•Padfoot•
"Non ce la faceva più. Era stanco di sopportare e di non poter reagire, era stanco di essere succube di un sistema che non lo accettava per la sua vera natura, era stanco di tutto, voleva essere semplicemente lui stesso e lui era diverso. Lui era Sirius Black."
Quella sera sarebbe stato l'ultima sera, gli sarebbe mancato solo suo fratello, era l'unico a non centrare nulla e a dover pagare, ma la società funziona così.
Voleva andarsene, doveva andarsene.
Dopo mangiato salì in camera sua e prese il suo baule, preparato il giorno prima.
Avrebbe passato l'estate del quinto anno da James, sempre che lui accettasse.
Aprì la porta ed imboccò il corridoio.
"Sirius, dove vai?" Chiese suo fratello, affacciato da camera sua.
"Ehm..." Sirius non sapeva cosa rispondere.
"Posso venire con te?" Chiese Regulus, pensando che suo fratello uscisse in una delle sue solite gite notturne.
"Regulus...Devi capire che io non appartengo alla famiglia Black, non sono come Walburga vorrebbe, non sono come Orion vorrebbe, non sono come ogni Black. Io sono Sirius Black, io sono diverso, stasera non uscirò per poi ritornare l'indomani, stasera uscirò da questa casa per sempre." Sirius cercò di non guardarlo negli occhi. "Progetto questo piano da quando Walburga ha iniziato a mettermi davanti quei babbani per ucciderli. Io non ho mai voluto questo, ho cercato di salvarli, ma in molti casi non ho potu..." Non riuscì a completare la frase che suo fratello iniziò a strillare.
"Salva me, non andartene, rimani, come farò senza di te? Non ci pensi? Non pensi a me?" Regulus era sul punto di piangere.
"Ti propongo quello che tu hai proposto a me... Vieni via." Disse Sirius.
"Non posso." Una lacrima gli rigò lo zigomo.
"Perché non potresti?" Chiese lui.
"Sirius...Io non sono come te, non ho il coraggio di voltare le spalle alla mia famiglia, comunque senza di te, tocca a me salvare i babbani." Iniziò a singhiozzare.
Sirius sorrise.
"Quella che tu chiami famiglia non è la mia famiglia, o meglio il significato che intendo io di famiglia. Comunque sono felice di averti trasmesso quello in cui credo. Sono fiero di te." Una lacrima gli rigò gli zigomi alti. Detto questo scese le scale.
Le urla svegliarono Walburga, anche se lei non ne diede peso, neanche quando, il giorno successivo, scoprì dell'assenza di Sirius.
Sirius, prima di oltrepassare la soglia si girò, si girò a guardare quella che era stata per lui quasi una prigione, si girò per non dimenticare, per ricordarsi di non dimenticare, per non dimenticare suo fratello, per ricordare quel passato, che sarebbe stato per sempre passato.
Salve a tutto il popolo di Watty, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ho cercato di calarmi nel personaggio di Sirius il più possibile, spero di aver reso l'idea. Al prossimo capitolo.
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