•Dolci Sorprese•

Casa Potter
"O Mio Dio! Mamma, mamma." ripeté urlando il ragazzino dai capelli scompigliati e gli occhiali rotondi, uscendo dalla vasca da bagno. "Il gufo...La stanza da bagno...La lettera." Balbettò con un pezzo di carta stretto in mano.
"Cosa tesoro? Cosa significa "Gufo, stanza da bagno e lettera?" Chiese incerta la signora Potter.
A James si allargò un sorriso in faccia. Il sogno di tutta la sua vita si era realizzato, e tutto questo era avvenuto nella stanza da bagno, mentre che lui si stava rilassando.
"Andrò ad Hogwarts." Disse con molto calma. Sua mamma lo guardò a bocca aperta.
"Charl, vieni subito qui." Urlò a squarciagola la donna.
"Si può sapere che c'è?" Chiese un po' incavolato il signor Potter.
"Si dia il caso che tuo figlio andrà ad Hogwarts e volevo che tu ci fossi a festeggiarlo, insieme a noi." Disse con un sorrise a trentadue denti la mamma di James.
"Non ci credo. Mio figlio andrà finalmente ad Hogwarts." Disse soddisfatto l'uomo.
James, che in tutto quel tempo era rimasto zitto e con un asciugamano a coprire le sue parti intime, si diresse verso camera sua. I suoi genitori rimasero zitti. Dopo dieci minuti scese e si avviò verso la cucina. I due lo seguirono. Quando aprí la porta salì sul tavolo e ballò la macarena. I suoi genitori risero.
"Diventerà un alunno modello." Disse fiera sua mamma.
"No mamma, diventerò il più grande giocatore di Quidditch che Hogwarts abbia mai visto." Esclamò, anche lui fiero.
Sua madre e suo padre accennarono un sorriso e lasciarono che lui continuasse a ballare.
D'altronde​ era un ragazzo estroso, sapevano che sarebbe diventato un grande in quella scuola, e che tutti lo avrebbero ricordato, nel bene o nel male.

Casa Black
"Sirius vieni qua." Intimò Walburga a suo figlio.
"Sí madre." Rispose lui con voce squillante.
"É arrivata la tua lettera per Hogwarts. É ora che tu faccia vedere la nobiltà della stirpe dei Black." Disse sua mamma.
Sirius iniziò subito a gioire. "Andrò ad Hogwarts. Andrò ad Hogwarts. Significa che non vi dovrò più sopportare. É il giorno più bella della mia vita." Urlò il ragazzo.
Gli arrivò un pattone in faccia.
"Attento a come parli ragazzo, siamo la tua famiglia." Lo mise in guardia Walburga.
"Presto me ne farò un'altra, migliore. La mia casata sarà la mia famiglia e giuro, sul corpo di nonna, che verrò smistato in Grifondoro." Protestò Sirius.
"Tu andrai in Serpeverde ragazzo, non provare neanche a pensarci. Grifondoro è la casata peggiore a cui potresti appartenere. E adesso vai in camera tua." Ordinò la donna.
"Contaci. Io sarò un perfetto Grifone, il migliore dei migliori." Si vantò lui. Subito dopo quell'affermazione una manata volò sulla sua faccia.
Sirius se ne fregò e continuò ad andare in giro per casa ad urlare "Grifone per tutta la vita."
D'altronde quel ragazzo non voleva diventare come la sua famiglia, era diverso, sarebbe stato il primo Black a finire in Grifondoro. Questa era la sua unica certezza.

Casa Lupin
"Hey tesoro, abbiamo una bellissima notizia per te." Entrarono i suoi genitori. La signora Lupin stava parlando con un ragazzo avvolto nelle coperte.
"Mmm." Mugulò lui. Il giorno precedente c'era stata la luna piena.
"Sei stato invitato ad Hogwarts" Suo padre sorriso a dire quelle parole.
Remus si alzò di scatto, ciondolò un pochino, poi trovò l'equilibrio.
"Veramente?" Domandò incredulo il ragazzo. I suoi sorrisero.
"L'altra sera il professor Silente ci ha fatto visita, devi sapere che lui ha già preso tutte le precauzioni per le notti di luna piena." A Remus brillarono gli occhi.
"E se dovessi far del male a qualcuno?" I suoi occhi si spensero subito.
"Non farai del male a nessuno, tu non sei un mostro. Poi Silente ci ha assicurato che non sarebbe successo nulla." Lo consolò suo padre.
"Penso che ti dovresti fidare di un uomo come lui." Aggiunse sua mamma.
Tutti i torti non li aveva. Era Silente. Il preside di Hogwarts. Se non ci si poteva fidare di lui, di chi ci si poteva fidare?
"Avete ragione." Disse Remus. I suoi genitori lo guardarono, felici.
Dopo qualche minuto lasciarono la stanza per farlo riposare.
Finalmente qualcosa nella sua vita andava per il verso giusto. La fortuna aveva bussato alla sua porta.
D'altronde era un ragazzo sfortunato, a detta sua, ma ad Hogwarts sapeva che avrebbe trovato un po' di fortuna.

Casa Minus
"Sanfo Salafar." Ci mancò poco che Peter Minus strozzasse per aver quasi ingerito un pezzo di carta. Scartando la busta si ritrovò faccia a faccia con l'invito a far parte della scuola di Hogwarts. Questa volta ci mancò poco che strozzasse per la sorpresa.
"Mamma, babbo." Urlò il ragazzo.
"Cosa c'è tesoro?" Chiesero in contemporanea il padre e la madre.
"Sono stato ammesso ad Hogwarts." Saltò dalla gioia e fece vedere la lettera ai suoi. Loro lo abbracciarono.
"Visto che non sei un buono a nulla." Gli sorrise la madre.
"No che non sono un buono a nulla. Io non ci credo ancora." Peter era felicissimo.
"Siamo fieri di te." Disse suo padre. "E tu dovresti essere fiero di te stesso."
Peter sorrise. "Hai ragione. Chissà in che casata verrò smistato. Non di certo Grifondoro, magari in Tassorossa." Disse tra l'amareggiato e lo speranzoso.
"Non cantare vittoria." Lo rassicurò sua madre. Peter sperò che la madre non si sbagliasse, ma in cuor suo non ci credeva. Continuò a mangiare il suo panino e a pensare a come sarebbe stato bello avere le cucine a portata di mano.
D'altronde era un ragazzino insicuro. Ma sapeva che qualcuno lo avrebbe accettato e lo avrebbe protetto.

"D'altronde erano quattro ragazzi, tutti pieni di insicurezze e tutti che cercavano qualcuno su cui contare.
Il loro incontro era già scritto nel destino"

Salve a tutto il popolo di Watty, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Se avete delle idee non esitate a scriverle.

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