Quando ti voglio... Solo per me... - Capitolo 6
Ansimo forte mentre scendo sulle tue labbra a baciarti.
Sei splendido con il sudore ed il piacere che ti distendono il viso, lo rendono luccicante in questa notte che si fa alba, che viene a tingere le pareti di una nuova luce, più bianca, più adatta a lasciare ogni dettaglio vero: il sangue rosso, i miei umori bianchicci, la saliva come risacca pulita.
Ti bacio, e tu ricambi sfinito, dopo aver lasciato il tuo seme dentro di me.
Tra le lingue che si incrociano, le labbra che si scontrano, i denti che sbattono l'un l'altro, faccio appena in tempo a dirti che "prendo la pillola... sta tranquillo".
Faccio appena in tempo a dirmi che il momento è venuto.
Il bacio è magia. E sarà questo bacio che inizierà ad unirci.
Le mie mani passano dal materasso a premere sui tuoi gomiti e, così, piano, inizio a mordicchiarti le labbra, il collo, le spalle.
Piano, con leggerezza.
Sospiri, sorridi e piano tiri l'aria tra i denti, come a dirmi che un po' appena un po' ti fa male. Continuo.
So che lo adori.
Ma adesso è il momento, è il momento davvero.
Calo ancora sul tuo collo, Amore. E questa volta stringo, serro i denti, tra loro la tua carne che sembra quella di una barbie.
Serro forte: non devo lasciarti scappare. E' dura, difficilissimo, lo so Amore, so che può far male, ma, pensa: saremo assieme per sempre.
Nei timpani solo le tue grida, stridule, incredule, irreali.
Le tue grida, che, così, non ho mai sentito.
Saremo sempre insieme. Sempre.
Inizio a sentire caldo in bocca, a sentire pieno di un liquido salato, ferroso.
Scuoti il collo, dimeni la testa e ancora strepiti, urli note secche, grida di ferro, come unghie sulla lavagna. La pelle ha ceduto, Amore mio, ha ceduto.
Inizi ad urlare adesso, un urlo continuo e le tue braccia impazzite, epilettiche, mi costringono ad alzarmi quasi in piedi su di te, frenarti con tutto il mio peso a letto ed urlare Ti Amo, Ti Amo, anche per coprire la tua voce.
Hai gli occhi impazziti: hai gli occhi che sanno di paura, dipinti di terrore.
Calo sulle tue labbra, ora, con la faccia piena del tuo sangue, in una maschera rossa, brunastra, densa, che cola giù seguendo i miei zigomi, il mio mento.
Sento il tuo collo spruzzare irregolare sul mio petto tutto il tuo nettare.
Calo sulla tua bocca.
Che dolce impiastricciarci così le labbra, non trovi?
Ti voglio ancora, ancora dentro di me e il tuo sesso che ancora tengo serrato lì sotto non mi basta: voglio le tue labbra ora.
Mordo ancora, mentre le tue urla si sono fatte quasi insopportabili, canine.
Urli disperato, ti contorci: sei diventato difficile da trattenere.
Non v'è più stridore nei suoni che lasci andare: si son fatti grugniti rochi, disperati.
Non avere paura amore mio, non temere: sarai dentro di me.
Quando urli a bocca piena, con il labbro inferiore che ti pende sul mento, aperto, scendo ad afferrare la lingua.
Le tue urla si sono fatte di nuovo acute, gracchianti, mentre sento le vene attorno al frenulo, lì, cedere e riempire ancora la mia bocca.
Non voglio berti; voglio assaggiarti piano, in ogni dove, conoscerti tutto e ingoiare piano piano pezzettini di te.
Quando anche la lingua è venuta via, amore, rantoli e gorgogli come una macchina che tira su un caffè rosso bruno, schiumoso.
No, non puoi spegnerti prima che t'abbia morso anche il petto, proprio dove batte il tuo cuore. Voglio sentire in bocca un pezzo di quella pelle che te lo copriva, sentire giù nel mio stomaco, riflesso, anche solo un po' del tuo battito.
Quando mordo il capezzolo sento che ancora sospiri: cucciolo di cane sfinito dopo un intervento a crudo, senza anestetico.
L'amore lascia che batta ancora il tuo cuore.
E io lo sento sulla lingua, uno degli ultimi tuoi battiti, mentre mordo, tiro, stacco.
Il tuo naso, ora, le tue labbra di nuovo, e poi i lobi delle tue orecchie, e ancora la pelle dei tuoi zigomi, morbida, quasi gommosa, e ancora i glutei, i talloni duri e i fianchi magri, fino alle scapole ed alla nuca ricciuta.
Mordo, e mordo ancora; il sangue lento, poco, viene ancora fuori per farsi bere.
Ma non ne ho voglia Amore mio.
La tua carne scende giù dentro di me, da nuovo calore e, per un attimo che ancora dura, mi pare di sentirti ridere, sospirare, parlarmi. Lì, dal mio stomaco.
Guardo Emilie, inutile, disperato cadavere, lì sulla mensola.
"Come la mettiamo, ora, stronza?"
Le sorrido ironica: cattiva, lo so.
Quando esco dal bagno della tua stanza è già mattina.
Ho dovuto lavare quelle righe, quelle pozze, quelle macchie rosse che non volevano saperne di venir via.
Adesso, alla luce di quest'ora nuova, amore mio, sembri anche più bello.
Il tuo letto s'è fatto di lenzuola di rosa.
E così, un po' strappato, mordicchiato, lacero e rosso, così mi piaci di più.
Così ti amo di più, Amore mio...
Così ti amo di più, anche dentro di me!
FINE
**Nota dell'autore.
Se la lettura è stata una esperienza vera e viva, se hai sentito inquietudine...
Se leggendo sei stato o stata male, perchè questa storia d'amore è riuscita a comunicarti orrore, allora, magari, potresti aver voglia di consigliarla. Mettendola nelle tue liste di lettura per restare aggiornato oppure facendo un po' di passaparola. Potresti aver voglia di farmi sapere che ti è piaciuta regalandomi una stellina. Oppure anche solo un commento.
Grazie mille del tempo che mi hai regalato. E scusa, davvero, se questo amore si è rivelato un orrore diverso da quello che ti aspettavi.
Grazie anche e soprattutto allo staff di @HorrorIT per l'inconsapevole stimolo a recuperare queste due vecchie storie.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top