ROSSO

CAPITOLO XIV

Quando aprì gli occhi, Alice si ritrovò legata mani e piedi a letto. Come se fosse una stella marina. Era quasi nuda, un misero camice a coprire il suo corpo.

- Ti sei svegliata bella addormentata.- Ghignò il dottor Wright.

- Dove sono? Perché mi stai facendo tutto questo? Aiuto!!!- Iniziò ad urlare la ragazza.

- È inutile che strilli e ti dimeni in quel modo. Qui non ti sentirà nessuno. Inoltre ti consiglio di conservare le tue energie per nuove attività.

- Sei un mostro! Come tuo fratello! Sono contenta che sia suicidato. Lo avrei ucciso io con le mie stesse mani.

- Lo vedi che sei pazza? Matta da legare. Ops, lo sei già!- Rise sprezzante il dottore.

- Non sono io ad aver ucciso un'anima innocente.

- Tu non sai niente, Alice! Ti ostini a credere nelle fiabe, nella madre perfetta che non avevi. Come pensi si procurasse il denaro per mantenere te e se stessa? Vendeva il culo. Ecco come! Amava gli uomini facoltosi. Era molto bella non c'è che dire. Era facile per lei addescare gente ricca. Mio fratello James, lui si che era una brava persona. Si era innamorato di lei. Faceva di tutto per farsi apprezzare. Ma tua madre cosa ha fatto? Lo ha rifiutato, gli ha spezzato il cuore. Gli ha rovinato la vita! Dio solo sa cosa ha passato.

- Non parlare di Dio. Proprio tu! Vedrai avrò la mia vendetta!

- Alice Liddell, sei una ragazza adorabile. Sei anche bella. Mi frutterai un po' di denaro. Anche se non sono i soldi che desidero. Ma è vedere te rovinata! Tua madre non avrebbe voluto questo triste destino per te.

Il dottor Wright si voltò verso il lavandino di quello stanzino dall'aspetto putrido e indecente.

- Cosa stai facendo?- Chiese Alice.

- Un esperimento! È un nuovo medicinale. Devo ancora brevettarlo. Naturalmente non ti dispiacerà farmi da cavia, vero tesoro?- Rispose l'altro.

- È una droga, non è così? Come tutte quelle che mi hai somministrato in questi anni!

- Suvvia, Alice! Non essere ignorante! Tutte le medicine potenzialmente sono droga. Visto? Ti ho aperto un mondo! E presto anche qualcos'altro!- Rise con un'espressione malvagia e il tono cattivo.

- Cosa stai facendo? Lasciami! Non mi toccare! Aiuto!

La ragazza continuava a dimenarsi, mentre l'uomo avanzava con una siringa dall'ago ancor più grosso rispetto a quello precedente. Quando venne infilato nel braccio, Alice avvertì un dolore lancinante, indescrivibile,  mentre i colori e le forme si amalgavamano e alteravano in uno spettacolo tetro e grottesco. Voleva rimanere sveglia a tutti i costi, il dottor Wright era troppo vicino, le sue mani troppo attaccate al corpo, che salivano su per le caviglie, le cosce, che sollevavano il vestito. Ma tutto ciò che riuscì a fare fu chiudere gli occhi. Non sentire nulla. Morire. Farla finita. Andare chissà dove. Dopotutto se hai sofferto per la maggior parte della tua esistenza, la morte può solo darti sollievo. Nei suoi sogni più romantici, Alice aveva immaginato un angelo bellissimo dalle ali nere e gli occhi azzurri, che con il suo bacio l'avrebbe salvata da tutto. Un lungo e passionale bacio sulle labbra, che le avrebbe rubato il respiro. Doveva essere amore? Come in quei libri fantasy, con le teorie sdolcinate sui sentimenti. A lei non era mai piaciuto nessuno. O forse si. Ma era reale? E dov'era il fiocco nero? Stava indossando il reggiseno? Se solo avesse potuto raggiungere il Paese delle Meraviglie, almeno un'ultima volta. E se doveva morire, perché sua madre non era lì con lei? Nessuna luce? Un tunnel? Ancora? Era familiare, ci era già stata, ma lo scenario era ancora più decadente. Oscurità e buio fanno paura.  Ma per Alice, erano la culla della salvezza.

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