3.1
CAPITOLO XVI
Alcune ore dopo, Alice scorse una luce. Decise così di attraccare la barca e di proseguire a piedi. Presto si accorse che si trattava di un circo e vi entrò. Quello che vide la affascinò: nove splendide ragazze danzavano a ritmo di una musica divertente e al tempo stesso seducente, con i loro costumi elaborati e magnifici. A dirigere la danza vi era uno strano ometto a forma di uovo. Alice pensò che fosse molto buffo e che la pecora intendesse indicargli lui, quando ella le aveva chiesto di comperare un uovo. Certamente il circo era di sua proprietà, quindi ciò che doveva procurarsi era forse un biglietto?
- No! No! No! Così non va proprio ragazze!- Protestò l'uomo uovo.
- Rifate tutto daccapo. E cinque, sei, sette, otto!
Così le nove ballerine ripresero a danzare, mentre Alice si sedette su una delle poltroncine per godersi lo spettacolo.
Quando ebbero terminato la coreografia, la ragazza si alzò in piedi e batté forte le mani, facendo loro molti complimenti.
- E tu chi sei? Ma soprattutto, cosa ci fai qui?- Chiese l'uomo uovo tutto agitato.
- Mi chiamo Alice Liddell. Ero qui di passaggio, ho avuto una giornataccia e avevo bisogno di riposare, perciò...
- Non hai il biglietto per restare!
- Possiamo vendergliene uno adesso!- Esclamò gentilmente una delle ragazze.
- Non essere ridicola!- Sbottò l'altro.
- Mi dispiace, carina. Devi sloggiare. Questo non è un albergo!
- Su, su Humpty Dumty! Non vorrai mica lasciare che la signorina se ne vada in giro a quest'ora della notte!
Un giovane uomo fece il suo ingresso trionfante sbucando da una delle numerose tende. Era vestito di viola, i capelli lisci color prugna, il neo sotto l'occhio, lo sguardo ammiccante, le movenze eleganti.
- Victor! Quante volte ti ho detto di non impicciarti nei miei affari! E voi smettete di fare le ochette in calore!
- Non è colpa mia se sono bellissimo. Mi presento, sono Victor Taylor. Ma tu puoi chiamarmi "Incantatore".- Disse il ragazzo facendo un gioco con le carte ed impressionando i presenti. Tranne Humpty Dumpty, ovviamente, che era piuttosto seccato.
- Sei sempre il solito Don Giovanni!
- Ho colto il tuo nome. Alice Liddell. Un nome prezioso, per una ragazza preziosa. Oh, non siate gelose, ragazze! Nel mio cuore c'è posto per tutte voi!
- Ne ho abbastanza! Smamma, signorina, non possiamo fare nulla per te. Addio!
- Mi manca un'assistente per il mio show. Sandy è malata non può fare sforzi.- Disse Victor.
- So perfettamente che è incinta. Pensate che sia ingenuo, che sia nato ieri?
- No, sei così saggio. Anzi lo sei così tanto che mi permetterai di avere il piacere di essere affiancato da Alice per l'esibizione di domani sera. Che ne dici? Ti ripagherà dei disagi che ti ha procurato, del disturbo e del vitto e alloggio che le stai per offrire.
- È una pessima idea!
- Non credo che abbia mai lavorato in un circo.- Commentò una delle ballerine.
- Posso imparare! Vi prego! Fatemi restare solo per una notte!- Incalzò Alice.
- È abbastanza carina!- Disse un'altra in modo gentile.
Victor sollevò il sopracciglio con aria trionfante.
- E va bene! Ma solo per una notte e un giorno. Non di più, non di meno. Sono troppo buono, morirò per questo un giorno o l'altro, me lo sento!- Scosse la testa Humpty Dumpty.
- Non penso sia possibile morire per la tanta bontà!- Ribattè il ragazzo facendo l'occhiolino ad Alice e facendo ridere sia lei che il resto delle ragazze.
- Taci!- Tuonò l'altro mentre si avviava verso l'uscita sul retro.
- Non è cattivo. È solo un vecchio brontolone.
- Ti ho sentito, Victor! A questo vecchio le orecchie funzionano ancora benissimo. Meglio delle tue, caro il mio "giovane". E tu, signorina non startene lì impalata, ti mostro il tuo bungalow, prima che cambi idea.
Così Alice lo seguì mentre egli ripeteva continuamente "Ma chi me lo ha fatto fare".
Il mattino seguente, Alice venne svegliata da una delle ragazze che aveva incontrato il giorno prima. Si preparò e uscì, raggiungendo il capannone.
- Sei in ritardo!- Brontolò seccato Humpty Dumpty.
- Non è vero.- Lo contraddì Victor.
- Tu sta zitto! Lo spettacolo è mio, quindi decido io!
- Allora noi ce ne possiamo anche andare dato che è tutti tuo e noi non contiamo niente.- Ribattè il ragazzo suscitando risate e ricevendo consensi di tutti i presenti, innervosendo Humpty Dumpty (che lo era già di natura, molto nervoso).
In ogni caso le prove finalmente iniziarono. Alice era sbalordita da tutto quel talento, la bravura e la passione che aleggiava nell'ambiente. Atleti, ballerini, cantanti...chi più ne ha più ne metta. Poi naturalmente c'era il mago, ovvero "L'incantatore" Victor, che impressionava tutti con i suoi trucchi e le sue magie. La ragazza era un po' impacciata, non era mai salita su di un palco prima di allora, e solo al pensiero di doversi esibire quella sera stessa davanti a migliaia di persone, la faceva tremare.
- Ecco, lo sapevo! È stata una pessima idea assumere questa ragazza! Sei un disastro, sei troppo timida e mediocre, non attiri il pubblico! Si addormenteranno tutti sulle poltrone! Oh, che pessima figura mi farai fare!- Diceva Humpty commentando malamente l'operato della povera Alice che si sentiva sempre più inutile e incapace.
Ad ogni modo, arrivò la sera e tutti si prepararono per lo spettacolo. Sullo specchio del camerino, era appeso il suo abito di scena. Molto succinto e scollato. E naturalmente ella si sentì a disagio all'idea di dover indossare qualcosa di così rivelatorio (anche più del vestito che abitualmente portava).
Quando ebbe finito di sistemarsi, diede un ultimo sguardo perplesso al suo riflesso.
- Hey! Tutto bene là dentro? Le domandò Victor dall'esterno.
- Credo...Entra pure se vuoi...- Rispose Alice timidamente.
- Sei uno schianto! Fatti ammirare!- Esclamò lui, facendole fare una giravolta.
- Non lo so...non mi sento molto a mio agio...e poi non sono andata molto bene alle prove.
- Non è vero! Sei andata benissimo, invece!
- Non mentire, Humpty Dumpty era furioso, non ha fatto che criticarmi e correggermi tutto il tempo.
- Ah, non ci pensare! Lui è sempre così pignolo, lo è con tutti!
- Il fatto è che non voglio deludere nessuno, dato che siete stati tutti così gentili con me da farmi restare!
- Non avremmo mai potuto lasciarti nei guai. In un mondo come questo dobbiamo aiutarci a vicenda! Ma credo che il problema sia un altro. Tu non sei frustrata per l'esibizione. C'è altro, non è così?
Alice abbassò il capo.
- Dai, per stasera non ci pensare. È la tua serata magica, fuori ci sono le stelle e brillano tutte per te.
- Ora non fare il cascamorto! So che lo fai con tutte!- Rise la ragazza.
Victor arrossì.
- Non posso crederci! Uno come te che si imbarazza per una pallida affermazione.
- Beh, ci sono molte cose di me che non sai.- Ammiccò lui strizzando l'occhio.
Risero entrambi e la tensione sembrò placarsi.
- Coraggio, dobbiamo andare.- Disse lui prendendola per mano.
Lo show era fantastico, un'esplosione immensa di bellezza e virtù, accompagnata da un'aura di seduzione e passione.
- Ora tocca a noi.
Alice sospirò.
- Testa alta e sorridi. Sempre. Al resto ci penso io. Fidati di me, andrà tutto a meraviglia.
I due si sorrisero e presentati da un elegantissimo ed entusiasta Humpty Dumpty iniziarono lo spettacolo di magia. Il pubblico era in estasi e quando terminarono, lanciarono loro rose rosse fresche e denaro, regalando applausi scroscianti ed elargendo una miriade di complimenti. Humpty Dumpty sembrava più che soddisfatto, dato che sfoggiava un sorriso così largo che si estendeva da un orecchio all'altro.
- Sei stata grandiosa.- Disse poi lodando le prestazioni di Alice quando l'ultimo faro fu spento.
Dopo aver salutato e ringraziato tutti, la ragazza si recò verso il molo accompagnata da Victor.
- Ti chiederei di restare. Ma so che non è possibile.
Alice si limitò a sorridere.
- Chi ti ha stregato il cuore?
- Cosa?
- Avanti. Ti bacerei anche. Ma so che c'è già qualcun altro.
- Ma no...io...
- Scegli una carta. Mh...il Jolly. Deve essere una persona bizzarra. E che porta sempre un cappello!- Rise.
Alice arrossì violentemente.
- Ci mancherai.
- Anche voi.
I due si abbracciarono.
Mentre la ragazza si stava voltando per salire sulla barca, Victor la fermò.
- Aspetta! Humpty Dumpty mi ha detto di darti questa.- Disse porgendole una scatolina.
Alice la aprì e al suo interno trovò una collana con un ciondolo a proiettile d'oro.
- Deve valere una fortuna! Non posso accettarlo!
- Sì che devi! Ti aiuto a indossarla.
La ragazza si portò le mani al petto.
- Sii forte.
- Addio, Victor.
- Fino a quando ci rincontreremo.
Detto questo, Alice si rimise in viaggio. Per dove non le era chiaro. Ma sapeva che prima o poi, sarebbe approdata ancora. E forse avrebbe avuto qualche certezza in più.
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