Capitolo 6

Digito velocemente le ultime frasi della mail che Niall mi ha ordinato di trascrivere e inviare ad uno dei proprietari del 432 Park Avenue, uno dei più lussuosi grattacieli di New York e del mondo. Tra meno di un mese ci sarà un'importantissima sfilata per presentare la nuova collezione in uscita quest'estate che avrà luogo proprio in questo albergo, e i preparativi fervono rendendo tutti noi impiegati molto nervosi.

Il bip che proviene dal mio orologio mi informa che sono le 12 in punto e che è ora della mia pausa pranzo. Afferro il cellulare da sopra il tavolo e controllo che non ci siano chiamate perse di mia madre. Decido di chiamarla per chiedere come sta Mia, ma mi blocco immediatamente pensando che lei ha molta più esperienza di me e che di certo non starà avendo problemi.

Scendo le scale e mi dirigo verso il distributore al piano terra. Lo osservo per qualche minuto indecisa su cosa prendere, e alla fine opto per una bustina di orsetti gommosi. Infilo i soldi e guardo annoiata la bustina scendere, quando a un certo punto si blocca.

"Oh, andiamo!- sbuffo -ti avverto di non metterti contro di me, potresti finire male". Assottiglio gli occhi e tamburello il dito contro il vetro, come se gli orsetti intimoriti potessero magicamente volare tra le mie mani.

"Ne hai ancora per molto?". Una voce annoiata mi distoglie dalla mia 'conversazione'. Mi volto e vedo Gigi appoggiata con una spalla al muro. Un dito rivolto verso la macchinetta.

"Ehm no grazie, posso farcela anche da sola".

La sento sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Rimane immobile nella sua posizione a fissarmi con un sopracciglio alzato.

Okay, ammetto che mi sto sentendo terribilmente in imbarazzo e non ho la minima idea di come cacciare quella maledetta bustina da lì dentro.

"Sai, penso che la fame mi sia passata". Invento per sfuggire a quella situazione leggermente imbarazzante.

Faccio per andarmene, quando Gigi si stacca dal muro e spingendomi con una mano, si posiziona davanti al distributore. Tira un paio di calci al lato della macchinetta finché il sacchetto non cade. Si piega per prenderlo e poi si volta nuovamente verso di me.

"Tieni".

Le sorrido per ringraziarla, ma lei piuttosto si volta facendo ondeggiare i capelli. La guardo male e mi allontano per fare ritorno alla mia scrivania.

"Non preoccuparti per lei. Ha sempre avuto un carattere particolare" mi dice Madison ammiccando alla scena di poco fa. Faccio un gesto con la mano per farle capire che non importa. Sento il cellulare vibrare. Lo prendo dalla tasca dei pantaloni e noto che è un messaggio di mia madre che mi avverte che ha appena fatto mangiare Mia.

"Che carina" mormora. La guardo corrugando la fronte, non capendo a cosa si riferisca.

"La bambina" specifica, riferendosi al mio blocco sfondo.

"È la tua nipotina?" continua.

"No, è mia figlia" dico portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Madison rimane molto sorpresa dalla mia rivelazione, tanto che continua a fissarmi con la bocca a formare una 'o'.

"Oh, non immaginavo avessi una bambina. Sei.." si interrompe non trovando le parole giuste.

"Troppo giovane? Sì, hai ragione" ridacchio.

Quando scoprì di essere incinta avevo solo 19 anni. In quel momento mi sentì persa, non sapevo come gestire la situazione e soprattutto con che pinze prendere i miei genitori.

Devo ammettere che mi è passata per la mente più di una volta l'idea di abortire. Ero convinta che non ce l'avrei mai fatta da sola, senza Justin sarebbe stato tutto più complicato.
Al tempo ero molto più immatura di quanto lo sia adesso, la mia unica priorità era uscire con i miei amici e divertirmi, e una figlia mi avrebbe privato di tutto ciò. Furono i miei genitori, e specialmente mio padre, a distogliermi da questa idea.

Accettai contro la mia volontà di continuare la gravidanza, ma da quando ho preso per la prima volta Mia tra le mie braccia ho capito che un figlio è il regalo più bello che si possa ricevere.

"Potrei chiederti un favore?" continua leggermente in imbarazzo. Faccio un cenno col capo mentre porto alla bocca un orsetto al limone.

"Questo pomeriggio ho intenzione di andare in giro per i negozi per comprare un vestito per la sfilata. Vorresti accompagnarmi?".

Sono un po' sorpresa dalla sua richiesta, ci conosciamo da pochissimo ma mi fa piacere che Madison voglia che le faccia compagnia.

"Certo! Ti dispiace se porto anche Mia?...mia figlia" specifico quando noto uno sguardo interrogativo farsi spazio sul suo volto al nome della piccola.

"Figurati. Anzi, sono curiosa di conoscerla".

💐💐💐

"Che ne dici di questo?".

Madison si volta verso di me mordendosi un labbro. Indossa un vestito nero aderente e senza spalline che fascia perfettamente le sue curve. A dire il vero, è una bellissima ragazza e starebbe bene anche con un sacco di patate.

"Ti sta benissimo".

Sorride imbarazzata e gira su stessa per guardarsi meglio allo specchio davanti a lei.

"E tu che ne dici piccolina?" dice rivolgendosi questa volta a Mia seduta nel suo passeggino.

Lei in tutta risposta alza un pollice in segno di approvazione. È adorabile.

Madison ridacchia. "Penso che prenderò questo, allora".

Paghiamo e con la busta in mano usciamo dal negozio. "Tu non prendi nulla?" dice indicando con il mento i vestiti esposti in vetrina.

"No, ho già il mio abito" rispondo facendole l'occhiolino. Scoppiamo a ridere tutte e due.

"Sono ancora le 5 e mezzo- dice controllando l'orario sul suo cellulare- che ne dici di andare a mangiare qualcosa? Conosco una yogurteria qui vicino che fa degli yogurt buonissimi". Si passa la lingua sulle labbra e alza gli occhi al cielo con aria affamata.

"Mmh si, è una buona idea".

Camminiamo per circa 200 metri ed entriamo nella yogurteria la quale è molto piccola ma accogliente. Diversi tavoli sono distribuiti equamente nel locale, le pareti sono tappezzate da alcune foto che ritraggono le varie delizie esposte nelle vetrine.

Solo a guardarle mi viene l'acquolina in bocca.

Sento un leggero brontolio e mi porto una mano sulla pancia imbarazzata. Madison lo nota e cerca di soffocare una risata.

"Mamma, toltina! Toltina!" esclama Mia tirandomi per la borsa mentre indica con il suo piccolo dito un piatto di muffin sul bancone.

"Vuoi la tortina, amore?" le chiedo dolcemente piegandomi sulle ginocchia. Lei annuisce e fa il labbruccio.

'Accidenti a Louis, è stato di sicuro lui a insegnarle i trucchetti per convincermi a fare quello che vuole'.

Andiamo alla cassa e ordino uno yogurt con nutella e smarties sopra, e un muffin al cioccolato.

"E questo è per la piccolina!" esclama il commesso con quest'ultimo in mano. Fa il giro del bancone e si avvicina al passeggino di Mia porgendole il dolcetto.

"Come si dice?" le domando.

"Glazie" risponde stringendogli una mano.

Lui le da un buffetto sulla guancia e ritorna alla sua postazione. Gli sorrido per ringraziarlo e lui ricambia il sorriso e mi fa un occhiolino.

Raggiungo Madison che nel frattempo si è seduta ad un tavolino vicino a una grande finestra che da sulla strada, ma noto che mi sta guardando con uno sguardo malizioso. Alzo gli occhi al cielo immaginando a cosa si riferisca.

"Allora?" domanda dandomi una gomitata nel fianco.

"Cosa?" rispondo portando un cucchiaio di yogurt alla bocca, facendo finta di non aver previsto dove voglia andare a parare.

"Non ti sei accorta di come ti sorrideva? E l'occhiolino poi!" esclama euforica come una quattordicenne che sclera insieme alla sua migliore amica per il primo appuntamento.

"Urla un po' di più, che forse quel signore che sta attraversando la strada non ti ha sentita" le dico sbattendomi una mano sulla fronte.

"Vuol dire che glielo ripeterò quando usciremo da qui" risponde alzando le spalle e trattenendo una risatina. Roteo gli occhi e mi limito a non risponderle.

Lei continua a guardare dietro alle mie spalle in direzione del commesso.

"Se lo guardi un altro po' lo consumi" la punzecchio guardandola con un sopracciglio alzato.

Lei distoglie lo sguardo imbarazzata.

Continuamo a mangiare e a parlare del più e del meno. Le parlo molto di me e lei fa altrettanto. Ad esempio, mi dice che lavora alla Calvin Klein da 2 anni e mezzo ormai, che si è da poco lasciata con il suo fidanzato, che ha un fratello minore e che viene da Jericho, e per questo non vede molto spesso la sua famiglia.

Mi piace Madison, è una ragazza molto socievole e divertente e mi sento a mio agio con lei.

Gioca un po' con Mia sotto il mio sguardo divertito, quando una sua frase rivolta alla piccola mi spiazza.

"Non vedo l'ora di conoscere il tuo papà, principessina!"

"Anch'io voglio conoscello, ma adesso è in viaggio sulla luna a plendelmi tante tante stelle" dice con un' innocenza necessaria a spezzarmi il cuore.

'Ah, se le cose stessero veramente così' penso, e improvvisamente mi si appannano gli occhi dalle lacrime, che cerco di reprimere.

In questo momento avrei una voglia matta di urlare e piangere come una bambina di 4 anni per sfogarmi, per scacciare le già troppo delusioni che ho avuto.

Madison mi guarda confusa, e io le mimo un 'ti spiego dopo' per evitare di parlare davanti a Mia.

Mi alzo dal tavolo e scusandomi con Mad mi dirigo alla cassa per chiedere al commesso la via per il bagno.

"Scendi quelle scale, è la prima porta a sinistra" dice gesticolando per farmi capire meglio. Lo ringrazio ma ignoro il suo sorriso finale.

Una volta sola, do sfogo alle mie frustazioni. Piango lacrime salate, cariche di rabbia e dolore per tutto quello che ho dovuto passare. Non sono mai stata così vulnerabile come in questo periodo. Tutto ciò che riguarda Justin mi rende fragile, e le parole di Mia non hanno fatto altro che approfondire la spaccatura del mio cuore.

Mi guardo allo specchio e appoggio le mani sul lavandino facendo dei grandi respiri. Cerco di calmarmi e di eliminare le tracce di mascara sotto i miei occhi. Sposto i capelli da una spalla all'altra e decido di ritornare da Madison, che sicuramente si starà chiedendo che fine abbia fatto.

Salgo le scale e nel frattempo cerco di sorridere per mascherare il dolore che provo dentro di me. Ma appena oltrepasso l'ultimo scalino, il sorriso che avevo falsamente stampato in faccia mi scompare.

Selena è seduta ad un tavolino poco distante dal nostro insieme ad una sua amica. Indossa un vestito corto blu che osservato da questa angolazione lascia ben poco all'immaginazione.

'Che cosa ci avrà visto Justin in questa sgualdrina?'

Abbasso la testa e cerco di nascondermi il viso con i capelli mentre le passo accanto velocemente, ma il mio tentativo di passare inosservata ai suoi occhi fallisce, poichè si accorge della mia presenza e mi segue con lo sguardo.

"Ciao Ally" dice con voca da oca.

'Ma perchè capitano tutte a me?'

💎💎💎
Ciao a tutti! È da un bel po' che non aggiornavo eh? Scusate tantissimo ma sono stata impegnatissima in questo periodo, spero però che quest'assenza non abbia spento il vostro interesse per la storia.

Fatemi sapere nei commenti cosa pensate della storia.

Al prossimo capitolo!

Viky❤

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