Willy Wonka
«Signor Wonka» lo salutò Silente calorosamente, sorridendogli.
Gli altri membri del Wizengamot presero a mormorare parole cariche di disapprovazione, agitandosi nelle sedie.
Willy Wonka, che per l'occasione indossava un abito sgargiante color magenta rigorosamente in tono con il cilindro, sorrise loro raggiante, poggiando il mento sulle mani rivestite dai guanti argentei.
«Signor Silente» gli rispose allegramente.
«Immagino che sia a conoscenza del perché si trovi qui» l'affermazione di Silente era stata netta e concisa: chiaramente era tenuto a mantenere un'aria rigida e severa, data la circostanza. Tuttavia, lo scintillio nei suoi occhi lo tradì.
«Ed invece no!» esclamò Wonka, aggrottando le sopracciglia. Silente soffocò una risata.
«È stato accusato di uso improprio della magia, uso improprio degli oggetti Babbani, e un discreto numero d'accuse si riferisce all'uso di magia in presenza di Babbani» gli fece presente Silente.
Poi sollevò la bacchetta e la agitò con nonchalance, creando una proiezione di Willy Wonka che, con il braccio destro stretto alle spalle di un bambino di circa dieci anni, utilizzava il sinistro per muovere la bacchetta in modo che le sue macchine prendessero vita e cominciassero a produrre dolci.
Pian piano, la proiezione prese a svanire, e Silente mise via la bacchetta con cura.
Wonka sorrise e prese a giocherellare con il cappello.
«Come ha intenzione di difendersi?» chiese Silente, spronandosi in avanti per poterlo guardare meglio, un'espressione divertita in volto che non riuscì a mascherare.
«Non sono colpevole su nessuno dei punti» affermò Wonka, compiaciuto.
I membri del Wizengamot ripresero a borbottare, questa volta basiti. Non colpevole? Impossibile!
Silente li zittì rapidamente. «Spieghi, se può. Abbiamo, dopotutto, parecchie prove a riguardo.»
Wonka, a quel punto, si alzò e, lisciandosi l'abito, ribatté: «Certamente» ghignò, «Innanzitutto, l'uso di magia dovrebbe essere definito "improprio" solo se causa danni e viene applicato in modo sconsiderato. La presenza di magia nei miei dolci viene regolarmente testata in modo che se ne assicuri il gusto e la sicurezza. Non viene usata per provocare danni, bensì per trasmettere gioia» Wonka si fermò per sistemarsi la giacca.
«Ma certamente» disse Silente, sfogliando le carte che aveva davanti. «Non può negare d'aver incantato illegalmente le sue macchine Babbane.»
«Ah, invece posso» affermò Wonka, rigirandosi il cappello tra le mani. «Le macchine Babbane sono, ovviamente, create dai Babbani. Ma, sapete, ho costruito io queste macchine, ognuna di loro. Non sono vere macchine Babbane, ma macchine magiche, costruite da un mago. Potreste ribattere che le macchine sono state inventate dai Babbani e che, pertanto, ho comunque violato la legge, ma io potrei ribattere che, sulla base di ciò, qualunque mago o strega che produca un incantesimo sulla propria casa viola la legge, considerando che i Babbani hanno inventato i mattoni.»
L'intero Wizengamot lo scrutò in silenzio. Aveva ragione, ovviamente.
«Ma l'ultima accusa? Quelli erano bambini Babbani, vero? Senza alcuna abilità magica, cresciuti in una società Babbana?» Silente si sistemò gli occhiali a mezza luna e guardò Wonka, gli occhi ancora pieni di interesse e intrigo.
«Non esattamente» ghignò Wonka, rimettendosi il cappello. «Vedete, il sistema di distribuzione dei biglietti non è così casuale come sembra. I biglietti erano incantati, visibili solo a bambini con eredità magica nelle vene. Ogni bambino scelto è un Magonò» si inchinò, come se avesse appena finito uno spettacolo teatrale.
«Be', signori e signore, pare proprio che nessuna legge sia stata infranta» esordì Silente, facendosi scappare un sorrisetto.
«Ma ha chiaramente ignorato gli scopi delle regole!» ruggì una voce appartenente ad un mago col viso rosso, seduto in seconda fila. «Sta... sta imbrogliando!»
«Ah, questo è vero, ma, tecnicamente parlando, non ha infranto nessuna regola. Non ha esposto la magia ai Babbani, non ha incanto macchine Babbane, non ha applicato impropriamente la magia sui suoi dolci. Ho paura che saremo costretti a lasciarlo andare» Silente sorrise gentilmente e agitò la bacchetta contro la grossa pila di fogli contenenti le accuse su cui, d'un tratto, comparve la scritta "Non Colpevole."
Un Elfo Domestico corse a ritirare i documenti e i membri del Wizengamot si alzarono e si avviarono verso l'uscita.
Infine, solo Silente e Wonka rimasero nella stanza.
«Lei è un uomo brillante» si complimentò Silente, «Ci sarebbe davvero utile, a Hogwarts, sa.»
«No, grazie» rispose Wonka, sogghignando. «Prendersi gioco della legge è molto più divertente!»
Fatto il misfatto
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