Capitolo 3


"Non credo di aver capito" mi dice Scott, con un'espressione seria in volto.

"Oggi pranzerò con Nathan così intanto mi passa le domande del test di scienze" ripeto.

Siamo seduti sulle scale durante l'intervallo e ho deciso di affrontare l'argomento qui, dato che non c'è mai nessuno.

Scott mi guarda senza dire nulla, allibito, ma è chiaro che si stia domandando come faccio a fidarmi di Nathan.

"Sei troppo ingenuo Jake, ti ho avvertito eppure tu continui a dargli fiducia" mi dice, visibilmente preoccupato.

"Ho un buon motivo per farlo" gli dico, cercando di mantenere la calma.

"Sentiamo allora, sempre che tu non voglia cambiare discorso anche oggi"

Non ribatto, è vero che ho fatto di tutto per rimandare ma avevo i miei motivi.

"Io te lo dico ma non devi reagire male.. e soprattutto non devi dirlo a nessuno, nemmeno a Steve" preciso, serissimo.

"Va bene"

Prendo un respiro profondo per darmi coraggio e tengo lo sguardo basso.

"Io e Nathan.. ci stiamo frequentando"

Mi copro la faccia con entrambe le mani, non posso credere di averlo detto davvero!

Non sentendo alcuna risposta sposto lentamente le mani e mi volto a guardare il mio amico che sembra senza parole.

"Nel senso che.." si ferma.

"Nel senso che sono gay!" esclamo.

Mi guardo attorno allarmato rendendomi conto che ho alzato la voce e qualcuno potrebbe aver sentito. Per fortuna non sembra esserci nessuno nei paraggi, ma mi sento comunque le guance in fiamme per l'imbarazzo.

"Spero che le cose tra noi non cambieranno" gli dico, dato che sembra non saper cosa dire.

"Certo, sto solo metabolizzando la cosa.. quindi è per questo che quando Steve ci organizza gli appuntamenti al buio con le amiche di Becca tu rifiuti sempre"

Annuisco.

"Allora tu e Nathan uscite insieme" continua, come se stesse cercando di accettare la cosa. "Quindi lui ti piace?"

In questo momento mi rendo conto che quello che gli ho detto non è del tutto vero, perché noi due non stiamo ancora uscendo insieme in quel senso..

"Non lo so, per ora stiamo solo iniziando a conoscerci" taglio corto.

Lui annuisce.

L'espressione preoccupata che aveva prima è svanita lasciando spazio ad una apatica. Non riesco proprio a capire cosa gli stia passando per la testa.

"Manterrai il segreto, vero?"

Voglio accertarmene.

"Certo" mi dice.

Mi fido di lui, so che è una brava persona.

"In cambio spero che condividerai con me le domande del test"

"Ovvio, non c'era neanche bisogno di chiedere"

Sorrido e lo abbraccio, felice che mi abbia accettato.

Proprio adesso suona la campanella, segno che l'intervallo è finito, così entrambi ci alziamo dal gradino su cui siamo seduti per tornare in classe.

Appena entrati ci dividiamo, Scott va subito a sedersi al suo banco mentre io mi dirigo verso Steve, stranamente da solo.

"Ehi, non hai passato l'intervallo con Becca?" gli chiedo, scompigliandogli i capelli.

Soffici e profumati, come sempre.

"No, dopo il pranzo di ieri si è sentita poco bene e così oggi è a casa a riposare"

È triste e lo posso capire, dopotutto è innamorato di lei e lei sta male.

"Oh, mi dispiace. Se dopo la scuola la vai a trovare portale i miei saluti"

"Certo che vado a trovarla" sorride lievemente.

Già lo immagino che da bravo piccioncino si prende cura di Becca. Cosa darei per essere al suo posto!

"Tu e Scott dove eravate spariti?" mi chiede.

"Diciamo che avevi ragione sul fatto che lo stavo evitando e ora abbiamo chiarito" rispondo, stando sul vago.

Mi da una pacca sulla spalla, felice che ora sia tutto a posto.

"Allora oggi per festeggiare pranziamo tutti e tre insieme, è da tanto che non lo facciamo"

Già, di solito Becca se lo porta via per pranzo.

"Mi dispiace ma ho già un impegno per pranzo" gli dico e vado a sedermi al mio banco, che è dietro al suo.

Mi piacerebbe pranzare con lui e Scott ma sono già d'accordo con Nathan e non sarebbe carino dargli buca, per non parlare del fatto che il test di scienze è domani e ho bisogno di quelle domande.

Sorrido, penso proprio che starò bene anche senza Steve per oggi.

"Si tratta di una ragazza?" mi domanda, sospettoso.

"Forse" rispondo, sfoggiando un sorrisetto furbo.

Mi piacerebbe vederlo geloso ma so che è impossibile.

"Se è quella giusta poi voglio che me la presenti, devo assolutamente sapere che tipo di ragazza riesce a tenerti stretto"

Steve lo sa, sono uscito con delle ragazze ogni tanto, quando lui insisteva a presentarmele o voleva a tutti i costi che dessi loro almeno una chance, ma non è mai andata bene. Dopo il primo appuntamento dicevo loro che non mi interessavano, o facevo in modo che perdessero subito interesse in me.

Steve sta già tirando le conclusioni, probabilmente perché ha capito che sono interessato al pranzo di oggi, ma se davvero in futuro mi mettessi con Nathan non immagino che faccia farebbe lui venendolo a sapere.

"Non so ancora se è la persona giusta, per ora stiamo solo iniziando a conoscerci"

Adesso è lui a sorridere, soddisfatto. Mi rendo conto che mi ha appena fatto ammettere che mi sto vedendo con qualcuno.

"È già qualcosa, le altre non hai mai provato a conoscerle" sottolinea.

Ha ragione, perché alle altre mancava il requisito fondamentale perché potessero piacermi, ma non posso certo dirglielo. Per non parlare del fatto che in passato speravo ancora di avere speranze con lui e quindi non volevo saperne di vedermi con qualcun altro.

Il professore entra in classe e così dobbiamo interrompere il discorso, per fortuna.

Finite le lezioni saluto Steve e Scott e raggiungo il bar della scuola, dove sono d'accordo di vedermi con Nathan.

Al mio arrivo è già lì, seduto ad un tavolino che mi aspetta. Non appena mi vede si alza e mi viene incontro, sorridendo.

Ricambio automaticamente il sorriso.

"Ciao, tutto bene stamattina?" mi chiede.

"Sì, tutto nella norma. Ho anche chiarito quella cosa con Scott"

Mentre parliamo ci mettiamo in fila alla cassa, ordiniamo dei panini e pago io, anche se devo insistere perché lui non è d'accordo.

"Grazie per il panino ma non c'era bisogno che pagassi tu, sul serio" mi dice, mentre saliamo le scale per raggiungere il tetto della scuola.

È lì che mangeremo.

"Avevo detto che ti avrei offerto il pranzo in cambio di quelle domande" gli ricordo.

"Già ma non ce n'era bisogno"

"Se ti dà tanto fastidio che abbia pagato io offrirmi un latte alla fragola" dico, indicando i distributori automatici sul pianerottolo dove ci troviamo.

Lui alza un sopracciglio. "Ti piace quella roba?"

"Sì, qualche problema? Cos'è questa discriminazione contro il latte alla fragola? È fottutamente buono" scherzo.

Lui sorride, divertito, e si avvicina al distributore.

Torna da me con un cartone di latte alla fragola e una lattina di tè al limone per sé.

Una volta raggiunto il tetto ci mettiamo seduti con la schiena appoggiata al muro e posiamo gli zaini, dopodiché scartiamo i nostri panini e iniziamo a mangiare.

Dopo qualche morso infilo la cannuccia nel mio cartone di latte e inizio a berlo.

"Non capisco come faccia a piacerti questo abbinamento" mi dice.

Lo guardo male e la mia reazione sembra divertirlo.

"È buono sul serio, prova"

Gli allungo il cartone del latte e gli rivolgo uno sguardo di sfida. Dopo che lo avrà assaggiato capirà la sua bontà e lascerà perdere per sempre il tè, perché per lui esisterà solo il latte alla fragola.

Improvvisamente mi prende per il polso e mi bacia.

Il bacio dura solo un attimo e non appena finisce lui si lecca le labbra, soddisfatto.

Mi volto dall'altra parte, sto sicuramente arrossendo perché mi sento la faccia in fiamme. Abbasso lo sguardo.

Lui, che mi sta ancora tenendo per il polso, molla la presa.

"Ti ha dato fastidio?" mi chiede e dal suo tono di voce capisco che è preoccupato.

"N-no, solo che.. non me l'aspettavo"

Poso a terra il cartone di latte e mi giro, ma tenendomi il viso coperto con le mani. Ho bisogno di un attimo perché il mio viso torni di un colorito normale e per prepararmi psicologicamente a guardarlo in faccia di nuovo.

Mi sento prendere delicatamente per i polsi da Nathan, che me li accarezza con le dita. Gli permetto di sposare le mie mani.

Ora è in ginocchio davanti a me, tremendamente vicino.

Mi bacia di nuovo, questa volta con meno fretta e più dolcezza.

Sorrido imbarazzato mentre lui torna seduto di fianco a me, più vicino di prima.

Riprendiamo a mangiare anche se adesso ho lo stomaco agitato e mi sento stranamente felice, tanto felice.

Quando abbiamo finito tiro fuori un quaderno e mi faccio dire le domande. Parliamo di poco altro perché si è creato dell'imbarazzo.

"Non so rispondere a nessuna, senza di te il test mi sarebbe andato un disastro, grazie" gli dico, rimettendo il quaderno nello zaino. "A che ora hai gli allenamenti?"

"Alle 14.30, l'orario è sempre quello è se un giorno vorrai venire ad assistere sarai il benvenuto" mi dice. "A proposito, questo sabato abbiamo una partita e dopo ci sarà una festa, tu ci verrai?"

Sgrano gli occhi, sorpreso. Non ero mai stato invitato ad una festa della squadra di football e non sapevo neanche che presto ci sarà questa partita.

"Certo!" gli rispondo, mettendoci un po' troppa enfasi. "Ehm.. io ora devo andare ma ci vediamo alla partita allora"

"Ci conto" mi sorride e si vede che è felice.

Mi accompagna all'entrata e qui ci salutiamo con un semplice abbraccio, che tra l'altro è il primo abbraccio che ci diamo. La sensazione di essere avvolto completamente dalle sue forti braccia non è affatto male, anzi mi sento benissimo.

Mi incammino verso casa e i miei pensieri sono pieni di lui.

Era già capitato, in passato, che una ragazza spavalda mi prendesse di sorpresa e mi baciasse, ma da lui ho avuto il primo bacio datomi da un ragazzo nonché il primo bacio gradito della mia vita.

Mi imbarazzo a ripensarci e mi sento uno stupido perché non riesco a fare altrimenti.



Spazio autrice
Buonissimo il latte alla fragola! Siete d'accordo con me? Certo, bisogna ammettere che quando si prova il latte alla banana tutto cambia, e non esiste altra bevanda al di fuori del latte alla banana.
Ok ammetto che sto esagerando, ma adoro queste cose.
Spero che abbiate gradito il capitolo e in tal caso vogliate lasciarmi un commento o votarlo, mi farebbe molto piacere.
Alla prossima!

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