Capitolo 4.2

<<William e Vania si conoscevano sin da bambini: erano inseparabili.>> una punta di nostalgia colora il timbro grigio del vecchio alfa, <<Mio fratello aveva sempre avuto un particolare debole per lei, nessuna era capace di distrarlo da quel sentimento. Ero solito osservarli, sembravano così uniti e io provavo invidia nei loro confronti e non solo...>>

"Accidenti, sono peggio della colla a caldo quei due", sbuffo e mi butto a sedere sul prato; incrocio le braccia al petto con fare scocciato.
Mio fratello William prepara una coroncina di fiori, intrecciando delicatamente gli steli delle margherite bianche che con pazienza ha colto.
<<Sei bravissimo Will!>> gli occhi chiari di Vania riflettono l'immagine del ragazzino che l'affianca, illuminandosi per le carinerie che lui le riserva.
Le dita nodose di mio fratello si sollevano sul capo di lei, per adagiare su quei capelli corvini l'ornamento appena concluso. <<Ecco qui...>> sussurra fiero, mentre le gote prendono un colorito acceso.

Vania si solleva dal terreno con agilità e vortica su se stessa un paio di volte; la gonna del vestito le si solleva appena, <<Ora sembro proprio una principessa, non trovi?>> posa una mano sul fianco e piega il capo d'un lato.
<<Più che una principessa sembri una sposa, in fondo questo è quello che mio fratello vorrebbe!>> irrompo in quel quadretto smielato, infrangendo l'istante di tensione romantica formatasi tra loro.
William inizia a balbettare imbarazzato e per riparare alle parole che vengono meno mi tira uno schiaffo sulla nuca, giusto per farmi capire che da quel rimprovero non sarei sfuggito in alcun modo.
<<Ahi...>> aspiro l'aria tra i denti e mi massaggio il punto dolente. << La verità dovrebbe far male a te, non a me!>> lo riprendo seccato.

Vania ridacchia portandosi le dita sottili davanti alle labbra, <<Siete così carini, sembrate due orsacchiotti.>> muove tre veloci passetti che la conducono a una spanna di distanza da entrambi.
"È talmente vicina da togliermi il fiato".
Io e mio fratello ci scambiamo un'occhiata fugace, tornando subito dopo a mirare quel raggio di sole che si staglia davanti a noi.

Si alza sulle punte e spalanca le braccia, lasciando poi il corpo in balia del bilico; un attimo dopo ci è addosso. L'equilibrio ci viene a mancare non appena le sue dita si posano sulla nostra pelle e il petto appena fiorito prende contatto con i nostri ancora acerbi. Ci troviamo seduti scomposti sul fresco e verdeggiante suolo, completamente frastornati da quel gesto, costretti in un abbraccio caldo e spontaneo, proprio come lei.

Sento il suo palmo infilarsi tra le ciocche dei miei capelli e la punta del suo naso delicato sfiorarmi il collo, assaggiare prima il mio profumo e poi quello di Will.
Mi schiarisco la voce con un colpo secco di tosse, <<Siamo lupi, non orsacchiotti.>> la correggo, cercando poi di districarmi da quella debole stretta.
<<V-Vania, dai ora puoi lasciarci...>> Will, a sua volta, cerca di togliersi di dosso l'imbarazzo.
<<Mollami.>> divento brusco, visto che il gesto di inarcare la schiena e indietreggiare lievemente non l'è chiaro per nulla.

<<I vostri cuori battono così forte...>> mormora allegra.
Divento di pietra, incastrato nella soggezione che odio tanto provare.
"Questa ragazzina è impossibile, non comprende proprio quando è il momento di terminare il gioco."
<<Sì, siete dei lupi.>> dice poi d'un tratto, <<Dei perfetti, incantevoli e forti lupi.>>

<<Siamo delle bestie, animali con forti istinti. A buon intenditore poche parole.>> ringhio, lasciando che un po' di quel flusso che mi abita nelle vene venga fuori.
<<Thomas!>> William mi riprende all'istante.

Finalmente Vania si scosta, accovacciandosi sulle ginocchia e con le mani unite sulle cosce, <<Scusate...>> abbassa il capo, lasciando che le ciocche lunghe e mosse le coprano il volto.
"Ora è lei ad essere imbarazzata. Cielo, che stolta!"
<<Lascialo stare, sai com'è mio fratello.>> si gratta il capo Will, <<È un po' nervoso in questo periodo, le trasformazioni non sono per nulla semplici...>>

Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa, <<Certo. Sono solo un po' nervoso, scusate l'interruzione. Tornate pure a fare i piccioni innamorati.>> sorrido forzatamente e con un balzo mi rimetto in piedi.
Mi pulisco i pantaloni sgualciti con una passata veloce delle mani, volto le spalle e cerco di darmi alla macchia.

La mia fuga, però, viene ben presto interrotta.
Sento un lembo della mia maglia tirarsi indietro, stretto dalle dita di Vania.
<<Aspetta, Thomas...>>
Le tiro uno sguardo torvo da sopra la spalla, <<Dimmi.>>
<<Perché ce l'hai con me? Non capisco... ti ho fatto qualcosa involontariamente, forse?>>
Prendo un bel respiro profondo e mi volto completamente nella sua direzione, senza mancare di guardare sott'occhio mio fratello, <<Non mi hai fatto nulla, ma sento che in futuro sarai fonte di grossi problemi.>>

<<Di cosa parli?>> socchiude gli occhi chiari e corruga la fronte piccola.
<<Vedo negli sguardi di mio fratello un sentimento immenso per te, che tu non ricambi. Lo stai illudendo, continui a stargli così vicino da destabilizzarlo! Non voglio vederlo soffrire, ma so già che finirà così...>>

Indietreggia lenta di un passo ed evita di incrociare il mio sguardo, <<Non gli farei mai del male...>>

<<Lo ami?>> chiedo a bruciapelo.
<<A mio modo...>> si morde il labbro inferiore, trattenendo le lacrime che vorrebbe versare, e che certamente verserà non appena tornerà tra le braccia di William.
<<A tuo modo non basta, Vania. I tuoi modi sono sbagliati e qualcuno ci rimette sempre qualcosa, nel caso di mio fratello i sentimenti. Io non ti odio, ma il tuo fascino mi spaventa e l'effetto che hai su Will non mi piace, specie se poi non nutri ciò che lui nutre per te.>>

<<Eravamo agli albori dell'adolescenza, ma avvertivo già che in Vania qualcosa non andava. Era una strega bianca, ma le vibrazioni che mi arrivavano erano oscure come il manto notturno che ci accompagnava nella caccia; ero terrorizzato per William, poiché da tempo nell'ora del sonno mi ritrovavo a fare sempre lo stesso incubo: vedevo una grossa ragnatela pendere su un buco nero, a tesserne i fili due mani eleganti e come prede noi Moore.>>

Rimango colpito dalle parole di mio padre, preso da quel passato che non è per nulla lontano ormai, ma soprattutto catturato da quegli eventi così temuti dai ricordi del mio vecchio.
Le sue iridi tremano nel riflesso di quelle rimembranze e io non posso fare a meno di sentirmele pericolosamente vicine.

<<Cosa accadeva nel tuo incubo, papà?>>
<<Luke, inutile dirti che a nutrirsi di noi non vi era certo un ragno come si ci aspetterebbe...>> tende i muscoli del volto e trattiene le labbra in una linea dura.

<<Vania?>> chiedo sorpreso.
Scuote il capo, <<Un demone, Luke. Avevo previsto la nostra fine.>>



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