Capitolo 17

Sono insieme a Nathan, stiamo andando a casa sua.

Dopo il modo in cui si è comportato, con il rischio che qualcuno ci vedesse, lo vedo in imbarazzo. Non dice una parola e va bene così, perché sono un po' arrabbiato.

Quel suo amico, Chris, non ho capito se volesse costringermi a fare qualcosa che non volevo o volesse solo darmi fastidio. Fatto sta che Nathan ha visto tutta la scena senza intervenire. So che gli ha dato fastidio, so che lo ha fatto arrabbiare, ma non ha fatto nulla per aiutarmi.

Capisco che non si senta pronto a dire ai suoi amici che stiamo insieme, ma non avrebbe dovuto permettere a Chris di fare quello che voleva.

Anche io ho le mie colpe, mi sarei dovuto liberare prima dalla sua presa, invece ho avuto paura.

Sospiro.

"Sei ancora arrabbiato?"

"Sì" rispondo.

Metto le mani nelle tasche dei jeans e tengo lo sguardo basso.

"So di aver sbagliato, avrei dovuto spaccare la faccia a Chris ma mi sono pietrificato, non capivo cosa dovevo fare"

Lo guardo con la coda dell'occhio e vedo che è dispiaciuto.

Gli do una pacca sulla schiena, dato che siamo per strada e c'è altra gente è meglio non fare qualcosa di più affettuoso.

"Tranquillo, mi sono liberato e non è successo niente"

Sospira. "Non posso perdonare me stesso comunque e ovviamente non perdonerò Chris. Se tira fuori il discorso un'altra volta non gliela faccio passare liscia. Non volevo che lo sapessi ma è questo che dicevano ieri, dopo gli allenamenti. Parlavano di iniziare a tormentarti e non ho saputo trattenermi"

Quindi è questo che è successo, prima che venisse da me con il labbro spaccato.

"Era serio?" gli chiedo, disgustato.

"Non darci peso, Chris voleva solo darti fastidio"

Siamo arrivati a casa sua, inserisce la chiave nella serratura e apre.

Prima di entrare mi fa segno di far silenzio mettendosi un dito davanti alla bocca.

Giusto, sua sorella sta dormendo.

Con lei che dorme al piano di sotto dubito che mi abbia portato qui per continuare da dove abbiamo interrotto. Mi sento in imbarazzo per averlo pensato. Vorrà semplicemente stare insieme e mi va bene, anzi benissimo. Ha saltato gli allenamenti per stare con me.

Lo seguo fino alla sua stanza e poso lo zaino a terra, accanto al suo.

Un attimo dopo mi ritrovo sul letto, le mani di Nathan prendono le mie, con il dorso contro il materasso, e le nostre dita si intrecciano.

Mi guarda ed è come estasiato.

Okay, forse mi sbagliavo.

Avvicina il suo viso al mio e fa unire le nostre labbra. La sua lingua scivola attraverso le mie labbra semiaperte e il bacio si fa passionale.

Si allontana poco dopo e io sono già affannato.

"Scusa ma non ce la faccio"

La sua voce è roca e un brivido di eccitazione mi percorre la schiena.

Torna su di me e mi bacia ancora, intanto mi lascia le mani libere per spostare le sue sui miei fianchi. Afferra la maglietta e me la toglie, poi fa lo stesso con la sua.

Mentre mi slaccia i jeans non posso fare a meno di ammirare il suo fisico perfetto. Con lo sguardo ne percorro ogni centimetro, incantato. Sotto di lui mi sento piccolo, ma soprattutto sono consapevole di essere completamente in suo potere.

Ritorno alla realtà quando sento che mi sta sfilando i boxer. Avvampo, all'improvviso mi ritrovo nudo.

Nathan si tiene sollevato facendo leva con una mano sul materasso e intanto con l'altra cerca di slacciarsi i jeans. Questa visione mi eccita tremendamente. Tira giù la zip e il mio sguardo si fissa lì. Allungo una mano e lo aiuto a slacciare anche il bottone, la cosa lo imbarazza.

Toglie i jeans e rimane con solo i boxer addosso. So che il mio sguardo fisso lì lo sta imbarazzando ma per il momento non intendo spostarlo.

Mi dà un veloce bacio, credo lo faccia per distrarmi, poi afferrandomi mi fa girare a pancia in giù.

Avvampo e sono felice che lui non possa vederlo.

Fa scorrere le mani sulla mia schiena fino al sedere, lo afferra e stringe.

"Dimmi dove ti ha toccato"

"Cosa?"

"Qui?" chiede e sento che passa la lingua sulla parte bassa della schiena.

Stringo il cuscino con le mani e trattengo un gemito. Non me l'aspettavo.

Percorre la mia spina dorsale baciandola, spostandosi sempre più in basso.

"E qui?"

Con le mani mi allarga le natiche.

"Dimmi che non ci è arrivato"

Imbarazzatissimo gli faccio segno di no con la testa.

Malgrado questo continua a tenerle divaricate e quando sento che sta passando delicatamente un dito sulla mia apertura sussulto.

"N-no.. Nathan, lì non.."

Non so cosa devo dirgli e le parole mi muoiono in gola.

Un attimo dopo mi ritrovo seduto a cavalcioni su di lui. Ho la mente annebbiata e non so come ho fatto a finire in questa posizione.

Lui indossa ancora i boxer ma sento la sua erezione sotto il mio sedere.

Ha lo sguardo carico di desiderio.

"Non possiamo andare fino in fondo.. non siamo soli in casa" dice e lo vedo sofferente.

Mi mordo il labbro inferiore poi mi avvicino di più e lo bacio.

Sento che intanto lui me lo prende in mano per darmi piacere.

Cerco di trattenermi ma ogni tanto mi scappa un gemito, il rischio di farci sentire si fa chiaro nella mia mente.

Mi alzo di poco in modo da poter liberare Nathan dai boxer e ricambiare quello che sta facendo.

Anche lui inizia a trattenere dei gemiti e vorrei sentirli tutti, vorrei che li lasciasse uscire liberamente.

Mentre muovo la mano appoggio l'altra sul suo petto, non resisto, dovevo toccare con mano.

Poco dopo veniamo entrambi e, dopo esserci puliti, ci lasciamo andare a pancia in su sul letto.

"Non permettere a nessun altro di farti queste cose" mi dice, dopo aver ripreso fiato.

Non lo farei mai, ma il fatto che me l'abbia detto mi rende felice e mi imbarazza allo stesso tempo.

"Anche tu" gli dico e lo vedo arrossire leggermente.

Prendo i boxer e sto per rimetterli ma Nathan mi ferma afferrandomi il polso.

"Vuoi restare qui a dormire stasera?"

So bene che sua sorella sarà via tutta la notte e il rossore sul suo viso mi dà conferma di quali siano le sue intenzioni.

Mi torna in mente quello che mi ha detto qualche giorno fa, cioè che quando ci si sente di fare una cosa è il buon momento per farla.

"Non posso.. domani c'è scuola" abbasso lo sguardo.

"Se rimani possiamo andare a scuola insieme"

Fa scivolare la sua mano sulla mia e fa intrecciare le nostre dita.

"Dai.." insiste e me lo ritrovo di nuovo sopra.

Si avvicina al mio collo e lo bacia, poi ci passa la lingua sopra.

Mi mordo il labbro inferiore e cerco di non cedere ma non ce la faccio, mi scappa un gemito.

Quando Nathan prende a succhiare un lembo di pelle sono di nuovo eccitato. Lui continua imperterrito e quando smette vedo che guarda con soddisfazione quel punto del collo, sicuramente ci ha lasciato un bel segno rosso.

Poi punta lo sguardo più in basso, sono nudo sotto di lui e il mio corpo non mente.

Ci passa un dito sopra, dalla base fino alla punta, mentre si lecca le labbra.

"Se resti faremo cose molto più piacevoli"

Avvampo.
Lo avevo già capito ma sentirglielo dire così è diverso.

"N-non posso sul serio, i miei non me lo permetterebbero" rispondo, in imbarazzo.

Si morde il labbro inferiore e continua a guardare lì. Abbasso lo sguardo e vedo che anche lui è nuovamente eccitato.

Oggi è la prima volta che lo vedo completamente nudo, finalmente. Il suo corpo è perfetto, non so cosa io abbia fatto di grandioso nella mia vita precedente per essermi meritato un ragazzo così bello adesso.

Gli metto le mani sulle spalle e lo spingo sul materasso invertendo le posizioni.

Tempo di mettermi a cavalcioni su Nathan che lui è tornato seduto. Gli afferro i polsi e gli tengo le mani dietro la schiena. Potrebbe benissimo riuscire a divincolarsi dalla mia presa, con la forza che ha, ma non muove un muscolo e questo mi dà il tempo di pensare e agire.

Lo bacio per distrarlo, intanto allungo un braccio per poter prendere la cintura dei miei pantaloni e la uso per legargli alla bell'e meglio le mani dietro la schiena.

Quando metto fine al bacio lo vedo un po' preoccupato.

"Cos'hai in mente?"

Mi avvicino al suo orecchio sinistro. "Potrei farti qualsiasi cosa" sussurro.

Nathan è imbarazzatissimo e sono già soddisfatto per questo.

"È la punizione per non avermi aiutato prima" dico.

Avvicino il viso al suo sterno e ci passo la lingua sopra. Lo sento rabbrividire sotto di me.

Poi mi abbasso e gli divarico le gambe con le mani.

Passo la lingua sull'interno coscia della sua gamba sinistra, dove lascio un succhiotto.

Il fatto di essere così vicino alla sua erezione ma non averla toccata lo sta eccitando sempre di più, lo capisco dall'espressione che ha sul viso.

Punto gli occhi nei suoi e mi lecco le labbra. Vedo che mi desidera sempre di più ed è proprio quello che volevo.

Decido che è arrivato il momento di fare qualcosa di più piacevole, avvicino ancora di più il viso alla sua erezione e la percorro dal basso verso l'alto con la lingua.

Trattiene un gemito, gli divarico ancora di più le gambe con le mani, afferrandogli le cosce.

Lo prendo in bocca e sento che inarca la schiena.

Dopo poco non riesce più a trattenersi, inizia a gemere.

Lo faccio entrare di più, lentamente.

"Sì.. più in fondo" dice, tra i respiri affannosi.

Immagino questa frase detta da lui in un altro contesto e il solo pensiero mi riempie di desiderio.

Mi sbrigo a farlo entrare tutto e continuo a dargli piacere.

Nathan con le gambe divaricate e la schiena inarcata per il piacere è un'immagine che non dimenticherò tanto facilmente. I suoi gemiti si sono fatti più numerosi e intensi.

Cerca di liberarsi e ci riesce.

Mette la mano destra tra i miei capelli e mi tiene vicino a sé, impedendomi di allontanarmi. Non che io voglia farlo.

Continuo imperterrito finché non viene.

Soddisfatto, mi pulisco la bocca con il dorso di una mano.

Il mio ragazzo è a pancia in su sul letto e respira affannosamente. Vorrei baciare ogni centimetro del suo corpo ma mi trattengo, per oggi ho già fatto abbastanza.

Prendo in mano i miei vestiti e mi dirigo verso il bagno del piano di sopra.

"Aspetta, non sei.."

"Ho detto che era una punizione" lo interrompo. "Io faccio da solo"

Mi chiudo in bagno.

Quando esco, già vestito, trovo Nathan con il broncio e, purtroppo, vestito anche lui.

"Devo andare a casa, è quasi ora di cena" gli dico. "Ma mi piacerebbe andare a scuola insieme domattina.."

"Resta almeno per cena" dice, alzandosi dal letto e venendo verso di me.

"Preferisco di no.. ho paura che tua sorella ci abbia sentito e non mi sembra una buona idea"

Avvampa, consapevole di essere stato quello più rumoroso tra i due. Annuisce.

"Allora ci vediamo domani mattina, passo a prenderti" dice.

Gli sorrido e gli accarezzo il ciuffo con una mano. Che carino, è così sottomesso in questo momento.

Mi accompagna alla porta, ma prima di aprirla mi sorprende sbattendomi contro di essa e fiondandosi sulle mie labbra. Le nostre lingue si sfregano l'un l'altra e istintivamente appoggio la mano sinistra sul suo petto.

Purtroppo e per fortuna il bacio dura poco. Abbiamo rischiato che Maxine aprisse la porta della sua camera e ci scoprisse.

Prima di uscire gli do un altro bacio veloce, poi mi decido ad aprire la porta dato che lui ancora non l'ha fatto ed esco.

"Ti aspetto, domattina" gli ricordo.

Lui annuisce, mi sembra in estasi.

Lo saluto con un gesto della mano e mi incammino.



Spazio autrice

E quindi.. il nostro Jake ha punito Nathan a dovere, pare. Immagino che nessuno si aspettava che volesse prendere il controllo xD

Vi è piaciuto il capitolo? se sì lasciate una stellina e commentate per farmi sapere cosa ne pensate.

Ma la vera domanda è.. Maxine li avrà sentiti? sarebbe troppo imbarazzante..

Il prossimo capitolo sarà un extra dal punto di vista di Nathan e uscirà domani, spero che siate curiosi!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top