Capitolo 13
Apro gli occhi e me li sfrego con una mano.
Sono a casa di Nathan, nel suo letto, avvolto dal caldo piumone bianco e dalle sue braccia. Lui è girato sul lato e mi tiene stretto al suo petto. In questa posizione riesco a sentire il suo cuore che batte ed è estremamente rilassante.
Non è suonata nessuna sveglia, è sabato, ma purtroppo sono abituato a svegliarmi alle 7 e il mio orologio biologico non mi lascia dormire fino a tardi neanche nei giorni di vacanza.
Non importa, così posso assistere alla bellissima scena di Nathan che dorme beato.
Lentamente mi sposto più in su, così da poterlo vedere meglio. Ha un'espressione serena e il ciuffo di capelli, di solito sempre ordinato, è un po' schiacciato e gli ricade su un lato della fronte. Con un dito glielo sposto delicatamente, poi gli passo la mano tra i capelli. Solo ora mi rendo conto di quanto siano morbidi.
Starei qui a guardarlo dormire anche per sempre.
Ci conosciamo da circa due settimane ma credo di essermi innamorato di lui. Non so quando sia successo, so solo che quello che provo è veramente intenso e non posso immaginare una vita senza di lui. Sarebbe bello vivere insieme, così potrei vederlo addormentato ogni mattina, svegliarlo con un bacio e preparargli la colazione. Non sono tanto bravo a cucinare ma potrei migliorare per lui.
Questi pensieri mi imbarazzano un po' ma mi rendono anche felice.
Mi avvicino ancora di più e gli do un bacio delicato. Si sveglia, apre gli occhi e sbatte le palpebre un paio di volte. Mi sorride. Quanto è carino in questo momento!
"Buongiorno" gli dico.
Lo bacio ancora e intanto passo di nuovo la mano tra i suoi capelli.
"Nathan, credo di amarti" ammetto, sentendomi le guance in fiamme.
Mi stringe di più a sé.
"Anche io" risponde.
Sono troppo felice, temo che possa scoppiarmi il cuore. Non immaginavo che potesse esistere una felicità così grande.
Si sposta, mettendosi sopra di me.
Mi accarezza la guancia sinistra con una mano e mi guarda intensamente negli occhi. Sento come se i suoi occhi verdi mi stessero scrutando l'anima. Si avvicina e mi bacia. Sento la sua lingua sulle labbra, la lascio entrare. Le nostre lingue si accarezzano e inizio a volere qualcosa di più.
Le mani di Nathan scendono fino a raggiungere i miei fianchi.
Smettiamo di baciarci e riprendiamo fiato.
Le sue mani sono sull'elastico dei miei boxer e anche il suo sguardo ora si posa lì. Poi torna a guardarmi negli occhi.
Si passa la lingua sulle labbra e sento un fuoco accendersi dentro di me.
"Posso?" mi chiede.
Avvampo. Non sono sicuro di aver capito ma annuisco, può farmi quello che vuole.
Mi toglie i boxer e lo prende in mano.
Distolgo lo sguardo, imbarazzatissimo. Sussulto sentendo la sua lingua fresca passarmi sulla punta. Lo mette in bocca e lentamente lo fa entrare sempre più a fondo.
Mi aggrappo con le mani al cuscino e ansimo, incapace di controllare il mio respiro.
Abbasso lo sguardo e vedo che ormai è sparito completamente tra le sue labbra. È una visione tremendamente eccitante.
Continua a succhiare e non capisco più niente.
"N-no.. Nathan, sto per.."
Non si ferma, vengo.
Mi vergogno un po' per essere durato così poco ma è stato un piacere nuovo e inaspettato. Sono sicuro di essere tutto rosso in questo momento.
Nathan si pulisce la bocca con il dorso della mano, ha un'espressione soddisfatta.
"Vuoi farti una doccia?" mi chiede.
Annuisco, incapace di parlare.
Mi indica il bagno del piano di sopra e senza pensarci due volte mi ci fiondo dentro. Sono veramente troppo in imbarazzo, devo calmarmi.
Apro l'acqua e inizio a lavarmi. Dopo pochi minuti sento che la porta si apre.
"Ti ho portato il cambio" mi dice Nathan.
Esce e sono nuovamente solo.
In poco tempo ho finito, mi asciugo e guardo che vestiti mi ha portato.
Riconosco i jeans che indossavo ieri mentre il resto sono vestiti di Nathan. Prendo in mano i boxer, titubante, sto per indossare un paio di boxer del mio ragazzo! Metto da parte l'imbarazzo e mi vesto.
Esco dal bagno e trovo Nathan in corridoio che aspetta, guardando il cellulare. Non appena mi vede resta come incantato.
La sua maglietta mi va un po' grande ma non esageratamente, per fortuna.
"Potevo rimettere quella che avevo ieri" gli faccio notare.
Lui fa segno di no con la testa. "Volevo prestarti qualcosa di mio" dice. "Ti sta bene. Adesso è il mio turno, sarò veloce e intanto fa pure come se fossi a casa tua"
Si chiude in bagno.
Torno nella sua stanza a recuperare il cellulare. Cerco di non pensare a cos'è successo qui, ieri sera e poco fa, e scendo al piano di sotto. Vado in cucina, ho sete quindi mi verso un bicchiere d'acqua.
Sento il rumore della porta di casa che si apre, mi affaccio dalla cucina con ancora il bicchiere in mano e vedo entrare una ragazza dai capelli ricci e neri, con un paio di occhiali dalla montatura azzurra fluorescente.
È la sorella di Nathan, la riconosco dalle foto.
Dopo aver rinchiuso la porta mi nota.
"Salve, sono un amico di Nathan" dico andandole incontro.
"Oh, ciao! Mi ha detto che saresti rimasto a dormire. Dammi pure del tu, mi chiamo Maxine" mi rivolge un grande sorriso.
In effetti non credo abbia molti anni più di noi, ho appena fatto una figuraccia dandole del lei..
"Ehm, io sono Jake" mi presento, imbarazzato per via della figuraccia.
"Mettiti pure comodo Jake, fra poco preparo la colazione!"
È piena di energie, mi sembra strano sapendo che ha passato la notte a lavorare.
"Posso preparare qualcosa io, se vuoi"
Non mi sembra giusto farle fare tutto da sola, vorrei rendermi utile.
"No no, tu sei l'ospite! Fra un attimo sono da te"
Appende la giacca sull'attaccapanni in salotto e si dirige scattante verso una camera che immagino sia la sua.
È decisamente troppo piena di energie, vorrei sapere qual è il suo segreto.
Non faccio in tempo a sedermi che vengo raggiunto da Nathan, pulito e profumato, con i capelli ancora umidi.
"È appena tornata tua sorella" gli dico.
"Ah, è nella sua stanza adesso?" mi chiede, indicando la porta dietro la quale lei è da poco sparita.
Annuisco.
Lui bussa.
"Maxine" la chiama, senza aprire. "Io e Jake usciamo, non serve che ci prepari la colazione. Mangia qualcosa e riposati"
"Okay!" sentiamo rispondere.
Ci mettiamo la giacca e usciamo.
"Dove stiamo andando?" gli chiedo.
"Ad un bar qui vicino, ti offro la colazione"
Sgrano gli occhi. "Non serve! Posso offrire io questa volta"
Lui fa segno di no con la testa. Sorride e arrossisce leggermente.
"Stamattina mi hai svegliato con un bacio e mi hai detto che mi ami.. vorrei festeggiare offrendoti qualcosa"
Arrossisco anche io e non ribatto.
Entriamo in un bar qui vicino e prendiamo posto su un tavolo con divanetto in fondo alla sala. Ci sediamo vicini.
Subito un cameriere ci raggiunge e ordiniamo due cioccolate calde. Io la prendo classica mentre Nathan con marshmallows, panna, una cialda e una spolverata di cacao.
Quando torna con le nostre ordinazioni mi viene da ridere.
"Cosa c'è?" mi chiede Nathan.
"Quella cioccolata è un mostro di zucchero"
"È buonissima" dice, fingendosi offeso. "Assaggiala e vedrai"
"Sul serio posso?"
In effetti l'aspetto è bellissimo, se me la offre devo assaggiarla per forza.
Prendo il mio cucchiaino e lo affondo nella sua tazza.
"È ridicolmente dolce" commento.
Lui mette il broncio e ne prende una cucchiaiata.
Inizio a bere la mia.
Colgo l'occasione per chiedergli come faceva sua sorella ad essere così vitale pur avendo lavorato tutta notte e lui mi spiega che è dipendente dal caffè, ne beve un sacco, ogni volta che ne ha l'occasione.
"I tuoi genitori che lavoro fanno? Stanno sempre via fino a tardi?" mi chiede.
"Sì, sono medici entrambi e fanno degli orari assurdi. Sto a casa tutto il giorno da solo, ma pazienza, me la cavo ormai e posso invitare chi voglio mentre non ci sono"
"Hai mai invitato delle ragazze?"
Lo vedo preoccupato.
"No, mi sono sempre interessati i ragazzi e tu sei il primo con cui sto, se te lo stavi chiedendo"
Gli prendo la mano da sotto il tavolo.
"Anche tu sei il mio primo ragazzo" mi dice.
Sorride.
"Delle ragazze che mi dici?"
"Quando ho iniziato il liceo hanno iniziato a interessarsi a me, ma non è mai stato il contrario. Le ho sempre rifiutate gentilmente e i miei nuovi amici, quelli della squadra di football, non capivano perché lo facessi e mi incitavano a provarci con l'una o con l'altra. Alla fine ho iniziato a inventarmi delle ragazze per poter dire loro che stavo uscendo con qualcuno e mi sono ritrovato a dover partecipare ai loro discorsi squallidi sull'ultima che si erano fatti" sorride ma lo vedo amareggiato.
È questo che intendeva quando mi ha detto che con loro si finge un altro?
Gli accarezzo la mano con le dita e sento che lui fa lo stesso. Quando si sentirà pronto a dir loro la verità spero tanto che lo accetteranno.
Quando abbiamo finito la nostra cioccolata andiamo alla cassa a pagare e usciamo, diretti a casa mia.
"Hai da fare domani?" mi chiede.
"Credo di sì, di domenica sto con i miei genitori dato che sono a casa, di solito andiamo da qualche parte o a trovare mia nonna" gli racconto. "Avevi in mente qualcosa?"
"In realtà sì.. stavo pensando di invitarti a pranzo così avremmo potuto dire a mia sorella che stiamo insieme.."
Si copre il viso con le mani, in imbarazzo solo al pensiero, e io mi agito.
"Vuoi dirglielo? Ti senti pronto?" gli chiedo, sorpreso.
"Sì, insomma, è mia sorella.. so che capirà"
Deglutisco il nodo che mi si è formato in gola.
Aiuto, vuole presentarmi ufficialmente a sua sorella. Oggi l'ho conosciuta ma quella sarebbe tutt'altra cosa.
In ogni caso la trovo una buona idea, capisco il fatto che voglia dirglielo.
"Scusami, domani non posso veramente.. ma la prossima volta non mancherò, se vuoi farlo di domenica avvisami prima se no va sempre bene, pranzo o cena, quando vuoi" mi accorgo di aver parlato in fretta per via dell'agitazione.
Lui mi mette una mano sulla spalla e mi sorride lievemente.
"Non devi agitarti, so già che andrà bene.. sarà solo.. difficile dirlo, ma lo farò io"
"Ti darò sostegno come posso" gli dico.
Vorrei prendergli la mano in questo momento ma siamo fuori, non si può.
Ormai siamo arrivati a casa mia, purtroppo ci dobbiamo separare e ci vedremo lunedì, a scuola.
Meno male che possiamo scriverci o mi mancherebbe troppo.
"Se lunedì vuoi restare a vedere gli allenamenti potremmo pranzare insieme" propone.
"Certo! Allora ci vediamo lunedì"
Lo saluto con un abbraccio veloce per non destare sospetti nei passanti e nei vicini ed entro in casa.
Spazio autrice
Ringrazio di cuore la mia adorata Ro per avermi aiutata a pensare alla cioccolata ridicolmente dolce ♡
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se così è stato lasciate una stellina ✰ e se vi va commentate per farmi sapere cosa ne pensate.
Domani ho l'esame, il fatidico giorno è arrivato.. poi potrò riprendere a scrivere senza pensieri! ✎
Buona serata a tutti ☾
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