Da Dorcas

Pov Marlene
Arrivammo esattamente davanti al cancello di casa sua.
Smaterializzarsi per la prima volta è stata una ficata! Tranne per Peter, che ha vomitato...

L'atmosfera era spaventosa: c'era vento freddo, nessun segno di anima viva e il cielo coperto di nuvole grigie.
Silente aprii il cancello ed entrò, seguito da noi.

Il signor Meadowes ci fece entrare in casa, tristemente.

-Dorcas è nel giardino dietro la casa, con Remus- ci disse, prima di iniziare a parlare con il preside.

Conoscendo già casa sua uscimmo dalla porta della cucina, che portava al secondo giardino.
Remus era seduto sulla panchina, con aria triste, circondava le spalle di Doe con il braccio e le stava dicendo qualcosa.

Lei invece aveva smesso di piangere, ma il trucco nero, sbavato, dimostrava segni evidenti che aveva versato parecchie lacrime...aveva una sigaretta quasi finita tra le dita, la prima dopo parecchi mesi dalla fine di quel vizio.

Appena ci videro si alzarono in piedi, e noi gli andammo incontro. Tutti abbracciammo sia Doe che Remus, visibilmente stanco ma non intenzionato a mollare.

-Ehi, mi fa stare male vederti così- le dissi.

Lei buttò la sigaretta per terra, ma non disse niente.

Sentimmo delle gocce, così andammo in casa. Lily e Alice accompagnarono Doe in bagno a pulirsi la faccia, mentre io e Mary andammo con i ragazzi in camera sua, al primo piano.

-Vi ringrazio che siate venuti- disse Remus, sedendosi sul letto, coprendosi il volto con le mani.

-È questo che fanno gli amici- rispose Mary con un'alzata di spalle.

-Piuttosto, dobbiamo pensare a come risollevare il morale a Dorcas- disse Peter

-Per ora è inutile...ho provato a farle mangiare qualcosa o a dormire, ma niente...le serve tempo per prendere la notizia, ma credo che il fatto che siate venuti l'abbia un pò sollevata-

-Lo spero- disse Sirius, passandosi una mano tra i capelli.

A quel punto entrò il signor Meadowes, facendoci un sorriso tirato.

-Scusate l'interruzione ragazzi, Lily è stata così gentile da fare il thè caldo per tutti, vi sta aspettando-

-Oh, ci voleva proprio- disse Frank, uscendo dalla stanza seguito dagli altri.

-Io passo, grazie. Non mi piace il thè caldo- dissi, sedendomi sul letto -
scendo tra poco-

-Anche io- disse Sirius

-Come volete- disse il padre di Dorcas, chiudendo la porta.

Guardai Sirius, in piedi, appoggiato all' armadio e a braccia incrociate, con lo sguardo perso.

-Allora?- chiesi

Lui mi guardò -allora cosa?-

-A te piace il thè-
-Si, ma freddo-

-Non è vero. A me piace freddo e non caldo, a te il contrario. Quindi perché non sei andato?-

-Non ho voglia di lasciarti sola-
-E...perché?-
-Perché tu odi stare da sola. Quindi ti faccio compagnia-
-Non c'è bisogno...-
-Ma io voglio farlo-

A volte proprio non riesco a capire questi suoi scatti di dolcezza improvvisa. Non che mi facciano dispiacere, anzi, è bello vedere questo lato di Sirius di tanto in tanto.

-E poi volevo dirti di stare attenta- disse dopo un lungo sospiro.

-A che cosa?- 

Lui si sedette vicino a me sul letto.

-Alla tua famiglia, alla tua casa, a te stessa...insomma, sei di una tra le famiglie purosangue traditrici della propria razza più ricercate dai mangiamorte-

Sorrisi, stringendogli la mano -andrà tutto bene, la mia famiglia è tosta, se la caverà- non che ne fossi così sicura...anche il nostro momento sarebbe arrivato prima o poi.

-Forza, andiamo giù- dissi, alzandomi.

Lui mi seguì fino alla cucina, dove stavano tutti bevendo.

Dorcas sembrava già più tranquilla. La sua faccia era perfettamente pulita, e i capelli ordinati. Si era anche cambiata vestiti. Indossava dei normalissimi jeans blu e uno dei suoi maglioni preferiti, di colore giallo ocra chiaro e lungo fino a metà coscia.
Aveva superato il trauma iniziale.

Mi sedetti vicino a lei, che mi fece un lieve sorriso.

Un pò sorpresa guardai gli altri, e Alice mi fece l'occhiolino.

Silente parlò: -allora giovani, domani ci sarà il funerale, ma vi renderete conto che non posso tenervi tutti qui. Possono restarne 2 a tenere compagnia alla signorina Meadowes.
Pensateci, poi mi direte la vostra decisione.-

Noi ragazzi andammo in salotto, sul divano difronte al camino.

-Rimango io- mi prenotai subito.

Sirius mi lanciò uno sguardo pieno di parole che io, immersa nella mia ignoranza, non capii.

-Va bene. Forse è meglio lasciar rimanere le femmine. Chi altra resta?-

-Io- dissero contemporaneamente Lily, Mary e Alice.

Succede sempre così.

Sapendo già cosa fare, le tre si avvicinarono, e scuotendo le mani dissero -sasso, carta, forbice!-
Vinse Mary, che aveva fatto sasso, mentre le altre due forbice.

-Bene- disse Silente dopo un pò, rivolto a noi tre -passo a prendervi domani sera, verso le 6. Signor Meadowes, grazie infinite dell'ospitalità- e detto questo, mise la mano su quelle dei ragazzi e scomparvero.

Dorcas abbracciò suo padre.

-Papà, noi andiamo in camera mia-

-D'accordo, fra un po scendete per la cena-

Salimmo in camera di Doe, che si mise a sistemare la scrivania.

-...mi sono persa qualcosa?- chiesi, notando il suo improvviso cambiamento d'umore.

-Assolutamente no...sedetevi- disse lei -semplicemente ho capito che piangere non serve a niente. Queste sono cose che succedono, specialmente in guerra, ma è inutile starsene a piangere per qualcuno che non tornerà più indietro.
Mi sono accorta solo prima che Remus mi è stato sempre accanto, senza mai dirmi di smetterla. Povero, devo averlo stancato parecchio.
Poi quando siete arrivati voi mi sono accorta che vicino ho ancora delle persone fantastiche, su cui potrò sempre contare...compreso papà. Grazie, mi avete salvata.-

-E di che, è a questo che servono gli amici- disse Mary, abbracciandola.

-Ben detto. E poi, riguardo a Remus...lui ti vuole veramente bene. Sei molto importante per lui, e fidati, farebbe qualsiasi cosa per te.-

-Un po come Sirius farebbe con te- mi disse Mary, assumendo una faccia pervertita.

Ed ecco come ebbe inizio la lotta coi cuscini...




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