~Capitolo 14~
Non avevo mai visto mio padre così. Impallidì all'istante, non disse una parola.
I nostri sguardi rimasero fissi l'uno sull'altro, intensamente, in modo quasi ossessivo.
Ma tutti gli altri non rimasero in silenzio, anzi, iniziarono ad indicarmi con disprezzo e odio. I loro occhi erano lividi di disgusto.
《Mostro》
《Abominio》
《Sei tu la maledizione del regno, ecco perché è scoppiata la guerra》
Il loro veleno mi schizzò addosso come se potesse corrodermi per davvero. Il re, mio padre, continuò a rimanere impassibile, mentre Magnus si contorceva nella presa di alcune guardie che ormai lo avevano circondato.
I soldati rimasti a schernirmi si avvicinarono sempre più a me, finché uno di loro mi afferrò per il collo e osservò meglio i miei tratti diversi dai suoi.
《Feccia》 sputò stringendo sempre più la presa, sotto lo sguardo attonito di mio padre, che scuoteva ripetutamente la testa.
《Basta!》 Urlò Magnus, i suoi occhi divennero totalmente neri; la sua voce rimbombò ovunque, la frequenza fu talmente potente che sbalzò all' indietro le guardie che lo tenevano fermo.
Protese la mano verso l'uomo che mi teneva e in un impeto di ira scagliò una specie di dardo nero dal palmo, ma il soldato fu più svelto del getto e ruotò il mio corpo verso esso, usandomi come scudo.
E una sferzata scura colpì la mia schiena. L'impatto fu il dolore più forte mai sperimentato nella mia vita, caddi sulle ginocchia in un urlo straziato.
Mi accasciai a terra e per diversi istanti vidi tutto sfocato, ma qualcuno stava venendo verso di me, riuscii a capirlo. Mi afferrò le braccia e mi aiutò ad alzarmi. Misi a fuoco lentamente la figura e non era Magnus, diversamente dalle mie aspettative; difronte a me con gli occhi gonfi di lacrime c'era mio padre che mi guardava comprensivo. Mi accarezzò la testa e mi poggiai sul suo petto scoppiando in lacrime.
《Lasciala stare!》 una voce iraconda mi risvegliò dal mio torpore. Volevo continuare ad essere cullata dalle sue braccia. Lì mi sentii per la prima volta al sicuro.
Fui strappata via dalla stretta di mio padre. Magnus mi afferrò con un braccio e mi portò a sé. Mi sentii improvvisamente impotente di nuovo, un misero oggetto.
《Hai finito di schiavizzare povere creature innocenti! Questo regno è pieno di bigotti》 sentenziò stringendomi a se, ma non potevo rimanere così senza far niente, anche se mi sarebbe piaciuto far finta di niente e sentire per la prima volta la sensazione di pace del suo petto caldo. Mi staccai a fatica. I suoi occhi esprimevano puro odio.
《Non è come pensi》 cercai di placarlo, ma ormai la situazione era fuori controllo.
《Stai dietro di me Idryll, ora ci penso io a lui》 rispose protraendo entrambi le mani verso di lui. Ormai avevo più o meno capito che quel gesto non significava niente di buono.
《NO!》 Esclamai fiondandomi istintivamente verso di lui. 《Non farlo,》 lo guardai supplice 《è mio padre》 lo ammisi a lui... a me, a mio padre. A tutto il mondo.
Magnus spalancò gli occhi, la mandibola sembrava quasi cadergli floscia. Forse in quel momento era troppo sconvolto per controllare qualsiasi forza che aveva dentro di sé e un enorme sfera di fuoco si creò dinanzi a lui e, senza neanche realizzarlo lui stesso, la scagliò contro di noi. Subito cercai di fare scudo a mio padre col mio corpo.
Se dovevo morire, almeno lo avrei fatto rendendomi utile.
Mi preparai a ricevere quel colpo, l'ultimo della mia vita, ma quel dolore bruciante che mi aspettavo non arrivò mai. Aprii gli occhi e vidi uno schermo quasi trasparente che stava bloccando il colpo. Quella luce stava uscendo dai miei palmi, lì per lì rimasi sconvolta, ma subito dopo realizzai che potevo contrastare quel colpo, così mi eressi sempre di più annullando completamente quella sfera infuocata , che si dissolse.
Mio padre mi guardò stupito, ma soprattutto preoccupato, Magnus iniziò a realizzare cosa aveva fatto e cosa ero stata capace di creare io, e preso dal panico scappò sempre più lontano approfittando dello sgomento generale.
Mi scoccò un ultimo sguardo, sembrava dispiaciuto, ma soprattutto confuso. Lo vidi allontanarsi velocemente facendosi largo tra gli schiamazzi della battaglia, lascandomi da sola, allo sbaraglio, ad affrontare le conseguenze da sola.
《Mio re, cosa dobbiamo fare con lo stregone?》 chiese lo stesso soldato che poco prima mi aveva aggredita.
Stregone? Cosa significa? Chi è lui in realtà?
《Lasciatelo andare》 rispose indifferente. I soldati rimasero interdetti ma poi annuirono.
《Adesso però posso finalmente procedere a rimuovere questo abominio dalla faccia della terra》 esclamò sorridendo beffardo quel soldato, puntandomi la spada al petto.
《NO!》 tuono il re severo.
《Ma, mio re, questa piaga va eliminata o porterà carestia e morte nel nostro regno》si giustificò.
Ti prego padre difendimi, ammetti anche tu al mondo chi sono. Riconoscimi come tua figlia. Urlavo nella mia testa.
《Non posso》 sussurrò combattuto, guardandomi negli occhi.
《Mi dispiace mio piccolo fiore, non posso fare più di così》 proseguì carezzandomi la guancia e si allontanò da me tornando ad essere il ruolo che ricopriva: un re imparziale.
Lo guardai confusa inclinando il volto.
《Ti dichiaro colpevole per i crimini di cospirazione e fraternizzazione con il nemico.》 la sua espressione era glaciale, ma gli occhi parlavano, colsi l'impotenza, il rammarico, la colpa.《 Dal potere a me conferitomi ti bandisco dal regno.》
《Ma, padre...》lo guardai attonita, mi mancava il respiro. Non volevo crederci, speravo che dopo tutto quello che fosse successo, sarebbe cambiato qualcosa, invece no. Mi aveva rinnegata per l'ennesima volta. Questa era la conferma che non avrebbe mai rischiato niente per me, il regno valeva più di sua figlia, di ammettere che aveva amato un' elfa.
《Mio re dovremmo sbarazzarci di lei, non vorrà che vada in giro dicendo che avete giaciuto con una sporca serva elfa》 protestò il soldato. Adesso il mio rammarico e frustrazione si trasformarono in ira pura.
《Come osi dire questo verso mia madre e la sua razza! 》 gli sbraitai contro con tutta la mia rabbia repressa. 《Ora dovete spiegarmi cosa c'è di male in queste?》mi rivolsi a tutti i soldati che mi stavano intorno, indicando furentemente le mie orecchie.
《Come osi tu a rivolgerti così verso la guardia reale》 puntò di nuovo la spada verso di me.
《Adesso basta Idryll, se continui così non potrò più far niente per te》
《E cosa mai avresti fatto per me?! Rinchiudermi in una stanza non è mai stata una soluzione. Ammetti che ti sei sempre vergognato di quello che sono! 》ormai tutta la mia calma si dissolse, quella ragazza di poche ore prima era sparita. Ora la furia era diventata parte di me. 《AMMETTILO!》gli urlai contro con tutto il mio fiato.
Rimase silente, il suo sguardo di gelo mi terrorizzò.
E così, mentre la guerra continuava imperterrita ignorando il mio piccolo mondo distrutto, mi rimisi il cappuccio in testa e mi trascinai verso il portone esterno assediato. Passai inosservata e per la prima volta ero ufficialmente fuori le mura del castello. Ora non mi restava che superare il resto del villaggio illesa e allontanarmi per sempre dal regno che sarebbe dovuto essere mio.
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