Melodrama

1 Agosto, lasciate in pace mio padre, maledetti elfi:

Sì gente, oggi ho quasi assistito ad un interrogatorio. Già, proprio come quelli che fanno nelle serie tv poliziesche.
Detta in parole povere, Mo, Yuko e Mia, hanno approfittato di una visita di mio padre al cratere degli elfi per tartassarlo di domande, che riguardavano, purtroppo, il rapporto tra me e lui. Non sono capaci di farsi i cazzi loro, ma mai una volta, oh.
Aspettate, immagino non starete capendo una sega nulla, perciò sedetevi e ascoltate ciò che ora vi racconterò:

Era passata quasi una settimana da quando c'era stato il gelone estivo e Gona era stata male, dunque stamattina era tornato tutto alla normalità, e tanto per cominciare, quando mi sono svegliata, un vassoio con un cupcake al pistacchio e cioccolato bianco e un bicchiere di ice coffee mi osservava dall'alto del comodino. Insieme ad un esemplare super affettuoso di sergente Gargona Hygeia seduta accanto a me.

-Stai bene, Mal tesoro?- mi ha chiesto, dopo avermi accarezzato la fronte, prima e le guance, poi.
-Non lo so... continuavo a pensare alla discussione con mia madre, e... ho paura che possa crearmi nuovi traumi.
-Se posso dire la mia... non fido affatto di tua madre. Potrà anche averti promesso che non ti avrebbe più ferito, ma non ho riscontrato molta sincerità, nelle sue parole.
-Allora devo provare a parlarci di nuovo. Prima che possa fare la cazzata del secolo.
-Prima però dovresti passare dal pensatoio. Lord Drakon ha urgente bisogno di parlarti, non so per quale motivo-

Oh, magnifico. Partiamo davvero bene.
Mi sono preparata e sistemata la faccia in pochi minuti, e ho raggiunto la stanza del pensatoio, dove il semidio mi aspettava, seduto a bordo della piscina dall'acqua luminosa.

-Mal... sei stupenda oggi.
-Mica tanto, sai? Vai dritto al punto e non perderti in complimenti inutili.
-Ok, ok. Non vorrei interrompere la riunione di famiglia, ma io continuo ad avere bisogno di un corno dorato.
-È colpa nostra se ogni volta che incrociamo quelle gnappette volanti, gli unicorni non se li portano mai dietro? E il cratere degli elfi è più controllato delle prigioni reali di Asgard?
-Lasciamo perdere. A che punto siete coi pezzi del cuore?
-Ne abbiamo nove. Non ho la più pallida idea di quanti ne manchino per completare l'opera, ma quando arriverà quel momento, li farò esplodere, insieme al resto di questo regno di merda.
-In breve, vuoi riuscire dove Panthea aveva fallito, cinque anni fa, è così, Mal?
-Non proprio. Voglio che la mia vendetta contro Centopia e il suo popolo si compia una volta per tutte-

Mi sono alzata, e mi sono diretta alla porta, mentre Drakon mi guardava, totalmente incantato. Di nuovo.
Vorrei essere leggimente, per capire cosa diavolo gli sta frullando nella sua testa cornuta, mannaggia al multiverso in ordine alfabetico.
Ok, non devo incazzarmi di prima mattina, non devo incazzarmi di prima mattina, non devo... AAAAAAAAAAARGH!

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Sono tornata nella sala del trono, su tutte le furie.
-Di nuovo la stessa storia, Mal?- mi ha chiesto Gona, dopo che mi sono accomodata sul trono.
-Indovinato. Io continuo a sperare che prima o poi smetta, ma... sembra tutto inutile, più va avanti, più peggiora.
-Lord Drakon non è come Dax. Non ti salterà mai addosso, senza il tuo consenso. A parte che è ancora incorporeo, ma...
-Ecco perchè non voglio portargli il corno.
-Temi che una volta tornato umano, possa...
-Non credo lo farà, come hai appena detto, non mi sembra così coglione. Ma ho paura lo stesso-

Gona mi ha rassicurato, lasciandomi un lieve bacio sulla bocca.
-Concentrati sul trovare il decimo frammento del cuore prima degli elfi. Al corno ci penserai dopo, ok?
-Va bene... ma se dovesse rompermi ancora?
-Se Lord Drakon ti scassa le palle un'altra volta con questa storia, lancia il corno nella piscina del pensatoio e basta.
Poi, se per caso si azzarda a muovere una mano in modo sospetto, giuro su Fiona Goode che io...
-Lo inceneriresti, anche se è il semidio padrone di Dystopia, e il mio regno, o meglio, il nostro, si basa tutto sulla sua esistenza?
-Altrochè. Come tu mi hai salvato da una molestia, anche io ti salverei, se dovesse capitare a te-
Ho sempre più la conferma che Gona sia la donna perfetta per me, come io sono quella perfetta per lei, e così resterà fino alla fine delle nostre vite.

Ok, scusate, vado avanti.
Improvvisamente, il mio cellulare ha squillato, e ho subito intuito che i miei avevano bisogno di me.
Altrimenti non mi telefonerebbero, che dite?
-Mamma, sei tu?
-Certo. Tutto bene, Mal tesoro?
-Diciamo di sì. Che è successo ora? Chi è venuto a scocciare?
-Tuo padre ha deciso che voleva regalarti un nuovo animale domestico, ed è andato a "prelevarlo" per portarlo qui, solo che... ecco... credo sia scappato.
-Meeeeeerda... ci risiamo. Arrivo, dammi due minuti-

Ho radunato i quattro scarafaggi salterini, e una smaterializzazione più tardi, eravamo alla tana sull'isolotto.
Ho lasciato gli insetti mutanti a guardia dell'ingresso, mentre io e Gona siamo entrate nell'abitacolo, completamente a soqquadro. Mio padre era disperato, e stava cercando freneticamente il regalo per me.
-Papà? Papà sono qui, che stai combinando?
-Ah, sei tu, piccola mia!- ha esclamato, riemergendo dal caos e abbracciandomi felice- non trovo più l'animaletto domestico che volevo regalarti.
-E che animale era?- ha chiesto Gona, curiosa- un altro gatto? O un altro unicorno che faccia compagnia a quello che abbiamo già a palazzo?
-Nessuno dei due- ha risposto lui- avevo preso con me un blubardo sperduto, su al Corno del Nord, e ho pensato che potesse essere un perfetto animale da compagnia per te, tesoro mio adorato.
-Un che? Papà, che cosa sarebbe?-

Mia mamma mi ha mostrato una foto del suddetto "blubardo", per chiarirmi le idee. In poche parole erano come pinguini, ma al posto di essere bianchi e neri, erano gialli e arancioni.

Ecco, come questo qua. Lo vedete? Ottimo, andiamo avanti.

-In realtà, i blubardi non sopravvivono a lungo, con queste temperature da savana della Namibia- ha puntualizzato mia mamma- se vuoi adottarne uno, devi fare in modo che non muoia, per il troppo caldo. Crea una nuvola da neve portatile, e festa fatta.
-D'accordo mamma. Sapete dove può trovarsi ora, questo carinissimo animaletto?
-Scommetto il mio immenso patrimonio che gli elfi lo hanno trovato e lo hanno portato a palazzo- ha borbottato papà.
-E allora scommettiamo- ha azzardato Gona, materializzando la sfera magica portatile.

All'interno della sfera, ho potuto scorgere il trio elfico, tutto allegro, che giocava col piccolo blubardo, più tanti altri esemplari, in mezzo al giardino degli elfi. Ma aspetta un secondo, quella era... neve? Al primo agosto? Neve?!
Ma che cazzo di tempo faceva ultimamente in quest'isola?!

Dovevamo andare a riacchiapparlo, prima che scappasse di nuovo chissà dove, o le gnappette elfiche lo facessero scappare chissà dove.
-Stavolta vi accompagno io- si è offerto papà- in fondo quel blubardo l'ho, come dire...
-Ritrovato, Theus caro, ritrovato- l'ha aiutato mamma- poi l'avresti regalato a Mal, e lei lo avrebbe adottato ufficialmente.
-Esatto. Comunque, papà, fai bene a venire con me. Qualcuno deve pur tenere occupati quei tre, mentre io cerco il mio blubardo. Gona, tu...
-Io non salgo lassù, mi dispiace, ma col cazzo proprio, che mi immergo nella neve. Un altro sbalzo tra caldo e freddo può costarmi una polmonite, altro che influenza.
Piuttosto faccio il palo, all'entrata del passaggio segreto.
-Ecco, ottima idea. Andiamo papà? Ce la facciamo a pie...-

Non ho nemmeno avuto il tempo di completare la frase, che lui aveva dapprima baciato a lungo mia madre, dicendole di non far entrare nessuno nella tana e di aspettarlo, dato che sarebbe tornato entro il tramonto. Subito dopo è salito in groppa a Buttercup, facendoci cenno di seguirlo.
Avessi conosciuto io più persone così...

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Il tragitto dall'isolotto al palazzo degli elfi non era chissà quanto lungo, ci andavano dieci minuti al massimo.
Minuti sfruttati alla grande da me e Gona, per metterlo in guardia dai piani di allargamento ulteriore della famiglia da parte di mamma.
-Hai ripetuto a mamma ciò che le ho detto, quel migliaio di volte che bastano a farglielo entrare in testa, oppure è ancora convinta di volere sto secondo figlio?- gli ho domandato, leggermente stizzita.
-Oh guarda, è talmente euforica, dopo la proposta di matrimonio, che se prima era incerta se averlo o no, ora lo vuole ad ogni costo. E io lì a spiegarle con calma che non è obbligatorio dare vita ad una seconda creatura, solo perchè tra qualche mese ci sposiamo.
-E tu continua a dissuaderla, no? Si arrenderà prima o poi, mannaggia a Myrtle Snow e ai suoi abiti da urlo- gli ha fatto notare Gona, nascondendo l'incazzatura apocalittica che stava attraversando il suo cervello.

Mio padre ha sospirato e mi ha guardato, con un velo di lacrime davanti agli occhioni gialli.
-Io sono vecchio, ho quasi sessant'anni ormai, non so neanche se la maledizione di Ade potrà essere spezzata, e di conseguenza potrei rimanere un serpente mutante a vita, e tua madre sta solo pensando a questo maledetto figlio. Io continuo ad amarla con tutto me stesso, ma...
-Papà, dammi retta, faccio prima io a trovare l'antidoto per annullare la tua maledizione.
-Grazie tesoro mio, sapevo di poter contare su di te.
-Più che altro, io vorrei capire perchè la mamma insiste tanto su questa cosa. Che c'è di così sbagliato in me?
-A detta sua... non sei la figlia che si aspettava di ritrovare una volta uscita dal limbo. Ci sono molti tuoi aspetti che non le piacciono, e piuttosto che considerarsi una madre fallita, preferisce avere un altro figlio e crescerlo come vuole lei-
Silenzio imbarazzante.

Cosa cazzo significava che mia madre, MIA MADRE, stava cercando di rimpiazzarmi, perchè non sono venuta fuori come voleva lei? E cosa non le piaceva esattamente di me?
Mi stavo seriamente pentendo di averla fatta tornare tra i vivi, ma d'altronde chi se lo poteva aspettare? Di certo non io.

-Vedi che faccio bene a non fidarmi di Tamsin?- ha esclamato Gona, stavolta furiosa- scusa Polytheus, ma non credo che sia la stessa persona che hai conosciuto trenta e passa anni fa. Questa è un'egoista di merda, che vuole solo traumatizzare sua figlia. Io fossi in te, mi rimangerei la proposta.
-Ormai è troppo tardi- ha balbettato lui- ma lotterò con tutto me stesso per farla cambiare. Mal ha sofferto fin troppo, non voglio che la mia amata Tamsin contribuisca a peggiorare la situazione. Lo prometto a entrambe-

L'ho guardato, con i lacrimoni che scendevano senza freni lungo la mia faccia, e ho aspettato che scendesse dalla schiena della sua tartaruga per abbracciarlo.
Mio padre ha sempre dimostrato di tenere a me, fin da quando ha quasi rischiato di farsi incarcerare, per portarmi via dalle grinfie dei sovrani elfici.
E ora, insieme a Gona, mi avrebbe protetto dall'egoismo senza confini di mia madre.
Sperando che, prima o poi, lei ceda e inizi a comportarsi da persona normale.
Ce la faremo? Vi faremo sapere...

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Il piano per ripigliarsi il blubardo fuggitivo, e anche il prossimo pezzo del cuore siccome la sfera lo segnalava già al palazzo degli elfi, era il seguente:
Io e papà saremmo saliti al cratere tramite il passaggio segreto, e mentre lui teneva distratti gli elfi scassapalle, io avrei acchiappato animaletto e frammento, munita di mantello dell'invisibilità e di filtro antiacqua arcobaleno (sì, ce l'ho ancora e lo uso ancora).
Gona, invece, sarebbe rimasta giù, a fare il palo e prendersi cura di Buttercup, insieme ai miei quattro insetti da guardia.
Semplice, facile da ricordare.

Era troppo rischioso vestirsi da Widow Witch, in pieno giorno e soprattutto in un posto dove c'era molta gente.
Ormai conoscevo la strada per andare alla sala dei tesori come le mie tasche, e non ci ho impiegato nulla a trovare il nuovo frammento di cuore, unico originale in mezzo a nove falsi.
E i falsi poi sono diventati dieci, dopo che ho sostituito l'ultimo autentico. Bingo!

Ora mancava solo il blubardo.
Non ho fatto molta fatica a trovarlo, perchè si era nascosto dietro la porta della stanza dei tesori, perciò un palloncino di filtro nero bastava e avanzava per ipnotizzarlo in modo permanente. Dato che era un blubardo femmina, l'avrei chiamata Liz, come l'iconica Liz Taylor direttamente da AHS Hotel. Beh, ci stava, no?

Ci stava molto meno ciò che a cui ho assistito, una volta uscita dal palazzo degli elfi.
Mia, Yuko e Mo stavano torchiando mio padre a suon di domande moooolto scomode, tipo "chi erano quelle persone nella foto che abbiamo visto nella tua tana?" , oppure "perchè hai rapito un innocente blubardo senza motivo?", e ancora "non è che per caso collabori con Mal e Gargona? Perchè se così fosse, saresti accusato di alto tradimento verso il re, cioè io, e ti condannerò a morte. Forza, sputa il rospo!"
L'ultima frase era chiaramente una minaccia, da parte di Mo, che voleva assolutamente sapere se doveva liberarsi del più famoso e unico mercante di Centopia, o meno.

Ho guardato mio padre, attraverso il mantello dell'invisibilità, e ho capito che se non fossi intervenuta, lui avrebbe rischiato la morte, e non potevo certo perdere una delle poche persone che teneva davvero a me.
Così ho improvvisato un canto ipnotico:

🎶 We told you this was melodrama
Oh, how fast the evening passes
Cleaning up the champagne glasses

Our only wish is melodrama
Oh, how fast the evening passes
Cleaning up the champagne glasses

And the terror and the horror
When we wonder why we bother, whoa, whoa
And the terror and the horror
God, I wonder why we bother, whoa, whoa

All the glamour and the trauma
And the fuckin' melodrama, whoa, whoa
All the gunfights and the limelights
And the holy sick divine nights, whoa 🎶

E ha funzionato alla grande, infatti ce la siamo svignata in un nanosecondo, prima che l'effetto svanisse.
Mal dieci, elfetti zero!
Ora Liz, il mio blubardo domestico, ha una cuccia nevosa tutta per sè, e inoltre, sulla sua testa, aleggia sempre una nuvoletta con la neve. Non è meraviglioso?
Certo che lo è, non scherziamo!

Quella sera mi sono addormentata, tra le braccia della mia rossa, senza particolari problemi.
Ma nella mia testa ancora frullava una domanda: cosa avevo io che mia madre riteneva sbagliato?

La risposta sarà in uno dei prossimi cap... mi raccomando, non andate via! 🥺

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