Capitolo 4
Ovviamente Harry Thompson mi ha ingannato, e dovevo aspettarmelo. Alla fine non abbiamo neanche una pista da cui partire, non possiamo far nulla se non cercare qualche vampiro e ricavare informazioni in un modo o nell'altro, poiché di certo sanno qualcosa in più di noi. L'unica "fonte" che abbiamo sono le varie testimonianze, quindi dovevo capire da subito che non aveva un vero e proprio piano, ma che ha usato questa scusa per riuscire a parlarmi in privato e senza i miei amici a interromperci. Naturalmente ci siamo messi tutti sulla difensiva all'inizio poiché Harry era un estraneo, e lo è tuttora in fin dei conti, nonostante abbiamo passato le ultime ore della nottata a parlare. Devo ammettere che riesco a tollerarlo un pochino di più dopo che mi ha assicurato di lasciarmi il comando. Sa benissimo che è un ospite e non vuole calpestarmi i piedi, e sia io sia lui sappiamo che è perché non ha intenzione di rimanere. Non l'ha mai detto esplicitamente, ma so bene che andrà via una volta che avremmo risolto la questione, se effettivamente ce ne sarà una. Non ho bisogno di sentire da Harry che non è il tipo di persona che resta, poiché tutti sanno che è più bravo a fuggire. E non posso condannarlo per ciò, soprattutto dopo che mi ha raccontato come ha condotto la vita da quando è rimasto orfano. Spostarsi da un posto all'altro per non farsi uccidere dai Cacciatori o dai mostri, o anche da semplici persone, i vari orrori di cui si è macchiato le mani pur di sopravvivere... Restare nello stesso luogo per troppo tempo è pericoloso per un bambino, e capisco perché abbia la tendenza a spostarsi anche adesso che ha ventitré anni. Ha perso entrambi i genitori quando ne aveva dieci, e ovviamente le storie che lo riguardano non specificano mai come la sorella sia stata uccisa dal padre, e come lo sarebbe stato anche Harry se la madre, che poi lo ha abbandonato, non avesse ammazzato il marito. A differenza sua, ho avuto comunque il supporto economico di mio padre all'inizio, ed ero più grande di Thompson quando sono rimasta da sola, dato che avevo diciotto anni. Non posso di certo giudicare le sue scelte di vita, così come lui non ha fatto con le mie quando gli ho parlato davvero del mio passato. Solitamente non avrei mai iniziato un discorso sulla mia infanzia e sulla mia crescita in generale, figuriamoci con uno sconosciuto, ma Harry per primo ha deciso di aprirsi con me e non potevo fare la maleducata, restando in silenzio. Mio padre si è impegnato molto per insegnarmi a essere corretta, e nonostante possa mettere da parte questo mio lato quando sono fuori con i miei amici a uccidere vampiri, almeno nelle situazioni più tranquille, come nelle ultime ore, non ho scusanti. Soprattutto quando mi sono resa conto che conoscerci meglio per una maggiore e reciproca fiducia era l'obiettivo che Harry aveva fin da quando ha bussato alla mia porta. Sarebbe stato anche stupido non parlarne poiché già sapevamo a grandi linee del passato di entrambi, quindi meglio averne una conoscenza completa che frammentata e che avrebbe potuto creare in qualche modo fraintendimenti. Tra l'altro, Harry è stato davvero gentile e amichevole rispetto a come si è comportato all'inizio per causa mia, me ne rendo conto, anche se non lo ammetterò ad alta voce. Non ho potuto fare a meno di invidiare il modo in cui sia migliorato nel tempo rispetto a me, che sono rimasta bloccata nel passato a incolpare mia madre per giustificare come mi comporto e chi sono oggi.
Comunque, dopo questa lunga chiacchierata per conoscerci meglio, ci siamo focalizzati sull'altro motivo per cui ha bussato alla mia porta: occuparci dei vampiri "impazziti", consideriamoli così, almeno finché non ne sapremo di più. Abbiamo concordato che dev'esserci qualcosa dentro di loro che si è forse "rotto" e che provoca determinati comportamenti, dato che abbiamo notato esserci dei pattern stabili mentre parlavamo di mia madre e di suo padre, e gli occhi rossi sono il primo. Col passare degli anni in qualche modo i vampiri sono riusciti a controllare sempre di più il cambiamento del colore delle loro iridi, alcuni perfino durante l'atto di nutrirsi. Credo per confondersi meglio tra i semplici umani, anche se è abbastanza difficile giustificarsi quando si è colti a succhiare il sangue dal collo di qualcuno. Penso sia anche perché molti di loro cercano di mantenere la vita normale che avevano prima della trasformazione, o per mettere su famiglia, ed è raro trovare qualcuno che preferisca mostrare gli occhi rossi al proprio partner o ai figli. Sarebbe anche interessante capire come riescano a procreare, anche se molti ipotizzano che sia in qualche modo grazie al sangue delle loro vittime che gli permette di essere "vivi". Altri suppongono che facciano uso di qualche incantesimo proibito o qualcosa del genere, ipotesi molto più plausibile, ma non rientra nei miei interessi scoprirlo. Sono pochi i vampiri che decidono di avere figli, alla fine.
Ad ogni modo, tornando alla questione che c'interessa, ci sono anche quei comportamenti anormali da tenere in considerazione, ma non possiamo ovviamente scuoiare l'individuo o aprirlo per cercare di capirne la causa. Cioè, io l'avrei fatto, ma Harry ha suggerito di portarlo da un medico per avere almeno una diagnosi generale e comprendere meglio cosa possa succedere a uno di quei vampiri "impazziti", se prendessimo in considerazione l'ipotesi della malattia. Cosa che mi ha fatto ridere poiché non so come abbia intenzione di trascinare uno di quei cosi da un medico senza che qualcuno si faccia male, prima di tutto, poi perché non so come sia possibile che si ammalino, a differenza nostra che siamo per metà umani e per metà vampiri. Tuttavia, nonostante le loro ferite si rimarginino subito, è anche vero che il loro organismo è come quello di un qualsiasi altro uomo; quindi, se fosse davvero una questione organica, un medico sarebbe d'aiuto. Sono tutte supposizioni che abbiamo fatto però, dato che non sappiamo davvero nulla e ci stiamo muovendo alla cieca per ora. Chiederemo infatti l'aiuto di un medico solo se questa causa biologica sia già più plausibile. Harry ha pensato anche che potrebbe essere in qualche modo una forma di doping per migliorare le loro abilità, cosa che avrebbe più senso rispetto alla malattia. Però, se fosse così, la questione sarebbe ancora più complicata perché di certo ci sarebbero di mezzo anche streghe o maghe, che potrebbero essere le uniche in grado di creare una pozione per aumentare le loro capacità, secondo me. Abbiamo preso in considerazione davvero tutto pur di tentare di farci strada in qualche modo, e abbiamo concordato che chiedere di volta in volta informazioni a qualsiasi vampiro sarebbe inutile come strategia perché ci potrebbero volere anni, e di certo non ho intenzione di tenere Harry intorno a me tutto questo tempo. Quindi, lavorare sull'ipotesi del "doping" ci è sembrata l'idea migliore per ora poiché ci è più chiaro il target di vampiri che realmente potrebbero sapere qualcosa: gli spacciatori. Se ci fosse una pozione per aumentare le loro potenzialità, di certo girerebbe come una droga insieme agli scambi di sangue, che non sono inesistenti alla fine, ma comunque pochi poiché ognuno preferisce procurarsi il nutrimento da solo. Non si può mai sapere cosa aspettarsi quando qualcun altro te lo vende, dopotutto. Harry ha pensato a questa cosa proprio perché il padre era uno dei pochi che lo riceveva da un amico, e mi dispiace non essergli d'aiuto per un confronto su questo perché non sono davvero a conoscenza delle tecniche che usava mia madre. Diceva che lo rubava dagli ospedali, ma non ne ho mai avuta la certezza. Ad ogni modo, provare questa via non ci costa nulla, sembra un buon inizio ed è sempre meglio di non sapere come muoverci. Proprio per questo, dopo che Harry ed io abbiamo finito la nostra lunga chiacchierata mentre passeggiavamo sotto casa, ho dovuto chiamare Curtis intorno alle sei del mattino per farlo mettere in contatto con il gruppo di Totnes e chiedere d'investigare su possibili scambi di sangue in zona. Sapevo benissimo che Max Steadman ci avrebbe impiegato meno di due ore per dargli una risposta, malgrado la richiesta dell'ultimo minuto. E infatti, verso le sette, Curtis mi aveva già inoltrato le varie informazioni che lei aveva ricavato, svegliandomi. E ovviamente ho dovuto svegliare anche il ricciolino sul mio divano per aggiornarlo. Alla fine lui si è scusato con me quando abbiamo finito di parlare, e probabilmente si aspettava che gli porgessi anch'io le mie scuse, ma non lo avrei mai fatto e dovrebbe averlo capito ormai. Quindi gli ho permesso di stare sul mio divano, mossa dalla compassione che provavo nei suoi confronti nel sapere che avrebbe dovuto dormire nella sua macchina, ovviamente. Può considerarlo il mio modo di scusarmi, dato che non mi sentirà mai pronunciare quelle parole. E adesso che sono le nove e mezzo gli sto anche preparando la colazione! Meglio dire che sto riscaldando quella che la mia vicina gli ha cucinato sotto soggiogamento, ma non c'è bisogno che sappia la verità, anzi dovrebbe solo baciarmi i piedi ora che si alza. Visto? Non sono come mia madre. Ho un accenno di cuore nei confronti dei barboni come lui, che sta ancora dormendo, e mi meraviglio che non si svegli con questa puzza di bacon e uova strapazzate quando io ho dovuto tappare il naso con una molletta recuperata dallo stendino. Ma soprattutto perché dobbiamo pensare a una strategia per catturare quel vampiro-spacciatore, vista la gran botta di culo che abbiamo avuto a sapere di un incontro poco prima di pranzo al parco qui a Plymouth, che non sono neanche rari da quanto ha detto Max Steadman. Strano che non ce ne siamo accorti finora, dobbiamo lavorare più duramente a quanto pare.
Apro WhatsApp per controllare se i ragazzi abbiano scritto qualcosa sul nostro gruppo mentre resto a riscaldare le uova nella padella, ma alzo gli occhi al cielo quando noto che Lucrecia ha già aggiunto Harry senza neanche chiedermi il permesso. Tra l'altro, già si è fatta dare il suo numero! Anche se non ne dovrei essere così sorpresa, dato che in qualche modo dobbiamo rimanere in contatto con lui ora che collaboriamo. Blocco il cellulare quando sento quest'ultimo mettersi in piedi nel salotto e mi affretto a togliere la molletta dal naso prima che possa avere qualcosa per cui prendermi in giro, poi spengo il fornello e comincio a riempirgli il piatto, che gli lascio con noncuranza sul tavolo.
- Non ti piace proprio il cibo degli umani, come li definisci tu? - Domanda con voce roca mentre si passa una mano tra i capelli per arruffarli mentre entra in cucina, avendo di sicuro notato sul bancone la sacca che conteneva sangue e che ho bevuto poco fa. Dovrà conoscere qualche altro dampiro che non si nutre di cibo comune come me per non esserne sorpreso, dato che è raro. Infatti lui sbadiglia tranquillamente e si stiracchia prima di lanciare un'occhiata al piatto con la colazione fumante, per poi tornare a guardare me, come se mi stesse chiedendo con lo sguardo se può mangiarlo. Gli faccio un cenno di consenso con la testa mentre getto nella spazzatura quella sacca vuota, poi mi appoggio al bancone con il fondoschiena e incrocio le braccia al petto.
- Beh, sono umani. Anche loro si definiscono così. - Replico con una scrollata di spalle mentre lo osservo sedersi a tavola dopo che mi ha ringraziato. Afferra subito le uova e la assaggia, affamato, ma l'attimo dopo cerca di trattenere un'espressione disgustata mentre con i denti della forchetta gira appena le uova, probabilmente per capire cosa provochi quel saporaccio, e infatti le nota tutte bruciacchiate sotto. Diamine, ed io che mi ero impegnata a nascondere le parti cancerogene per mantenere quelle dorate in bella vista. Non so quanto ci vuole per riscaldarle, che se le faccia andare bene e apprezzi lo sforzo. Segno di tregua migliore di questo non c'è, ricciolino. E forse anche lui lo sa, visto che si sforza di ingoiarle per non offendermi.
- Sì, ma tu marchi davvero tanto la distinzione, quando in parte lo sei anche tu. - Osserva dopo aver preso il bicchiere d'acqua e averlo scolato tutto in un attimo, probabilmente per togliere quel saporaccio dalla bocca. In effetti lo faccio, ma è perché da sempre mi è stata ricordata questa distinzione, esplicitamente con le parole di mia madre e implicitamente con i litigi dei miei genitori riguardo a come educarmi. Un messaggio su WhatsApp mi distrae dal rispondere al dampiro, ma quest'ultimo non ci fa molto caso poiché è impegnato a scavare tra quell'agglomerato di uova, forse per controllare se ci sia qualche forma di vita. Leggo nel mentre il messaggio di Curtis e gli rispondo con l'emoticon di un pollice in su, poi prendo il piatto da sotto il naso di Harry, indifferente della sua espressione confusa, e lo butto nella spazzatura.
- Gli altri sono già da Lucrecia. Andiamo da lei per organizzarci con loro su come catturare il vampiro. – Gli dico, riferendogli le parole di Curtis. Lui annuisce senza pensarci due volte e va a recuperare la sua felpa, che indossa poi sopra la maglia a maniche corte grigia. – Vedi di rubare un cornetto mentre andiamo. Mi servi in forma. -
***
Mentre andavamo da Lucrecia, e Harry si gustava il suo cornetto alla cioccolata che ha addirittura pagato, con mia grande sorpresa, abbiamo ovviamente preso in considerazione la riuscita della cattura per non trovarci impreparati su come agire dopo e perdere tempo. Abbiamo deciso, ora che siamo più svegli e lucidi, che è meglio tenere il vampiro legato in casa da me, dato che vivo da sola e non darà problemi. Anche se dovesse presentarsi qualcuno, tipo l'amministratore, non ho problemi a scacciarlo con un po' di sano soggiogamento. Potrei benissimo tenere sotto controllo da sola la nostra futura preda, ma Harry ha proposto comunque di far a turno con i miei amici per non farmi restare sola, visto che non si può mai essere sicuri con i vampiri. Per evitare anche altri casini con il succhia-sangue, ci conviene ucciderlo momentaneamente prima di trasportarlo, calcolando bene i tempi in modo che non si svegli prima di essere arrivati a casa mia. Alla fine i vampiri sono immortali, almeno finché non vengono bruciati. Non resta tanto di vivo una volta che sono cenere. Anche se volessero in qualche modo riformarsi, sarebbe una sfida impossibile e ci impiegherebbero davvero anni, sempre che riescano ad assorbire in qualche modo del sangue... Non so e non m'interessa più di tanto. Il mondo dei mostri va contro qualsiasi logica e regola, quindi è difficile comprenderlo perfino per me che ne faccio parte. Ad ogni modo, il piano è semplice: catturare un vampiro, "ucciderlo" e cronometrare il tempo a nostra disposizione per portarlo da me prima che "risorga dalle tenebre". E nel caso fosse uno di quelli "impazziti" per un qualche colpo di fortuna, cercare un medico che possa darci un riscontro. Infatti manteniamo questa possibilità comunque per non farci trovare impreparati, soprattutto perché se la causa fosse davvero qualche sostanza che assorbono, e che li potenzi in qualche modo, è molto probabile che anche lo spacciatore ne faccia uso. Noi ci speriamo sempre, almeno. Da Lucrecia, invece, abbiamo più che altro pianificato la tattica per attirare il malcapitato in trappola dopo aver riferito loro il piano. Hanno pensato di essere teatrali questa volta, perché solo così posso considerare ciò che hanno elaborato, ma li lascio fare poiché non dispiace neanche a me. Già so che mi faranno divertire, e fin quando il piano funziona, mi va bene. E poi dicono che sono sempre scorbutica con loro, mah. Harry invece ha pensato a un modo per uccidere il vampiro abbastanza a lungo da permetterci di trasportarlo senza problemi, soprattutto per farlo senza rischiare di ammazzarlo in maniera troppo violenta poiché, qualora accadesse, rischieremmo di trasformarlo in un demone, ed è meglio limitare al minimo i casini. Infatti, con l'aiuto del trucco e di una specie di plastilina per ricreare uno strato di pelle, Lucrecia si è occupata di attaccare al collo di Simon, all'altezza della giugulare, una bustina con del sangue mischiato a un po' di cianuro, un veleno abbastanza potente da far dormire il vampiro per qualche ora dopo che attaccherà il nostro amico come da copione. Tutti ricopriremo dei ruoli in modo da coinvolgere l'intera squadra, dato che sono determinata a non lasciarli fuori dalla faccenda. Simon e Lucrecia faranno da esche, quest'ultima sarà attaccata da Curtis, che si fingerà il compratore, mentre Harry ed io penseremo al vampiro.
Adesso che abbiamo terminato i preparativi, siamo seduti su una panchina al parco ad attendere lo spacciatore, che dovrebbe essere qui per mezzogiorno e mezzo per incontrarsi con un altro idiota. Quest'ultimo si è presentato molto prima grazie a Max Steadman che in qualche modo è riuscita a contattarlo, fingendosi il suo spacciatore, e facendolo venire per mezzogiorno. E mentre gli altri si occupavano di soggiogare tutte le persone che erano qui per allontanarle ed evitare problemi, Harry si è occupato del compratore, e Curtis è già pronto a prendere il suo posto e mettere su una buona recita con addosso jeans grigi e una camicia bianca per essere casual ma non troppo, citando Lucrecia che si è occupata anche dei "vestiti di scena". Per fortuna avevo già indossato degli skinny e canotta, entrambi scuri, e una camicia a quadri rossi e neri, altrimenti avrei rischiato di dover mettere il suo vestito bianco con i fiorellini blu. E avrei preferito morire in quel caso, a fanculo la collaborazione. Sono contenta che adesso invece lo indossi lei.
- Sono troppo eccitato! Non abbiamo mai fatto una cosa del genere! - Esclama Blick, facendo sorridere Simon che si aggiusta gli occhiali prima di indicarsi quell'impercettibile protuberanza all'altezza della giugulare, vena preferita dai vampiri data la quantità di sangue che la attraversa.
- Non è molto evidente, vero? - Domanda tranquillo, per niente nervoso, nonostante faccia da esca.
- No. Lucrecia ha fatto davvero un bel lavoro. - Lo rassicuro dopo averci lanciato un'occhiata. Ancora non ci credo che stiamo davvero per lavorare in questo modo ma, finché si concentrano, tanto di guadagnato.
- Deglutisci, che sembri una rana geneticamente modificata. Ti gonfi sul lato. - Commenta Curtis prima di scoppiare a ridere per le sue stesse parole, trascinando in quel momento di divertimento anche Lucrecia e Harry. Quando lancio loro un'occhiata, noto questi ultimi aspettare impazienti che Simon gonfi il collo, cosa che mi fa scuotere la testa con un microscopico sorriso, divertita.
- Direi che posso fare l'audizione per la parte del ranocchio in quel film Disney che mi hai costretto a vedere. - Scherza ancora il ragazzo con gli occhiali, rivolgendosi a Lucrecia che sorride, divertita.
- Mettiamoci in posizione, invece di perdere tempo. - Prendo parola prima che qualcun altro possa replicare, facendo loro segno di muoversi. Curtis infatti va a mettersi non molto distante da noi in attesa dello spacciatore; Lucrecia va ad appoggiarsi sotto un albero per rilassarsi, un po' più lontano alle nostre spalle ma più vicino a Simon, che invece finge di far stretching con pantaloncini neri e maglietta grigia. Harry ed io restiamo seduti come una coppietta poiché non abbiamo il ruolo delle esche, infatti posa uno braccio sullo schienale della panchina, dietro alle mie spalle, e finge di guardare con interesse la home di Instagram dopo che ho sbloccato il mio cellulare per fare scena.
- Eccolo. - Mi sussurra un paio di minuti dopo. Alzo appena lo sguardo mentre scorro con indifferenza le foto, seguendo con gli occhi il vampiro vestito con un completo blu tipico da uomo d'affari, con tanto di lucide scarpe nere, gel tra i capelli biondi tirati indietro e una valigetta marrone. Curtis gli fa un cenno del mento per farsi notare, attirando subito l'attenzione della nostra preda mentre fingo una piccola risata giusto per restare nella parte e far credere a quel tizio che Harry accanto a me abbia detto qualcosa di divertente.
- Guarda che... carino. Dovremmo prendere anche noi un gattino così piccolo e... e tenero. - Esclamo in maniera più convincente possibile, ripetendo ciò che Lucrecia mi ha consigliato di dire, mentre in realtà mostro a Harry una foto di un cheeseburger, ma il business man di certo non presta attenzione a una coppietta quando ha altro di cui occuparsi. Quindi posso evitare anche di portare avanti una conversazione ridicola.
- Da divorarlo. - Replica lui con un sorriso divertito a vedere il "gatto" che gli ho mostrato, continuando a fingere di guardare le foto dal mio cellulare mentre mi occupo di tenere d'occhio l'incontro tra il vampiro e Curtis. Quando quest'ultimo viene raggiunto, gli stringe la mano prima di scambiarsi qualche parola e lanciare un'occhiata prima a Harry e me, poi a Simon e Lucrecia alle nostre spalle, segno che sta per attuare il nostro piano. Osservo attentamente con la coda dell'occhio il vampiro studiarci con lo sguardo, di certo per assicurarsi che siamo umani, e abbiamo fatto bene a metterci tutti all'ombra in modo da celarne l'assenza, per la quale avrebbe potuto capire che siamo dampiri. Mantengo maggiormente gli occhi sul telefono e faccio qualche smorfia intenerita, fingendo ancora di guardare i gatti quando quei due si avvicinano, segno che Curtis è riuscito a far cadere nella trappola il vampiro. E quando ci raggiungono, alziamo la testa nella loro direzione con un piccolo sorriso amichevole. Dobbiamo pur fingere di pensare che abbiano buone intenzioni.
- Buongiorno, ragazzi. - Ci saluta Curtis con un sorriso cordiale prima di posare le mani sulle nostre teste, facendoci accigliare falsamente, confusi, per mantenere la recita. - Devo chiedervi di dormire. Il mio amico ed io vi sveglieremo tra un po' per il dolce. - Come da copione, Curtis usa su di me e il mio "fidanzato" il soggiogamento, anche se non ci fa alcun effetto, ma gli facciamo credere comunque che funzioni, chiudendo gli occhi mentre poso la testa sulla spalla di Harry e lui la sua sulla mia. Percepisco quei due allontanarsi e Lucrecia iniziare a urlare quando Curtis si getta a tutta velocità su di lei, fingendo di morderle il collo. Giro appena il volto verso di loro e apro gli occhi per controllare la situazione. Anche Simon si mette a urlare in una falsa richiesta d'aiuto mentre lascia il vampiro mordergli il collo, esattamente dov'è la bustina, e succhiare quel sangue avvelenato. Lo stesso fa Lucrecia, anche se in modo più teatrale con Curtis, dato che non si fa problemi a rompere una fialetta con del sangue finto e schizzarlo su di lei e l'amico senza neanche nasconderla, tanto la nostra vittima è impegnata.
- AAAH! Dio mio! LA MIA BELLISSIMA GIUGULARE... BUCATA! - Esclama a pieni polmoni con tono disperato, provocando una lieve risata da parte di Harry, che comunque non si distrae mentre continua a calcolare i secondi prima che inizi a far effetto il veleno. Neanch'io riesco a trattenere un piccolo ghigno contro la sua spalla, soprattutto perché sto guardando la scena a differenza sua, e non posso rimanere indifferente a Lucrecia che sta prendendo a schiaffi la testa di Curtis mentre quest'ultimo cerca di allontanarle le mani, steso ancora addosso a lei. Avrà capito che si sta vendicando per ieri sera, non avendolo più picchiato per quella presa in giro sul baffetto.
- La mia giugulare? - Domanda il vampiro mentre tira su la testa con gli angoli della bocca lievemente sporchi di sangue, confuso per l'esclamazione della ragazza. In effetti, nessun essere umano esclamerebbe una cosa del genere mentre è lo spuntino di un mostro, ma l'ho lasciata osare, tanto m'importava che lo facesse nei giusti tempi e prima che il vampiro si accorgesse che stava succhiando da una sacchetta, una volta scemata la foga iniziale. E a sentire quello smarrimento nella voce della nostra vittima, Harry scoppia a ridere più forte, cosa che porta quest'ultima a voltarsi verso di noi, ma non gli permetto di farlo del tutto. Infatti, sfruttando la velocità sovrannaturale, mi affretto a infilzargli il pugnale nella schiena per bloccarlo e recuperare qualche secondo in più. Lui ringhia per il dolore prima di cercare di recuperare il pugnale, ma lo anticipo e glielo tiro fuori dalle scapole. Nessuno lo tocca a parte me, salvo che non permetta di reggermelo momentaneamente. Non mi preoccupo di colpire ancora la nostra vittima perché tra un paio di secondi anche il veleno con cui ho ricoperto la mia arma per precauzione inizierà a fare effetto. Infatti, mentre Harry ci raggiunge con tutta calma e con le mani nelle tasche dei jeans neri, il vampiro comincia a tossire ripetutamente prima di crollare con la guancia al suolo e la schiuma alla bocca, per la quale Lucrecia fa un verso di disgusto dopo che si è messa in piedi con Curtis e Simon. Infatti, le faccio cenno verso la valigetta per fargliela recuperare ed evitare che vomiti.
- Strano. – Commenta il riccio mentre con un anfibio gira il vampiro in posizione supina. – Eppure credevo di aver calcolato bene i tempi. – Infatti, il veleno avrebbe dovuto fare effetto ancora prima che raggiungessi il succhia-sangue, ma forse Harry ha sbagliato la dose. Fatto sta che il vampiro è morto per ora, ed è meglio seguire il piano prima che possa riprendersi, proprio per questo il riccio mi passa quelle manette stregate che annullano le nostre abilità, e quindi anche quelle dei vampiri. Mi abbasso in modo da mettergliele ai polsi per sicurezza mentre Curtis si occupa di pulirgli la bocca dalla schiuma.
- Alexa... - Mormora Simon prima che possa tirarmi su e lasciare Harry portare l'uomo fino alla sua macchina. Lo avrei fatto io, ma è giusto dare qualcosa da fare anche a lui. Quando Curtis capisce prima di me perché il nostro amico mi ha chiamata, m'indica gli occhi del vampiro, che noto essere rossi, il che è strano. Di solito, quando muoiono anche per qualche minuto, le loro iridi tornano del loro colore originario, invece le sue sono rimaste rosse. L'unica volta che ho visto gli occhi di un vampiro mantenere questo colore anche dopo la morte è stato quando quella strega ha ucciso mia madre, e ciò vuol dire solo una cosa: la nostra vittima potrebbe essere "impazzita", dato che in qualche modo sembrano assumere in maniera fissa quel colore dell'iride, e ciò me l'ha confermato anche Harry con suo padre.
- Affrettiamoci ad andare dal medico legale. Ne conosco uno a dieci minuti di macchina, ma ne impiegheremo cinque, se non di meno. - Dice il riccio mentre mi lancia un'occhiata, e noto dal suo sguardo lievemente allarmato che deve aver pensato la mia stessa cosa. Sarà meglio controllare fin da subito se ci sono riscontri da un punto di vista organico, come abbiamo ipotizzato, e in effetti è meglio portarlo in un obitorio che in ospedale, che sarà di certo pieno di gente. Inoltre, le uniche persone dal medico legale già sono morte e, essendo il vampiro una specie di non-morto, si sentirà anche a casa nell'obitorio. Anche da me sarebbe inutile ora, dal momento che non ho i vari strumenti che potrebbero servire al professionista. Infatti Harry prende subito in braccio e senza problemi il morto ai nostri piedi prima di farci segno verso la sua Range Rover nera.
***
Dopo tre minuti in macchina con Harry, ho capito perché ci ha detto che non ci avremmo impiegato molto ad arrivare allo studio del medico, e in effetti già siamo davanti all'edificio. Erano anni che non sperimentavo questa sensazione di nausea, e perfino Curtis è diventato più pallido del solito, e ciò non accade mai. Infatti è steso sul marciapiede in un inutile tentativo di abbracciarlo, come se stesse cercando conforto da esso, o forse è solo felice di averlo rivisto.
- Andiamo. Non pensavo foste così deboli di stomaco. - Ci prende in giro Harry con un ghigno beffardo mentre apre il portabagagli e recupera il vampiro dalla macchina, poi se lo mette in spalla. Intravedo nell'auto Simon con la testa appoggiata al finestrino sul sedile anteriore in uno stato di trance mentre Lucrecia fa spuntare solo un braccio da quelli posteriori, su cui è stesa, per rivolgere un dito medio al ricciolino accanto a me. Scuoto incredula la testa nel vederli in quello stato, visto che la stanno facendo più tragica di quanto sia. Anch'io ho creduto di morire per un attimo, eppure sono già in piedi per accompagnare Harry nell'obitorio. Infatti lo seguo nell'edificio di mattoni grigi mentre lui prosegue come se conoscesse bene il posto, e anche la donna sulla sessantina quando entriamo in quell'unica sala che c'è dopo un piccolo corridoio all'entrata, ma capisco che non è così quando lei ci guarda confusa e stupita dell'intrusione poiché è stata interrotta mentre stava controllando una ferita al petto di un uomo, morto sul lettino e coperto da un lenzuolo bianco fino all'addome nudo. Il dampiro posa senza problemi il corpo del vampiro sul lettino accanto a quello occupato dal cadavere, sotto lo sguardo ora indignato della dottoressa che posa i polsi sui fianchi, coperti questi da un camice bianco. Resta con un'espressione accigliata, che mette in risalto quell'accenno di rughe mentre mantiene gli occhi castani principalmente su Harry e fa un colpo di tosse per richiamare la sua attenzione, dato che lui non la sta calcolando di striscio. Io mi guardo in giro, incuriosita di vedere una stanza così piccola rispetto a quelle che mostrano nelle serie televisive, sebbene per il resto sia uguale a quella di un qualsiasi obitorio, con muri, mattonelle e soffitto bianco, alla quale sono appese due luci al led del medesimo colore. Ci sono solo due lettini di fronte alla porta, tra cui si trova un piccolo tavolo in acciaio con tutti gli strumenti e utensili che servono per il lavoro. Lungo la parete accanto a questi ci sono delle celle frigorifere in cui si chiudono i cadaveri già esaminati, mentre a quella vicino all'entrata c'è un lungo tavolo con sopra un computer acceso, vari fogli vicini alla tastiera, un'agenda, un portapenne, una tazza di caffè e il cellulare della dottoressa. Accanto alla scrivania, inoltre, c'è un lavandino.
- Che cosa crede di fare? Non può piombare qui dentro in questa maniera. - Lo rimprovera la donna dai capelli rossi, che segue poi con lo sguardo il dampiro quando le si avvicina per soggiogarla, anche se lei non sa di quest'intenzione della new entry.
- Ci serve il suo aiuto. Lasci stare quell'uomo e si occupi del mio amico qui. Ho bisogno di sapere se ha i valori alterati rispetto al solito, e mi serve subito, per favore. - Dice con la sua lingua ammaliatrice mentre la dottoressa annuisce, poi va a recuperare dei guanti nuovi e l'occorrente per fare tutti i test necessari. Ovviamente i valori saranno alterati. Per quanto l'organismo dei vampiri sia uguale al nostro, è comunque diverso, ma sembra che Harry sappia cosa deve fare, quindi gli do fiducia su questo. Alla fine serve a entrambi ciò, e non avrebbe senso se facesse qualcosa alle mie spalle, ma so che questi dubbi derivano più da miei complessi che dalla realtà dei fatti. E mentre lui sta vicino alla donna per assicurarsi che tutto proceda liscio e il vampiro non si svegli presto, dopo aver legato mani e piedi al lettino con le manette, io prendo il cellulare per via di un messaggio di Lucrecia, che m'informa che va a prendere dei panini con i ragazzi. In fin dei conti non c'è bisogno del loro aiuto, tantomeno del mio poiché non capisco nulla di queste cose, ma resto per controllare Harry. Almeno faccio qualcosa. Poi, non appena la dottoressa avrà finito, uccideremo di nuovo il vampiro per la nuova trasferta a casa mia. Anche se, ora che noto la lentezza della donna, non so quanto ci vorrà. Non sono tranquillissima a tenere il secondo Martin qui, dato che lei potrebbe farsi male, ma è al sicuro finché ci saremo Harry ed io.
Mi affretto a recuperare il cellulare dalla tasca nel mentre quando lo sento squillare, pensando che sia Lucrecia, ma aggrotto la fronte, confusa di vedere il nome di mr. Docofta, l'amministratore del mio palazzo. Non mi chiama mai e, se lo sta facendo, dev'essere successo qualcosa. Accetto subito la chiamata mentre incrocio lo sguardo di Harry, che ha spostato gli occhi nei miei con un'espressione interrogativa.
- Mr. Docofta. – Lo saluto, cosa che lui non fa, così come non mi dà il tempo di chiedergli di cosa abbia bisogno che comincia a pregarmi di andare subito a casa per un'emergenza. Non riesco a capire neanche di cosa si tratti perché chiude all'improvviso la chiamata, cosa che mi porta a sospirare per il fastidio, anche se dovrei essere abituata ormai, dato che fa sempre così. - Penso che te la sappia cavare anche senza di me. Ho una faccenda di cui occuparmi. - Dico a Harry, che annuisce per rassicurarmi, mentre mi affretto a lasciare la stanza e ad avvertire per messaggio Lucrecia, noncurante della domanda del riccio riguardo cosa sia successo, dato che comunque non avrebbe ricevuto una risposta.
In neanche dieci minuti, dato che ho corso, arrivo al mio palazzo giusto in tempo per vedere i due soliti paramedici, che si occupavano della vecchietta che stava al piano di sopra, portarla fuori sotto un telo bianco. Diamine, la signora Vitrex, sapevo che avrebbe retto poco, ma non capisco perché chiamarmi per questo. Cerco infatti con lo sguardo l'amministratore tra la folla, cioè i residenti del palazzo che sono scesi giù e alcuni vicini. Appena i miei occhi si soffermano su un vecchietto sulla sessantina, con qualche capello bianco rimasto in testa, quella solita camicia verde infilata nei larghi pantaloni neri, la catenella d'oro appesa al collo e le orrende infradito beige, mi ci avvicino mentre lui comincia a sventolare la mano per salutarmi. Quando mi rendo conto anche di una ragazza con una valigia rosa accanto all'uomo, capisco il motivo della fretta che aveva a telefono: la tizia che la vecchia doveva ospitare. Oh no, non passerà la patata bollente a me, non posso fare la babysitter. E, infatti, mi soffermo a squadrare quest'ultima, che mi guarda impacciata e forse un po' intimorita dal modo scontroso con cui mi avvicino ora che ho capito perché il vecchio mi ha chiamato. Lei si morde di poco il labbro inferiore, sottile e lievemente colorato di rosa scuro per via di quell'accenno di rossetto che ha, forse sapendo che tornerà a casa da dove è venuta appena parlerò. I suoi mossi capelli rossici, tendenti all'arancio, sono di poco scompigliati dal vento, così come la maglietta bianca a maniche corte, con un top rosso sotto, dato che lo noto sbucare dalla lieve scollatura a V. Ha dei jeans chiari e delle semplici scarpe da ginnastica, anch'esse bianche. Il mio opposto in termini di vestiti, dato che i suoi hanno colori più brillanti rispetto ai miei.
- Oh! Signorina Merchant... - Esclama lui con quella poca energia che ha, trasformando la sua faccia in un ammasso di rughe ora che mi sorride raggiante per cercare di rendere ciò che deve dirmi meno un'imposizione.
- Oh! No. Non ci pensi neanche. - Lo interrompo subito mentre lancio un'altra occhiata alla tizia, che sospira sconsolata dopo il mio rifiuto ora che si siede sulla sua valigia. - Non posso occuparmi di questa. Sono impegnata di mio, ricorda? Sono nella polizia. - Tanto vale usare questa scusa giacché mr. Docofta davvero crede che ne faccia parte, visti i miei orari.
- Esatto! Non conosco nessun altro che possa controllarla meglio di una poliziotta! Sarà completamente al sicuro. – Replica lui, tutto entusiasta e soddisfatto. Mi sto autoconvincendo che sia la demenza a farlo parlare in modo da non prenderlo a pugni.
- Non mi metto a controllare nessuno! - Sbotto, sentendo gli sguardi di tutti su di me poiché non è la situazione migliore in cui urlare. E infatti alcuni scuotono la testa con disapprovazione per il mio comportamento, altri si limitano a guardarmi male e un paio di vecchiette si fanno la croce, chiedendo a Dio di perdonarmi, forse. Sono già nata dannata e lontana da Lui, signore, dato che sono per metà mostro, risparmiate gli Ave Maria. - Mr. Docofta, non posso permettermi di occuparmi di questa. Perché non sta da lei? - Chiedo con più calma dopo aver preso un respiro, indicando con un cenno del mento la ragazza che sembra avere circa la mia età e che per qualche ragione mi guarda divertita.
- Perché con me si scoccerebbe, sono vecchio. E poi non ho spazio, invece tu sei l'unica che ha una stanza libera in tutto il palazzo. Ho già preso accordi e lei ha bisogno di stare da qualche parte. Se avessi avuto un altro posto, non starei qui a dirti che ha bisogno di stare da te. – Almeno è consapevole di starmi obbligando. Dovevo comprare l'appartamento, diamine. Se fosse stato in mio possesso, non avrebbe avuto possibilità di replicare, anche se sono sicura che avrebbe comunque cercato di convincermi. – Tra l'altro, sarai pagata per ospitarla. -
- Mi paga? – Domando, bloccandomi dall'usare il soggiogamento, dato che stavo già per far ricorso alle maniere forti.
- Oh, sì. - Risponde per la prima volta la ragazza, alzandosi dalla valigia sulla quale era comodamente appoggiata. Ha una voce stranamente calma e lieve, ma ha quell'accento da snob londinese che non mi piace proprio. La rossa mi passa un assegno, e alterno subito lo sguardo tra esso e lei dopo aver visto i tre zeri della cifra. Se mi paga, questo già cambia le cose, soprattutto dopo aver saputo quanto mi dà. Alla fine non lavoro, devo pagare l'affitto e le varie spese, anche se consumo poco, e quello che rubiamo ai vampiri basta a malapena poiché lo dividiamo comunque per quattro. Essere pagata in questo modo sarà un affare, dato che mi servono davvero dei soldi. Per quanto i miei metodi siano poco giusti, e anche poco legali a volte, non mi sognerei mai di andare a soggiogare qualche vicino per farmi dare ciò che mi serve per l'affitto. Io per prima so quanto sia difficile riuscire a pagarlo. E quei soldi per le emergenze che mio padre mi lasciò comunque bastarono appena per i primi due anni, e lui non mi ha mai mandato nient'altro dopo quella quota iniziale, anche perché non sa dove sia finita. Non ci parliamo da anni. Se ho la possibilità di guadagnare senza alzare un dito, davvero posso sfruttare l'umana. Difendo questi ultimi, certo, ma ho bisogno di sopravvivere anch'io in un modo o nell'altro, e il metodo che mi ha servito lei per farlo è davvero un affare. Tra l'altro è una semplice umana, quindi posso soggiogarla per far rispettare le mie regole e non ho bisogno d'interagirci. Non mangiamo le stesse cose, quindi il cibo lo compra con i suoi soldi, le spese sono divise, non sporca a differenza di un animale domestico, o almeno penso. Anzi lei farà le pulizie, dato che odio farle.
- Quanti anni hai? - Le domando dunque per capire quanto dovrò soggiogarla affinché non rompa nulla in casa.
- Diciotto. - È fatta, può benissimo badare a se stessa. Sono a posto con le spese per questi mesi estivi e posso salvare ciò che rubo dai vampiri per quelli invernali. E la parte migliore è che posso diventare invisibile quando non ho voglia di interagirci, quindi sempre, o magari farla scappare al minimo segno di fastidio, facendole credere che la casa sia infestata, sfruttando appunto la mia abilità. Sì, direi che me la posso cavare, anche se questo significa dover tenere quel vampiro catturato in obitorio adesso che ho un cucciolo di umano per casa, e non mi entusiasma come cosa, data la dottoressa lì. Devo avvertire subito Harry, a proposito.
- Alexandrea Merchant. - Mi presento mentre cerco di sforzare il mio miglior sorriso gentile, cosa davvero complicata, dopo aver posato già l'assegno in tasca. Lei ridacchia, forse divertita dal mio comportamento, e non posso far a meno di notare il suo naso arricciarsi durante quel gesto mentre mi porge la mano. Sono io a ridere appena questa volta quando noto che l'umana pensa davvero che gliela stringerò. Le sto permettendo di stare da me solo per i soldi, non ho bisogno di fare amicizia con lei. Però sono educata, ovviamente, quindi mi limito a rivolgerle un segno di saluto, portandomi alla tempia indice e medio uniti prima di orientarli nella sua direzione, come a ricambiare quella stretta da lontano.
- Evelyn Lonsdale. – Si presenta a sua volta mentre mi sorride in modo smagliante e ritrae la mano, stranamente tranquilla del mio rifiuto. Beh, un punto in più per te, umana.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top