Capitolo 16
Siamo a metà della mattinata scolastica e devo ammetterlo, tutto è filato liscio.
Se ieri temevo per il mio futuro e l'idea di darmi malato mi aveva sfiorato la mente, oggi mi sembra tutto a posto e sono abbastanza sereno.
Anche se, a dirla tutta, non lo sono del tutto, infatti sto passando l'intervallo in classe con Scott. Di solito non rimaniamo qui dentro ma l'idea di girare per i corridoi non mi piace per niente.. ne ho parlato al mio amico e mi capisce.
Per fortuna non ho molte occasioni per vedere gli amici di Nathan, ma temo che riusciranno comunque a darmi problemi.
Un altro motivo per cui non voglio uscire in corridoio adesso è che tutti mi guarderebbero male.. ne sono sicuro, perché lo fanno già all'entrata e all'uscita di scuola.
Sospiro. Perché non si fanno i fatti loro? E poi siamo nell'epoca moderna, certe cose sono praticamente normali. Non ho una malattia infettiva, che hanno da guardare?
Comunque stare per i corridoi non è la mia unica preoccupazione. Oggi sono d'accordo con Nathan che pranzerò con lui e poi assisterò agli allenamenti. Probabilmente i suoi amici mi noteranno e, al mio ragazzo l'ho già detto, se non me la sentirò tornerò a casa prima.
Ma voglio essere fiducioso. Insomma, se riesco ad aspettare la fine degli allenamenti posso tornare a casa con Nathan, fare i compiti e cenare con lui, e forse anche parlare con Maxine.. quindi direi che ne vale la pena.
Anche se l'idea di parlare della nostra relazione a sua sorella mi mette ancora in agitazione, ovviamente.
Alla fine delle lezioni io e i miei amici mettiamo le nostre cose negli zaini. Scott raggiunge me e Steve ai nostri banchi, siamo pronti per andare.
"Ragazzi, oggi mi fermo qui a pranzo con Nathan"
"Qui a scuola? Come mai?" mi chiede Steve.
"Dopo ha gli allenamenti e resto a vederli"
Scott si ferma e mi fulmina con lo sguardo. "Tieniti alla larga da quelli della squadra se non vuoi morire" mi dice, con il tono di qualcuno che dice una profezia funesta.
So che ha ragione.
"Vedrò di fare attenzione"
"Ti hanno dato fastidio?" chiede Steve.
È il mio migliore amico ma non gliel'ho ancora detto perché non voglio il suo intervento. Questa cosa non può risolversi con lui che parla a suo cugino e chiede loro di starmi alla larga, no. Prima di tutto perché nel mio caso non credo sarebbe così semplice, poi perché loro sono amici di Nathan e non voglio che nessuno si intrometta. Se servirà chiederò aiuto a Steve, in caso contrario non intendo farlo.
"Più o meno.. ma non c'è da preoccuparsi, sono gli amici di Nathan" rispondo.
Il mio migliore amico inarca un sopracciglio, poco convinto. In effetti Scott ha appena detto che rischio la morte, è normale che non mi creda.
"Sul serio Steve, non è successo niente di grave e se succederà te lo dirò"
Siamo arrivati all'ingresso della scuola, scorgo Becca al cancello che aspetta il suo ragazzo per fare la strada con lui e sono molto felice di rimanere qui. Non voglio averci a che fare.
Saluto i miei amici e rimango all'ingresso ad aspettare Nathan, che mi raggiunge nel giro di un paio di minuti.
Vorrei abbracciarlo ma purtroppo non è il caso, potrebbero diffondersi voci anche sul suo conto e non voglio. La sua vita scolastica deve rimanere serena, penso che sia la cosa migliore.
Dopo esserci dati il buongiorno usciamo e cerchiamo un posto dove mangiare il nostro pranzo portato da casa. Troviamo un posto tranquillo sul retro della scuola, sul prato, all'ombra di un albero.
Non siamo gli unici a pranzare su questo prato ma quel posto all'apparenza perfetto è libero ed è una vera fortuna. Ci sediamo, appoggiamo gli zaini e iniziamo a mangiare.
"Com'è andata la giornata?" mi chiede, tra un boccone e l'altro.
"Tutto nella norma"
"Non è successo niente di brutto, vero?"
Lo vedo preoccupato e mi sembra carinissimo in questo momento. Vorrei baciarlo.
"Niente di niente, puoi stare tranquillo" sorrido e spero di riuscire a rassicurarlo.
Mi sembra sollevato, meno male.
"Allora te la senti di venire agli allenamenti? Se vuoi a Maxine possiamo parlare un'altra volta.."
"Me la sento, tranquillo"
Cerco un contatto, appoggio la mano sinistra sulla sua spalla e gliela accarezzo con le dita.
Lui annuisce, ora sembra veramente tranquillo e ne sono felice.
"Questo sabato ci sarà una partita" mi dice. "Vorrei tanto che tu ci fossi.. per fare il tifo per me"
Arrossisce ed è veramente tenero, mi viene automatico sorridere.
"Certo!" esclamo, felice.
Non voglio perdermi le sue partite, ci sarò di sicuro.
È felice anche lui, mi scompiglia i capelli con una mano.
Oggi è martedì e la partita è questo sabato, ciò significa che hanno solo tre giorni per allenarsi e immagino che il coach li farà lavorare duramente.
Ormai abbiamo finito di mangiare ma restiamo qui, è presto per andare al campo ed è una bella giornata, il sole scalda ma non troppo e c'è una leggera brezza fresca che accarezza i capelli di Nathan. Sarà il venticello che gli scompiglia i capelli, sarà che al sole i suoi occhi sembrano di un verde più intenso, ma lui mi sembra molto affascinante in questo momento.
Lo studio con lo sguardo, forse in modo eccessivo dato che dopo un po' lo nota e si imbarazza.
Poi qualcosa alle mie spalle cattura la sua attenzione e si fa cupo.
Un attimo dopo sobbalzo sentendo che qualcuno si sta appoggiando a me. Mi volto d'istinto e vedo i tre amici di Nathan, quello che mi ha spintonato ieri si è seduto dietro di me e si sta appoggiando alle mie spalle con le braccia.
È troppo vicino e mi dà fastidio, non so cosa voglia fare e la sua presenza mi preoccupa.
Anche gli altri due si siedono sull'erba, tra me e Nathan. Praticamente siamo seduti in cerchio, a parte quello che è dietro di me.
"Nathan, ci dai buca per pranzo e ti troviamo qui" ridacchia.
Il suo fiato sul mio collo mi disgusta, voglio che si allontani subito ma non riesco a dire niente.
"Da quant'è che conosci questo qui?" continua.
"Siamo amici da un po'"
È infastidito ma cerca di non darlo a vedere.
"Mi meraviglia che abbia ancora degli amici" dice il ragazzo alla mia destra.
Nathan si irrigidisce. "Che vuoi dire?"
"È meglio non dare attenzione a quelli come lui, potrebbero fraintendere"
Sgrano gli occhi. Che vuol dire?
"Non vorrai rischiare che si attacchi a te" continua l'altro, che era rimasto zitto fin'ora.
Sono sconvolto.
"O forse è già successo?" chiede quello alle mie spalle, dato che Nathan non risponde.
Ridacchia.
Vedo Nathan in difficoltà, non sa cosa dire ma non si imbarazza quindi non credo che possano capire cosa stia pensando.
"Comunque ho notato che questo piccoletto ha il culo da ragazza" continua.
"Chris!" esclama Nathan, allibito.
"Cosa c'è? È vero" ridacchia.
Sono ancora più preoccupato.
Vorrei scappare via ma le sue braccia muscolose mi tengono fermo, sono pesanti.
"Non dici niente?" si rivolge a me.
"Lasciami andare"
"No no" ridacchia.
Sposto lo sguardo su Nathan. Vorrei che mi aiutasse in qualche modo.
"Chissà che non sia come farsi una ragazza"
Rabbrividisco. Spero non stia pensando che mi lascerei toccare da lui! Abbasso lo sguardo, mi sento male solo all'idea.
Sposta un braccio e sento la sua mano fredda infilarsi su per la mia schiena. Con un dito mi tocca la spina dorsale, la percorre verso il basso e io mi sento pietrificato.
Nathan stringe i pugni, è arrabbiato.
Quando arriva in basso mi spavento all'idea che possa non fermarsi, gli tiro una gomitata nello stomaco e mi libero.
Mi alzo e mi allontano da lui di qualche passo.
"Cosa volevi fare?" alzo la voce, scosso.
"A voi va bene chiunque, no?"
Non ho parole.
Prendo lo zaino e me lo metto su una spalla.
"Me ne vado" dico, irremovibile, senza neanche voltarmi verso Nathan.
Sono arrabbiato, avrebbe dovuto intervenire.
"Jake!" esclama.
Lo sento preoccupato ma non mi volto e mi avvio verso il cancello della scuola.
Sono ormai arrivato quando lui mi raggiunge e mi si para davanti.
Io lo ignoro e passo oltre.
"Jake, scusami, non sapevo cosa fare!"
Non importa, sono arrabbiato. Non gli rispondo nemmeno.
Faccio per proseguire ma mi prende per un polso e mi trascina dietro ad un albero.
Finisco con la schiena contro il tronco e Nathan è a pochi centimetri da me.
La strada è alle mie spalle, a pochi passi, ma difficilmente qualcuno ci vedrà data la grandezza del tronco.
Lo guardo negli occhi, sorpreso, poi abbasso lo sguardo.
Con la coda dell'occhio vedo che si morde il labbro inferiore, agitato.
"Scusami, so che avrei dovuto fare qualcosa ma.. ero pietrificato. Non succederà più, ti proteggerò io da loro e presto gli dirò tutto, te lo prometto"
Torno a guardarlo, mi sembra sincero.
Sospiro.
"Il tuo amico mi ha spaventato" gli dico, con tono duro. "Non ti perdonerò facilmente"
Lui abbassa lo sguardo, si vede che si sente in colpa.
Poi mi si avvicina e mi dà un veloce bacio.
Sgrano gli occhi.
"Che fai? Siamo fuori da scuola!"
"Non importa" dice ma lo vedo molto in imbarazzo.
Mi dà un altro bacio, questa volta più intenso, poi passa la lingua sul mio collo.
"No, fermati!"
Anche se l'albero ci nasconde siamo comunque all'aperto.
Mi guarda negli occhi, gli leggo il dispiacere e il desiderio nello sguardo.
"Andiamo a casa mia" propone.
"E gli allenamenti?"
"Li salto, non voglio rivedere quei tre oggi"
Deglutisco il nodo che mi si è formato in gola per l'imbarazzo. Credo di aver capito perché mi stia invitando da lui.
Si avvicina e mi bacia ancora, questa volta appoggia la lingua sulle mie labbra come se chiedesse il permesso per farla entrare.
Permesso che non gli do.
Siamo all'aperto, temo quello che potrebbe succedere se la situazione si surriscalda.
Lo allontano mettendogli le mani sulle spalle.
"Basta" cedo, abbassando lo sguardo. "Hai vinto, andiamo da te"
Spazio autrice
Cosa ne dite del comportamento di Nathan? Doveva difendere il suo ragazzo dai suoi amici e invece è stato incapace di agire.. per fortuna che non gli hanno fatto niente di grave >.<
Deve muoversi a uscire allo scoperto con i loro! siete d'accordo?
Il prossimo capitolo uscirà domani e sarà completamente incentrato su Nathan e Jake, da soli.. avete capito? bene. Alla prossima!
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