Capitolo 12
Mancano pochi minuti alle sette e io sono già in strada, diretto alla casa di Nathan.
In un attimo arrivo e suono al campanello. Sono felicissimo, stiamo per passare la serata insieme.
"Ciao!" mi saluta Nathan, aprendo la porta con un sorriso raggiante.
Mi stringe a sé, impaziente di un contatto.
"Ciao" rispondo al saluto, tra le sue braccia.
Essendo ancora fuori dalla porta il nostro abbraccio dura poco, subito ci lasciamo ed entriamo.
La casa di Nathan è grande e accogliente, mi sento già a mio agio. Ovunque posi lo sguardo ci sono foto incorniciate, appoggiate sui mobili o appese alle pareti. In alcune lui è insieme ad una ragazza più grande, immagino sia sua sorella, in altre lo vedo più piccolo, ha un aspetto diverso rispetto ad ora, in queste foto è in carne. Nella maggior parte, però, ci sono lui e la sorella insieme a due adulti, i loro genitori immagino. Non mi ha mai parlato di loro anzi credo non li abbia mai nominati.
"Sono i tuoi genitori?"
"Sì" mi risponde e si avvicina per guardare meglio la foto. Sorride lievemente ma per qualche motivo mi sembra un po' malinconico.
"Sono in casa?" chiedo, pur temendo la risposta.
"No, loro.. sono morti diversi anni fa"
Abbassa lo sguardo.
Come temevo. Mi sento in colpa per averlo chiesto.
"Scusami, non avrei dovuto chiedere" gli appoggio la mano destra su una spalla.
"No, tranquillo.. sono passati anni ormai. Sei il mio ragazzo, è giusto che tu sappia"
Fa una pausa, prende la mia mano sinistra con la sua destra.
"È stato un incidente ferroviario" inizia a raccontare. "Loro si erano conosciuti da giovani, su un treno mentre andavano a scuola, così pur avendo la patente ogni tanto prendevano il treno per andare da qualche parte.. Quel giorno saremmo dovuti andare a fare una passeggiata al mare tutti insieme, ma all'ultimo momento io e mia sorella abbiamo deciso di rimanere a casa. Per diverso tempo ho pensato che sarebbe stato meglio essere andato con loro.. poi ho capito che dovevo smettere di deprimermi e continuare a vivere, farlo anche per loro.. e poi non ero solo, avevo mia sorella"
Ha tenuto lo sguardo basso mentre parlava, ma ora lo alza e mi guarda negli occhi. I suoi sono lucidi, cerca di rassicurarmi con un leggero sorriso.
Lo stringo forte a me, continuando a tenergli la mano.
"Io sono felice che tu sia qui" gli sussurro, con la voce strozzata dall'emozione. Non riesco a immaginare quanto debba aver sofferto e non voglio pensare a una vita senza di lui.
"Anche io sono felice" risponde.
Ci allontaniamo di poco, abbastanza da poterci dare un lento e dolce bacio.
Nathan si schiarisce la gola. "Ordiniamo la pizza, ti va?"
"Certo" rispondo.
Prende il telefono, mi chiede che pizza voglio e chiama.
Ci sediamo sul divano in attesa del fattorino.
"Oggi mia sorella è stata chiamata al lavoro prima" mi dice. "Di solito a quest'ora è già sveglia da un po', prepara la cena e poi va via. Torna qui di mattina"
"Che lavoro fa?" chiedo, curioso.
"Fa l'educatrice in una comunità. Ha studiato tanto e col suo lavoro mantiene entrambi, un giorno ricambierò in qualche modo"
"Sai già che lavoro vuoi fare in futuro?" gli chiedo.
"Non ancora. Spero solo di poter fare qualcosa che mi piace"
Annuisco, interessato. Per me è lo stesso.
"Volevo chiederti.. perché ieri Steve mi faceva quelle domande?"
Si riferisce al terzo grado che gli stava facendo per scoprire se siamo davvero amici.
"Si è fissato che io e te siamo troppo diversi per essere amici e forse tu mi fai qualcosa di male" gli spiego. "Anche Scott lo pensava all'inizio, vedrai che presto lascerà perdere"
"Sembrano tenere molto a te" commenta.
"Sì, siamo amici da tanto.. I tuoi amici non ci tengono a te?" gli faccio una domanda retorica.
"Se sapessero che sono gay mi tratterebbero diversamente" abbassa lo sguardo.
"Non puoi saperlo.." cerco di rassicurarlo. "Io quando l'ho detto a Scott temevo il peggio, invece sono stato accettato. A Steve ancora non l'ho detto ma.. se è un vero amico mi accetterà. Sarà così anche per te"
Gli passo un braccio intorno alle spalle.
Lui alza lo sguardo, è più sereno e mi sorride. Sorrido anche io.
Mi avvicino e gli do un bacio, siamo soli e non resisto. Nathan porta una mano sulla mia nuca per tenermi vicino, fa entrare la lingua nella mia bocca e la situazione si surriscalda.
Il campanello suona, interrompendoci. A malincuore smettiamo di baciarci, lui si alza e va ad aprire.
È il fattorino con le nostre pizze.
Paga, le prende e le appoggia sul tavolo della cucina. Io senza pensarci due volte lo raggiungo.
Mangiamo e chiacchieriamo. Parliamo di cosa è successo a scuola, lui mi racconta degli allenamenti e io di cosa ho fatto nel pomeriggio.
"Qualcuno ti ha detto qualcosa per il succhiotto?" gli chiedo poi, all'improvviso.
Purtroppo ormai è sparito ma sono sicuro che presto avrò occasione di fargliene altri.
"Sì.. I miei amici lo hanno notato e anche mia sorella Maxine. Anche delle ragazze che assistono sempre agli allenamenti sono venute a chiedermi chi me l'avesse fatto" dice, leggermente imbarazzato.
Mi sento soddisfatto, mi sarebbe piaciuto vedere la sua reazione quando gliel'hanno chiesto.
Per le otto abbiamo finito di mangiare, torniamo in salotto per scegliere che film guardare.
"Dato che hai detto che ti piacciono i film di tutti i generi non avrai problemi se vediamo un horror" mi dice, con sguardo di sfida, tenendo in mano la custodia di un film abbastanza recente che entrambi non abbiamo ancora visto.
"Certo che no"
Toglie il dvd dalla custodia e lo inserisce nel lettore, mentre io mi accomodo sul divano.
Non guardo spesso i film horror ma non mi dispiace affatto la sensazione di paura improvvisa o graduale che danno. Ed è bello, dopo i momenti di paura, sentire la scarica di adrenalina mista a senso di sollievo.
Ci si sente sollevati perché si è ancora vivi, direbbe qualcuno.
Nathan tiene il braccio destro intorno alle mie spalle e io sono appoggiato al suo petto. È bellissimo stare così.
Ogni tanto sobbalzo e sento che mi stringe più forte a sé, con la mano appoggiata alla mia spalla.
Dopo un po' inizio a sentire freddo, Nathan nota che rabbrividisco e mi lascia solo per un attimo, mentre va a cercarmi una coperta. Il film continua ad andare e senza lui al mio fianco mi sento inquieto. Per fortuna torna subito, mi copre con la coperta e torno appoggiato a lui.
Molto meglio.
Quando il film finisce non ho nessunissima voglia di alzarmi da qui e tornare a casa. Sono solo le dieci e mezza, è troppo presto per andare.
Nathan fa per alzarsi e mettere a posto il dvd ma io glielo impedisco pesandomi di più su di lui. Lo stringo in vita con le braccia.
Lui mi scompiglia amichevolmente i capelli e lo sento ridacchiare.
"Vuoi dormire qui stanotte?"
Sentendoglielo dire mi tiro su per guardarlo e capire se è serio.
"Cosa?" chiedo, senza parole.
"È tardi e abbiamo appena visto un horror.. non mi fido a farti tornare a casa da solo" abbassa lo sguardo e arrossisce leggermente.
Come posso rifiutare davanti a un'espressione così carina?
"Volentieri, avviso i miei genitori!"
Prendo il cellulare e scrivo a mia madre che resto a dormire da un amico, intanto Nathan avvisa sua sorella.
"Vieni, andiamo nella mia stanza"
Avvampo.
Lo seguo e non posso fare a meno di pensare a certe cose.
Mi ha invitato a restare per quello? O sono l'unico che sta pensando male?
La stanza di Nathan si trova al piano di sopra, il suo letto è grande e coperto da un piumone bianco, ci sono poi una scrivania e un armadio. È una stanza semplice in cui predominano i colori del bianco e del grigio.
In un angolo noto due piccoli pesi, probabilmente li usa per allenare i suoi muscoli. Sto per vederli? Mi sento le guance in fiamme.
Il mio ragazzo mi passa una maglietta.
"Tieni, puoi dormire con questa" dice.
Sembra tranquillo.
Inizio a togliermi la maglietta.
"Cosa? Ti cambi qui, adesso?" è agitato e arrossisce.
"Sì, non posso?"
"C-certo che puoi.."
Non ho un bel fisico come lui, sono solo magrolino. Mi vergogno un po' ma prima o poi lo avrebbe visto in ogni caso.
Tolta la maglietta infilo quella che mi ha dato. Ha un buon profumo, lo stesso che gli sento sempre addosso.
Tolgo anche i jeans e mi sembra più nervoso di prima.
Visto che non mi ha dato dei pantaloni credo di dover rimanere con i boxer e basta.
Lui mi dà le spalle e cerca qualcos'altro in un cassetto. Ci mette fin troppo, credo lo stia facendo per costringersi a non guardare. Prende una maglietta anche per sé e si spoglia dandomi le spalle.
Io lo osservo, non riesco a fare altrimenti.
Ha le gambe muscolose, attraverso i boxer aderenti si vede il suo sedere scolpito e anche la schiena è bella. Vorrei avvicinarmi, appoggiarci le mani sopra e farle scorrere verso il basso. Chissà come reagirebbe, ma sono troppo timido e non riesco a muovere neanche un passo verso di lui. Indossa la maglietta, facendo sparire quella bella vista.
Si siede sul letto e mi fa segno di sedersi sulle sue gambe. È serio? È rosso in viso quindi credo proprio di sì.
Non so cos'abbia in mente ma lo assecondo, mi siedo sopra di lui appoggiando la schiena al suo petto.
Solo la stoffa dei nostri boxer ci tiene separati dalla vita in giù perciò riesco a sentire bene che è eccitato come lo sono io.
Mi appoggia le mani sulle gambe e passa la punta della lingua sul lato destro del mio collo.
La sento andare su e giù, lasciarmi una leggera scia bagnata.
Poi prende di mira il lobo dell'orecchio. Lo succhia e mordicchia delicatamente. In questa posizione non posso fare nulla se non lasciarlo fare.
Sento le sue labbra posarmisi sulla spalla, baciarla, baciare anche il collo.
Il mio respiro è diventato affannoso e ogni tanto mi lascio scappare dei gemiti, incapace di trattenermi.
Porta le mani sull'elastico dei boxer e me li abbassa, poi mi toglie anche la maglietta.
Inizio a sentire la mente annebbiarsi mentre lui appoggia le mani sulle mie gambe per farmele divaricare.
Ha smesso di baciarmi il collo e so dove sta guardando. Mi sento tremendamente esposto ora che sono nudo tra le sue braccia e completamente in suo potere.
La sua mano destra me lo avvolge, lo stringe saldamente e inizia a muoversi per darmi piacere.
Gemo, trattenermi ormai è impossibile.
Sotto al mio sedere sento che è ancora più eccitato e non riesco a pensare ad altro, oltre che alla sua mano in continuo movimento.
Sento nuovamente le sue labbra sul collo, riprende a lasciarci dei baci e perdo completamente la ragione. Incapace di controllarmi ogni tanto muovo il bacino.
Lo sento trattenere dei gemiti tra i baci.
"Ah, Nathan!" inizio a dire il suo nome, sento che sto per venire, non mi posso più controllare.
Lui non si ferma.
Vengo, bagnandomi il basso ventre e la sua mano.
Il respiro affannoso pian piano si fa più regolare mentre Nathan, senza spostarsi, prende dei fazzoletti dal comodino.
Anziché passarmene uno mi tira più vicino a sé facendomi sedere un po' più indietro e si abbassa di poco i boxer.
Credo di poter impazzire ora che il suo membro è comparso nel mio campo visivo, tra le mie gambe ancora divaricate. Nathan se lo prende con la mano destra e inizia a darsi piacere. Questa visione mi imbarazza e credo imbarazzi anche lui, ma è anche eccitante. Sento il suo respiro caldo e affannato sul collo. Mi tremano le mani e non riesco a fare nulla se non girare di poco il viso per poterlo baciare.
Poco dopo viene anche lui.
Con i fazzolettini pulisce entrambi.
Rimetto i boxer e la maglietta, che a questo punto avrei potuto evitare di mettere prima, e lo raggiungo sotto le coperte.
Ci diamo un bacio della buonanotte e ci abbracciamo. Avvolto dal piumone caldo e dalle sue braccia accoglienti mi sento in paradiso.
Spazio autrice
Avevo detto che avrei aggiornato un giorno sì e uno no ma ho avuto tempo di scrivere qualche capitolo e così ho preferito pubblicarne uno anche oggi. Vi dispiace?
Anche questa volta ho cercato di non scrivere cose troppo esplicite, ma se secondo voi devo comunque mettere la storia per adulti ditemelo >.<
E mi raccomando, se il capitolo vi è piaciuto non dimenticate di lasciare una stellina! Se vi va ditemi anche cosa ne pensate.
Alla prossima!
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