"Ti divertirai!"

James e Sirius si trovavano sugli spalti ad aspettare il loro turno. James era entusiasta, a differenza di Sirius che lo stava insultando in tutte le lingue del mondo. Lo aveva trascinato in quel pasticcio e di sicuro non poteva tirarsi indietro, era il Grifone più coraggioso di tutta quanta la scuola.
Erano infatti pronti a cavalcare le loro scope per cercare di entrare a far parte della squadra di Grifondoro.
"Ti divertirai!" Continuava a ripetergli James.
Era il suo sogno, quello che voleva diventare, quello che voleva fare e lui non aveva alcun diritto di impedirglielo. Solo che avrebbe fatto anche a meno di stare lì, pronto a essere preso in giro per la sua incapacità.
"L'incapacità fatta persona." Sirius sapeva che lo avrebbero ricordato tutti così.
"Avanti, perché sei così preoccupato?" Chiese James, dopo aver sentito l'amico.
"Forse perché farò la figura di merda più grande della storia, davanti alle ragazze più fighe di Hogwarts?" Spiegò lui.
James ridacchiò sotto ai baffi. Era divertito a vedere il suo amico così disperato, magari non sarebbe neanche andato così male.

"James Potter." Chiamarono il suo nome. James inforcò la scopa, deciso a non scendere le scale, e si buttò direttamente dagli spalti.
Come previsto venne subito preso. Chiese di giocare in tutte e quattro le posizioni e diede delle dritte al capitano su come migliore la squadra.

"Sirius Black." Prima di fare qualsiasi cosa James gli diede una pacca sulla spalla. Tutte le ragazze, al solo pronunciare il suo nome, lanciarono gridolini di gioia. Non poteva rovinarsi così la reputazione. Nessuno avrebbe mai scoperto la ragione per cui se ne era andato e tutto sarebbe scomparso in una manciata di giorni. Decise di optare per la cosa più sensata. Per lui.
Alla fine delle scale decise di aprire un varco che lo avrebbe aiutato a scappare da quella situazione.

Nessuno rivide più Black in quel campo, se non per la prima partita di James.

So che questo capitolo è un po' corto, ma spero comunque che vi piaccia. Se avete delle idee non esitate a dirmele.