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                                                             CAPITOLO VI



Alice venne risvegliata dai caldi e luminosi raggi del sole. Davanti a lei vi era un sentiero ove ella si affacciò incuriosita. Vi era una casetta molto carina, con un bel giardino e un'immenso tavolo in legno apparecchiato a puntino per il tè. Tre posti erano occupati da un ghiro, una lepre e uno strano ragazzo con un buffissimo cappello. Nonostante avesse un po' di timore e soggezione ad avvicinarsi, decise di provare a presentarsi. Sarebbe stato davvero bello farsi degli amici in quel Paese. Così, raccolse tutto il suo coraggio e si fece avanti. 

- Buongiorno, mi chiamo Alice Liddell, sono nuova di queste parti.

I tre amici sembravano ignorarla totalmente, continuando a chiacchierare animatamente e versandosi il tè.

- Salve, mi chiamo...

- Sì, sì, abbiamo capito che ti chiami Alice, non siamo sordi.- Disse il ragazzo con il cappello.

- Beh, Cappellaio, sicuro sordi no, ma matti, qui lo siam tutti!- Commentò la lepre e tutti scoppiarono a ridere, persino il ghiro che pareva addormentato.

- Posso sedermi qui con voi?- Chiese Alice con educazione.

- Non c'è posto!- Disse allora la lepre.

- Ma come? Ce n'è tantissimo!- Ribatté la ragazza.

- Ha ragione la Lepre Marzolina! Non c'è posto.- Rispose il Cappellaio.

Alice a questo punto decise di sedersi lo stesso. Questa volta non si sarebbero presi gioco di lei.

- Oh perbacco! Sono le sei del pomeriggio! Dobbiamo scambiarci di posto!- Annunciò il Cappellaio rovesciando un'intera tazza di tè sulla tovaglia bianca ricamata.

Alice dovette così spostarsi controvoglia. Ma non volle essere sgarbata.

- Dunque, che differenza c'è tra un corvo e una scrivania?- Le chiese il Cappellaio.

- Vuoi dell'altro tè?- Domandò invece la Lepre Marzolina.

- Ehm...come faccio a volere dell'altro tè, quando ancora non ne ho presa neanche una tazzina?

- Beh, pensa un po' almeno non ne puoi prendere di meno.- Rispose soddisfatta la lepre. 

Ad Alice tutto ciò sembrava assurdo.

Non ebbe neanche il tempo di sorseggiarne un po', che il Cappellaio annunciò che dovevano ancora cambiar posto.

- Oh, insomma! Ma si può sapere perché dobbiamo sempre cambiar posto?- Si indignò Alice.

- Tu conosci il Tempo?- Le chiese il Cappellaio.

- Certo! Tutti lo conoscono! C'è chi lo impiega, c'è chi lo perde.- Rispose lei.

- Hai mai provato a fermarlo?

- Non si può fermare il tempo.

- Sai perché siamo qui tutto il giorno a prendere tè e scambiarci continuamente di posto? Perché siamo bloccati sempre alla stessa ora, e dato che non abbiamo tempo di lavare le stoviglie, dobbiamo sempre cambiare all'infinito.- Disse il cappellaio.

- Vuoi dire che vivete in un loop?- Chiese Alice perplessa.

Questa osservazione fece destare il ghiro che disse semplicemente:- Un loop...

- Ma, perché siete condannati a rivivere sempre questo preciso momento?

Il Cappellaio ci pensò su e si verso un'altra tazza di tè.

- Sai Alice, sarò anche matto, ma una cosa la so. Non è vero che il tempo non si possa bloccare. Ci sono persone che non riescono ad andare avanti nella propria vita, perché si sono fermate ad un preciso istante, che magari ha segnato la loro esistenza, che si tratti di un trauma o qualcosa di simile. Possono invecchiare, cambiare esteriormente. Ma all'interno no, rimangono immutate, rivivendo giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, lo stesso momento. Ecco  che si crea il loop, una dimensione ovattata dai suoni sempre uguali, in cui ci si rifugia pur tentando di scappare.

- Come si rompe questo loop?- Domandò ancora Alice.

- Ma insomma, ghiro! Non è educazione addormentarsi nel bel mezzo della merenda!- Esclamò il Cappellaio.

- Buttiamolo nella teiera! Così si sveglia!- Disse la Lepre Marzolina.

Così presero il povero ghiro e lo gettarono nel tè, ma questi non se la prese, e cominciò a ridere a crepapelle.

- Vi racconterò una storia!- Annunciò quest'ultimo.

- Evviva! Mi piacciono le storie!- Gioì la Lepre Marzolina.

- Un momento! Sono le sei in punto! Dobbiamo scambiarci di posto!


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