25. LO SPETTRO VIOLACEO
Una volta che Shirei ebbe accettato la sfida, i due si spostarono verso l'arena d'addestramento, seguiti dalla folla che bramava ardentemente di assistere al confronto. Di comune accordo, gli Stirpemista avevano deciso di considerare il pranzo terminato.
La tensione nell'aria era palpabile, mentre tutti si preparavano a vedere chi avrebbe prevalso in quel duello epico. Da un lato lo Stirpemista più forte del posto, dall'altro la misteriosa rivelazione del momento. Marina non poté che ammettere la propria curiosità. Temeva, tuttavia, che si ripetesse la stessa storia della lezione tenuta assieme ai figli di Cragar proprio nell'arena d'addestramento.
Doveva riuscire a far desistere Havel.
La figlia di Ien continuò con passo deciso, si staccò dal gruppo di spettatori che già andavano a posizionarsi sugli spalti e raggiunse lo Stirpemista.
«Ehi, Havel...» richiamò la sua attenzione, cercando di apparire calma, nonostante la tensione che la pervadeva.
«Oh, ciao!» il figlio di Sidal si voltò con un largo sorriso. «Che si dice, Margherita?» rispose, rivolgendole uno sguardo disinteressato.
«Marina,» corresse la ragazza con tono lievemente irritato.
«Giusto, giusto,» annuì Havel, facendo finta di ricordare. «Allora? Vuoi un autografo?» aggiunse, mettendosi in posa come se fosse una celebrità.
Marina inspirò profondamente prima di rispondere, doveva placare l'istinto di tirargli un calcio all'inguine. «No, vorrei che annullassi lo scontro,» disse, fissando il ragazzo negli occhi.
Havel rise leggermente. «Troppo tardi,» rispose, sicuro di sé. «La folla lo desidera, quindi devo accontentarla.»
Vedendo il volto preoccupato della bionda, si affrettò ad aggiungere. «Non temere, sarà solo una dimostrazione. Il tuo ragazzo tornerà sano e salvo fra le tue braccia.»
La figlia di Ien deglutì, cercando di trattenere l'emozione che stava salendo in gola. Il suo ragazzo. Shirei. Lei e Shirei fidanzati, insieme.
Si bloccò.
«N-noi non...» balbettò, interrompendosi per cercare le parole giuste.
"Calma... era una semplice battuta, questo idiota ne spara tante."
«Sai cosa? Buona fortuna,» concluse infine, voltandosi per andarsene, prima arrossire.
Il figlio di Sidal sorrise e rispose facendole l'occhiolino. «Lo dici alla persona sbagliata!»
Di nuovo quella solita arroganza, Marina la odiava a morte. Non doveva guardarsi allo specchio per saperlo, stava cominciando a diventare davvero rossa, ma per la rabbia e non per l'imbarazzo.
Ricambiò il sorriso e imitò la voce dello Stirpemista. «Non credo proprio!«
Di seguito sbuffò e si allontanò da lui. Se prima era preoccupata che accadesse qualcosa di grave, adesso sperava seriamente che Shirei vincesse lo scontro.
"Anzi, spero proprio che lo conci per le feste."
L'arena d'addestramento era illuminata dal sole splendente mentre i due contendenti si preparavano per la battaglia imminente. Molti Stirpemista erano presenti, incuriositi dall'esito del duello e desiderosi di assistere a uno spettacolo di forza e abilità. Alcuni non erano nemmeno alla mensa, dovevano essersi aggiunti quando avevano visto il grande gruppo spostarsi in direzione del piano rialzato. Ognuno era carico di aspettative e desiderava vedere come si sarebbe svolto il confronto tra i due Stirpemista. I figli di Lodal, dio del denaro e dell'oro, cominciarono a tenere le scommesse, offrendo quote che riflettevano il loro giudizio sul possibile esito.
Marina udì alcuni ragazzi chiamare le valutazioni.
C'era una percentuale di vittoria del trenta percento per Shirei e del settanta per Havel secondo il pubblico, dunque puntare sul figlio di Cragar avrebbe costituito una vincita maggiore. La folla era divisa tra coloro che credevano nella forza consolidata del leader d'élite e quelli che speravano nel potere dell'Erede Proibito.
"Se potesse evocare i tenebrae, forse le statistiche non sarebbero così tanto a sfavore di Spettro" pensò Marina.
La figlia di Ien guardò in alto, nella speranza che Aena discendesse dal cielo per fermare lo scontro privo di utilità. Non vedendo, però, alcun segno rosato nel cielo, a simboleggiare l'arrivo della dea dell'amore, sentì l'ansia salire.
Non le rimaneva altro che tifare. Shirei avrebbe dato a quel pallone gonfiato di Havel quello che si meritava: una bella lezione.
Decise di avvicinarsi ad Ada Bonaventura e attendere che lo scontro iniziasse.
La figlia di Rutia richiamò l'attenzione dei contendenti. «Alcune regole prima di cominciare. Lo scontro termina quando uno dei due finisce al terreno o subisce una ferita di media entità.»
Ada indicò la propria compagna. «La nostra guaritrice è qui, quindi non dovete preoccuparvi di nulla. Pensate unicamente a dare il meglio di voi e mostrare le vostre abilità, senza sfociare in un duello mortale.»
L'ultima parte era rivolta ad Havel, ma il ragazzo non sembrò capirlo, tant'è che gridò alla folla: «Allora, siete pronti allo spettacolo?»
Gli spettatori proruppero in un'esultanza per lo Stirpemista, inneggiando il suo nome in coro.
Il figlio di Sidal si concentrò verso Shirei. «E tu? Sei pronto? Magari è ora di cacciare un'arma.»
Ada lo zittì, rivolgendogli una fredda occhiataccia. «Spetta a me chiederlo.»
Poi si girò verso il ragazzo dagli occhi viola e disse: «Hai intenzione di combattere disarmato?»
«Non lo sono.»
La sua risposta non sembrò convincerli, ma non potevano fermarsi a quel punto. «Se lo dici tu. Pronto a cominciare?»
Con un cenno di assenso da parte del figlio di Cragar, la Stirpemista dichiarò l'inizio del duello. La folla di Stirpemista trattenne il respiro, pronta a vedere chi si sarebbe dimostrato il vincitore.
Havel, con la sua abilità e la sua reputazione di guerriero temuto, si mosse con precisione, sfruttando l'opportunità iniziale. Il suo intento era sferrare un colpo potente e ben mirato contro il suo avversario. La sua strategia era chiara e semplice agli occhi di Marina: sfruttare la sua potenza e la sua esperienza in combattimento per mettere alla prova le capacità di Shirei, in modo da dimostrare la sua "netta" superiorità.
D'altra parte, lo spettro dagli occhi viola affrontava la sfida con calma.
La figlia di Ien sorrise. "Sempre il solito" pensò.
Havel si lanciò all'attacco sguainando le sue asce, ma Shirei utilizzò la sua agilità sopraffine per evitare i colpi, indietreggiando di volta in volta.
Marina fece una smorfia e commentò involontariamente. «Non sta cercando un varco per contrattaccare...»
Ada le rivolse un sorriso freddo. «Dimostra una sorprendente destrezza e intelligenza tattica, oltre che prudenza. Forse è solo spaventato di non essere all'altezza della sfida.»
La figlia di Ien scosse la testa. «Non credo proprio.»
«Lo conosci bene?»
Havel spiccò il balzo e mosse le sue asce in un colpo verticale, ma il suo colpo andò a vuoto. Il figlio di Sidal grugnì per la rabbia.
Marina tornò a guardare la figlia di Rutia, non sapeva come rispondere. «Credo di sì, è... un mio amico.»
La tensione nell'aria era palpabile mentre il leader dell'élite non dava un momento di tregua a Shirei. Lo rincorreva costantemente con ferocia e determinazione, desideroso di emergere vittorioso da un confronto che avrebbe potuto cambiare la gerarchia del potere al Parco dei Gigli. Più il tempo passava e tanto più la sua sicurezza vacillava. Sapeva di avere un Erede Proibito come nemico, ma il modo in cui Shirei si muoveva lo infastidiva. Era come se non avesse la minima intenzione di farsi avanti, come se fosse concentrato a saggiare i suoi attacchi.
Marina riuscì a distogliere l'attenzione dai due e chiese: «Dov'è Darryl?»
La Stirpemista dagli occhi scuri rimase in silenzio per qualche momento, cercando le giuste parole con cui rispondere. «Si è preso una pausa. Ha detto che sarebbe andato in giro nel mondo mortale per un po' e sarebbe tornato se fosse stato necessario.»
La risposta rattristò la bionda. «Ha spiegato il motivo?»
Ada scosse la testa in segno negativo. «Credo abbia a che fare con l'arrivo del tuo amico, ma non ha detto nulla.»
«Tiene sempre le cose per sé, nemmeno avesse un oscuro passato da nascondere,» si lamentò Marina per esprimere il suo dissenso.
«Già,» confermò la figlia di Rutia. «Credi che possa battere Havel?»
Marina seguì lo sguardo della ragazza fino a Shirei. «Magari, se decidesse di fare sul serio lo potremmo anche scoprire. Non ho mai visto nessuno combattere come lui.»
"E di gente potente ne conosco" continuò nella sua mente.
«È solo un amico?» chiese la ragazza dai capelli scuri.
La figlia di Ien divenne rossa. «Sei qui da un giorno. Non ti ci mettere anche tu, per favore!»
«L'ho chiesto per capire se il tuo giudizio è oggettivo oppure sei influenzata dalle emozioni.»
«Ah... ti chiedo scusa.»
Le due ragazze si fissarono per quale silenzioso secondo, poi scoppiarono in una breve risata, che venne interrotta dal grido di lotta di Havel. Le asce scintillavano nelle sue mani, mentre si preparava a sfruttare il potere di suo padre. Era chiaro che l'atteggiamento schivo del figlio di Cragar lo stesse innervosendo e non poco.
Marina non perse l'occasione e tentò di far interrompere lo scontro dicendo: «Sai, non credo che sia uno scontro molto equo se Shirei non è armato...»
La figlia di Rutia alzò un sopracciglio. «Mi credi forse stupida?»
«No,» rispose la ragazza con un sorriso nervoso.
«Ha una lama nascosta con sé, non prendermi in giro. Ho notato il suo anello.»
Marina fissò prima le mani del figlio di Cragar, dopodiché abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. Non aveva notato quel dettaglio, ma era un problema secondario in quel momento.Il suo piano non aveva funzionato, dunque non le rimaneva che fare da spettatrice.
"E adesso come faccio a fermarli?"
Shirei schivò di lato l'ennesimo colpo.
«Smettila di fare il codardo!»
Con un gridò, Havel attivò la Sete di Sangue, un potere esclusivo dei figli di Sidal che amplificava la ferocia e la loro forza in combattimento. Un'aura rosso sangue cominciò a dissolversi dallo Stirpemista, dirigendosi verso l'alto e finendo per sparire nell'aria. Era come se il sangue nei suoi vasi stesse trasudando verso l'esterno, con l'unico obbiettivo di far entrare in azione ogni fibra muscolare del suo corpo. Una risposta estrema per schiacciare il proprio avversario.
Il figlio del dio della guerra rise e partì all'attacco. «Sto arrivando!»
Con un attimo di precisione millimetrica, proprio mentre Havel si preparava a scagliarsi contro di lui con le asce sguainate e la sete di sangue ardente nei suoi occhi, Shirei attivò nuovamente la tecnica che aveva elaborato e messo in pratica.
In un istante, un'onda biancastra si diffuse attraverso la pelle pallida e fece tremare la sua figura. Il suo corpo sembrò sfumare leggermente, diventando etereo e insensibile all'attacco imminente. Le lame di Havel si abbatterono con forza, ma finirono per attraversarlo e non causargli alcun danno.
Un grido di stupore si levò dalla folla. Elaine e Ada si lanciarono un'occhiata e Marina sorrise. Havel si bloccò e guardò il figlio di Cragar con rabbia, poi partì alla carica. Lo tempestò di colpi rapidi, mirati alla sua testa. Shirei rimase fermo mentre gli attacchi lo attraversavano di continuo. Quando furono passati poco più che tre secondi, il ragazzo dagli occhi viola indietreggiò di scatto.
Una minima ferita si era aperta sulla sua guancia, con una scia di sangue che dipingeva verticalmente il suo volto.
«Certo che ne hai dí trucchetti, eh?» Havel sorrise. «Questo, però, era solo l'inizio. Preparati!»
Il figlio di Sidal tornò all'attacco, ma Shirei lo schivò con giro su sé stesso. Non era abbastanza, tant'è che un'ascia era già diretta verso di lui, pronta a colpirlo alla schiena. Il figlio di Cragar si voltò di scatto e tirò un pugno al braccio di Havel, allontanando l'arma senza problemi. L'avversario si preparò a colpire dall'alto con la sua seconda ascia, ma Shirei aveva altri piani.
Il figlio di Sidal sentì un dolore lancinante provocato da un calcio del ragazzo.
Indietreggiò con un grugnito e inspirò.
Quel tipo lo stava trattando come se fosse uno zimbello.
Lui, il leader dell'elite. Lo Stirpemista più forte del Parco dei Gigli.
Era pronto ad abbattere tutta la furia che aveva in corpo su Shirei, con tutta la sua potenza infusa in un singolo colpo finale. Non gli interessava più di non ferirlo, qualcuno avrebbe pensato a rimetterlo insieme, magari una divinità, ma non era il suo compito, lui voleva solo annientarlo.
La sua figura imponente si stagliava a pochi metri dal figlio di Cragar.
Lui era un Granbish, un soldato, un figlio di Sidal.
Era la minaccia che incombeva inesorabile, pronta a demolire qualsiasi opposizione sul suo cammino. Un novellino avrebbe dovuto solo tremare e chiedere pietà al suo cospetto.
Con quei pensieri in testa, partì all'attacco.
Shirei rimase fermo. La sua espressione era calma e concentrata, nonostante l'ira dell'avversario. Invece di rispondere con un attacco diretto, sembrava che stesse valutando la situazione, cercando una via d'uscita che gli permettesse di superare il figlio di Sidal in modo intelligente.
La folla circostante gridò, osservando con ansia e aspettativa il momento cruciale del duello. Gli Stirpemista cominciarono a mormorare e a esprimere preoccupazione per il ragazzo. Alcuni lo stavano accusando di tirarsela, ma Marina sapeva che Shirei non era il tipo da volere attenzioni su di sé.
«Guarda questo qua,» mormorò uno degli Stirpemista, con disapprovazione. «Pensa di essere più furbo di Havel, ma in realtà sta solo cercando di fare il figo adesso che sa di essere spacciato. Erede Proibito dei miei stivali..»
«Ha preso troppa sicurezza per il combattimento con quel figlio di Tefine, ma Havel e tutta un'altra storia,» aggiunse un altro, scuotendo la testa con disappunto. «Crede di poter fare tutto da solo, ma si sta solo mettendo in pericolo. Che novellino.»
Le parole erano cariche di scetticismo e disprezzo, mentre deridevano il comportamento del ragazzo. "No" pensò Marina. "Sta sfruttando questa dimostrazione per prendere dimestichezza con la nuova abilità."
La Stirpemista si voltò subito verso la sua interlocutrice e disse: «Dobbiamo fermarli.»
«Non importa,» replicò la ragazza con sicurezza. «Appena Havel si sarà abituato al suo ritmo, perderà lo stesso.»
Marina scosse la testa. «Shirei è diverso.»
«È il cuore a parlare o la testa?»
"Entrambi" fu la prima risposta che le venne in mente, poi si massaggiò il capo e disse: «La testa. Ascoltami,» si mise davanti alla ragazza, «devi interrompere lo scontro. Ti prego.»
«Non avere paura. Havel non ha molto autocontrollo, ma il tuo Erede Proibito starà bene.»
«No!» replicò la bionda afferrandole le braccia. «Ti prego, Ada. Non capisci...»
La figlia di Rutia cominciò a tremare, Marina non riuscì a comprendere se fosse per la collera oppure per altri motivi a lei sconosciuti. «Lasciami subito le mani.»
«Devi fidarti! Puoi vedere attraverso l'Inframondo con i tuoi poteri, guarda Shirei.»
Marina la lasciò andare, ma ben presto la Stirpemista si bloccò. Gli occhi della figlia di Rutia si oscurarono, assumendo una tonalità blu notte costellata di minuscole luci. Era come guardare in cielo stellato in una notte d'estate.
Ada sobbalzò prima di tornare normale. «Che... che diamine...»
Marina scatto per mettersi in mezzo, ma ormai era troppo tardi.
Le asce nelle mani di Havel cominciarono a brillare di una tonalità dorata, quasi tendente all'arancio. Avvertì il proprio cuore pompare sangue nelle sue braccia mentre i muscoli si contraevano per veicolare il movimento. Piegò il suo busto verso sinistra, nascondendo entrambe le armi col corpo e concentrando l'energia. Il mana avrebbe impattato il corpo del suo avversario con così tanta forza che l'avrebbe rispedito da dove era arrivato.
Il figlio di Cragar si era limitato a schivare i suoi attacchi con quella strana tecnica, ma non sarebbe riuscito a evitare quel colpo. Qualunque stregoneria avesse in mente, sarebbe fallita contro la sua forza bruta.
L'unico modo per non essere ferito era affrontarlo a viso aperto, ma Havel non avrebbe mai potuto perdere in un duello di forza.
Sorrise. La vittoria era sua.
Shirei piegò le gambe e abbassò il proprio baricentro, riconoscendo che la tecnica sconosciuta avrebbe potuto rappresentare un problema. Il figlio di Cragar abbandonò l'idea di usare il Battito Eterico - stava ancora valutando il nome appropriato - e fece apparire la Lama della Discordia dall'Inframondo.
Scattò rapidamente verso il suo avversario, il quale era sul punto di mulinare le sue armi contro di lui. Doveva essere preciso, altrimenti sarebbe stato colpito. Raggiunse Havel nel momento in cui distendeva il suo corpo in un potente attacco orizzontale verso l'esterno.
Il ragazzo dagli occhi viola si lasciò cadere verso il basso e coprì la propria schiena con la Lama della Discordia. Havel colpì, ma le asce rimbalzarono sulla tossica lama verde scuro, stretta fra le mani del figlio di Cragar, deviando la loro traiettoria di poco verso l'alto. Era abbastanza da far rimanere illeso il suo avversario.
In un lampo, Shirei si spinse verso il figlio di Sidal, che, colto di sorpresa dalla manovra inattesa, perse l'equilibrio e vacillò, il suo attacco era andato a vuoto ancora una volta e lo aveva spostato di lato.
Tutto il suo addome era scoperto, doveva fare in modo di proteggersi.
Si piegò verso quel lato, cercando di coprirsi con il braccio in modo disperato, ma Shirei lo colse nuovamente di sorpresa.
Con uno scatto fluido e rapido, il figlio di Cragar virò verso il basso e saltò. Havel spalancò gli occhi nel tentativo di ritrarsi, ma lo Stirpemista dagli occhi viola afferrò la sua faccia con la mano libera.
Il tempo sembrò rallentare per un secondo, poi il figlio di Sidal venne schiantato violentemente al suolo.
Un silenzio momentaneo si diffuse nell'arena, interrotto solo dal suono sordo dell'impatto. Marina osservò la scena a bocca aperta.
Con il leader steso a terra sotto il suo controllo, Shirei si alzò lentamente. Il suo sguardo raggiunse l'arbitro della sfida, che annuì.
Ada si schiarì la voce e dichiarò: «I-il vincitore dello scontro è l'Erede Proibito.»
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