~Capitolo 9~

Il dissenso dentro di me oramai era troppo grande, non riuscivo a tenerlo a bada. Forse non volevo più acconsentire alle preoccupazioni di mio  padre... alla sua oppressione.

《Figlia, non ricominciare questo discorso con me.》 portò le braccia al petto 《Ma cosa ti sta succedendo, io non ti riconosco più, sei così aggressiva, prima eri dolce e pacata》

《Padre sta succedendo qualcosa a cui non eri pronto: sto crescendo》

Non rispose, cosa avrebbe potuto dire? Lo sapevo già. Avevo paura quanto lui del mondo esterno, ma adesso avevo una speranza rispetto a prima, ma non potevo dirgli la verità. Non avrebbe mai dovuto sapere niente. Avrei continuato a vivere in quel modo se Magnus sarebbe rimasto per sempre nel castello.

Poco dopo mi raccontò delle nuove piante che aveva richiesto nel giardino.

Rose bianche in tuo onore, disse. Così quando ti affaccerai , vedrai il mio amore per te sbocciare come questi fiori incantevoli.

Ho deciso di far piantare fiori diversi ogni anno così non ti staccherai mai della vista. Mi sembrava una condanna.

Mi limitai a sorridere ed annuire. Non lo stavo ascoltando, aspettavo solo che arrivasse la cena per conservarla e portarla a Magnus, insieme ad alcuni medicinali che potevano aiutarlo a combattere possibili infezioni.

Mio padre uscì ed un paio di ore dopo, arrivò il pasto che riposi con cura in un cesto in cui riponevo i fiori che mi portava ogni tanto mio padre.

Quel cesto di vimini risaliva al mio decimo compleanno. Faustus me lo consegnò personalmente da parte di mio padre. Era pieno di tulipani profumati, di diverse sfumature di rosso.
Quei fiori, mi spiegò dopo mio padre, li aveva chiesti ad un marinaio. Lo incaricò di cercare nelle terre in cui lui sbarcava per i suoi affari,  i fiori più belli che riuscisse a trovare. Fece un lungo viaggio e alla fine quando mio padre aveva perso le speranze, il giorno prima del mio compleanno lui si presentò con questo mazzo di splendidi fiori.

Finalmente la luna era splendente in cielo, mi caricai il cesto pieno di cibo e altro e mi incamminai verso la mia meta preferita.

《Shiro》 non ero ancora arrivata infondo alle scalinate delle segrete, quando una voce mi chiamò. Era lui.

《Sono io, sto arrivando》

Velocizzai il passo fino a trovarmi difronte la sua cella.

《Te lo avevo promesso》 annunciai porgendogli il cesto.

《Ed eccoti qui》 sorrise di gusto. 《Però togli il cappuccio, non sopporto di vederti a metà, per favore》

Arrossii, ma non esitai, lo feci all'istante. Odiavo dover vedere le cose un pezzo al volta.

《Adesso va molto meglio》 mi sorrise entusiasta. Annui e poi volsi la mia attenzione a quello che gli avevo portato.

Tirai fuori per prima cosa una bella coscia di pollo arrostita.

《Wow ti trattano veramente bene a castello, sicura di essere solo una domestica?!》 si chiese sarcastico, ammirando quella pietanza, ma la domanda mi colpì molto.

Afferrò a coscia e se ne deliziò in poco tempo.

《Respira》 gli ricordai divertita vedendolo rimpinzarsi e gli porsi una brocca d'acqua.

《 Tu sei una manna dal cielo》 gli si illuminarono gli occhi dalla gioia.

《Ho anche patate arrosto e altre verdure di stagione》 tirai fuori altre portate dalla cesta.

Rimase esterrefatto. Consumò tutto con voracità ed estrema riconoscenza verso me e quel cibo.

《Credo di non aver mai mangiato così bene in vita mia, dici che se mi comporto bene, mi assumono come domestico con te? Così avrò questo cibo paradisiaco tutti i giorni》 mi propose sarcastico.

Non potei fare altro che annuire e ridacchiare imbarazzata.

《Ho portato dell'altro》 gli spiegai tirando fuori delle stoffe 《qui dentro ci sono delle erbe mediche che possono aiutarti con possibili infezioni che potresti riscontrare in futuro》 allungai il braccio nella cella.

Lui guardò me, poi la mano, avvicinò le sue mani e circondò la mia a mò di abbraccio. La aprii e prese tutto. Il suo tocco era così caldo e avvolgente, le sue mani erano quasi il doppio delle mie. Quel contratto mi provocò un brivido lungo tutta la spina dorsale.

《E questo ti serve adesso》 presi un barattolino 《è un unguento da mettere sulla ferita sull'addome》 spiegai.

《Adesso?》 Chiese

《Si, adesso, così dopo me la riprendo, in modo che le guardie non lo trovino e te lo riporto ogni notte fin quando ne avrai bisogno》

《Sei davvero molto informata, ti piace farlo? Intendo il prenderti cura delle persone. Saresti davvero un ottimo medico.》 mi disse sorridendo 《 Hai mai pensato di fare questo invece che le pulizie da pomposi padroni viziati?》

Il pomposo padrone viziato sarebbe mio padre? E anche io, dato che le domestiche servono anche me in teoria?

Ehm, in realtà no》
Lavoro? Non ci avevo mai pensato, non ne avevo mai avuto bisogno. Sono la principessa, dopo tutto, ma lui non lo sa.

《Ma servo il re, è un onore per me》 continuai il mio giorno. Vediamo cosa ne pensa degli aristocratici.

《Onore? Sono schiavisti che si sentono superiori al popolo solo perché sono nati in famiglie agiate pieni di soldi e potere》 sputò velenoso.

《Ma il re guida il popolo》

《Il popolo se l'è sempre cavata da solo》 rispose infastidito.

《Devo metterti l'unguento》 intervenni

《 si, ehm, scusami, mi sono comportato in modo aggressivo nei tuoi confronti, è un lavoro come un altro, dovrai pur sostentarti in qualche modo》

《Mh si》 risposi distrattamente mentre  mi spargevo la crema sulla dita. 《Alza la camicia, forse brucerà un pó》 lo avvertii.

Lui annuì e si alzò l'indumento lentamente. La ferita era peggiorata come temevo.

《Non sta guarendo》 imprecai dentro di me.

《È questa maledetta cella che mi indebolisce》 pensò ad alta voce

《In che senso?》 Chiesi curiosa fermandomi.

《Ehm niente, non pensarci, sono ancora un pò scombussolato dalla mia scenata di prima》 si scusò.

《Non preoccuparti, è normale perdere le staffe in una situazione del genere》 lo tranquillizzai.

《Pronto?》 ero quasi arrivata con le dita sul taglio. Annuì e procedetti spedita , massaggiai delicatamente la zona. Sussultò leggermente, ma mi fece segno di continuare senza problemi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top