~Capitolo 8~
Quel gesto così improvviso mi sconvolse, arrossii e indietreggiai contemporaneamente. Rimasi muta, senza parole, stupita e confusa.
《Non volevo spaventarti 》ritrasse la mano imbarazzato.
《N-no, non ti preoccupare.》 balbettai cercando di tranquillizzarlo 《E' solo che non me lo aspettavo》
《Le cose inaspettate sono quelle che danno le emozioni più vere》 rispose, il suo volto si ostinava a mantenere quel sorriso così spontaneo. Così bello e sincero. Sorrideva per me?! Non volevo crederci. Perché io? Un abominio come me.
《A me non capitano molte cose inaspettate》
《Ti aspettavi di far visita ogni notte ad un prigioniero? 》chiese sarcastico
《No affatto》
《Allora vedi, vorrà dire che dovrai abituarti alle cose inaspettate, chissà il mondo quale altra avventura ti riserverà》
Un colpo di tosse mi fece tornare alla dura realtà, Magnus era ferito e stava sputando sangue.
《Aspetta, forse posso medicarti le ferite》 pensai agli insegnamenti che mi aveva dato la mia nutrice, mi era sempre stato insegnato di cavarmela da sola e questo comprendeva le cure mediche. Avevo bende e erbe curative nella mia stanza, sarei solo dovuta andare a prenderle e tornare da lui.
《No, non devono sospettare che qualcuno mi curi, non puoi guarirmi》 mi fermò sporgendosi verso di me.
《Vorrei fasciarti le ferite sull' addome, potrebbero fare infezione》 avevo notato che per tutto il tempo che parlava, si copriva con le braccia la parte sotto il petto. Temevo ci fossero danni interni e un quel caso non sarei potuta intervenire.
《Non puoi 》disse semplicemente.
《Posso almeno vedere cosa ti hanno fatto?》Ero preoccupata. Prima mi lanciò un'occhiata contraria, ma poi vedendo la mia espressione, si rassegnò. E in un sospiro annuì.
《Va bene, non impressionarti》 mi avvertì leggermente insicuro di quello che stava per fare.
Si alzò lentamente la camicia, ormai logora e sporca di sangue. Il suo corpo era tonico e asciutto, aveva un accenno di peli sul petto e una striscia sotto l'ombelico che scendeva fino al pube. La pelle olivastra, ma di una tonalità un po' poi chiara di quella del viso.
Le mie preoccupazioni erano fondate, aveva un taglio e delle contusioni sull'addome.
Portai la mano attraverso le sbarre per controllare meglio la profondità del taglio. Toccai delicatamente la parte tra il petto e il taglio cercando di capire se ci fossero lesioni interne. Tastai delicatamente le costole per accertarmi che non fossero rotte o incrinate. Lui continuava a guardarmi in silenzio.
《Ti faccio male?》 chiesi preoccupata sollevando lo sguardo verso i suoi occhi.
《No, affatto》 sorrise dolcemente incrociando il mio sguardo.
《Non sembrano esserci lesioni interne》 spiegai , lui annuì.
Diedi un sguardo approfondito al taglio, non sembrava troppo grave, ma doveva medicarlo.
《Potrebbe infettarsi 》sospirai preoccupata.
《Non preoccuparti, ho sopportato di peggio》 sorrise di nuovo, sussultando lentamente per il dolore.
《Voglio esserti utile in qualcosa》
《Così va già molto meglio》 sorrise alludendo alla mia premura verso i suoi confronti.
Pensai a cosa potevo fare per lui e qualcosa di fattibile lo trovai.
《Ti danno da mangiare?》 chiesi rompendo il silenzio.
《Non tanto, in realtà》
《Questo lo posso fare, domani notte tornerò con del cibo》
《Non metterti nei guai più di quanto non fai già venendo qui》era come se sapesse molto più di quello che gli avevo raccontato. Forse le mie condizioni erano facilmente intuibili.
《Lo so, starò attenta, lo sono sempre》
《Come oggi che sei venuta mentre le guardie mi stavano interrogando?!》sollevò un sopracciglio 《Devi essere prudente》 mi rimproverò di nuovo.
《Lo chiami interrogatorio quello? E' una tortura, non mi capacito di come possano compiere questi gesti così bestiali》 risposi con rabbia. Un sentimento che mai avevo palesato in un modo così aggressivo.
《 Shiro 》sospirò 《Il mondo non ti ha ancora spezzata, ti prego, rimani così, non farti abbattere mai, promettimelo》 sporse di nuovo la mano verso di me, lo avevo visto, ma stavolta non indietreggiai, ma lui tentennò e quel contatto non arrivò più. Ritrasse la mano e il mio respiro ricominciò a funzionare e presi parola.
《Shiro?》 chiesi curiosa e confusa.
《Un termine usato per descrivere le persone candide e pure d'animo come te》
《Che lingua sarebbe?》
《Una lingua di una cultura molto lontana da qui》
《E tu come fai a conoscerla?》ero sempre più curiosa di scoprire la sua storia, ma lui era ancora un po' guardingo verso i miei confronti e non potevo dargli torto dopo quello che gli avevano fatto.
Volevo scoprire i suoi misteri, ma non per indagare sul suo conto, non mi interessava il motivo per cui fosse stato arrestato. Stava di fatto che era l'unica persona ad avermi mai rivolto la parola in modo amichevole. E questo per me contava molto. Mi faceva sentire normale.
《Viaggio molto》 rispose semplicemente.
Dopo un lungo sospiro mi decisi a guardare lo spiraglio di luce dietro di lui, era ora di andare. Non volevo assolutamente lasciarlo solo, ma non potevo far niente per impedire che gli facessero altro male.
《Devo andare》 annunciai sconsolata 《ma tranquillo, domani ti porterò qualcosa di squisito da mangiare》 commentai sorridendo.
《E' una promessa?!》 chiese sorridendo. Non stava alludendo al cibo.
《Certo》 sorrisi in risposta.
Mi alzai e mi avviai verso le scale, sull'ultimo scalino verso l'uscita, guardai indietro e sospirai.
Il giorno arrivò presto e con esso anche mio padre, in quel modo avevo la speranza che nessuno stesse facendo del male a Magnus, ma non potevo esserne sicura e di certo non potevo assolutamente discuterne con mio padre.
Venne a trovarmi dopo pranzo come il suo solito. Si sedette sul letto e non disse niente. Era stanco e spossato. La carnagione pallida, i capelli brizzolati gli ricadevano in modo raffazzonato sul vivo e i solchi violastri sotto gli occhi, davano ragione alle mie preoccupazioni. Non lo avevo mai visto così.
《Padre perché non mi parli di quello che sta succedendo?》 Chiesi 《 Sono preoccupata per te》 e per Magnus.
《Figlia non crucciarti per me, sono questioni a cui devo badare io》 mi spiegò in tono pacato 《Sono il re, dopotutto》
《Lo so》 risposi semplicemente, non volevo ricominciare la solita cantilena lagnosa. 《E io sono la principessa, dopotutto》 no, non riuscivo a tacere.
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