"Colpi" Di Fulmine
Non riuscivo a fare a meno di fissargli le labbra, il modo in cui se le mordeva mentre fissava lo schermo del pc intento ad inserire il voto del ragazzo che mi aveva preceduta. Appena i suoi occhi si posarono su di me il mio cuore perse un battito. Avevo quasi dimenticato di essere lì per dare un esame.
"Tutto a posto?" Mi guardó
"più o meno" risposi intimidita, maledicendo i miei pensieri inopportuni che mi stavano distraendo da cose molto più importanti.
"hai studiato?" mi chiese ancora, probabilmente notando che c'era qualcosa che non andava nella mia testa in quel momento, non sono sicura di sapere l'espressione che avevo in volto.
Non riuscii a dire altro che un fievole "si"; giocherellavo con la mia carta di identità tra le mani, mentre l'ansia lentamente tornava a farsi strada in me, anche se non riuscivo ancora a fare a meno di guardarlo.
Non lo avevo mai visto da così vicino, c'era qualcosa nel suo sguardo, nelle sue espressioni che mi catturava.
Scocciato allontanò il pc lamentandosi per la sua lentezza e rivolse a me l' attenzione, mi guardò in cerca di chissà cosa per qualche istante, il giusto necessario per farmi arrossire..
"I mercati Obbligazionari"
Distolsi lo sguardo dal suo per cercare di concentrarmi, per un momento nella mia testa sembrava stato tutto cancellato. Provai a mettere in piedi qualche frase sensata, qualche definizione generale, qualsiasi cosa per non fare scena muta e vedendolo annuire, il suo sguardo accondiscendente su di me, la sua attenzione nel seguire il mio discorso, riuscii ad esporre le nozioni che fino a 2 minuti fa sapevo come l'ave Maria.
"E come si calcola la capitalizzazione nei mercati quindi"
"la capitalizzazione?"
Annuì poggiando i gomiti sul tavolo sporgendosi verso di me
"qual'è l'operazione" non so se per la sua vicinanza, se per la sua voce così calda è bassa o se per il costante sguardo puntato su di me ma in quel momento non ricordavo più neanche il mio nome. Eppure gli altri neanche li degnava di uno sguardo, ma probabilmente gli sembravo così confusa da aver bisogno di un sostegno da parte sua?
"il totale per le azioni per?... Il prezzo" non riuscii a trattenere lo sguardo colpevole di non aver idea di cosa stesse parlando e abbassai lo sguardo.
"24, va bene?"
Annuii, tutto andava bene pur di andare al più presto via da quella situazione imbarazzante "si grazie, buona giornata" mi alzai e andai via cercando di evitare di incontrare il suo sguardo per l'ennesima volta ignorando il fievole "arrivederci" alle mie spalle
Non ho idea di cosa mi sia successo.
Camminando verso la fermata del pullman mi sembrava tutto così strano, quei pensieri venuti fuori così dal nulla, un'....attrazione a prima vista? che in realtà prima vista non era dato che le lezioni della sua materia le avevo seguite per ben 2 anni.
Nel tragitto in pullman non riuscivo a pensare ad altro, almeno fin quando mi squillò il telefono, era il mio ragazzo.
"Eih puzzola, com'è andato l'esame?"
"mh...bene, si...poteva andare meglio ma va bene, sto tornando"
"D'accordo, non preoccuparti ormai hai quasi finito l'ultimo sforzo."
"Già..ho il cellulare scarico, ti richiamo appena arrivo a casa, ok?"
ci salutammo e spensi il telefono... ancora con il 52% di carica.
le cose tra noi non andavano più bene da tempo, o almeno era così per me. Lui aveva appena acquistato casa dopo il divorzio dei suoi, ed io a breve avrei dovuto fare il passo della convivenza contro il mio volere. Ho 24 anni, non sono più una ragazzina, non dovrebbe essere un problema, lui ha 30 anni, è giusto così, mi dicevo, ma in realtà non ero pronta.
Ma come potevo dopo 6 anni trovare un motivo valido per aspettare ancora? daltronde prima o poi cosa cambia? Nulla, ho sempre odiato i cambiamenti e sempre li odierò, se il problema fosse un altro di certo non saremmo stati insieme tutto questo tempo.
Non era la prima volta che mi ripetevo quelle frasi, ma ancora non riuscivo ad autoconvincermi. Tirai un sospiro e lasciai cadere la testa all'indietro sul sedile, esausta un pò dalla giornata pensante, un po' per i soliti pensieri che mi frullavano in testa.
Arrivata a casa esitai per qualche minuto indecisa sul riaccendere il cellulare o meno, ma conoscevo bene il mio ragazzo, e se non mi fossi fatta sentire per troppo tempo avremmo litigato per chissà quale sua fantasia infondata.
c'erano tanti aspetti che erano peggiorati nella nostra relazione, ma questo è un difetto che ha sempre avuto e che probabilmente non cambierà mai.
Evitai di chiamarlo e gli scrissi un semplice "sono tornata", nello stesso istante in cui inviai il messaggio mi arrivò la mail della pubblicazione del voto dell'appello, giusto in tempo per tornare a fantasticare su quello che avevo provato qualche ora prima.
Nella mia mente c'era solo l'immagine di quell'uomo, sentivo il suo profumo nell'aria come se fossi ancora difronte a lui, mi esaltava solo il pensiero di sfiorarlo per sbaglio, stava diventando per me qualcosa di proibito, di irraggiungibile, di eccitante.
presi il cellulare e cominciai a cercarlo su internet, per pura curiosità, solo per sapere cos'altro faceva nella vita, guardare qualche sua foto, conoscere la data di nascita magari, informazione che speravo avrebbe bloccato quel turbinio di emozioni che stavo sentendo.
Ma sapevo già che era troppo grande per me, ma poi per me? erano solo fantasie, fantasie che probabilmente mi sarei fatta su chiunque mi avesse rivolto uno sguardo dato il momento di indecisione che stavo vivendo.
stavo per rinunciarci quando lo trovai, trovai tutto, foto, video, interviste, perfino il curriculum, lungo pagine; master, dottorati, centinaia di corsi che portavano il suo nome come docente. Ma non riesco a fare a meno di cliccare sul suo profilo instagram.
in quello stesso istante il cellulare cominciò a squillare, immersa nei pensieri sobbalzai e il mio dito sfiorò accidentalmente proprio quel punto... "segui".
Nel panico lanciai il telefono sul materasso, mentre ancora continuava a squillare. Mi stavo maledicendo, me stessa e quella chiamata che doveva arrivare proprio in quel momento, ma allo stesso tempo c'era ancora una punta di eccitazione in me, che era quasi contenta di quell'errore.
Dopo poco tempo vidi una notifica proprio nella chat di Instagram, visibile la delusione sul mio volto quando vidi che ovviamente non era chi credevo che fosse.
"Sei online quì ma non rispondi alle mie chiamate e ai miei messaggi?
Si può sapere cosa stai combinando, rispondimi"
Non faccio in tempo a scrivere neanche un parola che il cellulare ricomincia a squillare
"Amore"
"Amore il cazzo, cosa stai facendo, non rispondi da mezz'ora, non mi hai mandato neanche la foto quando sei arrivata a casa. Cosa cazzo stai facendo"
"Ma niente cosa vuoi che faccia, ero immersa nei pensieri, sono stata fuori casa tutto il giorno, sto smaltendo l'ansia dell'esame, stavo tranquilla sul letto"
"Ma quanto cazzo ci vuole a rispondere a 2 messaggi"
"Ma amo..."
"amore un corno" mi chiuse il telefono in faccia come al solito. Ogni volta dovevo sorbirmi la stessa sceneggiata per nulla, poi mi chiedevo come mai non ero ancora sicura di essere pronta ad una convivenza.
Me ne fregai e spensi per la seconda volta il telefono nella speranza di avere un momento di tranquillità, sapevo già che questo avrebbe peggiorato solo la situazione ma al momento non mi interessava.
Posai per un attimo la testa sul cuscino ma esausta mi addormentai.
Il giorno dopo quando riaccesi il cellulare sapevo già cosa mi aspettava ma non ci si abitua mai ad essere trattati in quel modo. Insulti uno dopo l'altro, io che ero una puttanata perché ero sparita per tutta la sera, una stronza che non apprezza niente, una sporca traditrice che chissà dove era stata quella notte. A dormire coglione.
Smetto di leggere e non rispondo neanche ad uno di quei messaggi ripetitivi che ormai ero costretta ad ascoltare da anni.
In tutto quel disagio un barlume di conforto mi colpì quando lessi quella notifica che durante i miei sogni quella notte avevo sognato e risognato di continuo fino al risveglio. "ha cominciato a seguirti".
Ma non solo, alla vista di quelle 2 notifiche di like il cuore mi balzó in cola così bruscamente che per poco non mi strozza o con la mia stessa saliva. Ero cosciente che quel gesto non significasse nulla ma mi svoltó l'intera giornata. Emanavo voglia di vivere da tutti i pori come se fosse la vigilia di Natale.
Decisi di ricambiare i like, un po' per gioco, un po' per pazzia, un po' per vietarmi di ripensare al litigio che avevo avuto in mattinata e di cui avevo fatto finta fino a quel pomeriggio che non mi importasse.
Prima però mi soffermai a ragionare un istante, le due reazioni erano state messe a foto molto distanti tra loro, un fu loro addirittura del 2022 e questo significava che se pur solo per curiosità, era rimasto sul mio profilo a scorrere le foto per un bel po' di tempo.
In preda all'eccitazione scelsi una sola foto tra tutte, quella che più aveva attirato la mia attenzione. Rimasi ad osservarla dopo aver già rilanciato la mia freccia ma mai avrei immaginato che sarebbe tornata indietro così velocemente.
"Buonasera"
Non so se in quel momento io abbia continuato a respirare o se sia morta per un istante, ma alla vista di quel messaggio avrei voluto urlare come una sedicenne che riceve un messaggio dalla sua crush.
Fissavo la notifica camminando avanti e indietro per la stanza, cosa avevo fatto.
Il dubbio di aver esagerato cominciava a farsi strada, forse non avrei dovuto... Se non ero contenta della mia relazione quello non era il giusto modo per reagire, se avessi portato avanti quella storia allora lui avrebbe avuto ragione a non fidarsi di me e sarei passata davvero per la stronza traditrice che non ero.
D'altra parte però la situazione mi eccitava da morire, nonostante tutto non riuscivo più a trattenermi dal rispondere a quel messaggio, l'unica cosa che mi frenava era non sapere cosa scrivere.
Ma non fu necessario scrivere nulla.
"la contatto per chiederle un confronto nel tardo pomeriggio di oggi riguardo il suo esame sostenuto ieri pomeriggio"
In un primo momento tutta l'eccitazione che avevo accumulato cominciò a svanire, un confronto? Sul serio? Per quanto mi ero enfatuata di lui non me ne facevo nulla di un confronto sul mio esame... Ma Instagram non mi sembra la sede adatta per qualcosa di così formale, avrebbe potuto mandarmi una mail.
Che senso avrebbe avuto.
Quindi un po' spinta dalla curiosità, un po' dalla voglia di vederlo, confermai l'incontro è mi presentai in sede all'orario prestabilito.
Mi incamminati verso la sua aula e arrivata mi fermai insicura davanti alla porta, mi ero fatta troppi film mentali senza pensare ad un motivo razionale per il quale mi trovavo lì. Timidamente mi avvicinai alla porta socchiusa, sperando da una parte che non ci fosse, e avere ancora tempo per rimettere a posto le idee e tornare nel mondo reale.
Tirai un respiro di solievo nel vedere la stanza vuota.
Indietreggiai sollevata, ma senza guardare cosa ci fosse alle mie spalle.
Inciampai su qualcosa... O molto probabilmente qualcuno dato che prontamente mi sentii prendere per i fianchi evitandomi di cadere.
"Signorina stia attenta"
Sgranai gli occhi e mi allontanai immediatamente al suono di quella voce.
"Mi scusi non l'avevo vista" Sentivo le guance andare a fuoco, speravo solo che il fondotinta riuscisse a trattenere il rossore del mio imbarazzo.
Anche se non sapevo bene se quel calore fosse causa di imbarazzo o se fosse dovuto a quel contratto così ravvicinato che non mi aspettavo.
Si sistemó la giacca e mi passó davanti facendomi segno di seguirlo.
"Si accomodi " mi disse poggiandosi alla cattedra facendo segno alla sedia difronte a lui.
"volevo parlarle perchè dovrebbe rifiutare il voto che le ho assegnato"
"come?"
"ho visto la sua media, so che può fare di meglio"
"Con tutto il rispetto professore, credo che essendosi informato lei sia al corrente che questo è il mio secondo anno fuori corso, non mi interessano più i voti"
"capisco che voglia finire al più presto il tuo percorso, ma permettimi di offrirti questa opportunità" disse sollevandosi dalla cattedra avvicinandosi a me di poco, tanto quanto bastata per intimidirmi.
"non so professore, ho la seduta programmata per luglio, ho ancora 4 esami da sostenere non posso perdere altro tempo.... Davvero la ringrazio ma.."
Rise, muovendo la testa in segno di dissenso "Testarda?"
"un pochino" risi contagiata dalla sua risata "quando prendo una decisione è difficile che cambi idea"
"ti sto comunque mandando la mail di recupero, ma dovresti rifiutare il voto prima che passi sul libretto"
Annuii restando in silenzio mentre passava dietro la cattedra per sedersi al pc. Diciamo che non era proprio la situazione più adatta alla specie di cotta da ragazzina che mi ero presa il giorno prima in mezzo minuto di esame, neanche fossi ai primi anni del liceo. Mi stavo divorando le unghie per il disagio.
A pensarci meglio mi era già capitato alle medie di fare pensieri sconci sul professore di matematica, e ancora alle superiori sul prof di musica, lui si che era uno spettacolo da guardare, gli si vedevano gli addominali anche sotto le maglie larghe. Ora tutto quadra, non sarà una specie di malattia? Risi al disagio delle mie parole che fortunatamente riecheggiavano solo nella mia testa, chiunque altro mi avrebbe presa per malata mentale.
Smisi di sorridere come un'ebete appena il suo sguardo tornò su di me.
"Spero tu non stia ridendo di me"
"cosa.. Io non"
"tranquilla tranquilla, sto scherzando, controlla se ti è arrivata l'email" sogghignó alzandosi per avvicinarsi a controllare con me.
Vicino, molto vicino, detto sinceramente troppo vicino.
Si chinó per aprire la mail al posto mio e spiegarmi cosa fare, ma io non ci ho capito una mazza. Sentivo solo il fiato troppo vicino al mio collo, stavo già immaginando il film porno; lui che mi baciava e mi sbatteva sulla cattedra per scoparmi.
"tutto chiaro?" voltò la testa verso di me, ancora chino sulla mia spalla, era così vicino, mi scapparono gli occhi sulle sue labbra involontariamente. Di scatto tornai a guardare lo schermo del telefono.
"s-si, grazie" che figura di merda.
Se ne era accorto eccome, perché sono una cogliona, un'imbecille.
"Ora devo proprio andare, ci penserò" mi alzai allontanandomi da lui.
"Spero di ricevere una risposta positiva"
Mi porse la mano in segno di saluto.
Ricambiai e rivolgendogli un sorriso uscii dall'aula.
"È possibile che devo utilizzare il GPS per sapere dove sei?"
Sobbalzai per lo spavento misto allo stupore di trovare il mio ragazzo lì fuori sd aspettarmi.
"Mi hai di nuovo installato quell'app senza il mio permesso?"
"E menomale, tu non sei normale, perché non rispondi ai miei messaggi? si può sapere che problemi hai"
"io non sono normale? Ma ti rendi conto di come ti comporti? Io non ne posso più"
Provai a sorpassarlo ma mi bloccò spintonandomi. Feci 2 passi indietro nervosa come non mai.
"Non ti ho risposto perché non voglio parlarti, va via" Dissi. Forse un po' troppo a voce alta attirando l'attenzione di due studentesse che proprio in quel momento stavano attraversando il corridoio.
"Cosa succede quì?"
"Non sono affari tuoi"
Mi volta riconoscendo quella voce, il prof mi guardava, probabilmente cercando di scorgere qualcosa nel mio sguardo.
Mi possó una mano sulla spalla scendo i indietreggiare dolcemente ma questo gesto fece infuriare ancor di più il mio ragazzo.
"Ma fatti i cazzi tuoi pedofilo di merda" disse strattonandomi per il polso per poi sganciargli un destro dritto sul naso.
A quel gesto trasalii, ero sconvolta e preoccupata allo stesso tempo, tirai via la mano con forza e mi allontanai da quel pazzo.
"Và subito a casa, così mi mettersi nei guai" gridai
Sputó per terra disgustato e andó via.
Quando mi voltai vidi le gocce di sangue cadere sul pavimento.
"Mi scusi, mi scusi, non riesco a capire come possa essere successo" mi avvicinai cautamente, non avevo neanche un fazzoletto da porgergli. Tornò in aula per prenderlo dalla sua borsa. Lo seguii per scusarmi ancora.
"quel ragazzo ha problemi seri" disse sedendosi piegando la testa indietro.
"No, non così, il sangue le andrà in gola" mi avvicinai permettendomi di chinarlo in avanti.
"Sono esperta in questo ambito"
Immediatamente alzó la testa verso di me "ti ha picchiata?"
"come? Nono, mio fratello ha i vasi sanguigni fragili, almeno una volta al mese passo la notte sveglia a raccogliere fazzoletti insanguinati" dico sorridendo, procurando un piccolo sorriso anche sul suo volto, interrotto subito da una smorfia di dolore.
"Spero che non si sia rotto" dissi chinandogli nuovamente la testa in avanti, tamponando con il fazzoletto il sangue che continuava a uscire.
Dopo circa mezz'ora la situazione miglioró.
"mi faccia dare un' ultima occhiata" mi abbassa i al livello del suo viso e gli rubai il fazzoletto di mano
"sembra si sia bloccato, non dovrebbe esserci nulla di rotto" sussurrai intenta a controllare il danno che io gli avevo procurato.
Gli si erano arrossate le guancie, aveva le labbra gonfie, i capelli arruffati.
Involontariamente con le punta delle dita sfiorai la macchia di sangue sulla camicia bianca; alzai lo sguardo è mi resi conto di quanto eravamo vicini.
Stavo per tirarmi indietro prima di peggiorare la situazione ma il suo sguardo cadde inaspettatamente sulle mie labbra, poi tornò a fissarmi negli occhi,
Sembrava stesse aspettando un segnale da parte mia ma io ero pietrificata.
Non riuscivo più a respirare, la vista mi si stava appannando, riuscivo a sentire solo il silenzio assordante dei nostri fiati in sospeso.
Poi sentii il calore e la morbidezza delle sue labbra sulle mie.
Ricambiai il bacio senza il minimo ripensamento.
Mi attiró a se facendomi sedere su di lui e non mi tirai indietro.
Entrambi con il fiatone interrompemmo il bacio.
Avrei acconsentito a qualunque cosa in quel momento, avrei fatto tutto ciò che desiderava, ma distolse lo sguardo dal mio e mi fece scendere delicatamente.
Si portò le mani alla testa e chiuse per un attimo gli occhi, mentre io ero lì imbarazzata senza sapere cosa fare.
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