Lose You To Love Me
8 Gennaio 2019, ci sono altri ricordi (?):
Mia madre ha illegalmente estratto altri due ricordi, anche quelli molto confusi, e perciò sono dovuta entrare nel pensatoio, sfidando Lord Drakon e la sua astinenza (dal vedermi).
Avrei voluto evitare di parlare di nuovo con quel maledetto cornuto, ma non avevo alcuna scelta, purtroppo.
E grazie a Tonya, arriverò presto a ricordarmi chi fosse quel Felix, e perchè mio padre ce l'avesse tanto con lui... ma aspettate, vi spiego tutto da capo, altrimenti non capite.
Stamattina sono stata svegliata dal miagolio di Ziggo, che chiedeva la colazione, essendo le nove meno un quarto.
Da quando era cominciato l'anno nuovo, non avevo più incubi notturni, perchè le sedute quotidiane di terapia mi aiutavano a svuotare la mente, e di conseguenza dormivo più tranquilla.
-Meoooowwwww...
-Sì Ziggo, ora mi alzo.
-Meow, meow!
-Come? La crostata con la ganache al lampone? Oddio, Azalea, dovrei costruirti una statua in giardino, sul serio.
-Meowwww!
-Scusa, hai ragione. Corriamo giù, dai. Ehi, aspettami!-
Dalla cucina usciva un profumino di cacao e lampone fortissimo, tipico di un dolce appena sfornato.
-Bonjour, ma règine. Avvivo subitò col cafè.
-Anche oggi mi domando come mai non sei tu mia madre, ma quel mostro provvisto di pallone incubatore.
-A pvopositò... Layla, la capo infevmieva, ha pvocuvato a Tonya la cavtella clinicà di tua madve. Così magavi capisci se questo evede savà un bambino o una bambinà.
-Se devo essere sincera, io spero in una bambina- ci ha interrotto Gona, acchiappando una fetta di crostata- i maschi sono ingestibili, soprattutto da piccoli. Ti ricordi cosa ci raccontava papà?
-Oui...- ha sospirato Azalea- lui eva un vibelle fin da bambinò... non è mai stato alle vegole dei suoì, e non aveva pauva di sfidave la dittatuva. E quando l'ho incontvato... era vimasto tale...-
Ogni volta che si parlava di Pepper, Azalea sospirava e le scappava sempre una lacrima. Non ha mai smesso di amarlo, nemmeno dopo la sua morte. Ed è per questo che merita di riaverlo al suo fianco... lo tirerò fuori dall'oltretomba e ci spedirò mia madre, al suo posto. Forse così starò meglio.
-Mal tesoro? Tutto bene? Stai fissando la tazza di caffè vuota da tre minuti- mi ha mormorato la rossa.
-Sì, sì, tranquilla. Pensavo a come... a come ricavare le informazioni sull'erede, senza che mia madre mi scopra e mi ammazzi definitivamente.
-Allora, primo, se tua mamma si azzarda ancora ad alzare una mano contro di te, io prendo e la faccio internare al centro psichiatrico, frega un cazzo se è incinta di sette mesi. Ti sta massacrando, ed è giusto che paghi.
-Lo sai qual è il problema? Che puoi rinchiuderla anche nel posto più ineluttabile del mondo, ma lei troverà sempre la maniera per venirne fuori e tornare a rompermi le palle.
-Bisognevebbe toglievle i potevi- ci ha fatto notare Azalea, sorseggiando il suo caffè- solo così savete sicuve che non tovnevà-
Silenzio breve, a tratti scioccato.
Perchè non ci avevamo mai pensato prima?! Davvero, se glieli avessimo levati anche la prima volta, lei non sarebbe mai uscita dalla cella!
-C'è un piccolo ostacolo, pevò. Bisogna esseve molto potentì, per toglieve la magià ad un mago o stvega. Altvimenti chi pvatica l'incantesimò, vischia la movte.
-Merda. Non credo di essere abbastanza forte, per farcela. Avrò anche un diploma da cento e lode all'accademia di magia di Dystopia, ma è troppo pericoloso comunque.
-Allova tocchevà a Règine favlo.
-Certo, ma non adesso. Sono ancora troppo instabile, e potrei uccidermi, se...
-Pvenditi il tempo che ti sevve. Ma pvomettimi che la caccevai da questo vegno e dalla tua vità-
Ho sorriso, complice anche un bacio sulla fronte da parte della mia rossa. Te lo prometto, anzi, ve lo prometto.
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Quando sono tornata in camera, per sistemarmi, ho trovato una jumpsuit viola nella cabina armadio.
Non era di marca, ma era stata cucita e confezionata da Azalea stessa, a cui ha anche contribuito mio padre.
Mi avevano lasciato persino un bigliettino, che recitava "alla nostra regina" con le loro firme... no ok, non devo piangere.
Quegli stivali di Dolce e Gabbana li avevo da un sacco di tempo, ma non li ho mai indossati, quindi era arrivato il momento di farlo. Stessa cosa per il diadema di ametista, cristalli e oro rosa, molto estroso e particolare (come me ahahahahaha... scusate).
Dopo la skincare routine mattutina, che ha illuminato la mia faccia dopo dieci ore di sonno, ho creato il makeup:
Ho spalmato due dita di primer di Sheglam, questo brand super low cost che hanno appena lanciato, si spera che abbia anche una qualità decente, oltre ai prezzi. E siccome ero in vena di provare prodotti "nuovi", ho spacchettato la palette Tropical Carnival Tammix, appena uscita, e ho usato i due viola presenti, uno più scuro, e uno più chiaro ma pieno di glitter.
Eyeliner di Elf, mascara Onyx Lashes di Wycon, tinta labbra smooth whip rossa "Icing On Top" di Nyx e una doccia di spray fissante Hydra Fixx di XX Revolution, et voilà, look completato.
-Mal, tesoro... ho la cartella clinica di tua mamma- ha esclamato Gona, trionfante, entrando in camera.
-L'hai rubata dalla camera dei miei?
-No, me l'ha passata sottobanco tuo padre. Perchè lei sembra essere posseduta da chissà quale strano demone.
-Cosa intendi?- le ho domandato, sedendomi sul letto.
-Boh, dice che "sta facendo il nido".
-Cazzo è, una cinciallegra nera?
-Per un attimo l'ho pensato anche io-
E giù a ridere come due sceme.
No ok, scherzi a parte, ma cosa diamine significava quella frase? Improvvisamente credeva di essere diventata una cinciallegra nera, come quelle che affollavano gli alberi del parco centrale di Dystopia in primavera? O un gabbiano? O una cocorita?
-Dovevi vederla, tesoro- ha sghignazzato Gona- nonostante la pancia, ormai bella grossa, si spostava di qua e di là, con la bacchetta magica alla mano, materializzando cose come una culla, dei giocattoli, copertine di flanella, tutine... ma a proposito dell'erede, dici che la risposta è là dentro o quel genio l'ha cancellata apposta?-
Adesso iniziavano a fioccare sospetti...
Ho aperto la cartella clinica, per cercare conferme.
Nome, Tamsin. Cognome, Avery. E direi che fin qua c'eravamo.
Nata il 6 Marzo 1960, a Brighton (UK). E nulla di nuovo.
Anni dimostrati, trenta. Anni effettivi, cinquantanove.
Questa doveva averla aggiunta Layla, riconoscevo la sua calligrafia, perfetta e senza fronzoli.
Seguiva una fototessera della paziente, senza un filo di trucco che mascherasse le rughe, poche per carità, ma evidenti.
-Mal, promettimi che non arriverai alla sua età, conciata così.
-Ti pare? Andrò oltre, e resterò come sono ora- ho ribattuto, girando pagina.
Pagina che conteneva tutte le informazioni sulla gravidanza e sulla creaturina ancora prigioniera dentro la pancia.
Data di inizio (circa), e quella purtroppo si sapeva già, data di fine (circa), e quella spaziava dal 5 al 10 marzo... tutta roba che a me non interessava. L'unica cosa che volevo conoscere era se questo erede era maschio o femmina.
-Mal... sbaglio o una riga è stata cancellata?- mi ha domandato Gona, indicando un trafiletto ricoperto di nero.
-Eh sì... fammi guardare. No... non ci credo-
Al posto della voce "Maschio o femmina?" con relativi puntini per la risposta, c'era una grossa linea di pennarello nero.
E tre parole, scritte di fretta: "sarà una sorpresa".
A cui è seguita una frase minacciosa: "in ogni caso, ti oscurerà, rassegnati".
Ho sospirato e ho trattenuto la rabbia: mia madre si era intrufolata in clinica di nascosto, prima che Layla aprisse e consegnasse la cartelletta a Tonya.
-Continua ad agire alle tue spalle, sta cretina... non è veramente possibile, è peggio dei ragazzini. Ti giri un secondo e ti scombina la vita, ma porca troia- ha borbottato la rossa, mentre mi portava da Tonya, per la seduta quotidiana.
Ero talmente furiosa che non riuscivo nemmeno a parlare, solo che questa furia si è tramutata in un pianto nervoso, non appena mi sono accomodata nello studio della mia terapista.
-Cos'è successo, vostra maestà?- mi ha chiesto, dopo avermi tranquillizzato- riprendete fiato e raccontate.
-Te la posso fare io una domanda?
-Prego, maestà.
-A che ora ti è arrivata la cartella clinica di mia madre stamattina? Quando te l'ha consegnata Layla?
-Erano le otto, appena ha aperto la clinica. Perchè?
-Perchè mia madre si è introdotta lì, e ha cancellato una cosa dalla cartelletta.
-Vediamo se indovino: è la voce che dice "maschio o femmina", riferita all'erede.
-Esatto, te ne sei accorta tu?
-No, purtroppo, non ho curiosato nella cartelletta. Azalea è venuta a prendersela poco prima che voi vi alzaste.
-Ti giuro che mia madre sta diventando una roba terrificante, non riesco a inchiodarla, a pescarla con le mani nel sacco, a... a... no guarda, riesce sempre a giocarmi qualche pessimo tiro-
Ho sospirato, trattenendo altre lacrime.
-Ti prego, non so più cosa inventarmi per impedirle di ficcare il naso nei miei affari. Lucchetti e barriere non servono, lei li neutralizza in un attimo.
-Password vocali? Sensori per impronte digitali? Potrebbero aiutarvi, maestà?
-Al pensatoio sì. E anche in camera mia, perchè più di una volta ci è entrata in mia assenza, o mentre dormivo.
-Addirittura? Continuate-
Ho esposto tutta la situazione degli ultimi giorni, senza bloccarmi, e senza avere crisi di pianto.
La faccia di Tonya, alla fine della spiegazione era a metà tra il basito e lo stizzito. E volevo vedere... provateci voi, a non sclerare se i vostri genitori irrompessero nella vostra stanza e vi portassero via qualcosa di importante, senza chiedervelo!
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Quel pomeriggio, poi, mi ero seduta sul divano, per guardarmi in pace un film, visto che mi era stato raccomandato di "rilassarmi e non pensare alle cazzate di tua madre", da Tonya.
Ma prima che schiacciassi il tasto "play", e mi immergessi nella Chicago di inizio anni 80, a suon di blues, mio padre è entrato in salotto, trafelatissimo.
-Tesoro mio splendente, scusa se ti disturbo, ma... la mamma ha nuovamente forzato la serratura del pensatoio.
-Stai scherzando?!
-Vorrei, ma... purtroppo no.
-Ho finito di sclerare giusto tre ore fa, e non vorrei ricominciare, papà. Dimmi che...
-Lord Drakon ti vuole parlare.
-Io non voglio vederlo, dopo i danni che mi ha causato.
-Ne hai tutte le ragioni, e lo so. Vuoi che stia con te?
-Adesso sì. Dopo me la cavo da sola-
Gona ci ha raggiunto pochi minuti più tardi e mio padre le ha riassunto l'accaduto, il tutto con me, seduta a pochi metri da loro, con il plaid di Hocus Pocus e gli occhi fissi sullo schermo.
-Mal, credo di aver capito dove voleva arrivare Tonya- mi ha mormorato Gona, prima di entrare nel pensatoio.
-Ci ha visto lungo. E credo che dovremmo installare delle serrature con password vocali nelle tre stanze dove mia madre si intrufola più spesso, che sarebbero il pensatoio, la nostra camera e... la biblioteca.
-Quando ha curiosato in biblioteca?
-Per ora, mai. E non voglio che accada-
Ho tirato un sospirone e ho aperto la porta del pensatoio, di nuovo scassinata da mia madre.
Drakon era già lì, seduto sul bordo della piscina luminosa, e il suo sguardo, da perso e triste, si è illuminato, insieme all'acqua, non appena mi ha notato.
-Mal... lo so che sei ancora arrabbiata, ma ti giuro che...
-Risparmiati le cantilene, Drakon. Piuttosto, cosa combinava qui, mia madre? Un'altra volta, per di più-
Lui si è alzato e ha materializzato due provette, identiche a quelle della volta precedente.
-Ha estratto illegalmente altri due ricordi. Io ho provato a cacciarla fuori, ma... mi ha pietrificato con un incantesimo non verbale, e mi sono ripreso solo pochi minuti fa.
-Devo levarle i poteri, Drakon. Solo così potrò liberarmi definitivamente di lei.
-Potrei farlo io, se... se mi perdoni, Mal-
Mi ha teso la mano, come per stringere un accordo, ma io ho tenuto ben lontano la mia e l'ho fissato con uno sguardo assassino.
-Ti ci vorrà molto di più per ottenere il mio perdono, Drakon, e non è detto che io te lo conceda mai. Quindi smettila di tentare di sciogliermi con le tue frasi vuote e le tue bugie.
-Non ti mentirei mai... mia regina.
-Lo hai già fatto e non te ne sei reso conto. Tutto qua-
Sono uscita dal pensatoio, ho riparato la serratura e ho impostato, anzichè una password vocale, una scansione di impronte digitali, con un meccanismo a prova di qualsiasi incantesimo, conosciuto e sconosciuto.
Vediamo se la bastarda proverà di nuovo a ficcare il naso dove non deve... le trancio le mani, le trancio.
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Ho depositato le provette incriminate nello studio di Tonya, e sono tornata su a finire il mio film.
Nel mentre, canticchiavo tra me e me:
🎶 You promised the world and I fell for it
I put you first and you adored it
Set fires to my forest
And you let it burn
Sang off-key in my chorus
'Cause it wasn't yours
I saw the signs and I ignored it
Rose-colored glasses all distorted
Set fire to my purpose
And I let it burn
You got off on the hurtin'
When it wasn't yours, yeah
We'd always go into it blindly
I needed to lose you to find me
This dancing was killing me softly
I needed to hate you to love me, yeah
To love, love, yeah
To love, love, yeah
To love, yeah
I needed to lose you to love me, yeah 🎶
La canzone di Selena non c'entrava nulla col film che stavo guardando, ma poco mi importava.
-Allora, hai zittito il cornuto, Mal tesoro?- mi ha chiesto Gona, accoccolandosi accanto a me.
-Spero di sì, perchè mi sono rotta le palle di sentirlo frignare per ottenere il mio perdono.
-Idiota.
-Al solito.
-Dai, non pensarci più. O sennò la tua sanità mentale inizia a barcollare di nuovo-
Mi sono girata verso di lei e ho lasciato che mi baciasse, accarezzandomi le guance.
Forse sto cominciando a stare meglio per davvero... ma aspetto a parlare, che i danni sono dietro l'angolo.
Mi pare di aver scritto un papiro, questa settimana, ma ho avuto un po' più di tempo, e non sono stata male... vi prego, rimanete con meee 🤍
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