Prologo

È alto il prezzo che i condannati sono costretti a pagare: tra le gelide fiamme dell'inferno si trovano a marcire.
Soldati che hanno vinto la guerra terrena con l'inganno, uomini che hanno ceduto alle tentazioni del demonio.
"L'essere umano paga per le opere di bene che si è rifiutato di fare."

Quel che rimane di loro resta in balia della dannazione eterna, corpi rinchiusi nello stomaco di una notte priva di stelle.
Non vi è pace, silenzio o intimità.
"Solo la solitudine ci resta cara tra queste tenebre."

Vago come un fantasma nel labirinto dei ricordi: corridoi che si snodano privi di direzione, porte socchiuse ove immagini terrificanti ti tengono incatenata a quel passato che vuoi lasciarti alle spalle.

Le braccia oscillano lungo i fianchi, stanche di sporgersi in cerca di aiuto; non ho più la forza neanche di commettere errori.
"Se esisti, Dio, aiutami a trovarlo."

I piedi scalzi compiono passi privi di tracce, eseguono una danza triste e sconclusionata che mi porta al patibolo. Pugni che sbattono contro vetri appannati; stridente è il rumore degli artigli sulle lastre nere che contengono noi perduti.
"È il suono della disperazione su cui sto ballando."

Isteriche grida abbandonano la mia bocca e si tramutano in singhiozzi strozzati.
"Adesso, in che parte del mondo sei?"
Insisto a pronunciare il suo nome, un disco rotto senza fine, ma l'unica risposta che ricevo è l'eco delle mie stesse parole; un boomerang che torna tra le mani del proprietario.

"L'amore è un imbroglio."

Immenso, dilatato e interminabile è lo scorrere del tempo: cognizione e orientamento non esistono in questo luogo.

<Causa ed effetto non sono amici del bene. Le buone azioni si devono compiere senza un motivo o tornaconto; se comprendono anche solo una di queste due cose non si tratta più di bontà.>

<<Non darmi lezioni. Tu, che hai camminato tra gli sbagli e hai lasciato che mi tagliassi con i cocci della vita che hai mandato in frantumi.>>

Afferro il pomello di una delle porte che mi affianca il cammino, stringo i denti e la chiudo con rabbia; un tonfo che si riverbera tra le grida suine delle ombre che mi inseguono.
"Cancellerò il passato, non tornerò indietro."

I polmoni bruciano, il cuore mi sbatte in gola e arresta la salivazione, mentre la stanchezza si fa sentire e mi prega di fermarmi.
Devo riposare, chiudere gli occhi e immergermi in un sonno privo di visioni oniriche. Privo di te.

<Non lottare contro il vissuto. Quel che è stato non può essere dimenticato.>

Non so più come si cade senza finire nel baratro: il fondo è irraggiungibile e senza quello non puoi posare i palmi al suolo e rialzarti.
"Niente può coprire la distanza che c'è tra me e il cielo."

Il cardine scricchiola e il legno scuro si riapre, torna a mostrarmi la cruda verità, il mio peccato: la figura di Kate si staglia davanti a me. Mi guarda truce, il volto scavato e il sangue secco a incollarle le ciocche chiare sulle guance.
"Il terribile quadro del mio fallimento."
<<Mi dispiace...>> comprimo le dita sulle labbra e supplico il suo perdono.
Avanzo d'un passo, mi fermo sulla soglia senza attraversarla, <<Ho bisogno che tu mi assolva da questa colpa...>>

La sua bocca si schiude in un fiotto di liquido antracite, che cola sulla veste bianca e le ustiona la pelle pallida, segno ineccepibile di assenza vitale. L'iride si solleva, nasconde i suoi colori sotto la palpebra, lasciando alla sclera l'intera scena; con essa mi scava dentro.
<<Kate...>> mormoro.
Sollevo la punta del piede sinistro, pronta ad attraversare l'uscio per correrle incontro.
"Non posso lasciarla di nuovo."

<Se andrai sarai perduta!>

Tremo. Non avanzo. Il senso di colpa sale per aver scelto me stessa ancora una volta, senza neanche dubitare di quel che lei dice.
"Questo vuoto mi uccide."

<<Tu non meriti la pace.>> Il timbro grave e robusto che fuoriesce da quel corpo scarno mi ricorda dove sono.
La porta si richiude con violenza e vengo sbalzata indietro. Scivolo con la schiena sul pavimento, urto con il capo contro la superficie ruvida del muro. Non sento dolore.
"Ti sto pensando, ma so che non ci crederai.
Proprio quando stavo per chiederti di restare, tu, sei sparito."

Rimango distesa a terra ad osservare il nulla.
<<Mi hai dato la vita solo per riprendertela.>>

<Sei ingiusta, Reneè.>

<<No, sono delusa. Ti ho cercata tra le mie memorie per anni, pregata e supplicata; ti sentivo vicina, ma non capivo il motivo. Certo, mai avrei potuto immaginare che tu fossi dentro di me, letteralmente.>>

<Non potevo lasciarti. Il mio corpo ti ha partorita, il tuo mi ospita.>

<<Mi hai sottratto quello per cui hai tanto lottato. Sono diventata invisibile come te, mamma.>>

<Mi si spacca il cuore per questo, figlia mia.>

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