Closer
21 Giugno, ho ritrovato il progetto di mamma:
In mezzo ad una valanga di sfighe, l'unica gioia è stata scoprire quale sarà il progetto magico che mi permetterà di salvare mia madre dal limbo.
Ho anche passato qualche ora con mio padre, che non la smetteva di abbracciarmi, baciarmi e dire quanto gli mancasse la mamma.
E, sul loro conto, è saltato fuori di tutto... ma è meglio se vi racconto con calma.
Quando sono arrivata nella stanza del pozzo, stamattina, Drakon era già incazzato nero.
E non prometteva affatto bene...
-Rixel, ciarlatano che non sei altro, come sarebbe a dire che non hai ancora formulato un piano per catturare Onchao? O almeno per trovare Ono? SONO GIÀ PASSATE DUE SETTIMANE, E LA LUNA PIENA È SEMPRE PIÙ VICINA!
-Mi dispiace signore, ma non è stata colpa mia... Gargona manda sempre tutto in fumo!
-NON TI AZZARDARE A INCOLPARLA!- ho urlato, dal fondo della stanza. Bel modo di iniziare la giornata, davvero...
Gli occhi di Drakon si sono quasi illuminati, vedendomi.
-Eccoti, Mal. Come mai sei sempre l'ultima a venire qui?
-Perchè detesto essere svegliata, quindi piuttosto dormo mezz'ora in più. E non smadonno appena alzata, perchè onestamente non mi va. Gona è testimone.
-Viva la sincerità. Comunque... hai qualche piano?-
Ho sospirato, a lungo.
Acchiappare Onchao era diventato sempre più complicato, siccome il trio stamosempretralepalle lo teneva costantemente d'occhio, manco fosse lo scettro di Loki, nel cratere degli elfi.
E quindi dovevamo prima seminare casino, se volevamo catturare l'unicorno, indisturbati.
-Padrone- ha mormorato Gona- forse avrei un'idea...
-Sentiamo... tanto non puoi fare peggio di Rixel- borbottò lui, lanciando un'occhiataccia al malcapitato.
-Potrei tentare un'ipnosi di massa. Con tutti gli elfi sotto il mio controllo, sarà uno scherzo pre...
-No aspettate!- si è intromesso Rixel- ci sono i miei animali in quel cratere! E sono ancora sotto il mio incantesimo! Se sentissero la mia voce, correrebbero da me!
-Sì, come no. Ci sgamerebbero al volo. Serve una cosa più silenziosa, babbeo!- ha ribattuto Gona.
-E ai miei animali non pens...
-BASTA!- ha sbottato Drakon, pieno fin sopra le corna di quelle litigate, che partivano ogni volta che Rixel apriva bocca.
Ok, toccava a me.
-L'ipnosi di massa è un idea fenomenale. Ma dovremo farla a distanza, in modo tale che nessuno si accorga della nostra presenza- ho spiegato- e solo quando ogni elfo sarà ipnotizzato, io andrò a prendere Onchao, poi Rixel gli farà bere quella merdina di pozione verde. Fine. Ok?
-Ottimo piano, Mal. Buona fortuna... vi servirà- ha concluso Drakon, dissolvendosi.
-La mia pozione non è una merdina, comunque- ha brontolato Rixel, girando i tacchi e andando a chiamare la sua lucertola sputafuoco, Gurga.
-Convinto lui... intanto so chi può darci una mano, con gli aggeggi per l'ipnosi a distanza- ho detto a Gona.
-Mmm... non sono leggimente, ma ho già capito di chi parli- mi ha risposto prendendomi per mano e sollevandosi in volo, perchè col cazzo che mi siedo su quella lucertolona puzzolente.
Spero che lui sia di buon umore...
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Una mezz'oretta più tardi sono atterrata, insieme a Gona, sull'isola solitaria del mercante più tirchio di Centopia, nonchè l'unico. Già, proprio lui, Polytheus... ovvero, mio padre.
-Din don, papino!- ho esclamato, entrando nella tana.
Theus deve avere qualche sistema di riconoscimento vocale super attrezzato, perchè mi è bastato pronunciare la frase che vedete lì sopra, per ritrovarmelo ad un metro dalla faccia.
-Mal! Tesoro mio prezioso, finalmente sei qui!- ha detto, abbracciandomi, e non stritolandomi tra le sue spire.
Con la coda dell'occhio, ho intravisto Gona asciugarsi una lacrima. Evidentemente anche lei avrebbe voluto abbracciare suo padre... ma era impossibile.
-Allora... hai bisogno di qualcosa, mia cara?- mi ha chiesto papà, rimettendomi a terra.
-Innanzitutto dell'ultimo progetto di mamma. Poi...
-Di qualche aggeggio che mi aiuti a sconfiggere gli elfi! E in fretta, anche!- ha strillato Rixel, varcando l'ingresso della tana, senza salutare, nè presentarsi. Oltre che idiota, pure maleducato.
Trattenetemi per favore...
-Oh... certo che la cortesia è diventata un'optional, di questi tempi...- ha brontolato Theus.
-Guarda, parla con me, non con lui- gli ha suggerito Gona- è un completo deficiente.
-L'ho capito, non preoccuparti. Aspettatemi, vado nel magazzino, avrò sicuramente qualche oggettino per...
-Ipnosi a distanza, papà. Ci serve una cosa per le ipnosi a distanza. Non dare retta al sosia brutto di Elton John- gli ho raccomandato, seguendolo poi nel magazzino, scavato nell'isolotto.
Il "magazzino", come lo chiamava lui, era la sua camera da letto, provvista di un letto matrimoniale (e grazie tante, dove dormiva mia madre, quando stava lì?) e un maxi armadio magico, che poteva contenere di tutto e di più, ovviamente inventato e costruito da mamma.
-Potresti dire a Gona che mando il mio clone con loro? Ho molto tempo da recuperare qui.
-Mi sembra giusto, Mal carissima. Accomodati pure-
Detto, fatto: il Mal- clone, simile in tutto e per tutto a me, è risalito nella tana, con Theus, e io mi sono seduta sul letto.
Ho preso in mano l'album fotografico sul comodino e ho iniziato a sfogliarlo, mentre canticchiavo:
🎶 So, baby, pull me closer
In the back seat of your Rover
That I know you can't afford
Bite that tattoo on your shoulder
Pull the sheets right off the corner
Of that mattress that you stole
From your roommate back in Boulder
We ain't ever getting older
We ain't ever getting older
No, we ain't ever getting older
We ain't ever getting older
No, we ain't ever getting older
We ain't ever getting older
We ain't ever getting older
We ain't ever getting older
No, we ain't ever getting older 🎶
Quelle foto mi hanno fatto lacrimare l'anima: vedere i miei così affiatati, così innamorati, così... felici, mi ha fatto veramente piangere. Io meritavo di avere due genitori così, fin dal primo attimo.
E invece... va' che merda ho ricevuto.
Ho vissuto i primi due anni di vita con uno che non voleva nemmeno vedermi, e poi ha creduto alla finta morte di mamma, per abbandonarmi, infine, davanti al palazzo degli elfi.
Lì non solo sono stata vittima di bullismo, da parte degli altri elfi, ma quelli che avrebbero dovuto farmi da genitori hanno preferito avere un figlio tutto loro, e accantonarmi in un angolo.
A vent'anni sono scappata via, ma invece di andare in un posto più sicuro, sono finita all'ultima base di un'organizzazione criminale, gestita da una stronza senza sentimenti, e per poco non ci restavo secca pure io.
Ditemi voi...
-Uff... che fatica contrattare con quel tipo, quel Rixel- ha sbuffato papà, rientrando in camera- non mi avevi detto che...
-È un gran rompicoglioni?
-Esatto. Continuava a interrompermi! Da quanto lo conoscete?
-Due settimane. Ma vorrei non averlo mai incontrato.
Anzi, se va avanti così, sarà lui a desiderare di non avermi mai incontrato-
Lui doveva aver notato che stavo sfogliando l'album delle sue foto in compagnia di mamma e mi ha abbracciato, dandomi poi un bacio sulla fronte.
-Avrei potuto prenderti con me molto tempo prima della tua fuga, Mal tesoro- mi ha mormorato- ma il re mi aveva impedito l'accesso al cratere degli elfi. Perchè aveva paura che potessi farti del male, quando in realtà volevo solo salvarti... da loro.
-Infatti è a causa loro che sono diventata una discarica.
-Ma no, non...
-Intendo in fatto di salute. Le loro cure naturali non mi facevano un piffero. Madonna, avrò tipo un milione di allergie... poi, l'epistassi, la gamba malmessa, zero autocontrollo, ipersensibilità al sole.... devo dire altro?-
Mi sono alzata, e per sbaglio ho urtato uno scatolone.
Che fosse quello dei progetti di mamma?
L'ho aperto e mi sono comparsi davanti una ventina di rotoli di pergamena. Bingo!
Sì, bingo un paio di pluffe, però... sembravano tutti uguali tra loro, come far saltare fuori ciò che stavo cercando?
-Senti ma... qual è la pergamena giusta? Non voglio perdere i secoli a controllarle tutte.
-Dammi un secondo tesoro. Dunque... qual era... l'ultimo progetto della mamma...-
Si è messo a scavare furiosamente per tipo trenta secondi, ed è riemerso da quella montagna di carta con un rotolo, legato da un nastro nero.
Ora sì che è bingo!
Ho ringraziato papà, e sono tornata alla base, promettendogli che sarei tornata da lui nei prossimi giorni.
Ora però, dovevo pensare a salvare mia madre, e non sarebbe stato una passeggiata, nemmeno questo.
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Quella sera stessa ho aperto il progetto, sulla mia scrivania e, sovrapponendo la pergamena dorata di mamma a quella trovata nella tana di Theus, ho scoperto cosa c'era disegnato:
Sembrava... uno dei jet usati dallo SHIELD, nei vari film del MCU.
Accanto al disegno campeggiavano due scritte: la prima recitava "La fenice oscura".
Probabilmente era il nome dell'invenzione... mamma dava un nome ad ogni cosa che progettava, così come faccio io adesso.
Immagina creare aggeggi magici di ogni tipo, e poi non ricordarti il motivo per cui li hai creati.
Davvero ridicolo, no?
La seconda scritta ha acceso un campanellino d'allarme nella mia testa: infatti recitava "per scappare da questa trappola per topi e vivere per sempre felici e contenti".
Cosa? Avevano già pensato di fuggire da Centopia? E dove sarebbero andati, visto che non ci sono altri regni vicino?
-Mal, sei ancora qui?- mi ha domandato Gona, facendomi prendere un colpo.
-Certo, sennò non mi sarei girata. Che vi ha detto il signor cornuto? Era incazzato?
-Da morire. Non ha fatto altro che urlarci addosso per dieci minuti filati. Tutto perchè Rixel ha perso la sua pozioncina e se gli elfi trovano un antidoto, non torneremo più a Dystopia!-
Era talmente furiosa che era scoppiata in lacrime, evento davvero molto raro quando si tratta di Gona.
Ci siamo messe a letto, ma eravamo entrambe così alterate che abbiamo fissato il soffitto per almeno cinque minuti.
-A questo punto non ho scelta, devo fare irruzione al palazzo degli elfi e scoprire cosa stanno architettando. Perchè ultimamente tutti hanno preso il vizio di nascondermi qualcosa.
-Aspetta, di chi parli?- mi ha chiesto Gona, girandosi verso di me- perchè sappiamo benissimo cosa succede, quando tentano di nasconderti le cose...- mi ha sussurrato, accarezzandomi i capelli.
Già... chi pensa di farmi un favore, non dicendomi certe cose, si sbaglia di grosso: primo, perchè prima o poi le vengo a sapere. E secondo, potrei riservare al malcapitato un pessimo destino.
-Ah, un'altra cosa: mi darai una mano a costruire la fenice e liberare così mia madre?
-E io dovrei pure risponderti.
-Ovvio che devi.
-Sei sempre la solita, streghetta mia- mi ha mormorato, baciandomi, sia sulle guance, che sulla bocca.
Si mette già male... cosa vi aspettate dai prossimi cap? 💜
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