XXV (R)
Mi ero divertita parecchio con le mie migliori amiche. Quanto mi era mancato farlo. Le loro risate, le loro facce buffe e i loro commenti maliziosi e divertiti. Tutto di loro mi era mancato.
Poi di punto in bianco mi ritornano in mente le parole di Derek: Comunque io non dirò nulla al preside Cross però dovrai farlo tu. Derek aveva ragione, dovevo parlare con mio nonno prima che lo scopra da solo. Non volevo beccarmi una strigliata anche da lui.
Dissi alle mie amiche che dovevo sbrigare al più presto la faccenda e le lasciai in camera mia da sole, però non prima di essermi fatta promettere che non sarebbero uscite da lì.
Dopo aver parlato al nonno delle mie migliori amiche e aver patteggiato sul fatto di poterle fare stare qui per qualche giorno - il nonno aveva precisato che le ragazze per poter restare all'accademia non si sarebbero dovute immischiare negli affari di altre streghe e stregoni ospiti e che avrebbe fatto preparare delle stanze per loro - mi diressi verso la mia camera da letto da cui si sentirono dei gridolini divertiti che mi fecero aumentare il passo. Quando varcai la soglia della mia camera strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca scioccata. Amber era sdraiata sul mio letto e rideva animatamente con le mie migliori amiche.
«Che cazzo sta succedendo qui? Vi avevo detto di non uscire dalla camera e non aprire a nessuno!» sbottai stringendo i pugni lunghi i fianchi e lanciando un'occhiataccia a Amber che mi sorrise maliziosamente. La guardiana del Fuoco fece svolazzare i capelli color cioccolato nell'aria poi si alzò dal mio letto e mi passò accanto, sfiorandomi una spalla che mi sembrò andare a fuoco sotto al suo tocco.
«Tranquilla, non le mangio. Preferisco i ragazzi» mi fece l'occhiolino poi uscì dalla mia stanza, lasciandomi immobile in mezzo alla camera come un pesce lesso.
«E' simpatica!» commentò Jessica scrollando le spalle poi si lasciò cadere sulla poltrona di pelle nera e ci sprofondò dentro.
Scoccai la lingua contro al palato poi sospirai, «Mio non-, cioè il preside della scuola ha detto che potete rimanere qui per qualche giorno. Vi sta facendo preparare le camere» riferii infine, andandomi a sedere sul bordo del letto.
«Fantastico!» strillò Sabrina saltellando sul letto allegramente. Roteai gli occhi, «Ha anche precisato che non dovete per nessun motivo immischiarvi negli affari delle altre streghe e stregoni» precisai, guardandole con una sguardo serio. Sabrina alzò le mani in aria in segno resa poi si lasciò andare con la schiena contro al materasso del letto.
«Va beneee!» strillò Sabrina ridacchiando e puntellandomi i piedi nella schiena.
Glieli scansai via con una mano poi presi a farle in solletico sui fianchi, proprio dove lo soffriva di più.
«Dobbiamo avviarci verso la sala da pranzo che la cena è quasi pronta!» Derek bussò fuori dalla porta della mia camera e ci avvisò dell'imminente cena. La mia pancia al solo pensiero che finalmente poteva fare un pasto decente iniziò a brontolare.
«Arriviamo!» strillai a gran voce, balzando in piedi e afferrando da una gamba Sabrina per poi trascinarla giù dal letto.
Uscimmo tutti e quattro dalla mia camera e seguendo la schiena tonica di Derek arrivammo alla sala da pranzo in pochi minuti. Tutti i presente posarono i loro occhi curiosi sulle mie migliori amiche che con tutti quegli sguardi addosso si sentirono in imbarazzato, tanto che Sarah si nascose dietro alle mie spalle balbettando un «p-perché ci guardano tutti?».
Amanda spezzò quel silenzio presentandole come le mie migliori amiche e che per un paio di giorni sarebbero state all'accademia, almeno fin quando non fossero stati certi che non rischiavano di venir prese in ostaggio o attaccate dai cacciatori di streghe.
Dopo che il nonno fu arrivato, ci sedemmo tutti a tavola - il nonno, noi guardiani, i protettori, mia sorella e le mie migliori amiche - ed incominciammo a cenare.
[...Il giorno dopo...]
Quella mattina fui svegliata dalle mie migliori amiche. Diciamo che il risveglio non fu uno dei migliori per il semplice fatto che mi svegliarono con una secchiata d'acqua gelida. In quel momento avrei tanto voluto ucciderle.
Dopo essermi cambiata e asciugata, mi ero messa sul letto con le altre e avevamo iniziato a spettegolare su due dei nostri compagni di scuola, i quali erano stati beccati dalla preside mentre si facevano nello spogliatoio maschile. Parlammo degli insegnanti che continuavano a domandare loro dove fossi finita e, di come i nostri compagni spettegolavano malignamene su di me, dicendo che ero finita in riabilitazione oppure che ero rimasta incinta e quindi per la vergogna avevo abbandonato la scuola. Quei luridi bastardi! Non sapevano un cazzo di me, ma questo non li fermava dal prendermi per il culo. Quale riabilitazione! Quale incinta! Ma vaffanculo!
«Tranquilla che Jessica li ha messi tutti a tacere. Ha tirato uno schiaffone in pieno viso a quella troietta di Allison che aveva messo in giro le prime voci e tutti gli altri hanno smesso» sghignazzò Sabrina, probabilmente al solo ricordo della faccia di Allison. Ah, quanto avrei voluto vederla anche io. Annuii, allargandomi in un sorriso sghembo.
Dopo quella magnifica mattina passata a chiacchierare, venimmo chiamate per il pranzo che fu tutto a base di carne. Pasta al ragù, pollo fritto e insalata di wurstel e peperoni. Dio che bontà.
Tornate in camera, Jessica mi aiutò a finire di fare i compiti che avrei dovuto consegnare entro domani alla preside, ovviamente per via e-mail, mentre le altre due sbirciarono un po' in giro, facendomi poi scoprire che il grande armadio che troneggiava nella camera era piena zeppa di vestiti fighissimi, che indosserò sicuramente durante la mia permanenza all'accademia.
«Qui hai sbagliato un passaggio» mi corresse per l'ennesima volta. Si vedeva che mi ero arrugginita, poche settimane senza studiare e mi ritrovavo a sbagliare di continuo o, semplicemente avevo la testa da tutt'altra parte e quindi non davo molto corda ai compiti che dovevo eseguire. Mugugnai un «sì» poi corressi svogliatamente il passaggio che avevo sbagliato.
All'improvviso sentimmo bussare alla porta. Con svogliatezza mi alzai dal letto ed andai ad aprire, ritrovandomi davanti una sentinella dell'accademia con indosso un'armatura medioevale. Trattenni a stento le risate poi gli chiesi cosa volesse.
«Il preside Cross desidera la vostra presenza nella sala degli allenamenti e ha precisato di portare con sé gli anelli dei Guardiani» parlò con voce metallica, sembrava quasi un robot medievale.
«Certamente!» replicai pacata poi andai a prendere il mio zainetto ed infine lanciai un'occhiata alle mie amiche «Voi non vi muovete da qui, chiaro?» marcai bene le parole. Dopo aver ricevuto la loro risposta ovvero un «sì» uscii dalla stanza e mi feci accompagnare fino alla sala degli allenamenti dalla sentinella perché non ne conoscevo la strada.
I corridoi erano tutti uguali. Avevano tutte le stesse pareti che aveva visto nel primo corridoio che aveva percorso per arrivare davanti alla presidenza quella mattina. Il pavimento di legno scuro era sempre coperto da quel lungo tappeto di velluto rosso che dava l'impressione di essere un fiume di sangue. E su ogni parete, a distanza di qualche metro, si trovavano quelle lampade da parete a forma di lanterne che si accendevano ogni qualvolta che avanzavo e quelle alle mie spalle si spegnevano dopo averle superate.
«Gli altri guardiani sono già dentro?» domandai ansiosa, dopo essermi piazzata davanti alla porta che mi divideva dalla sala.
«Sì, signorina Darkwood» rispose meccanicamente poi mi lasciò sola davanti a quella porta. Fantastico ero l'ultima! Ecco come fare la figura della ritardataria!
Deglutii nervosamente poi feci un profondo respiro ed infine varcai la porta e venni quasi accecata delle forti luci che si trovavano al suo interno.
«Alla buonora!» commentò Sophie lanciandomi un'occhiata divertita. Feci spallucce poi andai a mettermi vicino a Derek che ovviamente aveva fatto finta che non esistessi, cosa che mi fece venire una fitta al cuore. Non volevo che mi odiasse, ma non sapevo come farmi perdonare.
«Salve guardiani della Notte. Vi ho voluto riunire qui perché è giusto il momento di sigillare il cerchio dei guardiani. Gli anelli che la vostra guardiana della Terra possiede serviranno per unirvi, come se foste una sola persona, ma non fraintendetemi: i vostri poteri saranno unicamente vostri, verranno solamente amplificati essendo che unirete le vostre forze» spiegò mio nonno tenendo la mani intrecciata sul panciotto e in quel momento notai che alle sua spalle c'era mia sorella che ci sorrideva fiera.
Amanda si schiarì la voce poi mi si mise al fianco di nostro nonno. Che stava succedendo? Perché Amanda era lì? Era un'insegnante all'accademia e non me lo aveva detto?
«Salve a tutti. Il mio nome è Amanda Darkwood, sono la sorella maggiore di Avis e guardiana dei Tesori Sacri» Amanda scioccò le dita e il sacchetto contente gli anelli si materializzò nella sua mano che teneva aperta davanti al petto.
«Questi anelli sono i cimeli dei guardiani della Notte che vengono tramandati di reincarnazione in reincarnazione. Ora è il vostro turno di indossali» ne estrasse uno. Un anello d'oro dalla pietra viola, un zaffiro porpora che scintillò colpito dalle luci all'interno della stanza, «Questo è l'anello del guardiano dello Spirito» spiegò Amanda mostrandolo a tutti noi poi lo feci comparire in mano a Luke.
«L'anello dalla pietra bianca, più precisamente un zircone bianco è della guardiana dell'Aria» lo estrasse e lo fece comparire in mano a Nanami.
«Pietra rossa. Rubino. Guardiana del Fuoco» comparve nelle mani di Amber che lo guardò meravigliata.
«Pietra blu. Cianite. Guardiano dell'Acqua» Simon sorrise appena quando vide l'anello comparire nelle sue mani.
«Ed infine pietra verde. Smeraldo. Guardiana della Terra» Amanda mi sorrise dolcemente poi me lo consegnò di persona, «Sono fiera di te» mi sussurrò all'orecchio facendomi scoppiare il cuore di gioia. La ringraziai con un gran sorriso poi guardai con orgoglio l'anello che scintillava nel palmo della mia mano.
Amanda tornò al suo posto, vicino al nonno, poi si schiarì la voce per attirare nuovamente l'attenzione su di sé, «Non provate ad indossarlo. Dovete indossarlo tutti nello stesso momento dentro al pentacolo, con cinque candele delle stesso colore degli anelli e nelle posizioni esatte ovvero in corrispondenza delle punte della stella. Nord, Est, Ovest, Sud Est e Sud Ovest» spiegò a gran voce Amanda. «Non provate mai ad indossarlo senza che ci siano anche gli altri perché vi toglierebbe i poteri e in casi peggiori vi potrebbe persino uccidere» precisò infine puntando un dito verso l'alto e dicendoci le stesse parole che aveva detto a me poco tempo fa.
Vidi tutti gli altri annuire concentrati mentre continuavano ansiosi a girarsi e rigirarsi l'anello nella mano. Io invece mi sentivo molto nervosa, ma allo stesso tempo eccitata perché i miei poteri aumenteranno a dismisura dopo aver sigillato il cerchio.
«Protettori dei guardiani ora tocca a voi. Preparate il cerchio e posizionate le candele» parlò ancora mia sorella al posto del nonno che sorrideva fiero mentre la guardava con ammirazione.
Sentii Derek sfiorarmi delicatamente con i polpastrelli una guancia poi mi lasciò lì paralizzata dalla vergogna e con le gote in fiamme. Derek si diresse insieme agli altri protettori a preparare il cerchio magico e a prendere le candele per unire i nostri poteri magici.
Iniziarono a tracciare con una sabbia nera il cerchio poi al suo interno il pentacolo ed infine posizionarono le candele in corrispondenza delle punte della stella come aveva spiegato Amanda e poi le accesero con la magia. Piccole fiammelle si accaserò una dopo l'altra e scoppiettarono sullo stoppino di cotone bianco, illuminando il pentacolo all'interno del cerchio che brillò di una luce biancastra.
«E' ora di iniziare» esclamò esaltato il nonno accarezzandosi la folta barba bianca e guardandoci con orgoglio.
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