SOS 🩸

20 Aprile, siamo messi di merda:

Ho conosciuto oggi il padre di Tonya, Elliott Kirson, una persona timida, ma comunque molto disponibile a collaborare. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua (breve e nemmeno troppo bella) relazione clandestina con mia madre, e non avete idea di cosa è uscito fuori. Mio padre è scoppiato in lacrime, così come Elliott, e hanno entrambi concordato che la suddetta Tamsin è una cogliona approfittatrice e manipolatrice, che usa e getta gli uomini solo per andarci a letto e in certi casi dargli dei figli.

Aspettate, ricomincio da capo:
Mi sono alzata di buon ora (erano le otto e qualcosa, era molto più che buona), e sono corsa in cucina, dove Tris stava facendo colazione insieme a papà, e Azalea stava sfornando i mitici cookies al cocco e cioccolato, accompagnati da una tazza xl di latte macchiato.

-Bonjour, ma règine, aspetta a mangiave i cookies, sono bollentì. Pvendi puve la tua tazzà di latte, nel fvattempo.
-Agli ordini della chef. Ciao papà, sei pronto per oggi?
-Che succede?
-Andiamo a fare una visitina al padre di Tonya. Vediamo se saprà dirci qualcosa di cui non siamo a conoscenza.
-Sono sempre più convinto che non avrei mai dovuto soccorrere tua madre quando l'ho incontrata la prima volta. Dovevo lasciare che se ne occupasse qualcun altro, e tirare dritto. Non avrei avuto tutti questi traumi.
-Sì, ma non avresti avuto noi- gli ho ricordato, aiutando Tris a finire il suo biscottino al miele.

-Io cookie.
-Hai già mangiato tu, fufino. Ora devo fare colazione io.
-Papà tiste?
-No, papà non è triste. Ha solo scoperto una cosa brutta riguardo a mamma.
-Chi parli?
-Oh, una persona che ci voleva morti entrambi. E che odia anche papà, perchè gli ha creato danni su danni.
-Tu voi bene?
-Certo, fufino. Tutti noi ti vogliamo bene-

Mio padre mi ha sorriso e ha preso in braccio Tris, per portarlo al cambio pannolino, vestirlo e accompagnarlo all'asilo. E in quel momento è comparsa anche Gona.
-Cosa aveva da chiacchierare il bimbetto?
-Voleva sapere perchè papà era così giù di corda. E gli ho spiegato che c'entra la mamma. Lui non aveva nemmeno capito di chi stessi parlando.
-Non ha la minima idea di chi sia sua madre. Meno male, non oso immaginare se ce l'avessimo avuta ancora tra i piedi.
-Lascia stare, non voglio nemmeno pensarci. Oh, grazie Azalea, si sono freddati finalmente.
-Oui, lo sapete che ci impieganò un pochinò. Di cosa pavlavate?-

Ho tirato un sospirone e addentato il mio deliziosissimo cookie.
-Mia madre ha avuto una figlia illegittima, mentre era già fidanzata con mio padre. Vuoi sapere chi è?
-Sono a tutt'ovecchi.
-Tonya. Tonya è la mia sorellastra.
-Stai schevzando?
-Magari. Papà è distrutto, perchè non bastavano le decine di corna che si è trovato in testa, ci mancava solo una figlia non sua, che abita nello stesso castello.
-Eppuve lui e Tonya vanno pavecchio d'accovdo.
-Eh, grazie a Mal, però. Altrimenti lui non avrebbe mai saputo che era figlia di un tradimento- ha aggiunto Gona, tra boccone e l'altro.

Ho finito di bere il latte macchiato, e sono tornata in camera mia per prepararmi. E finalmente ho scoperto qual era il regalo dei Deliloki, sì perchè non ho voluto aprirlo subito.

Quell'abito era stato disegnato dalla stessa Delilah, che ha chiesto l'aiuto delle sue sarte reali per realizzarlo, e in più mi aveva procurato anche le scarpe, dall'outlet di Farfetch (che noi non abbiamo). La collana di Chanel, invece, era un regalo di Loki, con tanto di bigliettino, che recitava: "buon compleanno, mia regina. Grazie per avermi reso un dio migliore di quanto io non lo sia già." Pfui, narcisista di merda, come sempre...

Dopo la skincare, ho pensato a lungo se creare un altra fullface o semplicemente mettermi uno di quei prodotti che servono a illuminare il viso, e fissarlo poi con la cipria, come sto vedendo fare nelle pubblicità in questo periodo. Alla fine ho optato per una base super leggera e luminosissima, con il primer hydra quench di XX Revolution, il Soft Glam Filter di Catrice, l'unico prodotto tra i millemila esistenti che non mi rendeva la faccia arancione (cosa accaduta purtroppo con l'Hollywood Filter di Charlotte Tilbury e l'Halo Glow di Elf).

Correttore illuminante di Rare Beauty e una passata di colorfix Milky Way di Danessa Myricks. L'effetto era spettacolare, ma serviva comunque una cipria che lo fissasse, così ho scelto la Celestial Veil di Mesauda, e con l'illuminante Corpse Bride di Sheglam ho ridato un po' di luce. Ah, scusate, dimenticavo... gel sopracciglia di Wycon, e potevo passare agli occhi, forse la parte più facile.
Dunque... primer occhi di Pupa, e mi servivano tre gradazioni di verde per fare uno smokey eye americano: solo la palette Tammi X Tropical Carnival le aveva, perciò le ho sfruttate tutte e tre, più un pizzico di illuminante di Rem Beauty all'interno dell'occhio.

Eyeliner in stick di Nabla, mascara Call Me Queen di Essence (me lo hanno inviato per provarlo, perchè dovrei lasciarlo a marcire?) e combo labbra rosso sangue, con matita labbra 250 di 3ina, e una delle nuove tinte labbra Super Vinyl di Deborah, la numero 05, anche questa gentilmente regalata dal brand (speriamo non sia come quell'orrore di Maybelline che invece aveva Delilah l'altro giorno, non fatemene parlare). Per terminare, doccia di spray fissante Pore Vanish di Revolution Relove, e via, potevo tornare da papà.

-Gona, vuoi venire con noi?- le ho chiesto, quando è tornata su con Tonya.
-No, non penso, ho dieci reclute da esaminare. Sai, gli ultimi arrivati...
-Capisco. Poi ti racconto- le ho detto, prima di baciarla e uscire dalla porta.

In effetti, non aveva tutti i torti a voler rimanere al castello, il padre di Tonya si sarebbe preso un colpo ricevendo una visita dalla regina in persona, figurati di entrambe le regine.
Fiona Goode, assistimi... che oggi servirà...

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Alle dieci eravamo davanti ai palazzi rossi, quelli accanto al teatro, e Tonya ci ha guidato fino all'appartamento del padre, al quarto piano del condominio numero uno. Era in stile art deco e bello grande, per abitarci da solo, ma meglio così, almeno non abbiamo dovuto stringerci. Ci siamo accomodati in salotto, io e Tonya sul divano, papà ed Elliott sulle due poltrone.

-A cosa devo la vostra visita, maestà? Non ci saranno problemi con mia figlia, spero.
-Assolutamente no, anzi, mi sta aiutando ancora una volta a non avere crolli mentali. Piuttosto, dobbiamo parlarvi di una persona che sia voi, che mio padre, conoscete parecchio bene. Si chiama Tamsin Avery e vi ha reso entrambi genitori di due femmine. Io e Tonya. Ebbene sì, dal test del dna è uscito fuori che siamo sorellastre, in quanto abbiamo la stessa madre, ma due padri diversi.

-Cosa? Quindi... mi ha mollato te, dicendomi che eri ingestibile e la facevi arrabbiare, per cercarsi un'altra vittima? Dimmi che è uno scherzo, Tonya.
-No, papà. Anzi, è peggio ancora... Tamsin era già fidanzata con lui, quando ti ha incontrato. Era la notte di capodanno del 1983, giusto?
-Esatto. Se non avessi accettato di andare al club con gli amici...-

Ha acchiappato un fazzoletto dalla scatola sul tavolino, e si è soffiato il naso.
-Ascoltami, io non voglio farti la guerra- ha mormorato mio padre- non avrebbe senso, sono passati quasi quarant'anni. Ma almeno, dimmi cos'è successo quella notte, se ti ricordi qualcosa. Voglio avere la conferma di aver sempre amato un mostro, senza saperlo-
Non sembrava arrabbiato, esternamente, ma potrei giurare che dentro di sè stesse morendo, sia per il dolore, sia per la furia.

Elliott ha sospirato e ha cominciato a raccontare:
-Era capodanno, ed ero andato al night club più famoso di Londra, con i miei due migliori amici. Non ero un ragazzino, avevo ventisei anni, e non avevo mai frequentato quei posti prima d'ora, ma mi ero lasciato convincere, per fare qualcosa di diverso. E visto come è andata a finire, negli anni successivi non sono mai uscito di casa, all'ultimo dell'anno.
-E come avete incontrato lei?- ho chiesto, già carica d'ansia.

-Nel peggiore dei modi possibili. Quando ci siamo seduti al nostro tavolo, ci siamo trovati davanti una stripper, sì proprio così, che oltre a non avere esattamente il fisico adatto, ballava malissimo ed era quasi completamente nuda. I miei due compari si erano distratti a guardarla, non so se con disprezzo o con desiderio, e io ho cercato di allontanarmi, per filarmela. Ho preso un cocktail e ho fatto per "risvegliare" Josh e Robert, ma lei mi aveva puntato. Troppo tardi per scappare, ormai... chi era quella ragazza? Beh, non ci crederete mai, ma era vostra madre-

Breve silenzio nemmeno troppo scioccato. Sapevo che mia madre era una molto poco di buono, ma non certo a questi livelli. Per guadagnarsi da vivere, si dava in pasto ogni sera ad un uomo diverso, eppure non si è mai beccata nessuna malattia strana. Purtroppo, ogni vittima veniva drogata con filtri strani, che spegnevano loro il cervello per tutta la notte, e facevano dimenticare ciò che accadeva.

La mattina dopo, nessuno si ricordava nulla, ma la carnefice era soddisfatta e appagata per ciò che aveva dato e subito. Una persona del genere non era in grado di innamorarsi, assolutamente no. Eppure... aveva fatto tre figli, e illuso due ragazzi, sensibili, delicati, altruisti e gentili (almeno, questo era Elliott, mio padre è un mezzo criminale, ma comunque la descrizione corrisponde).

-Robert aveva provato a "sacrificarsi" al mio posto, ma lei non l'ha nemmeno ascoltato, voleva me, voleva me ad ogni costo e mentre progettavamo un piano per distrarla, filarcela e tornare a casa, lei deve aver messo qualcosa nel mio drink. Perchè quando poi l'ho bevuto, per non lasciarlo lì siccome mi erano partite sette sterline oltre che una costola per accaparrarmelo in mezzo a quella ressa, dopo due sorsi mi ha girato la testa e mi sono sentito come...
-Come se ti avessero spento il cervello?- è intervenuto mio padre, con gli occhi lucidi- conosco fin troppo bene quella sensazione, l'ho provata per due volte. E i risultati... beh, uno è qui, l'altro è all'asilo. In poche parole siamo stati entrambi vittime della stessa donna.

-Ho capito di aver combinato una cazzata allucinante, quando poi lei si è presentata a casa mia, e mi ha portato la sua ecografia, più test di gravidanza positivo. Erano passati tre mesi e io non mi ricordavo un emerito nulla.
-Ti ha obbligato a fare il padre, nonostante tu non volessi?- gli ha chiesto Tonya. Io non riuscivo a parlare, non sapevo se ero più schifata, più infuriata o tutte e due le cose.

Ero nata dal corpo di un mostro, che non aveva sentimenti per nessuno eccetto che per sè stessa, che ha mentito in faccia a chiunque e nascosto la sua vera vita persino all'unico uomo che aveva avuto la sfortuna di innamorarsi di lei, perchè credeva fosse una brava ragazza. E invece, si era rivelata un concentrato di ciò che una donna non dovrebbe mai essere: sottomessa, ignorante, egocentrica, narcisista, abominevole, fonte di traumi per qualunque persona avesse incrociato anche solo di striscio le sue pupille.

-In realtà, quando mi ha detto "grazie per avermi messo incinta, adesso farai il padre", le ho sbattuto la porta in faccia, segno che non poteva fregarmene di meno, avevo ricominciato la mia vita normalmente, e non volevo più vederla.
-Papà, ma quando sono nata, che è successo? Quanto sono rimasta con lei? Mi ha dato qualcosa, come a Mal?-
-Non ne ho idea, non ero nemmeno presente. Sta di fatto che, due settimane più tardi, Tamsin mi è piombata in casa, con te in braccio, dicendomi che piangevi sempre, non volevi il suo latte, dormivi poco... e quindi ti ha scaricato in casa mia.
-Questa solfa l'ho già sentita comunque...- ho borbottato.
-Non mi ha mai drogato, per fortuna, perchè sono stata molto poco con lei. Sono cresciuta con papà, e con Sabine, la sua compagna, che ho sempre considerato come madre. Non si sono mai sposati, però sono uniti come il primo giorno.
-Esatto. Lei si è trasferita qui con me, ma ora è a lavoro. È la responsabile commessi del Walgreens, di fronte al centro sportivo, se vuoi salutarla, tesoro-

Tonya ha sorriso, e ha borbottato un "magari dopo", mentre io riflettevo: anche lei ha avuto una storia terribile, ma almeno la sua si era conclusa decentemente, la mia... no.
E avevo impiegato anni a recuperare la mia sanità mentale, rimetterla insieme, e ricominciare a vivere.

I due padri si sono guardati per qualche secondo, e poi sono scoppiati a piangere, dopo aver scoperto di essere stati abusati e maltrattati dalla stessa donna. Aggiungerò questo alla lista dei crimini commessi da mia madre... chissà che al prossimo processo non otterrò la condanna a morte.

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Nel pomeriggio ha cominciato a diluviare, perciò io e Gona ci siamo chiuse in laboratorio, per cercare di capire come attivare il drone, visto che le istruzioni erano abbastanza sintentiche.
-Ti prendo le cuffie, così magari ti concentri un attimo?- mi ha domandato la rossa, vedendomi chiaramente con la testa altrove. E aveva ragione, non riuscivo a smettere di pensare alle parole di Elliott Kirson, che aveva subito lo stesso trattamento di merda di mio padre, ma a differenza sua, si era rifatto una vita e aveva dimenticato l'accaduto, senza raccontare nulla a sua figlia, per non traumatizzarla.

Quando ho acceso la playlist, è partita una canzone il cui titolo era tutto un programma:

🎶 Where are those happy days? They seem so hard to find
I tried to reach for you, but you have closed your mind
Whatever happened to our love?
I wish I understood
It used to be so nice, it used to be so good

So when you're near me, darling can't you hear me?
S. O. S.
The love you gave me, nothing else can save me
S. O. S.
When you're gone
How can I even try to go on?
When you're gone
Though I try how can I carry on?

You seem so far away though you are standing near
You made me feel alive, but something died I fear
I really tried to make it out
I wish I understood
What happened to our love? It used to be so good

So when you're near me, darling can't you hear me?
S. O. S.
The love you gave me, nothing else can save me
S. O. S.
When you're gone
How can I even try to go on?
When you're gone
Though I try how can I carry on? 🎶

SOS. L'unica parola che avremmo voluto pronunciare noi, vittime del narcisismo e ninfomania di quel mostro di mia madre, e invece sotto ipnosi ne abbiamo dette tutt'altre.
Io volevo che la mia prima parola fosse SOS... col cazzo, purtroppo. E quando ho riassunto l'accaduto a Gona, è rimasta di sasso per due o tre secondi.

-Mi pigli per il culo?
-Vorrei, ma sono serissima.
-Spero che nessuno ti abbia mai detto che "tua madre è una poco di buono", in modo scherzoso, perchè qui non c'è nulla da scherzare... e questa si ergeva a mamma modello, ceh capito?
-Io non parlo più, che è meglio. Ma se portassimo questo affare dai Deliloki nei prossimi giorni? Così, lo azioniamo e troviamo sta grotta maledetta?
-Oh, finalmente ti riconosco- mi ha mormorato, per poi baciarmi.

Passiamo al piano d'attacco, che quasi ce ne dimenticavamo...

Spero di non avervi fatto stare troppo male, ma anche io ho fatto fatica a scrivere questo capitolo... era troppo forte? O andava bene? Ditemi voi 🥺💔

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