Snow On The Beach 💍💍
28 Ottobre, ce l'abbiamo fatta:
Sono le dieci e mezzo di sera, lo so, che è tardi, ma oggi io e Gona siamo finalmente diventate mogli.
Ancora non riesco a crederci... mi sono tirata un paio di pizzicotti e ho sentito male, perciò non sto sognando.
È stata una giornata assurda, in senso buono, per una volta, e voglio raccontarvela tutta, mi auguro abbiate tempo. Se ce l'avete, sedetevi comodə e ascoltatemi:
Mi sono alzata leggermente prima del solito (erano le sette e mezza, perciò...) a causa di qualcuno che aveva tentato in modo molto maldestro di aprire la porta. E già potevo intuire di chi si trattasse:
-Tris, sono sveglia, ti sento- ho bofonchiato- ora arrivo e ti apro, fufino, aspetta lì.
-Non preoccuparti, tesoro mio assonnato, ci penso io- è intervenuto papà, entrando in camera, con un vassoio tra le mani e Tris che camminava dietro di lui.
Oggi, visto che Azalea era impegnata ad assistere la figlia, per prepararla alla cerimonia, papà mi aveva portato la colazione. Una maxi tazza di caffè con panna e una fetta di crostata al cioccolato, la mia preferita.
-Il mio abito è già qua, papà?
-È nella cabina che ti aspetta. Voglio che tu sia perfetta, oggi. Non che gli altri giorni tu non lo sia, ma...
-Non lo sono mai stata. Vai tranquillo.
-Non ho capito una cosa, la principessa dai capelli rossi viene?
-Alla fine no. Quando le ho detto che ci sarebbero state duecentoventi persone, tra cerimonia e ricevimento, è sbiancata e ha rifiutato. Questa è ansia sociale in piena regola, e non la puoi curare in due settimane-
Ho sospirato, finendo di mangiare la mia crostata.
-Sto morendo d'ansia, papà, ti prego...
-Non ti preoccupare, è successo pure a me. Ma il mio era terrore, non ansia. Stavo per sposare un mostro, ed era meglio che non glielo avessi mai proposto.
-Almeno però sei riuscito ad uscirne. Che lei non abbia accettato e stia cercando di farti ingelosire per "riconquistarti", questo è un altro conto.
-Stavolta non cederò, te lo prometto-
L'ho abbracciato, prima di andare in bagno a sistemarmi, e anche da dentro, li sentivo parlottare, o meglio, sentivo papà rimproverare il mio fratellino.
-Tris, piccolo mio, non saltare sul letto di tua sorella, devo rifarlo. Scendi, per favore.
-Letto comodo.
-Lo so. Ma devo rifarlo, vieni qua.
-Papà, Mal felice?
-Oh, certo che sì. E anche noi dobbiamo esserlo per lei-
Fino a due giorni fa, ero indecisa se far partecipare anche Tris alla cerimonia, mica che poi si stanca, si mette a frignare, e tutti lo guardano male... ha sempre un anno e mezzo, in fondo. Però mio padre ha giurato solennemente che l'avrebbe tenuto buono lui, e non sarebbe volata una mosca. Speriamo bene...
Uscita dal bagno, perfettamente pettinata con uno chignon alto, fissato al limite del pietrificato, e sono corsa nella cabina armadio, per indossare il mio abito da sposa, completo anche di scarpe e di accessori. Quasi non mi sembrava vero, che fosse arrivato quel giorno...
Il mio abito di Alberta Ferretti era stato confezionato e scortato nella mia cabina già tre giorni fa, accompagnato da un paio di scarpe di Dior, non proprio l'ultimissimo modello, ma che mi fregava, erano comunque molto carine. Ci ho abbinato un diadema di ametiste, con collana e orecchini coordinati, e un paio di guanti ricamati da Azalea in persona. Adoro.
-Papà? Ma stai piangendo?- gli ho chiesto, prima di prendere in braccio Tris e farlo sedere sulla poltroncina.
-No, no... sono solo... al settimo cielo per te, Mal tesoro. Per me, che ho seguito tutta la vostra storia, vedervi oggi sull'altare sarà a dir poco meraviglioso.
-Non c'è bisogno di piangere però, dai-
L'ho abbracciato e gli ho suggerito di tornare in camera a prepararsi, insieme al fufino, che per fortuna non era così agitato, almeno lui.
Una volta richiusa la porta, ho preso tre respiri profondi, anzi, mi sa anche più di tre, e ho fatto la mia solita skincare mattutina, per scacciare via l'ansia, che stava debordando da ogni parte della mia faccia.
Incredibile come la skincare sia in grado di distenderti i nervi, anche quando sono lì lì, per saltarti.
Ora, vai di trucco, che oggi deve essere a prova di qualsiasi cosa.
Primer Fix and Protect di Rimmel, fondotinta BarePro di BareMinerals, correttore di Haus Labs, appena lanciato sul mercato, cipria compatta Tuscan Sunshine di Kiko, ce l'avevo da tipo un anno e mezzo e non l'ho mai toccata, non chiedetemi perchè, ma comunque la prima parte di base era completata.
Ho continuato con il blush arancione di Pupa, l'illuminante Miss Saturn di Rem Beauty, quello giallo chiaro, e per terminare gel sopracciglia classico di Anastasia Beverly Hills.
La mia faccia poteva resistere anche ad una bomba atomica, a quel punto, non sto scherzando.
Come regalo di nozze, Violetta mi aveva portato la Vivienne Sceptre palette di Bperfect, che io ormai credevo fuori produzione, ma evidentemente non era così.
Dopo le solote due dita di primer occhi di Elf, ho usato i due viola, "Power" e "Purple Rain", smorzati da un bianco ghiaccio glitterato, ovvero "Glazed", per brillare ancora di più. Eyeliner di Mesauda, mascara No Panda Eyes di Catrice, resistente anche ai pianti peggiori, e lip kit rosso "Boss" di Kylie, una delle poche cose giuste che ha fatto. Per finire, un'inondazione di Hangover Fixing Spray di Too Faced, e un'ultima guardata allo specchio: stavolta potevo ammettere di stare davvero bene. Però... dire che stavo per svenire era poco.
Mi sono affacciata alla finestra, e oltre ai nuvoloni scuri, ho notato che qualcuno stava dando da mangiare agli unicorni, al mio posto. Era... Tonya?
Ho aperto la finestra, faceva un freddo allucinante, ma meglio così, è fine ottobre, stiamo andando verso l'inverno... e le ho domandato, ovviamente a volume alto, per farmi sentire:
"Tonya, vieni qua da me? Sto per morire di ansia!"
Mezzo secondo più tardi, lei si è smaterializzata nella mia stanza, e si è seduta sul davanzale, accanto a me.
-Di cosa hai paura, Mal? Questo è il tuo giorno, anzi, il vostro, non accadrà nulla di male, ok?
-E se mia madre tornasse, senza farsi vedere? Uscirei di testa.
-Il programma di difesa è stato attivato, poco fa. C'è la sicurezza ovunque, intorno al palazzo, per le strade, al tempio... letteralmente ovunque. Nessuno può tentare di uccidere te, Gona, o qualcun'altro. Ok?-
Ho annuito, senza piangere, stavolta. Oh, è un passo avanti, sapete?
-Vai a prepararti, dai. Hai due ore, anzi, meno, e so che tu non sei molto veloce.
-Hai ragione. Vedo se Violetta è pronta, così poi mi trucca. Non sono molto brava...
-Imparerai. Hai tutto il tempo-
Tonya è uscita dalla mia camera, e io sono rimasta sola per dieci minuti, prima che qualcun'altro bussasse alla porta. Credevo si trattasse di papà, invece...
-Posso entrare, o mi mandi in culo pure tu?
-No, Loki, accomodati. Sei appena stato da Gona?
-Stato, mi pare eccessivo. Il tempo di mettere un piede nella stanza e c'è mancato poco che un soprammobile a forma di minisfera di cristallo mi centrasse la testa. Quindi ho lasciato perdere, visto che sembra molto più agitata lei di te.
-Nemmeno io scherzo, in realtà. La mia terapista è appena andata via, ci ha pensato lei a calmarmi. Perchè sei qui, scusa? Hai bisogno di parlare?-
Loki ha sospirato e si è accomodato sulla poltrona accanto a me. E ora cosa doveva raccontarmi?
-Deli ha preferito non essere presente, alle tue nozze, ma immagino tu ne sia già a conoscenza. Dico giusto?
-Esatto. Non credere che questo suo problema si risolva in tempi brevi, perchè se nessuno l'ha curata in tutti questi anni, ci vorrà parecchio per farla sbloccare. Lo so, ti dispiace, ma...
-Lo so, è la verità. Il mio regno sta iniziando a popolarsi, siamo già a ottomila persone e devo assolutamente aiutarla a risolvere almeno questo primo problema. La tua psicologa è davvero molto in gamba, ma temo che a Deli serva anche qualcuno di cui si possa fidare-
Ho sgranato gli occhi, intuendo dove stesse per andare a parare. Nonsonoaffarituoinonsonoaffarituoinonsono...
-Ti andrebbe di assistere la mia principessa, quei giorni in cui Tonya non è disponibile?
-Cioè, tutti i giorni tranne il mercoledì e il sabato? Fai sul serio? Tu sei uscito di zuc...
-Ok, d'accordo, forse non proprio tutti i giorni. Poi decideremo.
-Quando decidi? Stasera dopo la festa?
-No, stasera ho altri programmi, insieme alla mia amata, se non ti dispiace.
-Programmi sensati, o cose futili che possono essere rimandate a domani?-
Lui ha sogghignato, in modo molto malizioso, e già non mi piaceva.
-Deli è tornata da un mese, e non ho ancora avuto modo di... ecco... mettere in pratica certi miei pensieri, che è meglio io non ti esterni.
-Madonna, ma come fai a pensarci già da ora? Sei tremendo.
-I contenuti espliciti si pianificano per tempo, ma evito di entrare nei dettagli, siccome non te me frega un cacchio.
-Ecco bravo. Adesso fila fuori di qui, che tra poco devono venirmi a prendere. A dopo-
Gli ho sbattuto la porta in faccia e ho atteso tranquilla le nove e mezzo, quando mio padre ha aperto di nuovo. Aveva un abito elegantissimo, che sembrava un arcobaleno sfumato, con i brillantini, e ne aveva fatto confezionare uno uguale per Tris, solo in formato bambino.
-Gona ha appena lasciato il palazzo, con Violetta e Tonya. Azalea sta aspettando la troupe di Masterchef, e la brigata, se vuoi andiamo anche noi così loro hanno l'occasione di salutarti?-
Ho tirato un sospirone e ho annuito, tanto dovevo uscire alle dieci e un quarto, cosa stavo a girarmi i pollici per tre quarti d'ora? Eh, infatti.
-Ma règine... sei pvonta?- mi ha domandato Azalea, tesissima.
-Non proprio, sto ancora morendo di ansia. Tu aspetti...
-Oui, esattò. Dovvebbevo esseve quì tva pocò. Devono anche sistemave tutte le telecameve.
-Li hai chiamati, mia cara, hanno appena suonato al campanello- ha ridacchiato mio padre.
C'erano in totale quattordici aspiranti chef, accompagnati dai tre giudici, e quello più bono (almeno, secondo Violetta, grande fan del programma) si è subito diretto a salutarmi, con tanto di inchino e baciamano, gli altri due si sono limitati all'inchino ("ha già fatto tutto lui, non ci ripetiamo"), e già capivo che lo stavano pigliando per il culo. Tutto normale, non preoccupatevi...
Li ho lasciati nelle mani di Azalea, visto che era quasi ora di andare. Lei si sarebbe smaterializzata direttamente, dopo aver illustrato il menù e spiegato bene i segreti di ogni ricetta agli aspiranti chef, ora divisi in due brigate, viola e rossa, in nostro onore, chiaramente.
Mancavano meno di tre quarti d'ora alla cerimonia, volevo strisciare in una buca e morire...
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Sono entrata nel tempio di Hera alle undici in punto, e ho notato che gli invitati, per il momento ottanta, avevano rispettato alla perfezione il dresscode: c'erano molti vestiti colorati, ma anche tanti gotici, il classico stile elegante di Dystopia.
Siccome mi infastidiva parecchio avere gli sguardi di tutti puntati addosso, a pochi metri di distanza, mi sono coperta con delle nuvole nere, e ho approfittato per ricomparire di fianco a Gona, sull'altare, dato che prima era girata verso Violetta.
Si era incantata, vedendomi uscire dal cumulo di nuvole, e io ho ricambiato il gesto, dopo aver osservato il suo outfit, totalmente diverso da quello che mi immaginavo (e che ho scoperto essere parte della collezione autunnale di Alexander McQueen):
Sì, raga, questo era l'abito da sposa della mia strega rossa.
Che aveva scelto un completo abbastanza sobrio, ma io non l'avevo mai vista vestita di nero... e devo ammettere che stava per sfuggirmi un complimento misto ad una bestemmia, ma va bene, molto bene, siccome la cerimonia è iniziata subito (e Loki non è uno che ama le perdite di tempo, perciò...)
Salterei direttamente alle nostre promesse, dal momento che ho ancora tutto il ricevimento da raccontare, la parte più bella di questa giornata.
Naomi e Frances, le due damigelle amiche di Tonya, avevano portato i due anelli, tra qualche flash di macchina fotografica e qualche telefono che riprendeva.
-Regina Mal, vostra maestà... le vostre promesse. Prego- mi ha sussurrato Loki.
Ho acchiappato il microfono, tirato l'ennesimo sospirone nell'arco della mattinata, e ho cercato di essere breve, per non cominciare a piangere:
"Gona... ti chiamo così perchè mi hai chiesto tu di farlo, quel giorno di dieci anni fa, quando ci siamo incontrate. Non ci siamo più mollate da allora, e abbiamo fatto solo bene, se penso a tutto quello che abbiamo passato, sia parlando singolarmente, sia insieme. A volte penso a cosa mi sarebbe successo, se non ti avessi mai conosciuta, e non mi fossi innamorata di te... potrei riassumerla così: mi hai salvato la vita, innumerevoli volte, e continuerai a farlo. Ti amo, strega rossa, e così sarà, per sempre."
Applauso a pioggia da parte di tutti gli invitati, più qualche lacrimuccia, da parte delle damigelle, e di papà più un verseggiamento allegro, da parte di Tris, coperto dagli applausi.
Era il turno di Gona, ma sapevo che, bene o male, avrebbe ripetuto le stesse cose:
"Mal tesoro, lo sai che io non sono una tipa da... da discorsi, e... in questo tu hai parlato per entrambe. Spero che questo valga, come promessa di matrimonio, perchè non saprei dire altro che... che ti amo, e mi hai aiutato a ricominciare a vivere."
Altro applauso, più qualche altra lacrima, da parte di Azalea, Violetta e le altre damigelle.
Il cuscinetto con gli anelli, neri, con un rubino e un gruppo di ametiste è levitato davanti a noi: io avrei avuto quello rosso e Gona quello viola. Bello scambio, vero?
Io stavo veramente per svenire dall'ansia, e non sto scherzando.
L'anello rosso, destinato a me, si è sollevato, e si è diretto verso la rossa:
-Vuoi prendere Mallory Règine, sua maestà, come moglie?
-Assolutamente sì- ha risposto, in un soffio, mandando l'anello verso di me.
Stavolta l'ho messo al dito giusto, ehehehehe...
Ho ripetuto la cosa, con l'anello viola:
-Vostra maestà, prendete la qui presente Gargona, capo dell'armata reale, come moglie?
-Cosa me lo chiedi a fare? Sì- ho mormorato, mandando l'anello viola a Gona, che si è lasciata sfuggire un sorrisino.
-Bene. Popolo di Dystopia, salutate le vostre regine-
Credo che questo sia stato il bacio più lungo della mia vita, tanto da farmi dimenticare il rumore degli applausi e le urla felici, accompagnate dai vari flash delle macchine fotografiche.
Finalmente mogli, mi veniva da dire. Ma ero troppo occupata a piangere, per farlo...
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Il ricevimento è trascorso serenamente, grazie all'universo, e ho scoperto che le due brigate si erano divise tra piatti di pesce (brigata viola), e lievitati (brigata rossa). I viola avevano preparato l'insalata di salmerino, mentre ai rossi era toccato il risotto, e i commensali avrebbero dovuto votare la brigata migliore, come nelle vere esterne di Masterchef.
-Comunque dopo ci sarà il ballo... devi trovarti qualcuno perchè io col cazzo che mi schiodo da questa sedia- mi ha annunciato Gona, mentre finivo l'insalata.
-Mio padre non vorrà, non è mai stato portato per il ballo... e poi c'è Loki, ma...
-Ti concedo di ballare con lui, anche perchè non hai alternative. So che se invece ci fossero state, tu non l'avresti proprio considerato, Loki.
-Allora vado a cercare mister capellidiferro. Tu vai a raccattare Violetta, che sta parlando con il suo giudice preferito, e rischia un collasso-
Gona ha riso e mi ha dato un bacio veloce, prima di alzarsi e dirigersi al tavolo delle damigelle.
Loki era ancora lì, ma si era rifugiato sul balcone del salone delle feste, che nonostante fosse al primo piano, offriva una visuale pazzesca.
-Eccoti qua. Devo ammettere che erano secoli che non mangiavo così bene, sai? A parte per il risotto, il formaggio era davvero troppo e copriva tutto.
-Lo farò presente. In fondo sono aspiranti, capita che sbaglino.
-Come mai sei qui? La tua mogliettina ti ha lasciato sola per andare dalle vostre amichette?
-No... ho bisogno di qualcuno con cui ballare. Ti avverto, se accetti, non trattarmi come se fossi Delilah, perchè non lo sono, primo, e secondo, ti spaccherei la testa-
Lui ha sorriso sotto i baffi:
-Sei sposata, ora. Ergo, sei intoccabile. Se volevo farti qualcosa, te lo facevo prima, mica adesso. Sono stronzo, ma fino ad un certo punto.
-Buono a sapersi.
-Ma sai perchè non l'ho fatto?
-Perchè avevo già qualcuno al mio fianco?
-Anche.
-Perchè non mi piacciono gli uomini?
-Non sono un uomo, sono un dio. E sono genderfluid.
-Ah. Sono... fiera di te. E quando volevi accennarmelo?
-Quando sarei stato sicuro di potermi fidare di te, Mal. Dicevo, sai perchè non ti ho mai toccato, nè lo volevo fare?
-A questo punto no-
Il suo sorriso si è spento, mentre rientravamo nel salone.
-Perchè sei molto simile a Delilah.
-Serio? Non pensavo che...
-Dammi retta, è vero.
-Va bene, va bene...
-Non avrebbe avuto senso andare con una donna che somigliava molto a quella che avevo già al mio fianco. E poi, alla fine, non sei molto il mio tipo. Quei tuoi tratti che ti differenziano da Delilah, come la totale mancanza di controllo della rabbia, francamente mi inquietano.
-Sto imparando a controllarmi, per la cronaca.
-Come dici tu. Dunque, fai partire questa musica?-
"Questa musica" si potrebbe tradurre con "una delle migliori canzoni in assoluto di Taylor Swift":
🎶 This scene feels like what I once saw on a screen
I searched aurora borealis green
I've never seen someone lit from within
Blurring out my periphery
My smile is like I won a contest
And to hide that would be so dishonest
And it's fine to fake it 'til you make it
'Til you do, 'til it's true
Now it's like snow at the beach
Weird but fuckin' beautiful
Flying in a dream, stars by the pocketful
You wanting me tonight feels impossible
But it's comin' down, no sound, it's all around
Like snow on the beach
Like snow on the beach
Like snow on the beach
Like snow, oh, oh oh
I (I) can't (can't) speak afraid to jinx it
I (I) don't (don't) even dare to wish it
But your eyes are flying saucers from another planet
Now I'm all for you like Janet
Can this be a real thing? Can it?
Are we falling like snow at the beach? (Snow at the beach)
Weird but fuckin' beautiful
Flying in a dream, stars by the pocketful (flying in a dream)
You wanting me tonight feels impossible (you wanting me)
But it's comin' down, no sound, it's all around 🎶
La seconda versione, quella fatta nell'album deluxe, era molto meglio della prima, e non accetto discussioni. Punto.
Volete sapere com'è finita con la votazione?
La brigata viola, quella addetta ai piatti di pesce, ha stracciato quella rossa per centosettanta voti a cinquanta. Tutto, per colpa del risotto, come hanno detto giustamente i tre chef.
Buon pressure test, brigata rossa!
-Mal tesoro, sei ancora sveglia? Che scrivi?- mi ha chiesto Gona, poco fa- sono le undici... mettiti a dormire dai...
-Lo so, è che... volevo scrivermi tutto, prima che mi scomparisse dalla mente.
-Non ti sarebbe scomparso domani mattina, vai tranquilla.
-Mi ami lo stesso?
-Sempre- mi ha sussurrato, baciandomi a lungo, di nuovo.
E CE L'ABBIAMO FATTAAAAAAA 💜❤💜❤💜❤💜
Mancano gli ultimi cinque capitoli, dopodichè mi fermerò per un po'.... restate con me!
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