4. Coincidenze inesatte

Mattia può ben comprendere il motivo per cui Valeria avesse abbandonato la festa tanto in fretta non appena permette all'attenzione di scorrere lungo i volti degli invitati. Metà di loro poteva essere definita ostile alla presenza di lei nella loro famiglia mentre l'altra metà pareva osservare Mattia con piacevole accondiscendenza, quasi come se in un semplice sorriso potessero trasmettere tutto il loro supporto per le azioni da lui commesse.

Quale strana situazione con la quale convivere, il venir posto tra l'approvazione e l'accusa allo stesso tempo. Sa che ogni persona all'interno della sala sta parlando di lui e di quello che aveva fatto a Valeria, ne è certo. Persino giungendo all'aeroporto aveva avuto l'impressione che delle persone al gate lo stessero osservando. Aveva sperato di passare inosservato ma francamente era certo che fosse impossibile e partecipare a questa festa stava rendendo tutto fin troppo ovvio.

Rimane solo un unico ed invidiabile mistero: scoprire chi di loro facesse parte dei buoni e chi, invece, dei cattivi. Prima di giungere alla villa aveva creduto che i membri del primo gruppo, pronti a fiancheggiarlo, si sarebbero potuti contare sulle dita di una mano... ma ritrovando l'espressione sulle loro facce lo aveva presto negato a se stesso.

I membri della fazione opposta, invece, risultavano tanto noti da essere scontati, almeno finché uno di loro, il più importante, aveva deciso di mettere in atto una straordinaria sorpresa capace di mescolare tutte le carte in tavola.

Suo fratello, Diego. Si erano visti sulla terrazza, poco prima che Mattia potesse ritornare nella sala delle cerimonie. Il gemello era nascosto dietro l'ombra notturna di un albero, intento a fissarlo.

Deve essere stato lì per chissà quanto tempo, senza essersi mosso. Per quale motivo lo aveva fatto?

Un tempo, lo ricorda bene Mattia, Diego era in grado di saltargli alla gola e rompergli con un pugno il naso al solo sentir nominare il nome di sua moglie in modo improprio. Lo aveva letteralmente fatto, stendendolo a terra, un pomeriggio... ed ora se ne stava immobile, nell'ombra, alla stregua di un ladro, vedendogli avanzare qualsiasi sorta di pretesa sulla sua donna.

Dolce omaggio per il suo rientro dall'America? La sorpresa lo aveva agghiacciato? Oppure il suo tenero fratello aveva improvvisamente cambiato strategia, decidendo l'indifferenza come migliore attacco?

Non poteva saperlo ma ad ogni modo... qualcosa era mutato. Una goccia di un vino rosso era caduta all'interno di un recipiente d'acqua e ne aveva tinto la superficie cristallina. 

Era rimasto immobile... sentendola piangere, aveva acconsentito alla loro vicinanza... perché?

Mattia sfrega tra di loro le mani, segno di un palese nervosismo, finché alla vista dell'unico alleato rimasto non le batte in un tonfo capace di far sobbalzare l'uomo.

«Signor Costa, il mio bacialè... che piacere averti tra di noi» esordisce Mattia, dispiegando le braccia come ali, pronto a stringere quel pelato e grasso uomo a sé, nonostante questi stia tentando di smacchiare il maglione dal vino con un tovagliolo in stoffa preso ad uno dei tavoli. Riacquista contegno, quest'ultimo, solo all'espressione allegra che il proprietario di casa gli rivolge e così abbandona il fazzoletto, acconsentendo, piuttosto che all'abbraccio, agli importanti colpetti destinati da Mattia sulle braccia, prima che terminino in una sorta di presa più ferrea, che intrappola la stoffa.

«Che piacere, non ti vedevo da anni...»

«Sei scappato in America. Ti aspettavi ti seguissi?»

«Magari. In questo modo mi avresti trovato moglie.»

«Ci ho già provato, se ben ricordi. Più di una volta.»

«Eppure è l'ultima ad avermi rubato il cuore...»

L'espressione del signor Costa si fa cupa, analizzando la non curanza scritta a grandi lettere sul volto dell'altro. Dondola persino il peso del corpo sulla punta dei piedi, Mattia, per poi riportarlo sul tacco, rituale che fa spesso, con le mani affondate nelle tasche come adesso, quando è divertito o annoiato da una situazione ed il signor Costa non può non definire quale stato d'animo escluda l'altro.

Solo di una cosa è più che convinto: il totale disinteresse per le regole sociali mostrato dal Grimaldi presente, visto come queste escluderebbero un brav'uomo dal parlare di una donna sposata mentre Mattia non mostra ritegno. Si domanda, il bacialè, fino a che punto di non curanza i soldi possano spingere le persone, oppure se si tratti di solo tratto caratteriale.

«Attento, ragazzo. Interferire in un matrimonio non è cristiano, né legale.»

«Ma se non sto facendo niente...» se la ride Mattia, continuando a dondolare avanti ed indietro, fino ad arrestarsi d'un tratto per poter fissare il bacialè con più attenzione. «Se ben ricorda, ormai sono proprietario di questa casa e non mi pare di averla invitata. Sia cortese e non mi faccia arrabbiare, altrimenti dovrei revocare l'invito.»

«La mia presenza era compresa in questa stessa serata!»

«E come mai?»

«Tuo cugino, Maurizio. Sono stato io a garantire il fidanzamento con la ragazza.»

«Ma non mi dire...» commenta Mattia, riprendendo a sorridere e tornando con la schiena in una posa eretta. Un uomo passa accanto a Mattia in quello stesso momento e il Grimaldi presente lo scruta torvo. È certo che quell'uomo abbia giudicato la sua falsa ironia. «E così lo stolto di mio cugino si è deciso a convertirsi ad affari di cuore, oltre che a quelli finanziari. Però... deve aver finalmente superato la pubertà.»

«Non parlare così di Maurizio, è un bravo ragazzo ed è più grande di te.»

«Perché non mi lasci conoscere allora il premio di tutta questa sua bontà?»

«La ragazza?» Solleva le sopracciglia il signor Costa, esitante verso quella conoscenza.

«La ragazza e la felicità di mio cugino. Se coincidono tanto meglio. Detesto stare in mezzo a tutta questa gente quindi facciamo presto» conclude con ironia pungente Mattia, pronto ad allontanarsi verso il luogo indicato dal bacialè con impazienza. L'uomo ancora esita, finché non è costretto dalla mutazione nello sguardo dell'uomo a procedere.

C'è un velo troppo sottile tra l'ironia di Mattia e la sua ira. Tanto sottile da sembrare di non esserci affatto in certi momenti e che gli occhi illuminati dal sarcasmo siano destinati a divenire neri come la notte in un solo istante.

«Per di qua» sussurra con affanno l'uomo grasso, seguito dal gemello alto ed impaziente, con le mani nelle tasche.

«Non vedo l'ora...»

Camminare tra gli invitati è difficile, con la sola eccezione data al cognome Grimaldi. In quel caso procedere diventa un gioco da ragazzi vista la separazione che la sola vista dell'alto ragazzo, proprietario in quota maggioritaria dell'impresa, suscita nella folla. In un attimo due schieramenti si contendono l'interesse sfuggente del giovane Grimaldi che concede qualche breve frase, qualche piccolo sorriso, prima di continuare per la crociata che lo condurrà al cugino... ma non è Maurizio il primo che vede.

«Mattia! Sei tornato in tempo! Che piacere averti tra noi!»

È la voce di Maurizio, sì, ma Mattia non lo nota nemmeno. Quello che nota è la bellezza angelica della ragazza presente al di sotto della corona di fiori d'arancio, mentre questa sfugge al suo sguardo penetrante, arrossendo sulle guance.

Mattia si perde nel bianco dei petali di quella corona, della pelle priva di imperfezioni di lei, una pelle immacolata e per un attimo, quando gli occhi della giovane Manila Scalzi con coraggio si soffermano negli occhi del suo molesto inquisitore, Mattia rivede un paio di iridi scure come la notte, al posto del vitreo celeste della ragazza. Gli occhi di un sogno, il frammento di un ricordo, ed è solo l'allegria con cui lo scuote affezionatamente il cugino a farlo rinsavire dal proprio inconscio.

Nonostante non si tratti più del ricordo di Valeria, quello che ha di fronte è uno spettacolo altrettanto strepitoso: Manila è giovane, sciocca e persino maldestra. Si è accorta del desiderio con cui quell'uomo, più grande di lei di almeno dieci anni, l'ha guardata e si è trovata a ricambiare, d'un tratto ed inconsciamente, la cortesia, vista la bellezza sfoggiata da Mattia.

Non sono in molti, nel suo paese vicino Palermo, ad avere simili tratti del viso: non si tratta di una bellezza convenzionale ma di un insieme, del fascino latente che Mattia sembra sfoggiare al di sotto della linea pari delle sopracciglia che sorregge una fronte pronunciata, su cui si ergono morbidi capelli castani, dal taglio perfetto.

A seguire, quel naso aquilino appena largo ed una bocca più pronunciata nel labbro superiore. Un mento sporgente e caratterizzato da una fossetta al centro e delle mascelle affilate, a caratterizzare il viso ovale.

Nessun tratto particolare, se preso in disparte. Orecchie piccole, persino, e nessuna curvatura aggraziata che possa spingere l'occhio ad un'espressione direzionata verso l'alto, come accade per gli zigomi, quanto una staticità retta, nell'intero complesso, eppure... tutta quella immobilità lascia presagire il movimento dei pensieri, lo spostamento del corpo, le azioni. In un attimo Manila ha capito che la dolcezza presente nel suo futuro marito non risulta compresa nell'animo dell'uomo di fronte a se e che al suo posto ben altre emozioni sono state accolte.

«Tu sei la futura sposa... permettimi di presentarmi. Sono Mattia Grimaldi.»

Svuotata della possibilità di poter muovere un solo muscolo di volontà propria, Manila si lascia afferrare con delicatezza la mano affinché il proprietario di casa posa posarvi sul dorso un lento bacio, fissandola negli occhi.

Il gesto spiazza tutti i presenti, affatto abituati a quella convenzione di più vecchie origini ma ben presto ognuno di loro si riprende, cercando di mettere da parte lo stupore che accompagna sempre l'arrivo di quell'uomo.

«Sei tornato da molto?» Si fa avanti nell'inchiesta il cugino e Mattia accetta di buon grado l'interrogativo, sciogliendo l'intreccio di mani avuto con la promessa sposa della serata.

«Solo qualche ora, sono di ritorno da un lungo viaggio aereo.»

«Chi di noi ha fatto la guerra ancora detesta il suono di quei maledetti motori d'aviazione» commenta il signor Costa, in un basso mormorio. Mattia storce la bocca, al suono di quel richiamo lugubre.

«È così, eppure non si può far a meno di andare avanti» proclama il futuro sposo, stringendo la mano a Manila con sguardo compiaciuto per il piacevole premio avuto a coronamento dei suoi anni.

Tra la giovane e l'uomo, ad occhio e croce, Mattia calcola un doppio decennio, condizione che porrebbe lui stesso alla precisa metà di quella distanza incolmabile. Come era il detto? Occhio non vede, cuore non duole.
Manila deve essersi posta le mani su entrambe le palpebre per poter fare i conti con il pezzo di arredo museale, affatto ricco di fascino, che le si erge a fianco. A che cosa puntava la bella donna? Ai soldi? O c'era dell'altro?
Se solo Manila confessasse a Mattia di essere stata coinvolta emotivamente dalla dolcezza di Maurizio allora lui mai le crederebbe... solo che Manila non ne capirebbe il perché.
Ancora non lo conosce.

«Andare avanti... dici...» mormora pensieroso Mattia, fissando le mani dei due promessi.

«Oh, andare avanti è fondamentale, per questo ritengo che sarà un matrimonio perfetto il vostro. Due realtà che si incontrano» promuove con voce convincente il bacialè, osservando la propria creazione vestire gli abiti di festa «può esserci qualcosa di più romantico? Nord e sud!»

«Come? Del sud?» Proclama Mattia, rinsavito da quella sorta di macabro orrore revocato al riecheggiare della parola "aereo", venendo coinvolto in ben altre questioni.

«Certo, la ragazza, Manila, è palermitana.»

«Una strana coincidenza, non è vero?» Interviene Maurizio, mettendo a nudo ciò che pensano tutti.

«Detesto le coincidenze» risponde Mattia, volgendo lo sguardo verso il bacialè, «penso sempre che non siano vere.»

Accorgendosi di essere sotto sua stretta ispezione, il signor Costa si riscuote letteralmente, facendo vibrare il corpo quasi come se gli occhi di Mattia lo avessero colpito in una potente scarica di volt.

«Come? Ma che cosa va a pensare, signor Grimaldi... è davvero una coincidenza!»

Ma Mattia non vuole saperne niente e va diretto per la sua strada, sfidando la confusa promessa sposa.

«Conosci Valeria Greco?»

«Chi?»

Mattia sorride. «Non me lo diresti se così fosse, non è vero?»

«Mattia... non essere ridicolo, certo che non la conosce» tenta di intervenire il cugino ma lui lo zittisce con uno sguardo prima di tornare a lei.

«Indossi la sua stessa corona, te l'ha data lei?»

«È una corona tradizionale...» mormora la ragazza, al che Mattia volge lo sguardo intorno.

«Perché mi guardano e parlano...» esordisce Mattia in un moto di sgomento, senza porre una vera e propria domanda, avvertendo un silenzio provenire unicamente dal cerchio di parenti, futuri parenti e conoscenti alle sue spalle, finché non è il cugino a romperlo con una nota di apprensione.

«Mattia... nessuno ti sta fissando.»

«Certo, come se non li vedessi!»

Il signor Costa e Maurizio si scambiano uno sguardo complice, fatto di tristezza e comprensione, di cui la promessa sposa non sa niente.

Oh, Manila dovrà crescere davvero tanto. Capire quanti spiriti, quanti spettri, quanti sussurri governino il Piemonte. Farsi le ossa per sopravvivere al freddo delle Langhe, perché vivere vicino alle montagne, dove il clima diviene gelido ed il silenzio un pesante mantello di nera nebbia opprimente, è difficile per molti, specie per chi è abituato alla gentilezza del sole e della gente, perché qui si è soli.

Regna la solitudine e l'individualità.

Dovrebbe capirlo bene, la nuova arrivata, non vi è nessuna casa... specie non una Grimaldi perché la famiglia non esiste, si è rotta da tempo. Mattia aveva creduto di poter riavere ogni cosa indietro ma tutto si era rotto, in un singolo giorno.

Gli occhi di lui si sollevano verso l'alto al ricordo di quell'evento non appena si volta di nuovo, intrappolando ancora una volta la vista della corona d'arancio, della futura sposa, e di colpo nella sua mente tutto diviene chiaro.

Mattia Grimaldi era sempre stato certo nel suo passato di quanto le coincidenze non potessero coesistere con gli eventi... eppure, mai prima d'ora gli erano parse tanto intriganti.

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