Scacchi

Al sesto anno, Sirius e Lily trascorsero una notte intera a giocare a scacchi.
Lily aveva ricevuto una lettera da sua sorella Petunia e non riusciva a dormire, Sirius riuscì capirla meglio di qualunque altro e rimase a farle compagnia e, dato che comprendeva perfettamente che lei non ne volesse parlare, le propose di giocare per distrarsi.

«Tocca a te, Evans».

«Sta' zitto, sto cercando di concentrarmi».

Se ne stavano uno di fronte all'altra sul tappeto, con la scacchiera nel mezzo, appoggiandosi dai gomiti, proprio di fronte al fuoco e con la stanza che pian piano si oscurava.

«Sei veramente la peggiore a questo gioco, Evans».

«Lo so, ma ti batterò sicuramente a Monopoly – ».

«Un gioco babbano?».

«Sì, il mio preferito. Sono la migliore a quello».

«Ci crederò quando lo vedrò».

James fu costretto a scendere di sotto, perché quei due sarebbero dovuti andare a dormire ore prima, e li trovò intenti a cominciare la settima partita della notte.

«Va bene, ora basta, ragazzi. Andate a dormire, d'accordo? È tardi».

«James, James, James. Siediti e fa' silenzio, la notte è ancora giovane. Tra poco iniziamo a giocare a Monopoly» fece Sirius sorridendo.

«Sono le quattro del mattino! Abbiamo lezione domani» disse esasperato James.

«E allora? Vivi la vita, Potter. Lo batterò in questa partita, se vuoi essere testimone della sua sconfitta, prego, accomodati» disse Lily, gli occhi fissi alla scacchiera e alle pedine che riprendevano posto, stanche anche loro.

«Io non l'ho mai battuto in sei anni» sbadigliò James, arrendendosi e sedendosi.

«Beh, a quanto pare sono superiore a te in molte cose» sorrise Lily, sicura.

James si appoggiò contro la poltrona, seduto sul tappeto di fronte a loro, mentre i due ripresero a giocare.

Lily si dimenticò delle lettere, della guerra e del sangue sporco, perché quegli stupidi e stanchi ragazzi erano suoi amici, era vicina al fuoco caldo e, soprattutto, doveva battere Sirius a scacchi.




Fatto il misfatto

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