XXXV

Dopo svariati minuti passati a correre alla ricerca degli altri guardiani, gli trovammo intenti a scaraventare incantesimi contro la Regina Naxal, un demone enorme dalla pellaccia nera come la pece e occhietti gialli dalla pupilla verticale. Le chele erano il triplo di quelle dei suoi segugi ed erano così ricurve verso il basso che con le punte toccava il pavimento di cemento. La testa era grande quasi quanto quella di un elefante e i denti erano ancora più lunghi e affilati. La coda dal pungiglione velenoso era lunghissima e si muoveva freneticamente alle sue spalle mentre distruggeva tutto quello che sfiorava: bancali, mattoni e persino i macchinari della fabbrica.

Emise un grottesco e violento grido che con la sola vibrazione della sua voce, riuscì a scaraventare il resto del gruppo contro a dei bancali carichi di mattoni, lasciandoli tramortiti per alcuni secondi.

«Ragazzi!» strillai ad alta voce e la regina girò la sua testa triangolare verso di me mentre con i suoi piccoli occhietti seguiva ogni mia mossa.

Iniziai, con il cuore in gola, a saltare con precisione ed equilibrio sui bancali che si trovavano tutti ammucchiati nel lato destro del reparto, per distrarre la regina mentre Sophie andava ad aiutare gli altri.

Con la coda dell'occhio vidi la regina alzare una sua enorme chele e scaraventarmela contro. All'ultimo minuto balzai sul bancale davanti a me mentre facevo una capriola per poi nascondendomi tra la fessura creata da essi.

Respiravo a fatica, con il petto che si alzava e abbassava a ritmo frenetico mentre la regina continuava a cercarmi, gridando con voce agghiacciante e stridula e buttando all'aria tutti i bancali che mi circondavano.

La regina con una sua chela spaccò il cemento davanti ai miei piedi mentre io con una mano a tapparmi la bocca per evitare di urlare me ne stavo ferma, con la schiena appoggiata ad un bancale e aspettavo che la sua furia cieca cessasse.

Quando la sentii allontanarsi da dove mi trovavo io, mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo poi mi allarmai mentre strabuzzavo gli occhi perché probabilmente si stava riavvicinando agli altri guardiani, essendo che non riusciva a scovarmi. Non potevo fallire in così misero compito: dovevo distrarre la regina fino a quando Sophie non avesse finito di aiutare e medicare gli altri.

Mi feci forza per gli altri e sbucando fuori dalla fessura tra i due bancali con la mascella contratta e lo sguardo freddo, appoggiai una mano sul terreno dove precedentemente la regina aveva distrutto il cemento ed infine mi concentrai sull'evocare Grool.

La mia magia iniziò a scorrermi con velocità in tutto il corpo come una scossa di elettricità poi la canalizzai tutta nelle mie mani per poter riuscire ad evocare al meglio la mia creatura. La sentii fluire fino alla punta delle mie dita per poi esplodere in mille scintille brillanti, dalle mille sfumature di verde, che vennero assorbite dal terreno che iniziò a tremare sotto ai miei piedi, ma anche di tutti gli altri essendo che stava tremando tutto il reparto.

A pochi metri davanti a me vidi il terreno gonfiarsi poi l'enorme mano fangosa di Grool sbucare fuori. Grool con lentezza e fatica fuoriuscì del tutto dalla buca poi emisi un grido agghiacciante che fece voltare la regina verso di lui. La regina in risposta emise anche lei un forte e acuto grido poi si scaraventò sulla mia creatura, il quale alzò un braccio creato unicamente da radici e terra e afferrò con forza una chela del demone e lo lanciò verso il muro dietro alle mie spalle in un sonoro schianto rumoroso che lasciò un enorme buco nella parete.

Grool gridò ancora, trasformando il suo viso in un'enorme voragine poi con le sue gigantesche gambe piene di rami e terra umida, iniziò a correre verso la regina che si era appena ricomposta dopo lo schianto e le sganciò un pugno in pieno muso.

Mentre la mia creatura continuava a combattere con il demone, io decisi di raggiungere il resto del gruppo che si era finalmente ristabilito.

«Ragazzi state bene?» domandai con voce preoccupata, scrutandoli con le sopracciglia aggrottate. Annuirono tutti poi mi chiesero di Derek e dissi loro che non era più in pericolo di vita e che in quel momento ci stava pensando suo fratello a guarirlo.

«Ci raggiungeranno appena Derek sarà guarito del tutto» riferì Sophie, lanciandomi uno sguardo impensierito. Le accennai un sorriso poi spiegai loro quello che cosa avevo intenzione di fare. Un piano in cui tutti i guardiani della notte collaboravano. Un piano con il quale metteremo a tappeto la regina.

Dopo che mi diedero l'okay per partire feci scomparire Grool e la regina con la sua coda scaraventò furibonda un bancale di legno contro al muro che si frantumò in mille pezzi e cadde al suolo in sonoro suono schianto mentre io le correvo incontro con le mani che sfavillavano scintille verdi e con cui controllavo le radici che da sotto il cemento seguivano con accuratezza le mie stesse mosse.

«Ehi regina dei miei stivali!» gridai schernosamente mentre muovevo le dita delle mani verso il pavimento da cui cominciarono a sbucare, spaccando il cemento, le radici che stavo controllando. La regina si girò verso di me e mi scrutò con i suoi occhietti gialli e inquietanti poi mi ringhiò contro, facendomi accapponare la pelle ma non arretrare dalla mia posizione.

Il demone iniziò a correre a tutta velocità verso di me, all'ultimo minuto balzai di lato mentre una delle radici seguiva le mie mosse e si attorcigliava intorno alla zampa posteriore sinistra. Continuai a balzare da una parte all'altra della regina, saltando sopra la sua testa dalla pellaccia nera poi sulle sue chele ed infine intorno al suo addome, seguita dalle mie radici che si attorcigliarono intorno a tutte le parti su cui io mi ero avventata mentre quest'ultima cercava disperatamente di catturarmi e uccidermi. Come aveva pensato le mie radici si stavano intrecciando alla perfezione intorno a lei e le impedivano di muoversi come voleva. Portai entrambe le mani sul terreno mentre sorridevo beffardamente poi feci ritornare le parti fuoriuscite delle radici sotto terra, schiacciando così la regina contro al cemento di quel reparto.

«Vai Simon!» strillai a voce alta poi mi spostai di lato e al mio posto comparve Simon che avvolto da una strana aura azzurra, puntò le sue mani verso il demone poi cominciò a toglierle l'acqua che aveva all'interno del corpo, disidratandola e rendendola più debole.

Simon mi lanciò uno sguardo di intesa poi dipinse sul suo viso un sorriso raggiante, «Amber, dalle fuoco!» gridò infine beffardo, continuando comunque a disidratare la regina mentre si metteva al mio fianco con le mani puntate verso il demone.

Amber sventolò i suoi ricci capelli nell'aria poi sorrise malignamente al demone davanti a noi che emetteva spaventosi lamenti gutturali. La ragazza fece un profondo respiro poi buttò fuori tutta l'aria che aveva nei polmoni insieme ad un'enorme fiammata che andò a bruciare la pellaccia del demone. Intorno ad Amber si creò una enorme sfera di fuoco, di cui potevo sentirne la potenza e in calore sino a dove mi trovavo io e che lanciò contro al demone che emise un grido agghiacciante e pieno di dolore.

«Nanami!» Amber balzò dalla parte opposta alla mia e di Simon mentre continuava incessantemente a scagliare contro alla regina delle enormi sfere di fuoco che le stavano bruciando, incenerendo la pellaccia dura e nera come la pece.

Vidi Nanami estrarre la sua katana poi con una rincorsa e una spinta delle gambe alzarsi verso il soffitto e scagliare delle mezze lune d'aria che andarono a scalfire la sua pelle dura, facendole schizzare dappertutto quel sangue putrido e appiccicoso che usciva dalle ferite inferte dalla giapponese.

Il demone smise di contorcersi dal dolore, di gridare. Cessò di fare qualsiasi cosa, quindi pensammo di averla sconfitta, ma non ci diede nemmeno il tempo di riprendere fiato e pensare fosse finita che la regina riaprì di scatto gli occhi, che aveva precedentemente chiuso mentre fingeva di essere morta, e con una forza che non avrebbe dovuto avere dopo tutto quello che gli avevamo inferto, riuscì a strappare le mie radici e delle fitte lancinanti mi fecero piegare in due dal dolore e mancare il fiato come se mi avessero trafitto la schiena con una spada.

«Non è ancora finita!» all'improvviso la voce di Luke ci fece voltare tutti nella stessa direzione, ovvero dove si trovavano tutti i protettori quindi dove c'era anche il mio Derek che sembrava stare bene, poi fece un profondo respiro come per scaricare la tensione ed infine corse a tutta velocità in direzione della regina.

Quando le fu abbastanza vicino iniziò a recitare una strana formula in una strana lingua che non riuscii a capire e da sotto la regina iniziò a comparire quello che sembrava un cerchio magico con dei simboli antichi che prese a brillare di una luce bianca e pura. La regina iniziò a muoversi disperata, ma sembrava non riuscire ad uscire da quel cerchio magico creato unicamente da magia pura e lucente. Luke alzò lo sguardo da terra, notai che la sua espressione era mutata, era diventata dura e gelida poi puntò i suoi occhioni blu verso la regina ed infine gridò: «Spiriti venite a me e uccidete il demone» con una mano che sfavillava delle scintille bianche e brillanti in direzione del demone.

Delle braccia formate unicamente da fumo bianco e semitrasparenti iniziarono a sbucare da sotto le zampe della regina che mosse violentemente la coda per difendersi da quelle creature. Le braccia iniziarono a graffiare, a scorticare la regina che continuava ad emettere acuti lamenti mentre il suo sangue appiccicoso e nero colava dalle ferite. Dal cerchio magico iniziarono a fuoriuscire altri spiriti - sempre di fumo bianco - che volteggiarono fino ad arrivare al muso del demone per poi iniziare ad scorticarlo con una violenza inaudita e orribile. In pochi minuti la regina era stata quasi scorticata del tutto e a stento riusciva a reggersi in piedi. Gli spiriti di Luke dopo aver adempito al loro lavoro tornarono nel cerchio magico e la barriera di luce scomparve e, il demone cadde al suolo in uno sonoro schianto mentre esalava l'ultimo respiro e sotto di esso iniziò a formarsi un enorme chiazza di sangue nero e dal fortissimo fetore.

Ci guardammo con sguardi serissimi poi iniziammo tutti quanti a gridare entusiasti. Io iniziai a saltellare mentre scuotevo elettrizzata dalle spalle Simon che rideva contento. C'eravamo riusciti! Avevamo sconfitto la regina!

«Sììììì!» strillai entusiasta mentre correvo verso Derek e mi buttavo fra le sue braccia inspirando il suo profumo mascolino, «Stai bene» sussurrai rasserenata, appoggiando la testa sul suo petto e ascoltando il suo cuore battere più veloce del solito.

Lo sentii depositarmi un bacio tra i capelli mentre mi accarezzava delicatamente la schiena, «E voi avete sconfitto la regina» constatò con un accenno di orgoglio nella voce. Ridacchiai annuendo e strofinando il naso contro il suo petto. Ero così contenta che stesse bene. Il mio amore.

«Forza, andiamocene da qui che ho bisogno di un lunghissimo e rilassante bagno» borbottò schifata Amber mentre strusciava i piedi sul cemento per togliere i residui del sangue appiccicoso dei Naxal. Annuimmo, anche perché tutti quanti noi volevamo andarcene al più presto da lì. Io volevo farmi una lunga doccia calda e poi volevo dormire fino a domani pomeriggio senza interruzioni.

Uscirono tutti dalla fabbrica tranne me. Essendo che avevo perso il mio marsupio con le pozioni durante la elettrizzante battaglia contro la regina, ero uscita per ultima e mi era anche toccato spegnere tutte le luci e chiudere la fabbrica da sola. Ovviamente nessuno mi aveva aspettato.

Con le guance gonfie per la rabbia e le sopracciglia aggrottate chiudevo con il lucchetto l'entrata della fabbrica mentre pensavo a quali insulti avrei lanciato al resto del gruppo dopo che gli avrei raggiunti. I protettori con la loro magia avevano fatto tornare tutto come nuovo, cancellando così ogni traccia di paranormale dalla fabbrica. Era meglio non rischiare di farsi beccare, che poi magari i cacciatori seguivano la nostre tracce e ci scovavano anche.

«Potevate aspettarmi caz-» la frase mi si mozzò in gola quando sentii una lama fredda appoggiarsi alla mia gola e un braccio che non riconoscevo stringermi la vita mentre delle grossolane risate vibrarono nell'aria. Diamine, quanti cacciatori c'erano? Eravamo spacciati. Io ero spacciata.

«Cos'hai det-...AVIS!» Derek spalancò gli occhi nel vedermi braccata da un cacciatore che puntava il suo pugnale alla mia gola mentre stringeva i pugni lungo i fianchi furibondo.

Sentivo le lacrime scivolarmi lungo le guance mentre il cuore mi batteva come se stesse per esplodere e le gambe diventarmi mollissime, a stento riuscivo a reggermi in piedi. Non volevo morire.

«Lasciatela bastardi!» gridò furioso Derek con occhi iniettati di sangue mentre correva velocemente verso di noi, ma quando provò ad afferrarmi, una barriera trasparente gli lanciò contro dei folgoranti fulmini bianchi e lo scaraventò indietro, facendolo finire addosso a suo fratello che caddero a terra entrambi in un tonfo secco.

«Se non volete morire è meglio che non vi avvicinate a noi, sennò la prima a crepare sarei lei» sentii la punta del pugnale conficcarsi nella mia pelle, facendomi gridare dal dolore lancinante che stavo provando in quel momento. Sentivo il sangue caldo colarmi fastidiosamente lungo il collo mentre dei forti bruciori mi fece emettere dei gemiti di dolore, trattenuti a stento tra le labbra.

«Schifosi bastardi!» strillò con ripugnanza Sophie mentre aiutava Derek ad alzarsi che aveva già fatto comparire la sua spada magica per combattere contro di loro.

«Der-» un fazzoletto venne appoggiato e trattenuto con violenza sulla mia bocca e sul naso. Un forte odore di qualche sostanza chimica entrò nei miei polmoni e la testa iniziò a vorticare violentemente poi la mia vista si riempì di macchie nere e non riuscii più a distinguere le loro figure. Ma esattamente cosa volevano da me questi cacciatori? Che cos'avevamo fatto di male per meritarci tutto quell'odio?

Sentii le palpebre diventare pesanti, tanto che chiusi definitivamente gli occhi e il buio mi avvolse completamente. L'ultima cosa che sentii prima di svenire tra le braccia del nemico fu l'urlo pazzesco che lanciò Derek nel sapere che mi avrebbero portata via con loro. Una lacrima solitaria scese lungo la mia guancia destra poi non sentii più nulla, il mio corpo si fece leggero e il mio cervello si spense del tutto.

Derek, per favore vieni a salvarmi.

«Avevo giurato che ti avrei protetta e invece...» e invece non sono nemmeno riuscito ad impedire il tuo rapimento.

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