo padre se vuole venire a cena da noi? È da Natale scorso che non passiamo una serata assieme.» rifletté la donna, posando sul tavolino la tazza da tè vuota.
«Solo perché Nathalie vi ha invitati, sennò l'avrei passato da solo.» rispose con un triste sorriso, ricordando il suo primo Natale senza la madre. «Comunque, ora chiedo a mio padre.»
L'attenzione di Marinette andò sul suo cellulare che stava vibrando in tasca, facendo cenno ai suoi di abbassare la voce dopo aver letto il nome sul display.
«Signor Agreste.» esclamò lei per far sapere agli altri di chi si trattava. «Tutto bene? Mi fa piacere. Anch'io sto bene, grazie. Un attimo che glielo passo.» rispose, per poi tendere il cellulare al suo ragazzo: «Tuo padre dice di accendere il cellulare.»
«Ecco qua il mio genitore preferito. Stavamo giusto parlando di te, sai?» domandò, facendo cenno di scusa ai Dupain-Cheng per poi alzarsi dal divano e andando verso l'angolo cottura.
«Non vedo l'ora di conoscere meglio il Signor Agreste, a Natale non parlò molto.» disse Sabine, poggiandosi contro il marito, che le cinse le spalle con il braccio.
«Aveva perso la moglie da poco e si era preso uno spavento per la scomparsa del figlio, era normale il suo comportamento.» rispose Tom, stringendo leggermente la moglie.
«Povero ragazzo, se l'è vista davvero brutta.»
Adrien comparve nuovamente in salotto, con un luccichio agli occhi: «Tom, Sabine, domani sera non è un problema per voi?»
«No, nessun problema.» rispose la donna con un dolce sorriso.
Il ragazzo si portò l'apparecchio all'orecchio, rivolgendosi all'uomo all'altro capo: «Padre, appuntati questo: domani sera cena dai Dupain-Cheng.»
Lila era sdraiata sul divano, indossando un paio di pantaloncini corti e un top nero, pigiando annoiata sul bottone del cambio canale, sbuffando.
Il suo kwami era appisolato sul cuscino accanto a lei, con il respiro regolare e una zampetta posteriore che si agitava per un sogno che stava facendo.
La ragazza fermò sul notiziario locale, volendo sentire ciò che assillava la città parigina; parlava di Ladybug e Chat Noir.
«Quale novità.» sospirò l'italiana, ma ciò che attirò la sua attenzione fu il titolo: "Ladybug e Chat Noir. Eroi o seguaci di Papillon?"
Sul volto della mora comparì un ghigno divertito: presto si sarebbe divertita.
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Salve cari lettori :D
Sono 1:45 di notte ed io devo aggiornare, visto che oggi è mercoledì.
Che cosa ci faccio in piedi a quest'ora? Ma è ovvio: leggevo!
Sono strafelice oggi, non solo perché sono in vacanza (evviva il dolce far nulla), ma anche perché posso godermi tutta la lettura che voglio dopo che un mio amico mi ha regalato il Kindle :D
Del tipo: sono a casa dal 23 ed ho iniziato a leggere il 24 sera, intorno alle 22, aspettando che mi addormentassi, da allora ho letto 3 libri di Maximum Ride ed ora ho iniziato il 4º *^*
Vi direi "fermatemi", "fatemi rallentare", ma pure il mio subconscio si mette a ridere non appena penso a queste frasi.
Ok, una nuova OTP è nata leggendo quella serie ed ora ne sono in fissa... Essere fangirl è dura...
Anyway, torniamo a Miraculous.
Lila spera sempre nella sua vendetta e Nathalie è in viaggio con Catherine...
Chissà che accadrà🌚
Lo scoprirete la prossima volta, magari con capitoli più lunghi🌚
A mercoledì :D
FrancescaAbeni
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