CAPITOLO TERZO - parte 2
Non appena Timothy ebbe varcato distrattamente la soglia della camera, si ritrovò faccia a faccia con Sam.
L'uomo era arrabbiato, la sua fronte era aggrottata ed il suo volto distorto in un ghigno per nulla amichevole.
-Eccoti qui, testa di cazzo!- gridò assestando un forte spintone sulle spalle del ragazzo. -Si può sapere cosa ti frulla in quella cazzo di testa?!-.
-Scanzati- si limitò a rispondere Tim, senza neanche guardarlo in faccia.
-Mi prendi per il culo?- gridò ancora l'uomo, stringendo i pugni -Chi credi di essere? Eh? Ti rendi conto che ci hai addossato tutto il lavoro?!-.
Tim tentò ancora una volta di avanzare, schivando Sam, ma ciò che accadde dopo scatenò il panico.
Sam sferrò con una rabbia incontenibile un pugno dritto sul volto del ragazzo, il quale si fermò di colpo. A causa del dolore portò entrambe la mani al viso, e sentì che dentro di lui stava rapidamente salendo una rabbia incontrollabile.
Un sentimento vivo, bruciante, troppo forte per essere contenuto dalla semplice volontà.
Scattò in avanti all'improvviso, afferrando il collo di Sam. L'uomo si divincolò senza riuscire a liberarsi dalla presa, e si trovò presto bloccato contro al muro.
Quel ragazzo aveva una corporatura piuttosto esile, ma allora dove trovava tutta quella forza?
L'uomo sentì che l'aria gli mancava; inziò ad annaspare, con il volto che stava già diventando rosso. Riuscì ad afferrare le spalle di Timothy, nel vano tentativo di spingerlo via, ma non ci riuscì.
Lo stringeva troppo forte, ormai deciso a soffocarlo.
In quel momento tuttavia arrivò Asya, spaventata dai rumori che aveva sentito provenire dalla stanza. Quando le si parò davanti quella scena, i suoi occhi si spalancarono ed il suo cuore iniziò a battere freneticamente a causa della paura.
-Smettetela!- gridò precipitandosi a dividerli. Tentò di spingere via Tim, ma quel ragazzo sembrava inchiodato con le suole a terra.
Afferrò il suo braccio destro tentando ancora una volta di liberare Sam dalla presa, e fu allora che arrivò anche Berto, ed impiegò tutta la sua forza iniziando a strattonarlo più forte che poteva.
-Lascialo!!-.
Fu proprio in quel momento che, all'improvviso, Berto piombò nella stanza.
-Che cazzo state facendo!- gridò avvicinandosi a passo svelto, con un ghigno di paura e disprezzo dipinto sul volto -Timothy! Lascialo subito!-.
Questa volta, tuttavia, Tim non ascoltò neanche lui.
Poco importava se si trattava del suo capo; in quel momento la sua mente era spenta, incapace di ragionare in modo lucido o razionale.
Berto afferrò una bottiglia di vino vuota, e colpì il ragazzo alla testa; quella sembrava essere l'unica soluzione, al momento.
La bottiglia si ruppe in tanti frammenti di vetro e finalmente Tim mollò la presa sul collo di Sam, e voltò la testa di scatto.
I suoi occhi erano carichi d'odio.
Berto indietreggiò di un passo, improvvisamente spaventato.
Quello sguardo non sembrava neanche umano.
Tim strinse le mandibole ed abbassò lo sguardo. Doveva calmarsi, aveva decisamente perso il controllo ed ora se ne stava effettivamente rendendo conto. Rimase immobile per una manciata di secondi, poi, all'improvviso, scappò via. Diede uno spintone ad Asya per aprirsi un varco verso la porta, e se andò correndo.
La ragazza si scambiò uno sguardo spaventato con Sam, che ora si massaggiava il collo dolorante ed annaspava alla ricerca d'aria, e poi corse via a sua volta, rincorrendo Tim.
Il ragazzo era già fuori dalla porta del locale, ed ora stava correndo lungo il giardino.
-Timothy!- gridò -Aspetta!-.
Lui non accennò neanche a rallentare, e continuò a scappare a gambe lavate dirigendosi verso la zona boschiva che fiancheggiava quella zona.
Poco dopo, con un balzo, si addentrò tra i cespugli.
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