Capitolo 9

- Simon, te l'ho ripetuto più di una volta. Sto bene. Non mi serve il tuo aiuto. - Lo rassicuro mentre infilo la mia solita camicia a quadri rossi e neri, che lascio aperta sopra la canotta scura. Ci impiego più tempo del solito poiché ho ancora i punti alla ferita sul fianco destro che tirano non appena faccio un movimento più improvviso e brusco, nonostante questa abbia cominciato già a rimarginarsi un po'. Lui resta appoggiato al muro della mia camera a verificare che stia davvero bene e che le mie gambe non cedano, come qualche giorno fa quando caddi a terra, ma a mia discolpa ero più debole del solito, mentre adesso sono in perfetta forma. Quasi, ma non c'è bisogno che loro lo sappiano. Alla fine è più un fastidio che un dolore vero e proprio, infatti trattengo anche quei sospiri spontanei per via dei punti quando mi chino, soprattutto ora che mi siedo sul letto per infilare gli stivaletti neri. Thompson mi ha consigliato di stare ancora un po' a riposo poiché è passato poco tempo dal tentato omicidio nei miei confronti da parte del Baital, ma se resto anche solo qualche minuto in più sotto le coperte, è la volta buona che la noia mi ucciderà per davvero. E capisco anche che il dampiro e i miei amici abbiano insistito perché hanno a cuore la mia salute, dato che è passata solo una settimana da quando ho rischiato di morire dissanguata, per la mia testardaggine e non per il Baital in sé, però sono già rimasta ferma per troppo tempo a mio avviso. Inoltre, ho già accontentato la new entry quando mi ha costretto a mangiare carne invece che sangue, dato che noi dampiri guariamo lievemente più in fretta degli umani con il loro cibo ma non abbastanza velocemente come i vampiri, e non potevo di certo essere un paziente modello per tutto il tempo. Infatti, avevo provato ad alzarmi per andare a rubare un po' di sangue due giorni dopo l'incidente, stufa di quella carne ma, quando mi sono messa a sedere per vestirmi, ho fatto saltare tutti i punti. Il resto è facilmente immaginabile, includendo anche il pavimento della mia camera e il letto dove sembrava avessero girato una scena di Game Of Thrones dalla quantità di sangue che c'era. Non credevo neanche di possederne così tanto, ho fatto una scoperta interessante. Allo stesso tempo, però, ero punto e a capo.

La cosa che mi è dispiaciuta di più è non essere stata in grado di aiutare con i turni all'obitorio per tenere sotto controllo Martin, che ancora attende l'interrogatorio che dovevo fargli prima di ferirmi gravemente. Harry si era proposto di farlo al posto mio ovviamente, maledetto, ma ha capito che se lo avesse davvero fatto, non sarebbe stato più in grado di tenermi a letto perché avrei cercato di fargliela pagare in qualsiasi modo. Lui e gli altri hanno quindi accettato di aspettare che fossi io a parlare con il nostro ostaggio non appena mi fossi ripresa, dato che il ricciolino me l'aveva anche promesso, tra l'altro. Nel mentre, con Simon e Curtis abbiamo pensato che Ericka Hepburn avrebbe potuto dare una mano in più e permetterci di capire qualcos'altro controllando il sangue del vampiro con la sua magia, dato che ne è capace e forse i normali test per esseri umani non sono sufficienti per un mostro, ma anche così non ha rivelato nulla di strano. Cosa che mi sembra assurda poiché, da quanto hanno detto i ragazzi, intorno agli occhi di Martin si è anche formato un lievissimo accenno di venature bluastre e violacee, che è raro ormai che i vampiri mostrino poiché le riescono a controllare benissimo. E questo potrebbe essere un'altra prova che il vampiro catturato non riesca a contenerle, e che possa essere davvero uno di quelli "impazziti". Non necessariamente, visto che mostrano queste venature anche quando perdono il controllo mentre si nutrono, ma lui sta mangiando pochissimo e ormai abbiamo quasi la certezza che non sia sano, anche se da un punto di vista organico sembra tutto nella norma.

Ciò che mi sta uccidendo adesso è Simon, che sta facendo un ottimo lavoro a starmi col fiato sul collo per il timore che possa fare qualcosa che Harry mi ha esplicitamente vietato. Perfino quest'ultimo ci ha rinunciato, avendo capito che non può controllarmi poiché finiamo solo a discutere o litigare seriamente, soprattutto quando parliamo di qualcosa che non concerne la situazione riguardo ai vampiri "impazziti". Xavier invece si rifiuta di capirlo, visto che è più testardo di me. Neanche il caldo, che comincia a farsi sentire poiché è il tredici giugno ormai, mi sta dando tutto il fastidio che mi sta dando lui, ma per sfortuna dello svedese batto comunque la sua ostinazione. Alla fine Harry mi toglierà i punti tra un paio di giorni, quindi non c'è bisogno che Simon continui a ronzarmi intorno. Neanche Lucrecia ha insistito così tanto quando mi faceva da infermiera poiché sa che preferisco occuparmi da sola di me stessa, nonostante sia stata accanto a me ogni giorno. Così come Curtis, che si è limitato a chiedermi come stessi e passarmi di nascosto un po' di sangue in più per nutrirmi, dato che dovevo recuperare le forze globalmente. Per quanto riguarda l'umana, beh, sembra che i miei amici abbiano dovuto usare il soggiogamento ogni tanto su di lei poiché insisteva a volermi vedere per controllare come stessi, dal momento che non ho mai lasciato la mia camera se non per andare in bagno, anche se con molta fatica. E ringrazio di non aver avuto il ciclo questa settimana, se no avrei avuto un problema in più. Inoltre, Lucrecia ha legato abbastanza con l'umana poiché, quando quest'ultima era qua, ci pensava lei a intrattenere la mia coinquilina per impedirle di avvicinarsi alla mia stanza e, quelle volte che non poteva esserci, beh, ha sfruttato l'umana per tenermi sotto controllo. Harry comunque rimaneva come un bodyguard in giro per la casa, quindi non mi sono neanche azzardata a lasciare la mia camera. Non per paura di lui, figuriamoci, ma perché non avevo neanche la forza di riuscire ad alzarmi dal letto i primi giorni, e l'unica volta che l'ho fatto stavo di nuovo morendo dissanguata poiché la ferita si era aperta. A conti fatti, però, l'umana non è stata così pesante ultimamente, forse perché non ci ho parlato più del solito, però non posso negare di non esserle grata per essersi presa cura di me a modo suo, così come hanno fatto i miei amici. Preferisco fare tutto da sola, è vero, ma riconosco la gratitudine quando qualcuno mi dà una mano. L'umana, infatti, ha cucinato per me quella carne orrenda, che però mi ha permesso di reggermi in piedi; si è offerta di andare a comprare l'occorrente per medicarmi, specialmente quando servivano bende nuove; nonostante insistesse a voler vedere come stavo, è stata rispettosa e mi ha lasciato i miei spazi, aiutandomi indirettamente; quando uscivo dalla camera e non c'era Lucrecia, ma solo uno dei ragazzi, mi accompagnava in bagno. È stata d'aiuto, ecco, quasi quanto un'amica, sebbene mi costi ammetterlo, ma di certo non lo siamo. Non stringo quel genere di rapporti con un'umana.

- Mi hai salvato la vita. È il minimo che possa fare. – Replica Simon dopo che gli ho detto che non mi serve il suo aiuto.

- Lasciarmi vivere è il minimo che tu possa fare. - Replico mentre gli lancio un'occhiata. In questi momenti vorrei che il soggiogamento funzionasse anche con gli altri dampiri, così a quest'ora mi sarei già liberata di Simon, invece è ancora qua che mi osserva infilare gli stivali. Tiro su la cerniera laterale mentre sento le risate di Harry e dell'umana quando Lucrecia sclera in spagnolo, probabilmente contro il ricciolino poiché stanno giocando a carte, e lui bara come sempre. E ringrazio che non ci sia Curtis, che è in turno di guardia all'obitorio, altrimenti ci sarebbe stato ancora più casino poiché anche quest'ultimo tende a barare, e avrebbe fatto urlare di più Lucrecia per il fastidio. Tra poco lo raggiungeremo in modo da organizzarci su cosa fare riguardo al vampiro che è ancora legato lì, anche se vorrei davvero fargli oggi qualche domanda, che sono state rimandate per troppo tempo a causa mia. Per il momento però mi tocca continuare ad ascoltare Lucrecia lamentarsi nell'altra stanza, dato che non è brava ai giochi di carte e sta di sicuro continuando a perdere. Non possiamo neanche lavorare in queste sere da quanto mi ha detto Curtis poiché sembra che anche i vampiri siano andati in vacanza, e di ciò ha avuto conferma anche da Max Steadman poiché neanche lei è alle prese con loro ultimamente, ma sono sicura che stiano solo tramando qualcosa, tipo qualche grande festa. L'ultima settimana di giugno è il periodo perfetto per organizzarle, anche se qualcuno lo fa anche prima. Fa caldo, quindi la gente suda ancora di più e le loro vittime hanno il sistema circolatorio maggiormente attivo quando saranno sbranate, che è un vantaggio per loro. E ovviamente noi non possiamo mancare a questi eventi speciali. Tuttavia, il fatto di non star cacciando negli ultimi giorni non è un problema per i miei amici, dato che siamo adolescenti anche noi e organizziamo uscite normali a conti fatti, anche se io preferirei cacciare che andare a giocare a bowling a volte, ma non faccio testo poiché solo negli ultimi anni sto scoprendo la normalità, la loro. Non sapevo neanche dell'esistenza del bowling o del cinema, ed è difficile adattarsi a tutte queste nuove cose. Tra l'altro, nell'ultima settimana li ho fatti giocare ai dottori e agli infermieri per causa mia, quindi la caccia non era la priorità, ma sono sicura che sarebbero andati se ci fosse stato qualche vampiro a dare problemi. Harry, infatti, faceva delle ronde in macchina apposta, soprattutto per stare meno tempo qua dopo la nostra discussione. Forse si sente non gradito da parte mia, e ha ragione, ma ormai ci siamo promessi di collaborare, quindi devo far buon viso a cattivo gioco, per quanto mi è concesso.

- Ti lascio vivere tenendoti d'occhio. - Replica il mio amico con un sorriso mentre mi osserva alzarmi dal letto e sistemarmi i capelli in una coda alta. Quando mi ero ripresa un po' nei giorni scorsi, mi ha spiegato per bene le dinamiche dell'incidente, anche se le ricordavo a grandi linee. Il mio lato eroico ha preso la meglio, mi sono lanciata contro di lui per gettarci nella buca e salvarlo da quel Baital che stava per pugnalarlo alle spalle con i suoi artigli, ma la creatura ha tagliato il mio fianco e stavo per fare un realistico cosplay di uno degli attori di American Horror Story quando girano quelle scene con le budella da fuori. Sarebbe stato figo, se non ci avessi quasi rimesso la pelle, infatti sono svenuta e i ricordi che ho dei dettagli sono abbastanza vaghi. Non che mi serva saperli, a conti fatti. Alla fine però lui è riuscito a uccidere quel mostro, anche se ha utilizzato il mio pugnale, che normalmente non farei toccare a nessuno senza il mio permesso, ma ho lasciato stare per questa volta. Simon è vivo e ha salvato entrambi, Ericka Hepburn ha avuto i suoi ingredienti, il vampiro sta impazzendo, io non sono ancora morta, ho avuto la pazienza di non picchiare Harry... tutto è bene quel che finisce senza morti, giusto?

- Che bravo ragazzo. - Lo prendo in giro con serietà mentre recupero il mio pugnale dal comodino e lo infilo nella tasca come sempre per via dell'abitudine. So che non succederà nulla, ma la prevenzione prima di tutto, no? Non devo preoccuparmi neanche che l'umana lo veda, tanto lo sa che lo uso come "difesa" per la "polizia", non essendo una fan delle pistole. Stranamente ci ha creduto. Umani, abboccano prima dei pesci.

Comunque, essendo pronta, sto già per superare Simon e raggiungere finalmente gli altri in cucina, ma corrugo la fronte quando noto l'espressione del dampiro farsi più seria mentre lui si avvicina e prende un respiro, con ancora il sottofondo degli schiamazzi di Harry e Lucrecia nell'altra stanza. Povera umana, penso sia l'unica volta in cui avrò pietà per lei, cosa che non accade mai. Non l'ho mai chiamata neanche per nome, figuriamoci se posso provare compassione. Mi è bastata la volta in cui abbiamo avuto quella felice chiacchierata riguardo ai nostri genitori morti.

- Aspetta. Devo parlarti. - Mi sbarra la strada quando sto per fare un primo passo, intenzionata a raggiungere gli altri, e mi afferra con strana dolcezza la mano, provocando una mia espressione confusa e anche un po' disgusta, ma evito di mostrargliela per rispetto alle attenzioni che ha avuto per me negli ultimi giorni in cui ero più con San Pie... anzi no, con Satana che con loro. Ad ogni modo, il contatto fisico comunque non riesco a sopportarlo, soprattutto ora che mi ha preso la mano che, infatti, ritiro subito con gentilezza per non offenderlo, cosa che non accade per fortuna poiché lui sembra più concentrato sulle parole che sta per rivolgermi. - C'è una cosa che volevo già dirti quella sera, e non ci sono riuscito per ovvi motivi. Ho... avuto seriamente paura di perderti quel giorno, e non voglio avere il rimpianto di non averti detto nulla prima. - Mormora vicino a me mentre resta a osservarmi, sebbene il suo sguardo sia diverso dal solito. Ha una strana luce negli occhi, sembrano quasi affettuosi, dolci ma in maniera inusuale, da mettere ansia a tratti, cosa che non provo mai per fortuna. - Già dalle prime volte che hai cercato di staccarmi la testa, ho... iniziato a vederti in maniera diversa. Sei una ragazza unica, davvero non ho mai trovato una come te prima d'ora. E sto parlando in positivo, non me ne frega nulla del tuo passato o delle tue abitudini. Parlo del fatto che tu sia indipendente, intraprendente, tenace e allo stesso tempo dolce e affettuosa, anche se non lo vuoi dar a vedere e lo fai in modo diverso. Ce ne dai una dimostrazione quando ci difendi ringhiando, anche letteralmente, sebbene non ce ne sia bisogno. Mi hai dato la conferma quando sei quasi morta per salvarmi. Tu mi piaci, Alexandrea, e mi dispiace che quella sera tu non fossi sveglia e non ti ricordi che ti ho baciato, ma mi sono trattenuto per troppo tempo e non ci sono riuscito quel giorno, soprattutto dopo quello che hai fatto per me solo poche ore prima. - Mentre lui si dichiara e i nostri occhi restano in contatto per tutto il tempo, percepisco il sangue defluire alle guance, che pian piano stanno diventando rosse e calde, non per quello che mi sta dicendo, figuriamoci, ma per rabbia. Quella sera dopo l'incidente, quando mi risvegliai nel mio letto con i punti e sentii quella lieve pressione sulla mia bocca, non era a causa del bruciore per l'ipotetica botta come pensavo, ma per le sue labbra sulle mie. Qualche altra ragazza al mio posto starebbe ora con gli occhi a cuoricini o il Nilo nelle mutande per la dichiarazione che mi ha fatto, per i suoi gesti e il tutto così "romantico" a cui perfino Cupido potrebbe dare dieci, credo, ma io sono incazzata come non mai. E non perché è stato il mio "primo bacio" e tutte quelle cazzate lì, me ne sbatte il cazzo di quelle, ma perché ha osato farlo senza il mio permesso, quando ero in uno stato d'incoscienza tra l'altro. Non ricordo nulla d'importante di quel contatto, è come se non fosse mai successo per me alla fine, ma non si doveva comunque permettere per rispetto perché lui sa benissimo come sono fatta e che questo comportamento, almeno a me, fa imbestialire. E di certo avvicinarsi ora con la chiara intenzione di baciarmi di nuovo non lo sta aiutando, anche perché è mio amico e non ho sentimenti di quel genere nei suoi confronti, non penso neanche di essere in grado di averli per qualche essere vivente in generale. Mi tiro appena indietro per allontanarmi da lui e gli mollo un pugno dritto sul naso, sebbene mi concentri davvero tanto per evitare di spaccargli il cranio usando più forza del necessario, impiegandocene quanto meno mi è possibile. Per un qualsiasi dampiro normale, come i miei amici e Harry, è difficile imparare a gestire la forza soprannaturale che si sviluppa sempre di più man mano che si cresce, per me invece è davvero una sfida riuscire a controllare quella normale, dato che per anni mi è sempre stato chiesto di far affidamento su quella da mostro. È come se non riuscissi a rilassarmi mai davvero dopo l'allenamento di mia madre, per questo a me tocca concentrarmi davvero tanto per non far male agli altri. In poche parole, la forza soprannaturale è quella abituale per me, al contrario di qualsiasi altro dampiro che invece volontariamente fa uso di questa quando ne ha la necessità.

Lui indietreggia e geme dal dolore per il pugno che gli ho dato, anche se è stato più delicato del solito, e sa bene che colpisco con molta più forza normalmente. Sento nel mentre dalla cucina Harry salutare le due ragazze, informando anche me che va a prendere la colazione per tutti al bar qua vicino. Resto in silenzio, senza rispondere a Thompson poiché non m'interessa affatto dove va perché sono troppo impegnata a guardare male il mio amico. Quest'ultimo ricambia il mio sguardo e, quando mi rivolge quell'occhiataccia che sembra colma di disprezzo, lo spingo e lo faccio cadere con il sedere a terra. Questa volta, mi osserva anche con confusione, ma dovrebbe sapere che avrei reagito così, o peggio. Si sarebbe beccato un rifiuto tranquillo se non avesse voluto interpretare una sorta di principe azzurro del cazzo.

- Hai. Osato. Baciarmi. Senza. Il. Mio. Permesso. - Scandisco bene ogni parola con rabbia, ringhiando senza problemi, tanto a quanto pare mi trova carina quando lo faccio. Siccome gli piace anche il mio comportamento da bestia, lo afferro senza problemi per un piede prima di spalancare la porta della mia camera, incurante che sbatta di conseguenza contro la parete, poi trascino il ragazzo sul pavimento verso l'ingresso, senza preoccuparmi di evitare di continuare a usare la forza soprannaturale davanti all'umana. In una situazione normale, infatti, una ragazza avrebbe più difficoltà a trascinare un ragazzo di un metro e novanta, mentre adesso sembra che mi stia tirando dietro una piuma. Quando passo per il soggiorno, e quindi accanto alla cucina, le espressioni confuse e stupite della mia migliore amica e della mia coinquilina mi danno il benvenuto nella stanza principale. Specialmente quella della spagnola, che non si sarebbe mai aspettata un simile comportamento da parte mia nei confronti di Simon, questo di solito lo riservo a Curtis, e neanch'io se devo essere sincera. Sono così furiosa con lui che a tratti non sento neanche il fastidio alla ferita per via dello sforzo che sto facendo.

- Alexa! Cristo santo, mi dispiace! P-pensavo che ti potessi interessare! - Esclama prima che io possa quasi inciampare, mollando la presa sul mio amico. Mi rendo conto subito dopo che lui stesso, con l'altro piede, mi ha messo lo sgambetto per fermarmi, e che quindi stavo cadendo per colpa sua. Lo guardo ancora più incazzata, ma lui si affretta a mettersi in piedi e sistemarsi i pantaloni di poco scesi per via del trascinamento.

- E questo ti dà il diritto di baciarmi, quando sono in uno stato d'incoscienza, tra l'altro?! E cosa te l'ha fatto pensare, che ti abbia salvato la vita?! Beh, notizia flash... l'avrei fatto con qualsiasi altra persona che fosse stata al tuo posto, Simon! Perfino con quell'arrogante di Thompson! - Esclamo a mia volta contro di lui mentre lo guardo ancora arrabbiata. Adesso potrei sembrare esagerata, ma mi dà davvero fastidio l'idea che Simon abbia fatto qualcosa senza pensare a me dall'altra parte, svenuta e sul punto di morire. Non doveva proprio permettersi di fare una cosa del genere, soprattutto non in quel momento e in quella situazione. La cosa che mi dà davvero fastidio è che l'abbia fatto lui, che mi ha sempre mostrato rispetto e maturità, invece si abbassa a tanto.

- Tu l'hai baciata? - Domanda confusa e meravigliata Lucrecia, e la sua espressione mi fa capire che non sapesse nulla di tutto ciò e perfino lei, che si rende conto di queste cose, non ha notato nulla da parte di Simon nei miei confronti. Io sono cieca quando si tratta di questi argomenti perché non m'interessano, tantomeno li capisco, ma Lucrecia realmente campa su queste cose.

- E tu per così poco quasi mi trascini fuori di casa?! Da sempre c'è stato un legame diverso fra me e te, Alexa, e non l'hai mai ammesso. Sei per caso, non so, asessuale? - Sgrano gli occhi per le parole che il dampiro mi rivolge, dato che le reputo un'offesa dal momento che sa che non m'interessano queste cose perché, dopo tutto quello che ho passato, ho altro a cui pensare. E lui conosce bene il mio passato, così come Lucrecia e Curtis, e anche Thompson adesso. Simon è la seconda persona che mi conosce meglio dopo Lucrecia, e uscirsene con una domanda del genere è davvero da idioti. Lo trovo offensivo anche per chi s'identifica come tale, o abbracci questa cosa dell'asessualità, non so nello specifico e non mi interessa, non ci capisco niente di questa roba. Ad ogni modo, doveva aspettarsi il mio rifiuto, è una delle poche cose certe di questa vita, invece a quanto pare non mi conosce abbastanza. Avrebbe potuto benissimo confessarmi i suoi sentimenti con tranquillità in un altro momento, se proprio ne aveva bisogno, con la consapevolezza che non sarebbe mai successo nulla tra me e lui, invece ha solo voluto prendersi ciò che desiderava quando non avevo possibilità di dargli un pugno in faccia. Questo è ciò che mi sta facendo infuriare.

- Non ti permettere proprio. Per avere ventidue anni è molto maturo da parte tua uscirtene con una cosa del genere, Simon! - Alzo il tono di voce questa volta, dato che sembra che lui stia facendo di tutto per ottenere lo stesso trattamento che di solito riservo a Harry. Anzi, è sulla buona strada per superarlo. Cerco quindi di calmarmi gradualmente per tre ragioni. Lucrecia mi potrebbe sedare se mi lasciassi andare troppo, acciuffassi Simon per i piedi e lo calassi dal balcone, ma tanto non si farebbe male, dati i cespugli sotto; i punti potrebbero saltare e non ho intenzione di tornare a letto per un altro giorno; infine non posso dare il meglio di me perché l'umana sta osservando la scena, e non voglio rischiare di farle capire che sono un dampiro poiché dovrei occuparmi anche di lei dopo. Infatti, prendo un respiro e conto mentalmente fino a dieci prima di riportare lo sguardo su di lui e indicargli la porta. - Vattene fuori da casa mia, Simon, altrimenti ti faccio male per davvero. - Gli dico con tono serio e fermo mentre lo osservo con severità e ostilità. Quando litigavamo i primi tempi, non ci facevamo problemi a metterci le mani addosso, anche se spesso aveva la peggio, ma ora le cose sono cambiate e so bene che lui per primo non le alzerà poiché gli piaccio. Rabbrividisco solo al pensiero. E infatti resta a osservarmi per un paio di secondi, ma alla fine sospira e si gira verso la porta, sapendo bene che deve solo lasciarmi stare per ora.

- Ci penso io. – Mi dice Lucrecia con tono tranquillo mentre esce per seguire Simon, dato che ormai lei sa cosa succede quando lui ed io litighiamo, ovvero lo svedese che minaccia di lasciare il gruppo e a me che frega meno di zero in questo momento solo perché sono arrabbiata. Però questa volta ha sbagliato lui e non io stranamente, nonostante la reazione che potrebbe essere esagerata agli occhi degli altri, e Lucrecia lo sa, proprio per questo ha seguito Simon per cercare di parlarci e farlo ragionare, soprattutto perché non sarò io a chiedere scusa, dato che non ho alcuna ragione per farlo, a differenza sua. Inoltre, questo è il peggior momento per litigare, ed è il motivo principale per cui Lucrecia lo ha seguito. Ormai la conosco bene. Se avesse pensato che sia io quella in torto, mi starebbe già facendo la peggior ramanzina della mia vita, come quella che ho sùbito il mese scorso per essere stata maleducata con l'umana, che di sicuro si è goduta questa scena nel frattempo. Sbatto la porta alle loro spalle quando entrambi sono fuori dal mio appartamento, resto qualche secondo a respirare per calmarmi, dato che so che me la prenderei anche con la mia coinquilina adesso se mi rivolgesse anche solo una parola sbagliata, poi mi giro verso di lei. Resta sotto l'arco, che separa la cucina e il soggiorno, a osservarmi con le braccia incrociate al petto e i capelli rossicci, il top bianco e i pantaloncini neri che svolazzano di poco al vento per via delle ante della porta del balcone, che sono aperte.

- Sono felice di non averti fatta arrabbiare finora. - Commenta lei con un piccolo sorriso, che non ha l'aria di una presa in giro come le altre volte ma che, anzi, sembra quasi affettuoso in una maniera bonaria. Strano, è la prima volta che lo vedo, o forse ci faccio caso solo ora. In tutta risposta mi passo le mani sul volto, trattenendo un sospiro, e la sorpasso per andare a prendere una bottiglietta d'acqua fresca dal frigo. Ormai non c'è più una sacca di sangue in quest'ultimo a causa della presenza dell'umana, e da un lato meglio così poiché faccio colazione in camera senza che debba sentire la voce della ragazza già dai primi momenti in cui sono sveglia. E menomale che Lucrecia ha seguito Simon, così impedisce anche a Harry di salire ora che ci penso, dato che era uscito per comprare da mangiare. Si nutriranno giù, tanto scendo anch'io adesso poiché dobbiamo andare all'obitorio. Contavo anche di farmi un'altra bevuta di sangue tranquillamente prima di scendere, dato che pensavo che l'umana dovesse andare da qualche parte.

- Non dovevi uscire con David tu, invece di guardare la soap opera argentina? – Domando, riferendomi alla litigata che si è appena goduta mentre chiudo il frigo e apro la bottiglietta per darci un sorso, appoggiandomi al bancone col fondoschiena. Alzo lo sguardo su di lei quando entra in cucina per seguirmi e andare a sedersi sul tavolo, e ringrazio che non abbia commentato più del dovuto riguardo a ciò che è appena successo, dato che mi sarei solo arrabbiata maggiormente, soprattutto se avesse voluto darmi qualche consiglio. Invece già mi sento quasi più calma, cosa strana poiché resto sempre arrabbiata almeno una ventina di minuti prima di rilassarmi, ma probabilmente è il fatto che non sia guarita del tutto fisicamente a farmi risparmiare le energie.

- Ho rotto con lui. Alla fine non si è presentato neanche alla festa la sera in cui hai avuto quell'incidente, e dovevo essere un po' ubriaca perché non ricordo bene quella serata, ora che ci penso. - Beh, Curtis ha fatto un ottimo lavoro a soggiogarla se non ricorda, allora. - Comunque, non m'interessava molto. Non mi chiedeva mai nulla alla fine, parlava solo di sé. Mai vista una persona più egocentrica. Già quando mi baciò, non sentii nulla, e ora è andato anche in vacanza e non mi ha scritto neanche una volta. - Sono felice che abbia capito che David è un cretino che non se la merita, e non perché abbia qualche sentimento inconscio d'affetto per lei che Freud si divertirebbe a tirar fuori dai miei sogni o dalle mie parole, come direbbe Simon, ma perché non mi toccherà più sentirla lamentarsi ogni volta che quell'idiota la ignora. Ritroverò un po' della mia pace finalmente, e soprattutto non dovrò vedere la sua faccia da cane bastonato quando lui non le rispondeva per ore, espressione che mi disgustava. Star male per così poco? Umani, morireste subito se aveste a che fare con i problemi del mio mondo. Inoltre, per quanto sia dura ammetterlo, comunque lei è stata gentile a voler aiutarmi quando stavo male, e per questo sono un po' anche sollevata che lasci perdere David perché era chiaro che fosse una relazione a senso unico. Non si curava neanche se lei stesse bene o no, e non credo funzioni così una relazione. Tuttavia, non rientra tra i miei interessi la sua vita, figuriamoci quella amorosa.

- Beh, hai fatto bene a rompere con quel tizio. Era un idiota egocentrico. - Poso la bottiglietta d'acqua, poi mi sfilo una manica della camicia e tiro su il braccio per mostrare il bicipite alla ragazza, o quell'accenno che c'è. - Tutto che faceva il figo con la palestra, e poi guarda qua, ho più muscoli io. – Le dico con la mia solita espressione seria, dato che ho visto il tipo un paio di volte e si vedeva chiaramente come si riempia di steroidi per aumentare la massa muscolare, ma le mie parole provocano solo la risata della ragazza che si porta una mano davanti alla bocca per nasconderla. Non capisco perché continui a credere che scherzi, ero seria quando ho fatto il confronto per farle capire che soggetti ignoranti sceglie. Non faccio mai battute o qualcosa di simile, e si dovrebbe capire dalla mia espressione seria, quindi perché continua a ridere? Umani, non li capirò mai totalmente. Nel frattempo infilo la manica della camicia e la arrotolo appena fin sopra il bicipite, lanciandole un'occhiata quando lei mi osserva divertita. – Però devo ammettere che mi dispiace non vederlo più venire a prenderti. Mi divertiva quando faceva quel gesto che forse lui pensava essere seducente. – Mi passo una mano tra un ciuffo immaginario di capelli mentre cerco di assumere un'espressione del viso sensuale di cui non sono affatto capace, infatti la mia faccia è seria come sempre, per prendere in giro quel David. Era il mio show preferito quando l'umana scendeva con lui e mi trovavo a osservarli fuori al balcone. – Era così, giusto? - Era così ridicolo con quel gesto da essere davvero troppo divertente, una delle poche volte dove sul serio sorridevo di gusto. A volte, gli umani sono esseri così stupidamente affascinanti nella loro ignoranza. Arrivano a usare questi stratagemmi inutili pur di conquistare qualcuno invece che essere loro stessi. Da questo punto di vista, i mostri sono paradossalmente superiori, il che è tutto dire.

- Dai, smettila. - Dice la rossa, sebbene continui a ridere mentre mi guarda, scuotendo la testa per i miei gesti. Mi lascio scappare un microscopico sorriso divertito quando ricordo proprio il ragazzo fare quel gesto e quell'espressione da babbeo, poi raccolgo la bottiglietta d'acqua e ci do un altro sorso prima di incrociare il suo sguardo e le braccia al petto.

- Ora non potete più appiopparvi quei nomignoli che si danno le coppiette, come nelle tue serie televisive demenziali. - Aggiungo dopo qualche secondo di silenzio tra me e lei in cui era rimasta a mordersi il labbro inferiore per evitare di ridere ancora, probabilmente. Non sapevo di essere una comica, assurdo, potrei davvero guadagnare con gli umani, a quanto pare. Se avessi scoperto prima di questa mia abilità, direi addirittura talento, adesso sarei ricca.

- Tra me e te, tu saresti sicuro big spoon. – Commenta dopo aver alzato gli occhi al cielo, sempre con fare divertito, per le mie parole. Sto per chiederle cosa significhi quel nome, dato che non ne ho la più pallida idea, ma non voglio farmi vedere più ignorante di lei in qualcosa, soprattutto perché ho due anni in più e di solito l'umana sa sempre meno di me. Tranne se si tratta di cucina, ovviamente, ma per ovvi motivi. Vorrei evitare che mi prendesse in giro per non sapere il significato di questa parola, anche perché poi ci sarebbero conseguenze dolorose per lei, quindi ipotizzo che faccia riferimento a una superiorità in qualche modo, dato l'aggettivo "grande" nella parola che ha utilizzato.

- Sono più alta di te, più forte di te, più cazzuta di te. Più di te in tutto, quindi sì, i fatti dicono tutto. - La vedo sorridere in maniera impercettibile per le mie parole, nonostante io l'abbia in un certo senso insultata poiché indirettamente le ho detto che non sa fare nulla rispetto a me, quindi che mi è inferiore. Forse è felice di esserlo, potrebbe spiegare il perché mi stia guardando in un modo strano, come se stesse riflettendo. Non vorrei che le uscisse il fumo dalle orecchie se continuasse così. Alla fine però non controbatte alle mie parole, bensì prende il suo cellulare dalla tasca per digitare qualcosa, e ciò mi porta a osservarla confusa.

- Beh, ti ho salvata Big Spoon, così hai un altro fatto di cui vantarti per confermare che saresti tu il ragazzo tra le due, come direbbero le persone ignoranti. - Replica lei con un sorrisetto mentre resta a guardarmi negli occhi, anche se quel suo gesto e le parole mi hanno disorientata del tutto. In che senso sarei il ragazzo? Perché ho più muscoli? Non riesco a capire il ragionamento che ha fatto partendo da quel nome che va a sottolineare superiorità, credo. Quindi mi sta dicendo che si considera inferiore in quanto ragazza? Avrei dovuto chiederle cosa significhi quel nomignolo, così non sarei così perplessa dalla piega che ha preso la conversazione. Allo stesso tempo non glielo chiederò, coglierò la scusa per andare in bagno magari e cercherò su Google informazioni, per poi riuscire a essere in grado davvero di risponderle. Non ho il tempo però di replicare per non restare completamente senza parole e fare la figura della stupida, soprattutto dopo aver annunciato la mia superiorità, che il cellulare squilla nella mia tasca anteriore, portandomi a recuperarlo e vedere il nome di Curtis sullo schermo.

- Alexa! – Esclama agitato quest'ultimo, e già sto per imprecare poiché non c'è un momento di pace, e se Martin si è liberato di nuovo stavolta picchio Curtis e anche Harry già che ci sono, dato che l'altra volta non ne ho più avuto la possibilità. - Sta succedendo un casino. Dobbiamo sbrigarci. Gli altri sono con te? – Cazzo. Sentivo che non era il momento migliore per litigare con Simon.

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