⛱18. Da oggi in vacanza solo con mamma⛱
BAKUGO POV
Sbatto con forza alle mie spalle la porta della camera e vado dritto verso l'armadio.
Tiro fuori la valigia e, lanciata malamente sul letto, inizio a raccattare tutte le mie cose.
Non voglio stare un minuto di più in questo posto del cazzo.
Fanculo questo hotel, fanculo queste spiagge, fanculo queste persone di merda!
Caccio tutto quanto nel bagaglio aperto, non curando tanto come piegarlo o posizionarlo correttamente.
Quando ritengo di aver preso effettivamente tutto, passo al secondo step.
Prendo la lettera, ormai ridotta ad una misera pallina bianca, e la getto nel cestino del bagno.
Poggio poi la mano sul bicipite per liberarmi anche della bandana che mi aveva regalato, ma al tatto non sento nulla.
Punto lo sguardo sulla pelle e la trovo infatti senza alcun tessuto stretto ad essa, cosa che mi lascia confuso.
Guardo a terra per controllare che magari mi fosse caduta, alla fine non avevo fatto un nodo molto stretto.
Ma chissene frega di quella stupida bandana
Non la trovo? Meglio, ho un passaggio in meno da fare
Esco perciò dal bagno e vado ad afferrare il telefono per poter prenotare due biglietti di sola andata, uno per la nave e uno per l'aereo.
È quasi mezzanotte, il primo traghetto disponibile è alle due e il volo verso il Giappone invece alle sei.
Sospiro stanco e compro velocemente entrambi.
Faccio un giro della stanza, controllo di aver preso tutto e, così, chiudo la valigia.
Mugolo pensieroso e mi siedo al bordo del letto, lo sguardo perso nel vuoto mentre ragiono.
È stata la mia prima vacanza e torno a casa una settimana prima e completamente... Agh, non so nemmeno come chiamarlo questo stato d'animo!
Tristezza? Delusione? Rabbia? Frustrazione? Non ne ho idea, non riesco veramente a descrivere tutto il malessere interno che ho ora.
Alla fine me lo aspettavo, ma cercavo in tutti i modi di non credere alla realtà dei fatti.
Io non posso obbligarlo a smettere di fare ciò che gli piace e che fà da anni solo perché sono arrivato io in questo posto.
Sapevo che era meglio starmene zitto e buono a sopprimere questi sentimenti per lui, nemmeno con solo lo sguardo avrei dovuto azzardare.
Non dovevo capire ciò che provo per lui e non dovevo capire che ci sarei rimasto così male, l'unica cosa che dovevo comprendere era che non avrei mai avuto una possibilità.
Impreco tra me e me ed afferro nuovamente il telefono, andando nella rubrica.
Premo sul contatto di Kaminari e attendo una risposta, ma vista la tarda ora sono costretto a chiamarlo più di una volta.
Appena sento che risponde con un «pronto» completamente addormentato, comincio a parlare.
"Senti, lo so che è mezzanotte e mezza passata, ma volevo dirti che, se non vieni adesso in camera mia, domani non mi rivedrai più. Parto stanotte" affermo con tono basso e fermo.
Alle mie orecchie non giunge risposta, anzi, mi arriva solo il suono di lui che attacca la chiamata.
Abbasso il cellulare e guardo lo schermo contrariato.
Un altro stronzo che non gliene frega un cazzo? Seriamente?!
Sbuffo veramente stufo di questa situazione e mi butto di schiena sul letto, ma sento invece qualcuno bussare insistentemente alla porta.
Giro lentamente il viso verso questa e, lamentandomi di nuovo, mi metto in piedi.
Apro questa e non faccio in tempo a vedere chi visto che Kaminari mi si lancia addosso.
"DOVE PENSI DI ANDARE TE?! E ME LO DICI COSÌ?! COME OSI! È COLPA MIA?!" esclama piangendo sulla mia spalla.
Lo guardo infastidito e cerco di levarmelo di dosso, ma ormai si è attaccato possessivamente a me.
Sospiro ed alzo lo sguardo, notando esserci anche i suoi due nuovi ragazzi belli che addormentati.
"Non vado via per colpa tua, ma di Kirishima"
Il biondino, invece, più che sveglio, solleva il capo e mi fissa abbastanza basito.
"Kirishima?! Ma neanche una settimana fà vi siete trovati e mi avevi detto che avevate sistemato la faccenda! Cos'è successo in così poco?!"
Annuisco per fargli capire che ciò che dice è giusto, ma gli racconto l'avvenimento accaduto poche ore prima.
Quando finisco, il giovane ci pensa su e si stringe ancor più forte al mio busto.
"Beh... Hai ragione, ha sbagliato, ma anche te non è che gli hai reso la vita facile. Secondo me se parlate potet-"
"Kaminari, no. Non parleremo e non ci vedremo più, partirò da qui alle due" lo interrompo con tono serio e deciso.
Mi mostra un faccino triste ed annuisce soltanto, capendo la mia decisione.
"Possiamo almeno accompagnarti al porto? Ti preeego!" chiede facendo gli occhi dolci.
Sbuffo una risatina ed acconsento alla richiesta, così mi abbraccia allegramente e corre poi dai due ragazzi.
Afferro la mia valigia e, dopo aver dato un'ultima malinconica occhiata alla camera, esco da questa.
Chiudo la porta a chiave e la metto poi in tasca per lasciarla al banco della reception.
I tre mi fanno strada e, dopo una manciata di minuti di camminata, raggiungiamo il porto.
Salgo sul pontile di legno ed osservo le poche persone esserci, in attesa anche loro dell'arrivo della nave.
"Sei veramente sicuro di non voler almeno salutarlo? Hai ancora abbastanza tempo, potresti farcela" domanda poggiando una mano sulla mia spalla.
Ci penso un secondo mentre guardo le assi di legno sotto le mie scarpe.
"Penso sia meglio così, non voglio soprattutto disturbarlo nel cuore della notte per una questione del genere. Ti chiedo solo, quando lo vedrai, di dirgli che sono tornato a casa, non precisare che è colpa sua"
Il biondino annuisce piano e si asciuga nuovamente le lacrime sulla mia povera maglietta.
Gli concedo un ultimo abbraccio e mi dirigo poi verso la parte finale del pontile, così da mostrare il mio biglietto e poter salire a breve.
Infatti, una mezz'oretta dopo, il traghetto arriva e posso procedere con l'imbarco.
Raggiunto il piano superiore, mi appoggio al parapetto e mi sporgo per poter vedere meglio Kaminari assieme agli altri due ragazzi.
"MI RACCOMANDO, SCRIVIMI! TI VOGLIO BENE TESTONE, CIAO CIAO!" grida a squarciagola e salutandomi infine nella sua lingua nativa.
Ridacchio e mi limito solo ad agitare la mano come i suoi due fidanzati, nel mentre attendo che la nave parta.
Almeno posso dire di aver trovato un amico vero; è un po' scemo e strambo, ma non è una totale rottura di cazzo.
{Skip time}
Trascino la mia valigia per l'aeroporto e mi dirigo verso l'uscita per poter tornare a casa.
Qui fuori mi aspetta il mio primo coinquilino, l'unico di noi tre ad avere avuto la fortuna di ottenere già la macchina tutta per sé.
Infatti, appena riconosco la vettura schifosamente ricca, mi avvicino e, dopo aver caricato il bagaglio, salgo nel posto davanti.
Chiudo la portiera e metto la cintura, tutto in silenzio.
Alzo poi lo sguardo e lo trovo già intento a fissarmi, la solita aria annoiata e impassibile stampata in faccia.
"Minchia, dopo tre mesi non sei cambiato per nulla. Nemmeno un «ciao» o un «bentornato», i tuoi ti davano solo i soldi e non l'educazione?" ringhio già infastidito.
I suoi occhi eterocromatici non cambiano nemmeno dopo le mie parole, si limitano solo a girarsi verso la strada.
"Midoriya è molto preoccupato, in questi tre mesi non hai chiamato nemmeno una volta" dice soltanto prima di mettersi a guidare.
Alzo gli occhi al cielo ed incrocio le braccia al petto.
"Si chiama «vacanza», non «racconto anche quando vado a pisciare a Midoriya»"
Il bicolore mugola solo in risposta e segue la strada per arrivare al nostro appartamento vicino l'università.
Il viaggio continua in silenzio, Todoroki non è mai stato uno di molte parole o che si interessasse comunque di ciò che io e l'altro coinquilino facciamo.
Anzi, penso che non abbia niente in testa, mi viene così spontaneo pensare che nella sua mente ci sia solo il vuoto.
Raggiunta la destinazione, scendiamo entrambi e raggiungiamo il nostro piano assieme.
Il bicolore inserisce la chiave nella toppa e, appena apre la porta, mi trovo subito davanti il verde.
Porta avanti un braccio e mi indica con l'indice, il tutto con una faccia imbronciata.
"Tu! Ora mi devi spiegare OGNI singola cosa!"
Alzo un sopracciglio e lo guardo malissimo.
"Non sono nemmeno entrato in casa! E pure tu, nemmeno un «bentornato»?!" mi lamento facendo ingresso nell'abitazione.
Abbandono la valigia vicino alla porta e lascio che Midoriya mi si lanci addosso, abbracciandomi strettamente a sé.
A quel contatto, così similare a quello del biondino, sospiro e ricambio il gesto.
"Mi dispiace non avervi scritto o chiamato prima, adesso sono qua e racconto tutto"
Il verde annuisce e mi trascina con sé verso il divano, seguito a ruota dal bicolore.
Ci sediamo così tutti e tre e parto col mio lungo racconto.
Parlo dell'arrivo, del primo incontro con Kirishima, di tutto ciò successo fino a quest'ultimi avvenimenti che mi hanno fatto prendere la decisione di partire una settimana prima.
Ad ogni parola che lascio uscire, sento il cuore battere più velocemente e un crescente malessere colpirmi lo stomaco.
Perché continuo a sentirmi così? Lo reputo un grandissimo stronzo e ho detto mille volte che me lo aspettavo
Perché devo stare in questo modo?
Sento gli occhi pizzicare, ma ci strofino sopra le nocche per non far vedere ai due la mia debolezza.
Midoriya, quando termino il mio discorso, non dice una parola, si limita solo ad accarezzarmi la schiena.
"È meglio che vado a disfare la valigia" dico secco e cercando di nascondere la voce tremante.
Mi alzo rapidamente e perciò raccatto il bagaglio per dirigermi dritto in camera mia, chiudendo con forza la porta mentre i singhiozzi hanno preso posto del mio silenzio.
***Spazio autrice***
Buongiorno cavallini rotolanti<3
Capitolo abbastanza emo broken sad, ci voleva proprio che dite? :)
Beh, siamo ufficialmente a -2 e sì in questi due capitoli capita di tutto.
Sarà qualcosa di positivo o negativo? Hehe, buona fortuna a voi indovinare ;)
E niente tesori, oggi spazio autrice molto corto lo so ma come vi ho detto non sono al pieno delle mie forze, perdonatemi!
Buona vita<3
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